Mai come in questo inizio di stagione l’organico della APD Ameselon Volley sta dimostrando di crescere. Prendiamo per esempio il settore del Mini Volley praticamente triplicato rispetto al gennaio 2014 quando le iscritti erano in 11 mentre ad oggi si contano 29 bambine tra i 6 e gli 8 anni. Anche la prima squadra è cresciuta e si può dire “ ringiovanita” con l’ingresso di Giulia Ferrigno e Noemi Stancanelli, cresciute ( fateci passare la ripetizione) nel vivaio della pallavolo regalbutese. Ma tutto ciò non è avvenuto per caso. La scelta collegiale fatta due anni fa di non partecipare a nessun campionato federale , con un organico ridotto a 9 tesserate , avrebbe scoraggiato chiunque, abbiamo corso il rischio ed è grazie soprattutto alla caparbietà delle ragazze le quali ,pur sapendo che non avrebbero disputato partite , hanno continuato ad allenarsi ed oggi alcune delle quali fanno parte attiva del direttivo della società o responsabili del settore Mini Volley . L’Ameselon Volley da qualche anno può vantarsi di essere l’unica società sportiva a gestione collegiale , che vive dell’autotassazione di ognuno, che organizza eventi come quelli realizzati nella passata stagione . E’ forse l’esempio di come è possibile praticare uno sport , privilegiando soprattutto la realizzazione del gruppo dove ognuno è libero di esprimersi, confrontarsi e trovare opportunità che potrebbero servire per il domani personale. E’ l’unica società sportiva dove chi gioca paga per allenarsi e giocare, paga per acquistare una tuta o il completino o i palloni o semplicemente per mangiare una pizza tutti insieme. E’ forse questo l’esempio che le famiglie hanno capito affidandoci la propria figlia nella pratica di uno sport che , come si è visto ai mondiali femminili 2014, è bello da vivere , e comprensibile soprattutto a chi gioca a pallavolo perché la “comprensione” non è fatta solo di gioco ma di stile. Si perché la pallavolo si distingue e distingue da qualsiasi altro sport per la bellezza del gioco e per la semplicità delle regole : “ la palla non deve mai cadere per terra” e poi perché se ognuno che sta in campo o in panchina non si fida dell’altro sarà difficile vincere una partita. Se il volley continua a esistere a Regalbuto non è merito di uno, ma di tutte le ragazze e ragazzi che sin dalla metà degli anni ottanta si sono alternati a giocare fino ad arrivare ai giorni nostri. Alcune di quelle ragazze ancora oggi giocano e si divertono con le più giovani. Ricordarle tutte è impresa difficile ma se chiedete non sarà difficile sentirsi rispondere : “ io giocavo a pallavolo “.
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