Sento sempre più spesso dai discorsi che mi campita di ascoltare o partecipare quel senso dell'arrendevolezza sul futuro sociale della nostra città. Termini quali : " non siamo comunità e non lo saremo mai" , " noi a regalbuto siamo stati sempre così" , oppure " dipende solamente dal nostra senso civico e a Regalbuto siamo carenti." Vado verso i settanta e credetemi queste frasi mi rimbalzano sempre nelle orecchie per quante volte li ho sentite. Non parliamo poi dei giudizi che diamo sui giovani. Il primo in ordine di tempo che poi è quello più frequente è questo: " La nostra gioventù ama il lusso,è maleducata, se ne infischia dell'autorià e non ha nessun rispetto per gli anziani. I ragazzi di oggi sono tiranni. Non si alzano in piedi quando un anziano entra in un ambiente e rispondono male ai loro genitori." Questa frase è stata scritta da Socrate ( 469 -399 A.C ). Gli argomenti sono sempre gli stessi , cambiano solo le generazioni. Ora , a parer mio, se una comunità sa darsi delle regole certe e se queste regole c'è qualcuno che li farà rispettare tutto andrà bene. Chi non vorrà rispettarle ha due scelte : restare o cambiare comunità. Se in qualsiasi comunità , piccola o grande che sia ognuno ha le proprie regole in tasca , andrà sempre più male, fino alla dissolvenza dell'intera comunità. Però vorrei porre alcune domande che possono far riflettere. La prima è questa : " abbiamo la certezza di conoscere la situazione sociale e i fenomeni che ne derivano , della nostra città ? " In politica per esempio è più facile occuparsi del cosidetto " gradino" che del più ampio e delicato problema sociale delle famiglie, dei giovani , della scuola. La seconda : "Ci siamo mai posti nella condizione di capire l'oggi ( sempre sul piano sociale) ? " Secondo me è proprio a queste due domande che dobbiamo cercare le risposte. Se avete la pazienza di leggere porto un esempio. In questi giorni di Coronavirus mi sono imbattutto nel cercare una risposta al perchè gli adolescenti le sere a Regalbuto si rifugiano nelle periferie del paese. Paragonandoli al mio vissuto di adolescente ma anche di giovane il mio rifugio serale e quello di tanti era il centro città , dove tutto avveniva. Oggi i ragazzi sono altrove. Sfuggono al controllo ? Si riuniscono in branco e il branco ha scelto una sede ? Capiamo cosa potrebbe voler dire sfuggire al controllo o scegliere il branco ? Scegliere il branco include dinamiche che se approfondite potranno portarci a scoprire di più sui giovanii. Sulle regole. Il discorso è più facile. Ma i dubbi semmai possono sorgere su chi deve controllare e se quest'ultimo deve essere a sua volta controllato. E qui scatta la nostra indifferenza e il nostro innato fatalismo da cui deriva l'espressione: " Ma io che ci posso fare ? " Oppure " E' così e tutto dipende dall'inciviltà delle persone" O altre frasi del genere pronunciate nella speranza che siano altri a risolvere il problema o quella situazione per me. Arrendersi dunque ? Vi prego. Evitiamo almento di far finta che tutto va bene o che tutto va male. Sono stati d'animo di chi vuole fuggire dalla realtà. La realtà ci dice che una comunità è formata da una moltitudine di caratteri e modi di pensare ma soprattutto di famiglie ognuna con i problemi del tempo. Una comunità non potrà mai essere omologata. Però questa comunità può essere , capita , formata alla comprensione delle regole, al rispetto degli altri, alla comprensione dell'oggi e infine al fatto che ognuno deve fare sempre il proprio dovere. Sempre e in ogni circostanza. Non arrendiamoci. Vado per i settanta. Cercate di capire che la mia domanda è sempre la stessa. Che Regalbuto lascerò ai miei nipoti.?
AgoVit