PALERMO. Rinviare le elezioni per le nove Province siciliane da maggio a ottobre e prorogare gli attuali presidenti e commissari di qualche mese. Nell’attesa governo e Ars dovrebbero approvare una riforma che taglia costi e riscrive i compiti di questi enti. Ecco il piano della giunta Crocetta, esposto in commissione Affari istituzionali all’Ars e che dovrebbe compiere il primo passo in una riunione del governo già fissata a Palazzo d’Orleans. Delle nove Province, quattro sono commissariate perchè i vertici si sono dimessi per candidarsi alle Regionali o alle Politiche: sono Catania, Ragusa, Caltanissetta e Trapani. Tutte le altre andranno a scadenza naturale in primavera. E una tornata elettorale amministrativa è ovviamente prevista a maggio, quando si rinnoveranno anche Comuni di primo piano come Catania e Messina .Ma ora ecco la mossa che può scorporare le due elezioni: Comuni a maggio e Province in autunno.L’assessore agli Enti locali, Patrizia Valenti porterà in giunta le soluzioni possibili: «Lo slittamento delle elezioni è una delle ipotesi, la più accreditata - spiega l’assessore - ma ciò che ci sta più a cuore in questo momento è capire come riordinare le Province. Potremmo accorparne alcune per ridurne i costi oppure salvare l’impianto in tutto o in parte del disegno di legge che il vecchio governo stava portando avanti». In realtà una riforma delle Province doveva essere già approvata: la legge con cui Lombardo ha commissariato Ragusa e Caltanissetta rinviandone il voto previsto nel maggio scorso prevedeva che entro la fine del 2012 si riordinassero competenze e costi muovendosi in linea con quanto stava facendo anche lo Stato (che a sua volta non ha portato avanti il progetto).
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