Sono trascorsi quarant'anni da quel 6 gennaio 1980 , quando venica ucciso Piersanti Mattarella. C'è una verità ancora tutta da scrivere .Si conoscono i mandanti ma non i sicari. Era la stagione del rinnovamento in Sicilia e Piersanti Mattarella ne era il protagonista. Quella stagione fu fermata dai colpi di pistola ordinati dalla cupola mafiosa. Era chiaro il contesto , difatti per il giudice Falcone andava collegato con altri due delitti: quello del democristiano e segretario palermitato Michele Reina nel 1979 e di Pio La Torre segretario regionale del Pci.Anche loro, come Mattarella, erano impegnati in un’azione di rinnovamento morale della politica in Sicilia. Mattarella era a capo di una giunta di centro sinistra che con il sostegno del Pci aveva promosso un’esperienza autonomistica sul modello della solidarietà nazionale. Un anno e mezzo prima era stato ucciso dalle brigate rosse Aldo Moro di cui Mattarella era l'erede politico.Per questo, come scrissero i giornali, quarant'anni fa la mafia forse con l’appoggio del terrorismo nero firmò il più grave "delitto politico» dopo quello di Moro.
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