E’ passata quasi inosservata l’approvazione di una mozione all’Assemblea regionale siciliana, sui prof con le valigie che hanno ottenuto l’assunzione a tempo indeterminato e una cattedra nel nord Italia. L’attività ispettiva ha perduto ormai qualunque appeal, e l’iniziativa parlamentare, assunta dal Pd, è stata giudicata poco più di una testimonianza di buona volontà, un gesto di solidarietà verso i “deportati.
Eppure la mozione perora la causa dei prof, prospettando una soluzione concreta, e cioè la sanatoria per gli insegnanti siciliani. Per i dicenti siciliani in partenza dovrebbe essere fatta, insomma, una eccezione, mantenendoli nei luoghi di residenza. Mettendo da parte il carattere pratico dell’iniziativa, che ci pare inesistente, l’atto ispettivo denuncia il clamoroso contrasto fra il Pd siciliano, che ha promosso la mozione e reclama una deroga alle norme sulle assunzioni nella scuola e il sottosegretario siciliano alla pubblica istruzione, Davide Faraone, che della “buona scuola” è uno dei sostenitori.
Il Pd siciliano spara proiettili di gomma contro lo stesso Pd nazionale, si legge su una testata nazionale. Sarebbe una guerra fratricida tra il Presidente della Regione Sicilia Rosario Crocetta e il suo acerrimo nemico di sempre Davide Faraone. Ma anche questa interpretazione appare molto audace in questa circostanza.
Il sottosegretario, tuttavia, dopo l’approvazione della mozione, ha rilasciato una intervista a “La Stampa”, nella quale rassicura i prof. “Il numero di chi dovrà trasferirsi, annuncia, calerà con le assegnazioni provvisorie che usciranno nei prossimi giorni. Stiamo assumendo 180 mila persone, aggiunge Faraone, è normale che qualcuno debba spostarsi, ma a differenza che in passato, quando si emigrava con un contratto precario, ora ci si trasferisce con un contratto a tempo indeterminato”.
Faraone sostiene che sono stati assunti cinquemila docenti siciliani, e solo il 15 per cento degli assunti subirebbero disagi, “una percentuale assolutamente fisiologica”.
E quando La Stampa gli fa notare quanto ha sostenuto l’Anci, presieduta in Sicilia da Leoluca Orlando, secondo cui ci sono rischi “per l’equilibrio socio-economico dell’Isola”, il sottosegretario mira al “petto” del sindaco di Palermo: “C’è chi cavalca qualunque protesta come Orlando, ma non mi risulta che la sua sia la posizione dell’Anci nazionale…Chi trasforma una vicenda così importante in argomento di lotta politica non fa una cosa utile. In realtà, conclude Faraone, sono molti di più gli insegnanti contenti di quelli a disagio”.
Sarà, ma le proteste restano vivaci. E allora come stanno le cose? Otto insegnanti su 10 sono meridionali, è un dato incontrovertibile, ma il Sud dispone solo di terzo delle cattedre disponibili. Tuttoscuola, il periodico più autorevole del settore, ha fatto una analisi puntuale, giungendo a questa conclusione: “Solo il 37% degli studenti italiani risiede al Sud, Isole incluse (diciotto anni prima la cifra era maggiore del dieci per cento), mentre ben il 78% dei docenti coinvolti in questa tornata di trasferimenti è nato nel Meridione”.
Fonte Siciliainformazioni