Fai Antiracket Regalbuto. L'intervento di Paolo Terranova al convegno su "La mafia in provincia di Enna."

Marzo 27, 2017 2542

A margine del convegno su " la mafia in provincia di Enna" che si è svolto venerdì scorso a Regalbuto , vogliamo riportare integralmente l'intervento del dott. Paolo Terranova- presidente del Fai antiracket di Regalbuto - che ha salutato i presenti alla manifestazione. 

"L’idea di organizzare il convegno “La mafia in provincia di Enna’’, tenutosi a Regalbuto lo scorso 24 Marzo, è nata in occasione di uno degli ormai consueti incontri che mensilmente riuniscono i direttivi FAI della provincia di Enna.

Prendendo spunto da un interessante articolo di Paolo Borrometi dal titolo “La mafia ad Enna c’è e ha influenzato l’Expo”, pubblicato sulla testata giornalistica online La Spia.it, si è pensato, di comune accordo, di ideare questa giornata, alla cui riuscita hanno lavorato  tutte e quattro le associazioni, le quali hanno, in tal modo, dato un segnale forte di coesione e collaborazione interna.

Durante i nostri incontri è emerso quanto simili siano le problematiche che ognuno di noi affronta nel proprio territorio: cambiano solo i nomi ma le dinamiche sono le medesime. Anche se alcuni comuni sono in questo momento più di altri al centro dell’attenzione mediatica, come ad esempio Troina con l’operazione Discovery, tuttavia le truffe nel settore agro silvo-pastorale o ancora altri fenomeni criminosi somigliano alle truffe in campo agricolo che interessano gli altri comuni dell’ennese. Cambia il tipo di truffa o il tipo di monopolio economico, cambiano i nomi delle famiglie che stanno dietro a questi fenomeni, ma la tipologia di reato non cambia. Per tal ragione risulta di fondamentale importanza il confronto e lo scambio di idee per trovare una soluzione comune al malaffare. Tutto ciò è possibile qui in provincia di Enna, perché abbiamo delle persone valide e capaci che con dedizione e coraggio compiono il proprio lavoro. Mi riferisco non solo al coraggio dimostrato dal lavoro di Paolo Borrometi il quale, invece di fare del semplice giornalismo, ha deciso di fare inchiesta antimafia, ponendosi in prima linea, andando a cercare di persona la notizia, diventando, in tal modo, bersaglio di attentati alla sua vita che lo costringono ormai a vivere sotto scorta, ma anche al coraggio, nel senso etimologico del termine, dal latino coraticum, avere cuore, riferendomi a quelle persone comuni che ogni giorno svolgono il proprio lavoro con dedizione, mettendoci appunto il cuore. Mi riferisco agli educatori delle scuole della nostra provincia che, ogni anno, portano avanti tematiche sulla legalità perché desiderano trasmettere qualcosa di importante ai propri alunni; mi riferisco inoltre ai miei colleghi presidenti FAI che, pur essendo commercianti e imprenditori, sottraggono tempo e risorse alle proprie attività per aiutare persone che denunciano il malaffare seguendole nella denuncia ma anche accompagnandole alle udienze nei tribunali, sedendosi al loro fianco; mi riferisco ancora  a persone come il Capitano Montemagno, il Dott. Puglisi, l’Ispettore Millauro e i loro collaboratori che fanno il proprio dovere con passione, con il cuore, perché anche nel fine settimana o la sera tardi o la vigilia di ferragosto sottraggono ore da trascorrere con la propria famiglia, manifestandosi sempre disponibili ad aiutare. Infine il coraggio quotidiano anonimo di chi fa il proprio lavoro, in silenzio, anche quando i riconoscimenti e i clamori mediatici sono pochi, lontano dalle celebrazioni. Se a questo aggiungiamo, come abbiamo potuto constatare in occasione dei recenti fatti di Troina, l’eccellente professionalità della GdF che, coordinata dal lavoro delle Procure di Enna e della DDA di Caltanissetta, guidate rispettivamente dal Dott. Palmeri e dal Dott. Bertone assieme ai loro sostituti Procuratori, ha supportato l’operato dell’associazione FAI locale facendo luce sulle truffe in campo agricolo, ed infine l’opera delle FAI locali e FAI nazionale. Insomma, non manca nulla! Le persone ci sono, la voglia di fare c’è, occorre lavorare tutti insieme collaborando, scambiando le proprie idee, amministrazioni comunali, sindaci, scuole, chiese, associazioni varie, stampa, forze dell’ordine e magistratura. Ognuno di noi deve fare la propria parte."

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