" Tanto per fare chiarezza"
" Giorno 27 gennaio 2021 su giornali e testate on line, a firma delle Organizzazioni Sindacali Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola e Snals è comparso un articolo il cui contenuto contiene errori e/o falsità che lo rendono, strano, inappropriato oltre che disdicevole ed offensivo sia per chi lo scrive che per i lavoratori che ne subirebbero le conseguenze.
I fatti. Il Liceo Linguistico MLKing – sede di Agira, associato all'I.I.S. "A. Lincoln" di Enna -, dal punto di vista dell'accorpamento di istituti, ha rappresentato una assoluta anomalia, forse in tutta Italia. Infatti, non si è mai sentito o letto che una scuola (MLK) di un ambito territoriale (ambito 11) fosse accorpata ad una (IIS Lincln) di altro ambito territoriale (ambito 12). Ciò è quello che è accaduto fino all'anno scorso ad Enna, nonostante la legge non avesse previsto tale fattispecie, anzi la escludeva.
I Sindacati, in questo caso, anziché lottare per il rispetto delle regole e delle leggi si sono prestati a questi giochetti di palazzo per proteggere gli interessi di pochi o di qualcuno, piuttosto che garantire il rispetto di tutta la classe docente e di tutto il personale della scuola.
Siamo delusi e arrabbiati. Pensiamo che i nostri rappresentanti sindacali dovrebbero garantire tutti allo stesso modo.
Le OO.SS. provinciali firmatarie del comunicato stampa di ieri, avendo scritto ciò che abbiamo letto, si sono inopportunamente ed apertamente schierate a tutela degli interessi esclusivi del Lincoln di Enna e del suo personale, dimenticando del tutto il rischio del NOSTRO sottodimensionamento. Forse che i lavoratori del "F. Fedele" siano figli di nessuno?
Da notare l'inesattezza, non si sa quanto dovuta ad una svista o ad una poco attenta lettura dei dati o ad altro, dei numeri riportati nell'articolo. Infatti, si parla del Lincoln e dell'eventuale rischio di sotto-dimensionamento con 591 alunni (Enna dai parametri attuali è Comune montano e il parametro per la conservazione dell’autonomia è di 400 alunni, mentre non si parla affatto del rischio dell’Istituto “F. Fedele” di Agira, che con poco più di 600 alunni, appena sopra il limite (proprio 600), rischia il sotto-dimensionamento, con conseguente perdita dell’autonomia e di posti di lavoro. Anzi, nell'articolo viene artatamente scritto che il F. Fedele abbia 800 alunni, quindi a loro dire, abbondantemente sopra il limite. Chi si vuole convincere con la pubblicazione di questi dati?
I sindacati, per definizione, debbono tutelare tutti i lavoratori e non solo una parte.
E non ci si venga a dire che le loro prospettazioni siano profezie!
Inviamo questa nota perché anche noi abbiamo una storia ed una attualità da tutelare e perché non vogliamo che debbano esistere docenti e personale ata di serie A e quelli (NOI del F. Fedele) di serie B, figli di un Dio minore.
Pertanto, riteniamo giusta la decisione maturata durante l’ultimo incontro promosso dall’Assessorato Regionale all’Istruzione e alla Formazione Professionale, tenutosi nella giornata del 18 Gennaio 2021, nel corso del quale è stata presentata la delibera del tavolo tecnico provinciale, con la decisione di procedere all’ aggregazione del Liceo Linguistico Martin L. KIng di Agira dal Liceo Linguistico “A. Lincoln” di Enna all’Istituto “F. Fedele” di Agira. Tale decisione appare a nostro avviso, in linea con quanto previsto dalla legge sul dimensionamento scolastico e dalla delibera approvata a larga maggioranza dal tavolo tecnico istituito presso la Provincia Regionale di Enna, ma anche rispettosa della tutela dei posti di lavoro di tutto il personale dei citati istituti e non di una sola parte.
Per concludere riteniamo che non si può strumentalizzare un argomento così delicato, senza aver sentito le istanze delle parti coinvolte che le Organizzazioni Sindacali FlcCgil, Cisl Scuola, Uil Scuola e Snals dovrebbero rappresentare. Crediamo che il comportamento oggi criticato sia contro l'etica e la deontologia della lotta sindacale."
Firmato i docenti e il personale ATA dell’Istituto “F. Fedele”
L’Italia è al penultimo posto in Europa per percentuale di laureati
Con solo il 27,6% di laureati tra 30-34 anni, l'Italia è penultima in classifica, seguita solo dalla Romania, a quota 25,8%. Da notare che tra i maggiori paesi anche la Germania occupa uno degli ultimi posti, con una percentuale (35,5%) inferiore di 6 punti alla media europea (41,6%). Al lato opposto e con un ampio divario, invece, paesi come Cipro, Irlanda e Paesi Bassi, dove sono più della metà i laureati nella fascia d'età di riferimento.Il mercato del lavoro in Italia e nel mondo è diventato sempre più competitivo nel corso degli anni. Sono aumentate le conoscenze richieste per accedervi e con esse l’importanza di un percorso di studio adeguato. Maggiori competenze permettono ai singoli individui di aspirare a migliori posizioni lavorative e, nell’insieme, una popolazione altamente istruita può favorire la crescita economica e sociale di uno stato.In questo senso, nella strategia Europa 2020 l’Ue invita i paesi a promuovere il conseguimento di un livello di istruzione elevato per tutti, fissando un obiettivo chiaro sull’educazione terziaria.
Per approfondire la questione, un altro indicatore interessante da considerare è la percentuale di neo-diplomati che si iscrivono all'università nello stesso anno in cui hanno conseguito il diploma.Un elemento che ci può dire molto sulla percezione o meno dell'educazione terziaria come di un percorso appetibile alla fine delle scuole superiori. La mappa dei territori è molto variegata. È il caso ad esempio della Lombardia, dove la provincia di Lecco è al quinto posto tra quelle italiane a quota 59,3% e la provincia di Sondrio è ultima con solo il 37,1% di iscritti. Situazioni simili anche in Piemonte e Liguria, con alcune province che superano la metà dei neo-diplomati iscritti e altre invece fanalino di coda.
FONTE: elaborazione openpolis su dati Eurostat
(ultimo aggiornamento: giovedì 8 Ottobre 2020)
La Sicilia la Regione con la maggiore "povertà educativa"
Sono la Sicilia e la Campania a detenere il triste primato delle regioni italiane con la maggiore “povertà educativa”, cioè quelle in cui è più scarsa e inadeguata l’offerta di servizi e opportunità formative che consentano ai minori di apprendere, sperimentare, sviluppare e far fiorire liberamente capacità, talenti e aspirazioni. Fanno da contraltare Lombardia, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia, le aree più “ricche” di offerta formativa ed extracurriculare per i minori. Questo il ritratto a chiaroscuro di un’Italia lontana dai target europei, in cui le opportunità per bambini e adolescenti sono esigue sia a scuola che fuori, come emerge dal rapporto inedito di Save the Children Liberare i bambini dalla povertà educativa del 2016. In Sicilia è scarsa l’offerta di servizi all’infanzia, con una percentuale del 6 % di bambini tra gli 0 e i 2 anni riesce ad andare al nido o usufruisce di servizi integrativi, a fronte di una media nazionale del 13%, ma addirittura è la regione con la peggiore offerta di mense scolastiche in Italia (non ne usufruiscono l’ 80% degli alunni, contro la media nazionale del 48% ). La regione ha un altro primato negativo per quanto riguarda il tempo pieno nelle scuole primarie (non presente nel 92% delle classi, 68% il dato nazionale), mentre si allinea per quelle secondarie di primo grado (79% delle classi ne è privo a fronte dell’80% in Italia). In Sicilia è scarsa l’offerta di servizi all’infanzia, con una percentuale del 6 % di bambini tra gli 0 e i 2 anni riesce ad andare al nido o usufruisce di servizi integrativi, a fronte di una media nazionale del 13%, ma addirittura è la regione con la peggiore offerta di mense scolastiche in Italia (non ne usufruiscono l’ 80% degli alunni, contro la media nazionale del 48% ). La regione ha un altro primato negativo per quanto riguarda il tempo pieno nelle scuole primarie (non presente nel 92% delle classi, 68% il dato nazionale), mentre si allinea per quelle secondarie di primo grado (79% delle classi ne è privo a fronte dell’80% in Italia).
Un pò di storia del carnevale di Regalbuto.
Quanto peserà nel 2021 la mancanza della 74^ edizione del Carnevale ? Forse tanto , forse poco ma si sa che la "festa" è uno degli appuntamenti più attesi per i regalbutesi . Abbiamo lanciato l'idea di far rivivere il Carnevale dalle foto , dai video delle passate edizioni . Noi ogni settimana sulla pagina Eventi trarrermo spunto per accennare in piccole pillole, una tradizione che dura da più di 130 anni. ............" Inizialmente, i principi ispiratori di questa manifestazione si basavano sulla magia: eliminare il male che si accumulava durante la stagione invernale, propiziare la fertilità delle campagne, del bestiame e anche delle donne. Agli inizi del Novecento i Regalbutesi celebrano il carnevale in modo trasgressivo e burlesco e, sempre più, esso assume le caratteristiche di una celebrazione di un mondo alla rovescia, per rompere in modo satirico, con la rigidità dei costumi dell’epoca. Oggi, per certi versi, il carnevale regalbutese significa il curioso retaggio del passato, ma è soprattutto una simpatica divagazione che stuzzica tutti. Immersi in un bagno di folla allegra e ballerina, fra giochi di luci e colori, dove impazzano il ritmo della musica e i sacchi di coriandoli, fra maschere, contradanze e carri allegorici, in questi giorni, è impossibile che qualcuno possa avere malinconia o pensieri tristi. Il Nostro Carnevale continua con innovazione e spettacolo e c’è solo un modo per scoprirlo: partecipare! " Tratto dal sito web " Carnevale di Regalbuto"
Italpress - C’è anche il segretario nazionale dell’Udc, Lorenzo Cesa, tra gli indagati nell’ambito di una maxi operazione contro la ‘ndrangheta, coordinata dalla Procura Distrettuale di Catanzaro. A renderlo noto è lo stesso Cesa, annunciando le dimissioni: “Ho ricevuto un avviso di garanzia su fatti risalenti al 2017. Mi ritengo totalmente estraneo, chiederò attraverso i miei legali di essere ascoltato quanto prima dalla Procura competente. Come sempre ho piena e totale fiducia nell’operato della magistratura. E data la particolare fase in cui vive il nostro Paese rassegno le mie dimissioni da segretario nazionale come effetto immediato”.
ARS .Via libera all'esercizio provvisorio.
Via libera all’Assemblea regionale Siciliana al Ddl sull’esercizio provvisorio. La legge è passata con 39 voti favorevoli, 14 astenuti e sei contrari. Una capigruppo adesso stabilirà l’ordine dei lavori per il prosieguo della settimana.
L’esercizio provvisorio per il 2021 autorizza lo sblocco della spesa regionale di circa 231 milioni di euro fino al 28 febbraio, data entro la quale interverrà l’approvazione del bilancio di previsione e della legge di stabilità per il 2021. Si tratta della prima applicazione dell’intesa conclusa con lo Stato il 14 gennaio scorso.
Oltre a sbloccare le spese di funzionamento della Regione Siciliana, la legge sull’esercizio provvisorio finanzia in dodicesimi la spesa degli enti pubblici regionali, i contributi per la gestione di parchi e riserve naturali, consente il pagamento della quarta trimestralità relativa alle spese di funzio-namento degli enti locali siciliani oltre a riattivare una serie di servizi essenziali come i contributi ai portatori di disabilità e per le modalità di contrasto al COVID 19.
Interventi sono previsti anche in favore dei teatri, musei ed altre attività culturali oltre alle attività sportive e turistiche. La legge approvata istituisce, presso la Regione Siciliana, il Collegio dei Revisori dei Conti, organo di controllo contabile che consentirà la verifica sulla spesa regionale.
Con l’approvazione dell’esercizio provvisorio il Governo dovrà compiutamente definire le misure del piano di risanamento e di riqualificazione della spesa in attuazione dell’accordo stipulato con il Governo nazionale, in modo da approvare entro il 28 febbraio la legge di stabilità in seno alla quale saranno previste specifiche misure di contenimento e razionalizzazione della spesa corrente regionale, misure già avviate dal Governo regionale nell’ultimo triennio che verranno quindi struttu-rate in termini puntuali.
(ITALPRESS).
Modelle minorenni reclutate sui social e poi abusate.
Sicilia in zona rossa . Firmato il nuovo Dpcm.
l premier Giuseppe Conte ha firmato il nuovo Dpcm contenente le misure anti-Covid valide dal 16 gennaio al 5 marzo. Quasi tutta Italia finisce in zona arancione e permane il divieto di spostarsi tra Regioni fino al 15 febbraio. Gli impianti da sci rimangono chiusi fino al 15 febbraio, mentre palestre, piscine e cinema fino al 5 marzo. Cibo e bevande potranno essere acquistati nei bar fino alle 18.
ZONE ROSSE (al momento Bolzano, Lombardia e Sicilia):
- SPOSTAMENTI. Vietato ogni spostamento anche all'interno dei comuni, salvo che per gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità o per motivi di salute. Sono comunque consentiti gli spostamenti strettamente necessari ad assicurare lo svolgimento della didattica in presenza nei limiti in cui la stessa è consentita. È consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza. Si può andare una sola volta al giorno nel proprio comune, tra le 5 e le 22, a casa di amici e parenti al massimo in due persone (non si contano minori di 14 anni e persone disabili o non autosufficienti conviventi). Per i comuni con popolazione non superiore a 5.000 abitanti, le visite sono consentite per una distanza non superiore a 30 chilometri dai relativi confini, con esclusione in ogni caso degli spostamenti verso i capoluoghi di provincia.
- NEGOZI. Stop alle attività commerciali al dettaglio, fatta eccezione per le attivita' di vendita di generi alimentari e di prima necessità. Sono chiusi, indipendentemente dalla tipologia di attività svolta, i mercati, salvo le attività dirette alla vendita di soli generi alimentari, prodotti agricoli e florovivaistici. Restano aperte le edicole, i tabaccai, le farmacie e le parafarmaci.
- RISTORANTI E BAR. Chiusi, ma è sempre consentito l'asporto (fino alle 22 per i ristoranti, fino alle 18 per i bar) e delivery.
- SPORT. Sospese tutte le attività anche nei centri all'aperto. E' consentito svolgere individualmente attività motoria in prossimità della propria abitazione purché comunque nel rispetto della distanza di almeno un metro da ogni altra persona e con mascherina; è consentito anche lo svolgimento di attività sportiva esclusivamente all'aperto e in forma individuale.
- SCUOLA. Restano aperte scuola dell'infanzia, scuola primaria, servizi educativi per l'infanzia e primo anno delle medie. Le altre attività scolastiche e didattiche si svolgono esclusivamente con modalità a distanza.
Coronavirus. Sicilia verso la zona rossa.
A grandi passi la Sicilia conta le ore che la separano dalla "zona rossa" almeno per due settimane. A chiederlo è stato il Presidente della Regione Musumeci , il quale ha fatto sapere che se Speranza non dovesse accettare la richiesta , sarà lo stesso Musumeci a firmare l'ordinanza che dichiarerà zone rosse molti dei comuni siciliani. Naturalmente manca ancora l'ufficialità ma sarà questione di ore dato che l'ordinanza dovrebbe partire dal 17 gennaio prossimo. Numeri dei casi in aumento, indice di positività più alto d’Italia, ospedali sotto pressione.Questi sono i motivi che in questo momento fanno della Sicilia assieme alla Lombardia le uniche Regioni che potrebbero ricevere il via alla zona rossa. Per oggi sono attese le ordinanze.
Oltre 100 i cambi di casacca durante il Conte II
Li chiamano "responsabili" ma spesse volte dietro il termine responsabili si nasconde il cambio di casacche di deputati e senatori che transitano da un partito all'altro o passano nel cosidetto " gruppo misto " . Deputati e senatori esercitano la loro funzione senza vincolo di mandato. Un principio alla base della nostra democrazia rappresentativa, ma che con il forte incremento dei cambi di gruppo in parlamento viene messo costantemente in discussione. Così come riportato da Openpolis, nel corso della XVIII legislatura i cambi di gruppo totali sono stati 147. Di questi, 118 si sono verificati a seguito dell’insediamento del governo Conte II. 57 sono invece quelli avvenuti nel 2020. La principale vittima di questa dinamica è stata il Movimento 5 stelle che ha perso complessivamente 33 membri. Ma tutte le principali forze politiche nel corso di quest’anno hanno registrato flussi in entrata o in uscita. In questo particolare momento , data l'attuale crisi del Governo Conte , così come avvenuto nel corso della prima legislatura Conte 1 , (cioè dal primo giugno 2018 al 5 settembre 2019) si siano registrati circa 1,61 cambi al mese. Con l'inizio dell'esecutivo giallo-rosso il dato è poi esploso a 7,3. Ciò ha conciso con la nascita di Italia viva che nel settembre 2019 ha portato a 51 cambi di casacca. Nel 2020 infine la media si è attestata a 4,5 cambi al mese. In tale situazione crediamo che i partiti che compongono la maggioranza sono già da tempo in movimento per cercare i numeri necessari a Governare per colmare l'uscita dei deputati e senatori di Italia Viva. Quelloo dei cambi di casacca è un fenomeno che nel corso della prima Repubblica era piuttosto raro che si manifestasse per via del fatto che era piuttosto spiccato in ogni parlamentare , ma non solo, il senso di appartenenza ideologico ad un partito. Oggi con il crollo delle ideologie e la fine dei partiti è facile passare , anche più volte nello stesso anno, da un gruppo all'altro , con la conseguente variazione dei numeri all'interno di ogni gruppo parlamentare.