Nel 2050 il 75% della popolazione italiana vivrà nelle città. Nel 2013 era il 50% e nel 1970 appena il 10%. I paesi , dunque anche il nostro , vivono oggi un lento ma progressivo spopolamento verso le città o comunque verso i territori che offrono maggiori opportunità di lavoro. Un tessuto sociale coeso potrà resistere meglio di fronte alle sfide alle comunità.? l'Arcivescovo Betori nel 2012 dichiarava: " C’è bisogno di una società coesa, in cui la condivisione e la vicinanza aiutano il cammino di tutti, soprattutto quello più esitante di chi più soffre”. “Da soli – ha affermato ancora Betori - non si va da nessuna parte. Insieme ci si sostiene e si condividono i pesi. Il nodo che nella fune diventa un ostacolo, nella rete diventa una forza. Il legame della carità genera solidarietà, prossimità, capacità di dono. E nel dono vengono fugati gli spettri dell’egoismo che hanno generato la crisi in cui ci dibattiamo”. Parole chiare, che inducono alla riflessione e pongono alcune domande . La nostra comunità regalbutese è una comunità coesa ? Come stiamo reagendo al continuo spopolamento , alla mancanza di lavoro, alla crisi che da un ventennio attanaglia il nostro tessuto sociale? In poche parole siamo una società unita,solidale ,coesa che condivide il peso dei nostri giorni? Rispondere a queste domande non credo sia semplice perchè i tempi e dunque le situazioni sono in continua evoluzione. Negli anni '50 , il nostro paese usciva dalla guerra e da un bombardamento forse mai registrato in altre città che ha mietuto un centinaio di vittime innocenti. La gente aveva voglia di vivere e soprattutto dimenticare. Si usciva la sera del sabato e domenica , le famiglie si incontravano durante le passeggiate ed era bello vedersi, scambiare due chiacchiere. La politica era litigiosa ma quando si trattavano argomenti di interesse generale era capace di unirsi verso un unico obiettivo e sono state realizzate le cose migliori. Col tempo , man mano , con l'evolversi degli anni ho potuto registrare un progressivo e lento cambiamento che oggi è sotto gli occhi di tutti. Ma non credo che oggi la nostra società sia coesa. E questo,a parer mio, è il male peggiore. La strada intrapresa a Regalbuto ( e in altre parti ) è fortemente in salita. Uscire dalla strettoia, che ha costi alti per famiglie, giovani, adulti e pensionati, è possibile ma solo “insieme”. Solo “insieme”, infatti, si affrontano le prove anche più dure: se le persone si sentono sole di fronte alle difficoltà, si deprimono e si arrendono, finiscono ai margini della vita, facile preda del peggio; ed è noto che, senza lavoro e nella incertezza, il male ha buon gioco. Anche la politica non solo quella locale , è mutata caratterizzata da una costante litigiosità e direi poco rispetto dell'altrui opinione. Oggi si assiste al fatto che ogni maggioranza ha sempre ragione e ogni minoranza sempre torto. Mai un punto di incontro. Mai un " parliamone". Separati dalla convinzione che le mie idee sono migliori delle tue , dimenticando che ci sono momenti durante i quali solamente " insieme" si possono affrontare le prove più dure e perdonate il mio pessimismo, questo , qui ed ora, è per noi a Regalbuto uno di questi momenti.
AgoVit