Il consigliere comunale di Regalbuto Vito Cardaci ha consegnato ai gruppi consiliari , ai partiti e movimenti politici una bozza di lettera da indirizzare al presidente dell'Ati( ambito territoriale idrico) di Enna e ai presidente dei consigli comunali del territorio ennese, con la quale sostanzialmente si chiede che la governance dell'Ati non sia solo gestita dai sindaci i quali, prima di ogni decisione importante sulla gestione del servizio idrico, dovranno chiedere un parere anche ai rispettivi consigli comunali. " Il mio intendo - ci dice il consigliere Vito Cardaci - è quello di far partecipi i consigli comunali sull'attuale gestione del servizio e sul futuro dello stesso,stilando un documento ufficiale che faccia il quadro della situazione in ogni Comune. Personalmente sono cosciente che nell'assemblea dell'Ati, come rappresentanti dei comuni ci siano i sindaci, ma credo che una forma di democrazia più partecipativa non sia una idea da accantonare, soprattutto alla luce delle sorti dell'ex ato rifiuti e idrico, dove la governance era in mano esclusivamente ai sindaci. Ho voluto far partecipe a Regalbuto anche agli altri gruppi consiliari,partiti e movimenti affinchè si apra una discussione in merito e se è nelle loro volontà sottoscrivere con me la richiesta al presidente dell'Ati di Enna con la quale si chiede la modifica del Statuto , inserendo un articolo in cui si dica che le scelte importanti  votate dall'assemblea dei sindaci vengano ratificate dai consigli comunali. Un esempio è l'art 7 comma o) relativo all'affido della gestione del servizio idrico, la stipula e l'approvazione della convenzione e del disciplinare tecnico con il soggetto gestore...ma anche l'art 7 comma p) che definisce gli standart di qualità del servizio.

Ingegneri, architetti, medici, studenti, giornalisti, laureati in cerca di occupazione, impiegati, pensionati. E si potrebbe continuare. C’è un ampio spaccato della società palermitana tra le 122 persone che hanno presentato la propria proposta di candidatura per il M5S alle prossime elezioni comunali di Palermo. Buona la partecipazione femminile: 22 delle domande pervenute sono state presentate da donne. L’età media dei candidati è di 43 anni.

Entro la prossima settimana i deputati nazionali del Movimento termineranno l’ esame, dal punto di vista formale, della documentazione pervenuta per verificare che gli aspiranti candidati siano in possesso dei requisti richiesti (assenza di condanne penali, non avere partecipato in passato ad elezioni in liste concorrenti col M5S, essere iscritti al M5S almeno dal 30 giugno del 2016), poi, a settembre, scatterà la fase due, con una doppia votazione on line su “Rousseau”, il sistema operativo del Movimento 5 stelle, da cui verranno fuori, prima il lotto dei 40 candidati al consiglio comunale, e, successivamente, il nome del candidato sindaco. “Questo nome – dice Riccardo Nuti, delegato alla raccolta della documentazione – verrà fuori dalla seconda votazione on line, tra coloro che al primo turno avranno riportato il maggior numero di voti”.

“Il sistema adottato – sottolinea Nuti – è sicuramente rivoluzionario e imparziale, lontanissimo dalle logiche clientelari e di appartenenza dei partiti e sempre più vicino alla gente. A tutti è stata data la possibilità di contribuire a costruire il futuro della città di Palermo, cosa impensabile nei partiti, dove tutto viene deciso nel chiuso delle segreterie politiche, in base ai pacchetti di voti che ognuno possiede o in base a scambi di favori. Non verrà tolto spazio alla meritocrazia: i candidati dovranno infatti conquistarsi i voti on line sulla base della propria presentazione, tramite un video, e grazie al ‘peso’ del proprio curriculum. Tutto sarà caricato in rete prima del voto, per dare la possibilità agli iscritti certificati al M5S residenti a Palermo di esprimere una preferenza motivata e ragionata”.

Turchia, bomba a ricevimento di nozze curdo: 50 morti e un centinaio di feriti Erdogan: «C’è dietro l’Isis»

Turchia, bomba a ricevimento di nozze curdo: 50 morti e un centinaio di feriti Erdogan: «C’è dietro l’Isis»

Sale a 50 morti e circa cento feriti il bilancio dell’attentato terroristico che ha devastato nella serata di sabato una sala dove era in corso un ricevimento di matrimonio nella città turca di Gaziantep, nel sud est della Turchia, non lontano dal confine con la Siria.Sale a 50 morti e circa cento feriti il bilancio dell’attentato terroristico che ha devastato nella serata di sabato una sala dove era in corso un ricevimento di matrimonio nella città turca di Gaziantep, nel sud est della Turchia, non lontano dal confine con la Siria.Secondo quanto riferiscono i media turchi l’attacco, avvenuto durante i festeggiamenti per un matrimonio, sarebbe stato condotto da un kamikaze. Al momento, però, non è chiara la motivazione dell’attacco e quale gruppo abbia compiuto l’azione, se lo Stato islamico oppure i curdi del Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk) molto attivi e presenti nella zona.

 


 

 

 

 

( fonte Vivienna).Una misura di contrasto alla povertà per le famiglie in condizioni economiche svantaggiate. È il Sistema per l’inclusione attiva che porta per il Distretto di Enna 1 milione 263 mila euro. Ad annunciarlo è l’assessore alle Politiche Sociali di Enna, Giusi Macaluso: «E’ un’opportunità che abbiamo subito colto perchè consapevoli che questa misura può aiutare numerose famiglie in difficoltà economiche».
L’accesso al Sia permette di ottenere un sussidio per le famiglie in condizioni di disagio nelle quali siano presenti persone minorenni, figli disabili o una donna in stato di gravidanza accertata e il sussidio, aggiunge l’assessore Macaluso, «è subordinato all’adesione ad un progetto personalizzato di attivazione sociale e lavorativa».
In tutto il panorama regionale sono stati stanziati 112 milioni di euro e di questi oltre un milione sono andati al Distretto di Enna che comprende oltre al capoluogo anche i Comuni di Centuripe, Villarosa, Catenanuova, Calascibetta e Valguarnera. E saranno proprio i Comuni a predisporre i progetti in rete con i servizi per l’impiego, i servizi sanitari e le scuole nonché con i soggetti privati attivi nell’ambito degli interventi di contrasto alla povertà con particolare riferimento agli enti no profit.

Giusi Macaluso

Giusi Macaluso

«I nostri uffici sono stati veloci nell’avviare l’iter, in meno di un mese – nota l’assessore Macaluso – è stato pubblicato l’avviso».
Le domande di adesione potranno essere presentate dal prossimo 2 settembre presso il proprio Comune di residenza.
Tra i requisiti richiesti oltre a quelli sui componenti del nucleo familiare, prosegue l’assessore alle Politiche Sociali, c’è anche quello economico che prevede un Isee inferiore ai tre mila euro mentre nella valutazione si terrà conto dei carichi familiari, della situazione economica e lavorativa e verrà escluso chi riceve trattamenti superiori ai 600 euro mensili; il sostegno economico sarà infine erogato attraverso l’attribuzione di una carta di pagamento elettronica utilizzabile per l’acquisto di beni di prima necessità e la durata sarà di un anno. «E’ una risposta utile al territorio e la speranza è che insieme alle altre misure che abbiamo attivato, anche questa possa essere da sollievo per le famiglie in difficoltà» conclude Giusi Macaluso.

In vista della imminente campagna referendaria il "Comitato nazionale per il NO nel referendum sulle modifiche della Costituzione" ha organizzato per il prossimo sabato 20 agosto alle ore 9,30 presso i locali della Cgil di Enna in via Giosuè Carducci 16  un corso sulla comunicazione verbale della durata di tre ore circa , riservato ai coordinatori regionali dei comitati del No , che sarà tenuto da Gherardo Liguori . 

 

 

Il mese di luglio e questi primi giorni di agosto hanno visto andare in cenere in provincia di Enna oltre duemila ettari di superficie. Molto spesso si è trattato di boschi o comunque aree verdi che hanno tolto al territorio il polmone verde.
Questo ha messo i Vigili del Fuoco della provincia di Enna di fronte ad uno scenario estremo. «In questi giorni di criticità il comando provinciale di Enna ha risposto bene con tutti i mezzi a disposizione e compreso il personale giornaliero» spiega il segretario regionale della Confsal Vigili del Fuoco, Vincenzo Catalano che ha sottolineato la collaborazione del corpo forestale «come accade ormai da anni».
Non sono però mancate le criticità come spiega Catalano: «La normativa siciliana lega gli interventi dei mezzi aerei alla presenza di almeno una guardia forestale ma purtroppo il loro esiguo numero di personale non sempre rende possibile l’intervento dei mezzi aerei». Questo nonostante da qualche anno la flotta aerea dei canadair è una componente strutturale dei vigili del fuoco.
Le maggiori difficoltà, evidenzia ancora Catalano, sono legate «alla mancata stipula delle convenzioni con la Regione, il governo non le ha mai rinnovate creando difficoltà nella lotta agli incendi boschivi che di fatto consentirebbero il potenziamento dell’organico dei vigili del fuoco in tutta la Sicilia di ben due squadre per provincia da dislocare, nel caso ennese, a Piazza Armerina che resta una zona ad alto rischio incendi, ed un’altra ad Enna dimezzando i tempi di risposta agli incendi». Queste convenzioni permetterebbero anche di dare ai vigili del fuoco dei mezzi come accade in altre regioni e solo ora si è aperto qualche spiraglio che non porterà risposte prima del prossimo anno ma, aggiunge Catalano, «anche se con mezzi datati abbiamo sempre fatto il possibile». Sul fronte personale Catalano ricorda invece l’apertura del governo nazionale con l’arruolamento di 530 unità che vanno ad aggiungersi alle 400 già previste.
Ma il segretario regionale della Confsal si sofferma anche sui recenti incendi spiegando che «i casi di autocombustione esistono solo come fenomeno fisico anche se purtroppo dimostrare la responsabilità umana non è semplice» ed ha invitato i sindaci «ad attuare ul Piano di prevenzione perchè loro sono a capo del sistema di protezione civile» e da rappresentante dei lavoratori «sottolineo lo sforzo fisico e mentale che ci vede andare anche oltre le normali dodici ore di servizio dimostrando professionalità come per altro successo anche in altri casi di emergenza che ha visto i vigili del fuoco di Enna impegnati anche nel recupero di 450 corpi di migranti affondati al largo delle coste libiche».

Nel pomeriggio di domenica 14 agosto 2016, gli uomini del Commissariato di P. S. di Leonforte, diretti dal Commissario Capo Dott. Alessio Puglisi, hanno tratto in arresto, in flagranza di reato, Balbo Salvatore, pregiudicato catanese classe 1957, perché responsabile del reato di truffa ai danni dei proprietari di diverse aziende agricole site nei comuni di Regalbuto, Catenanuova e Agira.
I FATTI
Il Balbo, presentatosi presso un’azienda agricola di Regalbuto sotto falso nome, quale incaricato di una ditta tedesca specializzata nell’installazione di impianti fotovoltaici, proponeva al proprietario di costruire un grande capannone prospettando la possibilità, una volta finiti i lavori, di affittare la superficie del tetto alla ditta tedesca, di cui si fingeva rappresentante, la quale avrebbe provveduto ad installare dei pannelli solari pagandogli un affitto annuo di circa 39.000,00 euro. Di contro, il Balbo chiedeva l’immediata corresponsione di circa 2.500,00 euro per ogni capannone, somma che sarebbe servita, a suo dire, a istruire la pratica e a evitare lungaggini burocratiche, concordando col proprietario che si sarebbe recato di lì a qualche giorno in azienda per ritirare la somma pattuita.Dopo avere inizialmente accettato l’allettante proposta, il proprietario dell’azienda, temendo di potere essere vittima di una truffa, presentava denuncia presso il Commissariato di P.S. di Leonforte.Gli agenti del Commissariato, pertanto, nel corso dell’attività di indagine, accertata immediatamente la reale identità del Balbo, soggetto con numerosi precedenti per truffa, appuravano che la società tedesca da lui menzionata in realtà non esisteva e riuscivano a individuare, inoltre, altri proprietari di aziende agricole di Agira e Catenanuova che negli ultimi giorni avevano subito la medesima truffa, consegnando al Balbo complessivamente circa 9.000,00 euro.
Il personale del Commissariato, pertanto, venuto a conoscenza che il Balbo, nella giornata di domenica, si sarebbe recato presso l’azienda a Regalbuto per farsi consegnare dal proprietario la somma pattuita, organizzava un servizio di appostamento, riuscendo a fermare il pregiudicato catanese nel momento in cui riceveva dal proprietario dell’azienda, a titolo di acconto, la somma di euro di 500,00 euro, chiaro provento del reato di truffa.
Le successive perquisizioni effettuate presso l’autovettura del Balbo e la sua abitazione permettevano di rinvenire la somma di 3.800,00 euro in contanti, verosimilmente provento della truffa dei giorni precedenti, oltre a diverse schede telefoniche e numerosi appunti con relativi numeri telefonici presumibilmente appartenenti ad altre persone vittime del medesimo reato.
Pertanto, alla luce delle risultanze investigative, Balbo Salvatore veniva posto in stato di arresto su disposizione del P.M. di turno presso la Procura di Enna Dott.ssa Stefania Leonte e tradotto presso il carcere di Enna.
Allo stato sono in corso ulteriori indagini finalizzate ad accertare la responsabilità di eventuali complici del Balbo e a individuare altri imprenditori o proprietari di aziende della zona che negli ultimi tempi siano stati vittime di medesimi raggiri da parte del pregiudicato catanese.

Intanto il Fai Antiracket di Regalbuto comunica  : "  Invitiamo gli allevatori e gli imprenditori truffati o che sono venuti in contatto con questo individuo a contattare la nostra associazione o quella di Troina per avere assistenza."

Dal 6 al 10 Agosto del 1860 esattamente 156 anni fa, a Bronte, Nino  Bixio, su mandato di Giuseppe Garibaldi, si rendeva protagonista di un atto scellerato ed infame che la storia quella vera e non quella paludata della storiografia ufficiale e scolastica ci ha tramandato e condannato come “l’eccidio di Bronte”. All’avanzata di Garibaldi in Sicilia e con l’illusoria promessa di una più equa distribuzione delle terre furono molti, infatti, i paesi della Sicilia che, come Bronte, insorsero al grido “Abbassu li cappeddi, vulimi li terri”. Tra questi, Regalbuto , dove, contrariamente ai fatti avvenuti a Bronte dove i "ribelli" furono trucidati , a Regalbuto i cosiddetti "cospiratori" non furono mai trovati anche se si nutrivano forti dubbi sulla loro identità.  Tra il 7 e il 9 Agosto , il generale Bixio venne a Regalbuto su richiesta dell'allora presidente del Municipio . Dal libro di Vito Bonanno " Eventi Regalbutesi 1820/1870" abbiamo tratto un pezzettino di storia che riportiamo.

Regalbuto 9 agosto 1860.

Il presidente del Municipio don casimiro Azzaro,comunica al Governatore della Provincia.

"In continuazione del mio rapporto del 7 corrente mese,col quale si manifestava i gravi timimori di una sommossa per gli attruppamenti della plebe e le minacce d'irrompere,suscitate da mal'intenzionati sono nel dovere di rassegnargli che il Signor Generale Bixio con altri 12 ufficiali dello stato Maggiore come un fulmine giunse in questa alle ore 17 ( odierne ore 12 meridiane), e colla sua straordinaria energia,aspettando che si fossero manifestati i capi della cospirazioneper farli fucilare, i complici per farli sottoporre ad una rigorosa istruzione e farli scortare a Messina,ma comecchè questi tli apertamente non si conoscono,ma solo si hanno indizi ed è perciò necessaria una rigorosa ed esatta istruzione,non poterono nè da me,nè dal Comandande della Guardia Nazionale,Presidente del consiglio Civico e dal vice delegato di sicurezza,additare al lodato signor Generale i rei della cospirazione, e si restò perciò doversi aprire un'ampia processura,recedendo subito per Bronte il Signor Bixio attese le urgenze maggiori." .......

La professoressa Agata Rainieri dal prossimo 1 settembre 2016 assumerà l'incarico di dirigente di ruolo nell'Istituto Comprensivo Gian Filippo Ingrassia di Regalbuto. L'Istituto di Regalbuto, dopo parecchi anni di reggenza, dunque ritorna ad essere diretto da una Preside di ruolo che proviene dall'Istituto comprensivo Enrico Fermi di Catenanuova nel quale però continuerà a svolgere la funzione di dirigente/reggente. 

E’ passata quasi inosservata l’approvazione di una mozione all’Assemblea regionale siciliana, sui prof con le valigie che hanno ottenuto l’assunzione a tempo indeterminato e una cattedra nel nord Italia. L’attività ispettiva ha perduto ormai qualunque appeal, e l’iniziativa parlamentare, assunta dal Pd, è stata giudicata poco più di una testimonianza di buona volontà, un gesto di solidarietà verso i “deportati.

Eppure la mozione perora la causa dei prof, prospettando una soluzione concreta, e cioè la sanatoria per gli insegnanti siciliani. Per i dicenti siciliani in partenza dovrebbe essere fatta, insomma, una eccezione, mantenendoli nei luoghi di residenza. Mettendo da parte il carattere pratico dell’iniziativa, che ci pare inesistente, l’atto ispettivo denuncia il clamoroso contrasto fra il Pd siciliano, che ha promosso la mozione e reclama una deroga alle norme sulle assunzioni nella scuola e il sottosegretario siciliano alla pubblica istruzione, Davide Faraone, che della “buona scuola” è uno dei sostenitori.

Il Pd siciliano spara proiettili di gomma contro lo stesso Pd nazionale, si legge su una testata nazionale. Sarebbe una guerra fratricida tra il Presidente della Regione Sicilia Rosario Crocetta e il suo acerrimo nemico di sempre Davide Faraone. Ma anche questa interpretazione appare molto audace in questa circostanza.

Il sottosegretario, tuttavia, dopo l’approvazione della mozione, ha rilasciato una intervista a “La Stampa”, nella quale rassicura i prof. “Il numero di chi dovrà trasferirsi, annuncia, calerà con le assegnazioni provvisorie che usciranno nei prossimi giorni. Stiamo assumendo 180 mila persone, aggiunge Faraone, è normale che qualcuno debba spostarsi, ma a differenza che in passato, quando si emigrava con un contratto precario, ora ci si trasferisce con un contratto a tempo indeterminato”.

 

Faraone sostiene che sono stati assunti cinquemila docenti siciliani, e solo il 15 per cento degli assunti subirebbero disagi, “una percentuale assolutamente fisiologica”.

 

E quando La Stampa gli fa notare quanto ha sostenuto l’Anci, presieduta in Sicilia da Leoluca Orlando, secondo cui ci sono rischi “per l’equilibrio socio-economico dell’Isola”, il sottosegretario mira al “petto” del sindaco di Palermo: “C’è chi cavalca qualunque protesta come Orlando, ma non mi risulta che la sua sia la posizione dell’Anci nazionale…Chi trasforma una vicenda così importante in argomento di lotta politica non fa una cosa utile. In realtà, conclude Faraone, sono molti di più gli insegnanti contenti di quelli a disagio”.

Sarà, ma le proteste restano vivaci. E allora come stanno le cose? Otto insegnanti su 10 sono meridionali, è un dato incontrovertibile, ma il Sud dispone solo di terzo delle cattedre disponibili. Tuttoscuola, il periodico più autorevole del settore, ha fatto una analisi puntuale, giungendo a questa conclusione: “Solo il 37% degli studenti italiani risiede al Sud, Isole incluse (diciotto anni prima la cifra era maggiore del dieci per cento), mentre ben il 78% dei docenti coinvolti in questa tornata di trasferimenti è nato nel Meridione”.

Fonte Siciliainformazioni