Le funzioni del papa, secondo il diritto canonico, non vengono assunte da alcun prelato, ma solamente l’ordinaria amministrazione viene gestita da un collegio di tre cardinali che assumono a rotazione i relativi compiti. Reazioni da tutto il mondo, compreso la politica italiana. ”Per quanto mi riguarda, anche in futuro, vorrò servire di tutto cuore, con una vita dedicata alla preghiera, la Santa Chiesa di Dio” ha detto Ratzinger. Il suo pontificato durerà così 7 anni, 10 mesi e 9 giorni.
Questa la formula pronunciata da Benedetto XVI, in lingua latina: “Ben consapevole della gravità di questo atto, con piena libertà, dichiaro di rinunciare al ministero di Vescovo di Roma, Successore di San Pietro, a me affidato per mano dei Cardinali il 19 aprile 2005, in modo che, dal 28 febbraio 2013, alle 20, la sede di Roma, la sede di San Pietro, sarà vacante e dovrà essere convocato, da coloro a cui compete, il Conclave per l’elezione del nuovo Sommo Pontefice”. “Carissimi Fratelli, vi ringrazio di vero cuore per tutto l’amore e il lavoro con cui avete portato con me il peso del mio ministero, e chiedo perdono per tutti i miei difetti”.
“Carissimi Fratelli – ha detto tra l’altro il Papa durante il Concistoro ordinario – vi ho convocati a questo Concistoro non solo per le tre canonizzazioni, ma anche per comunicarvi una decisione di grande importanza per la vita della Chiesa. Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio, sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l’età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino”. “Sono ben consapevole – ha aggiunto – che questo ministero, per la sua essenza spirituale, deve essere compiuto non solo con le opere e con le parole, ma non meno soffrendo e pregando. Tuttavia, nel mondo di oggi, soggetto a rapidi mutamenti e agitato da questioni di grande rilevanza per la vita della fede, per governare la barca di San Pietro e annunciare il Vangelo, è necessario anche il vigore sia del corpo, sia dell’animo, vigore che, negli ultimi mesi, in me è diminuito in modo tale da dover riconoscere la mia incapacità di amministrare bene il ministero a me affidato”.
La decisione di Joseph Ratzinger è legata, come ha detto lui stesso, ai suoi problemi fisici. Nei mesi scorsi si erano moltiplicate le voci che davano come possibile la rinuncia del pontefice. Una decisione quasi senza precedenti. L’episodio più celebre è quello di Celestino V, che rinunciò dopo essere stato eletto nel XIII secolo. Il flash dell’Ansa delle 11.46 sull’annuncio delle dimissioni ha fatto in pochi minuti il giro del mondo. Prima l’agenzia Reuters, poi la Cnn e a seguire al Arabiya, France Presse, i britannici Telegraph, Bbc e Sky News l’hanno rilanciato prima che arrivasse la conferma del Vaticano. Migliaia i tweet rilanciati, dall’Europa all’Asia, passando per il Medio Oriente. L’annuncio delle dimissioni del Papa ha colto di sorpresa anche i media vaticani. ”Il Papa ci ha preso un po’ di sorpresa” ha ammesso padre Lombardi.
Di certo la decisione di Ratzinger è diversa da quella, coerente fino all’ultimo istante, di Giovanni Paolo II che ha portato avanti il suo pontificato, nonostante il peso delle sofferenze provocate dalle varie malattie prima e dall’età poi. I frati di Assisi, appresa la decisione, si sono subito raccolti in preghiera sulla tomba di San Francesco. La comunità religiosa si è detta “attonita e sorpresa”. “Preghiamo per il Santo Padre e per la Chiesa in questo particolare momento storico” ha annunciato la sala stampa del Sacro Convento. Con i frati ci sono il custode, padre Giuseppe Piemontese, e il ministro generale padre Marco Tasca.
Una decisione di portata storica, come si diceva, che ha pochi precedenti in epoca recente. I casi storici di rinuncia, comunque, non mancano, soprattutto nei tempi più remoti della storia del Cattolicesimo: San Clemente, quarto pontefice romano, arrestato ed esiliato per ordine di Nerva nel primo secolo dopo cristo, abdicò dal Sommo Pontificato indicando come suo successore Evaristo, affinché i fedeli non restassero senza pastore. Nella prima metà del III secolo, Ponziano lo imitò poco prima di essere esiliato in Sardegna; al suo posto venne eletto Antero.