Dopo tre secoli, trascorsi nel silenzio della clausura, dall’aprile 2013, è possibile oltrepassare il portone di accesso del Monastero, edificato nel 1350 e successivamente ricostruito nei primi anni del XVIII secolo, in seguito al terremoto del 1693. - Al Complesso monumentale appartiene anche la Chiesa di San Benedetto (costruita tra il 1704 ed il 1713), fra le più importanti chiese del barocco siciliano e fra le più belle d’Europa. La chiesa è ad unica navata ed ha la volta mirabilmente affrescata con scene della vita di San Benedetto dall’artista messinese Giovanni Tuccari, in appena tre anni, fra il 1726 ed il 1729. Proprio per la velocità della sua opera fu definito il 'fulmine del pennello'. La struttura è celebre soprattutto per la scalinata degli Angeli, uno scalone marmoreo d'ingresso, adorno di statue raffiguranti alcuni angeli e cinta da una bellissima cancellata in ferro battuto. La porta d'ingresso è in legno e sulle formelle sono riportate scene della vita di San Benedetto. Splendido anche il prezioso altare, interamente realizzato in diaspro siciliano con intarsi in oro zecchino e argento, magnifica la cantoria, del 1712, in legno e oro zecchino, dalla quale ancora oggi, nelle ore pomeridiane, è possibile udire l’armonioso coro delle suore di clausura. Suggestive, inoltre, sono le grate che caratterizzano il luogo.
- Dall'aprile del 2013 la chiesa è visitabile, all'interno di un percorso guidato che comprende anche i resti di una domus romana ed un muro bizantino, probabilmente la parte di un kastron, ritrovati in occasione degli ultimi lavori di restauro e il parlatorio settecentesco, cioè la sala in cui un tempo era possibile colloquiare brevemente con le monache di clausura, da dietro le grate. Il percorso guidato all’interno del complesso monumentale, ideato nel pieno rispetto delle religiose di clausura che ancora oggi abitano il Monastero, è stato progettato con l’intento di unire tre differenti dimensioni del racconto storico: l’archeologia, l’architettura e l’arte. Tutto ciò per fornire allo spettatore una panoramica della storia del Monastero che parte dai resti della domus romana, recentemente scoperta all’interno del Monastero, fino all’attuale riqualificazione dei locali della badia piccola del Convento, dove ha sede il Museo di Arte Contemporanea Sicilia - MacS.
Con grande armonia, il museo unisce la bellezza architettonica monastica settecentesca alla modernità dell’arte contemporanea. Il MacS è il tratto di unione che parte dalla lontana tradizione pittorica barocca, per approdare alla contemporaneità, promuovendo la conoscenza del panorama italiano ed internazionale dell’arte contemporanea.
INFO
L’itinerario culturale assistito da visita guidata è fruibile dal venerdì al mercoledì, dalle ore 09.00/18.00 (domenica ingresso a partire dalle ore 10.45).
Costo del biglietto € 5,00 ridotto per ragazzi dai 6 ai 18 anni €3,50.
Tel. 095/715220 - 095/7152207
Web: www.benedettineviacrociferi.it
Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. -
UNA GITA A CATANIA .....riscoprire il barocco In evidenza
Catania da Regalbuto dista solamente 50 km.E' possibile raggiungere la città di Vincenzo Bellini dall'autostrada A19 dallo svingolo di Catenanuova.
Nel centro storico di Catania e nel cuore della città barocca, si snoda via dei Crociferi, monumentale arteria realizzata nel XVIII secolo e inserita dall'Unesco nella lista dei siti Patrimonio dell'umanità. L'importante via, un tempo il centro della vita cittadina, è un autentico scrigno a cielo aperto che custodisce splendide chiese e monasteri barocchi, fatti edificare dalle famiglie influenti, dopo il terremoto del 1693, e poche abitazioni civili. Fu ricavata a metà altezza del pendio collinare di Montevergini, sul quale poggiano anche il Teatro e l'Odeon romani, e aveva lo scopo di collegare la Porta del Re, sopra piazza Stesicoro, con il piano di San Filippo, la piazza Mazzini. Alla sua realizzazione collaborarano artisti del settecento come l'Amato, i Battaglia, Di Benedetto, Vaccarini che le conferirono bellezza ed una straordinaria forza suggestiva, capace di ammaliare lo sguardo di ogni visitatore. - Via dei Crociferi inizia in piazza San Francesco d'Assisi e vi si accede passando sotto l'arco monumentale del Monastero di San Benedetto. Da qui, nello spazio di poco più di duecento metri, possiamo ammirare ben quattro splendide chiese: San Benedetto e San Francesco Borgia, separate da una stradina che conduce al Palazzo Asmundo Francica-Nava; a seguire si incontra il collegio dei Gesuiti, che ospita un bel chiostro con portici su colonne ed arcate. Di fronte al collegio è ubicata la chiesa di San Giuliano, considerata uno degli esempi più belli del barocco catanese. Proseguendo ed oltrepassando la via Antonino di San Giuliano, si può ammirare il convento dei Crociferi, con la chiesa di San Camillo, da cui la strada prende il nome. In fondo a via dei Crociferi è ubicata villa Cerami, che è sede della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Catania. - Il Monastero di San Benedetto - Il monastero è un autentico simbolo della città di Catania, in cui ogni pietra racconta la storia della città etnea ed è riconoscibile dallo splendido arco/ponte che si apre su Via dei Crociferi e che congiunge la badia grande alla badia piccola, in cui oggi ha sede il MacS - Museo di Arte Contemporanea. La badia piccola ha origini molto antiche ed, inizialmente, prendeva il nome di 'Monastero di Santa Maddalena', mentre la prima fabbrica del monastero benedettino e della sua chiesa cominciò intorno alla metà del XIV sec. e proseguì nei secoli successivi. - Solo in seguito al terremoto del 1693 che purtroppo, uccise tutte le religiose che vi abitavano, i due corpi furono collegati dallo splendido arco/ponte che, secondo un'antica leggenda, sembra essere stato edificato nel corso di una sola notte. Nel corso dei secoli, il Monastero e la vita claustrale che racchiude, hanno ispirato scrittori e registi, divenendo ad esempio, il luogo che ispirò il romanzo di Giovanni Verga 'Storia di una capinera' e la location del set dell'omonimo film girato da Franco Zeffirelli.