l buco dell’ozono “senza precedenti” per le dimensioni e durata, rilevato nell’Artico quest’anno, si è interamente chiuso. A renderlo noto è il Centro Europeo per le Previsioni Meteorologiche a Medio Termine (ECMWF) sul suo account Twitter. Nel mese di marzo, gli scienziati hanno osservato segni di una strana ”apertura” nello strato di ozono al di sopra del Polo Nord, un fenomeno attribuito alle basse temperature prodotte da un ciclone freddo. Gli esperti del Programma Europeo per l’Osservazione della Terra e la Sorveglianza Copernico hanno annunciato come l’anomalia fosse ormai chiusa, come da previsioni. La formazione e la successiva riduzione del buco dell’ozono non hanno nulla a che fare con l’inquinamento atmosferico. L’origine è da ricercare nel comportamento insolito del vortice polare che di solito trasporta aria fredda nelle regioni artiche. L’arrivo del vortice, quest’anno eccezionalmente duraturo, ha provocato il diradamento dell’ozono mentre il successivo aumento delle temperature, fino a 20 gradi, ha riportato lo strato di gas alle condizioni originali. L’ozono scherma la superficie del nostro Pianeta dalle radiazioni ultraviolette che arrivano dal Sole e dallo spazio. E si stanno registrando le prime conseguenze del fenomeno: stando a un'équipe di scienziati , la progressiva chiusura del buco dell’ozono sta cambiando significativamente la circolazione atmosferica, in particolare nell’emisfero australe.
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