Articoli filtrati per data: Gennaio 2025

Sabato, 16 Gennaio 2021 17:45

La Dc risorge con Cuffaro.

FONTE : DC Sicilia . C’è spazio per la Democrazia Cristiana. Oggi più di ieri. L’ha capito Totò Cuffaro, che dopo aver chiuso con la politica – con le dimissioni da senatore, poco meno di dieci anni fa, in seguito alla condanna per favoreggiamento – torna in campo. In prima linea, fra l’altro. Ma ci tiene subito a mettere in chiaro una cosa: “Io non sono candidato, né candidabile. Mi hanno interdetto dai pubblici uffici. Questo è il mio lascito alle nuove generazioni”.

Dietro un “mi piace” su Facebook, però, si cela un incarico ufficiale: “Sono stato nominato commissario regionale di “questa” Democrazia Cristiana. Di cui fanno parte Luigi D’Agrò, Renato Grassi, Alberto Alessi. Quella dell’ultimo congresso. A cui una sentenza della Corte di Cassazione civile ha assegnato lo scudocrociato. E una sentenza non si discute. Gli altri partiti che vorrebbero appropriarsi dello scudo, piuttosto, discutono della validità di quel congresso. Ma è stato fatto vent’anni fa, quindi…”. Quindi è blindato, al sicuro. Cuffaro getta le fondamenta di questa avventura. “Sa che dopo l’approdo sui social mi hanno contattato migliaia di persone, compresi assessori e consiglieri comunali, per dirmi che vogliono farne parte?”.

Presidente, l’avevamo lasciata alla scuola di formazione. Perché questa (ritrovata) vena di competere?

“Ho messo in piedi una riflessione, che è subito diventata un ragionamento: cioè che in Sicilia c’è ancora un grande spazio che i moderati possono occupare. Ad Agrigento i tre candidati a sindaco più importanti erano moderati. Nella più grande città al voto, Marsala, ha vinto un moderato (Massimo Grillo). In questo momento la Dc è una grande emozione: noi vogliamo trasformarla in una realtà elettorale. E poi, mi lasci dire una cosa…”.

Prego.

“La Democrazia Cristiana sta soffrendo di una grande anomalia. L’idea sturziana vince dappertutto, mentre la Dc, che era l’incarnazione partitica dell’idea di Sturzo, è finita. E dopo aver dedicato 40 anni a difendere i valori sturziani, non posso lasciare che lo facciano altri”.

Al di là del voto delle Amministrative, c’è davvero un bisogno di Dc da colmare?

“Da parte di molte persone, nell’ultimo periodo, c’è ritrosia ad andare incontro ai populismi, dell’uno e dell’altro schieramento; inoltre, la gente è sfiduciata, perché non si sente più rappresentata dai partiti, e comunque non è più coinvolta nei processi della politica. Pensi che non può nemmeno scegliere i propri rappresentanti, che vengono indicati dall’alto. Questo malessere porta a una disaffezione: il risultato è che nessuno va più a votare”.

Vorreste colmare il desiderio, sopito, di tornare alle urne?

“Noi pensiamo a un’idea di partito antico, come è stata la Democrazia Cristiana, che abbia la forza e la capacità di parlare alle persone, di riaprire le sezioni, di celebrare i congressi e metterci la faccia. Che parli di valori. Io, a differenza del mio amico Micciché, penso che questo spazio ci sia, che la balena bianca non è morta. Che la politica non sia soltanto business, ma ideali”.

Quindi, a chi vi rivolgete?

“Innanzi tutto, ai 250 allievi della mia scuola di formazione. La Dc è uno strumento con cui potranno misurare il loro impegno politico. In questo momento siamo un po’ fermi a causa del Covid. Ma finita questa fase li ripoteremo in classe, insieme, perché la cosa più importante è socializzare, confrontarsi e, un domani, ritrovarsi all’interno delle amministrazioni. Il tempo c’è, e loro sono giovani. Dovranno fare l’esatto opposto di quello che ho fatto io 40 anni fa”.

Cioè?

“Noi abbiamo costruito un grande partito perché eravamo in mezzo alla gente e ci occupavamo dei bisogni della gente. Forse anche troppo… I ragazzi di oggi sono diversi e più liberi. Guardano a un partito fatto di valori, e non gliene frega nulla di avere un posto tramite raccomandazione. Preferiscono partecipare a un concorso e vincerlo. La Dc deve misurarsi con queste persone, non può più essere un partito di “scambio” come in passato. Anche se il voto di scambio, da parte nostra, era praticato in maniera artigianale. Oggi, invece, è tutto più industriale: guardi cosa è accaduto col reddito di cittadinanza. Legale, per l’amor di dio, ma pur sempre uno scambio. Nel nuovo partito vogliamo che si affermino quelli bravi, colti e meritevoli”.

Si ritiene la persona giusta a determinare questo cambiamento?

“Qualcuno dice che non lo sono, e magari avrà pure ragione. Ma non ho interessi e non sono l’utilizzatore finale: lo faccio per spirito di rivincita politica. Far rivivere la Democrazia Cristiana è la cosa più bella che posso immaginare”.

Come va la campagna sui social?

“In ventiquattr’ore abbiamo ottenuto tremila like. Vogliamo arrivare a 30 mila, poi cominceremo a strutturare il partito. Raccoglieremo le adesioni, faremo i segretari di sezione, i segretari provinciali, insomma tutto quello di cui un partito deve munirsi, ma che negli altri partiti – ad eccezione del Pd – non esiste. Nei partiti di adesso c’è il leader e nient’altro. Noi vogliamo che non ci sia un leader, ma che ci sia tutt’altro. Quando il Covid ci darà tregua, organizzeremo una manifestazione in cui i grandi della Dc ci ringrazieranno, e ringrazieranno i nostri ragazzi, per avere avuto il coraggio di riprendere il filo di una grande storia. La Democrazia Cristiana non può morire mentre vince la sua idea”.

Tra i big della politica siciliana, ha già scelto i suoi compagni d’avventura?

“Ci sono tante persone che non possono non stare all’interno di questa idea, nel senso che condividono con noi uno spazio moderato. Immagino che un pezzo di questo centro sia Idea Sicilia di Roberto Lagalla, o il Cantiere Popolare di Saverio Romano. Credo debba esserlo Italia Viva. E al di là delle cose che ha detto il coordinatore regionale Terrana, anche l’Udc dovrebbe farne parte”.

Terrana ha detto che lei e Romano non siete adeguati a rilanciare un partito.

“La nuova Dc non nasce con l’idea che “ora ci siamo noi e voi non siete nessuno”. Guai a escludere. E’ esattamente l’opposto: noi vogliamo includere, mettere insieme. Qualunque cosa abbia pensato Terrana, quel pensiero non mi appartiene. E comunque l’ho già rassicurato, dicendogli in un tweet che io sono il vecchio e lui il nuovo. Almeno sta tranquillo. Lo ripeto: non sto lavorando per me”.

L’Udc teme che questa operazione sia il trampolino di lancio per Saverio Romano alla presidenza della Regione o a sindaco di Palermo.

“Nessuno sta pensando di candidare nessuno, anche se Saverio può aspiravi legittimamente. Noi vogliamo contribuire a ricreare un’area moderata, e all’interno si deciderà chi è il migliore. Senza quest’area, i populisti di destra e di sinistra avranno vita facile. Ma intanto troviamo il modo di fare una cosa insieme. La mia Dc è anche una provocazione in questo senso. Tutto deve diventare centro”.

Presidente, un’ultima domanda da osservatore. Secondo lei il governo regionale come sta gestendo l’emergenza Covid?

“All’inizio, bene. Ma questa è una fase difficile e i contagi aumenteranno. Bisogna spingere con i mezzi e le risorse umane a disposizione. Accelerare sui tamponi: c’è gente che aspetta due settimane una prenotazione, così non ha senso. L’unica cosa che non serve è la polemica. E l’unico consiglio che posso dare è quello di avere più coraggio: per affrontare questioni delicate, non basta un disegno di legge”.

 
Pubblicato in politica

Dopo quasi due anni di assenza Gaetano Amoruso torna in libreria con un romanzo liberamente

tratto da una storia vera dal titolo “Ribelli” edito per il tipi della GAEditori. In questa vicenda lo
scrittore di Agira narra delle gesta di una piccola associazione locale impegnata nello sgombero di
una statua della Madonna da una chiesa parzialmente crollata in una nuova ubicazione. I
componenti del piccolo gruppo imboccano un sentiero poco tracciato ritrovandosi in un luogo che
può diventare straordinario e pieno di sorprese, la vita.
Lungi da fare spoiler di qualsiasi tipo, lo abbiamo raggiunto telefonicamente per rispondere alle
nostre domande.
Gaetano, come riesci nel tuo doppio impegno di editore e scrittore? Dove trovi il tempo?


È la passione il fulcro di tutto. GAEditori mi impegna tantissimo ma se l’ispirazione fa capolino mi
fermo e torno a prendere carta e penna per mettere giù i miei pensieri.

Perché “Ribelli”?


Lo spunto parte da una vicenda realmente accaduta in Sicilia. Siamo alla fine degli anni ’90, la
mafia è incattivita dalla reazione dello Stato dopo gli attentati a Falcone e Borsellino e un gruppetto
sparuto di studenti universitari amanti dell’arte si pongono l’obiettivo di tutelare una statua
marmorea della Madonna della Visitazione, opera del Gagini, incontrando una miriade di difficoltà,
anche di tipo intimidatorio… ma questo può bastare…

Si, certo hai ragione…la pubblicazione di Ribelli è legata ad un evento?

Il romanzo vuole festeggiare i cinque anni della casa editrice fondata il 31 gennaio 2016. Nessuno
di noi (GAEditori è frutto anche dell’iniziativa di un altro scrittore, Antonello La Piana ndr) poteva
mai immaginare quello che sarebbe accaduto. Tante, tantissime gratificazioni hanno coronato questi
straordinari cinque anni e chissà cosa ci aspetta…
Così, di concerto con Antonello, abbiamo deciso di pubblicare questo romanzo per ricordare questo
periodo e la perseveranza che abbiamo avuto nel concretizzare le tante iniziative che si sono
presentate nel corso del tempo, più o meno come gli studenti di cui si scrive nel libro.
Alcune case editrici più grandi e meglio attrezzate hanno avuto qualche difficoltà nel corso
dell’anno appena passato. Come ha reagito GAEditori alle restrizioni provocate come
contromisure al Covid?
Stringendo i denti e ponendosi come unico obiettivo quello di continuare a far volare la farfalla (il
logo della casa editrice è una farfalla bicolore giallo e fucsia ndr). In silenzio e con abnegazione
abbiamo lavorato tantissimo. Il 2020 è stato per noi un trampolino di lancio verso mete più
ambiziose.

Cosa puoi dire ai lettori che vorrebbero leggere il tuo romanzo per incentivarli nell’acquisto?

Questa è la fiaba che divori quando sei innamorato, la storia che tieni accanto se ti senti perduto.
Al prossimo libro allora…
Vorrei tanto scriverlo con Eveljn Emmanuello che si è rivelata una partner eccezionale con il saggio
“La delusione di Dio”. Abbiamo già un progetto comune ma il tempo per ora ha la meglio…Ci
vuole pazienza, mi ripeto spesso, pazienza e tanto, tanto amore verso la scrittura.
L’uscita del libro è prevista per il 19 gennaio 2021.

Pubblicato in cultura e spettacoli
. L’indagine è partita dalle dichiarazioni di una giovane che ha iniziato a lavorare con i due uomini all’età di 15 anni, Dal racconto della giovane e da altre informazioni assunte, corroborate da attività tecniche, è emerso che le aspiranti modelle venivano contattate tramite i social e invitate a partecipare ai provini che si tenevano presso lo studio condiviso dai due indagati. Le giovani minorenni accompagnate dai genitori, superato il provino  si iscrivevano all’agenzia pagando un quota di circa 50 euro.  LEGGI L'ARTICOLO COMPLETO  Baby squillo a Palermo, arrestati tre imprenditori: «Modelle reclutate a 15 anni e poi abusate» 
Pubblicato in Dal Territorio
Venerdì, 15 Gennaio 2021 14:32

Sicilia in zona rossa . Firmato il nuovo Dpcm.

l premier Giuseppe Conte ha firmato il nuovo Dpcm contenente le misure anti-Covid valide dal 16 gennaio al 5 marzo. Quasi tutta Italia finisce in zona arancione e permane il divieto di spostarsi tra Regioni fino al 15 febbraio. Gli impianti da sci rimangono chiusi fino al 15 febbraio, mentre palestre, piscine e cinema fino al 5 marzo. Cibo e bevande potranno essere acquistati nei bar fino alle 18. 

ZONE ROSSE (al momento Bolzano, Lombardia e Sicilia):

 

  • SPOSTAMENTI. Vietato ogni spostamento anche all'interno dei comuni, salvo che per gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità o per motivi di salute. Sono comunque consentiti gli spostamenti strettamente necessari ad assicurare lo svolgimento della didattica in presenza nei limiti in cui la stessa è consentita. È consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza. Si può andare una sola volta al giorno nel proprio comune, tra le 5 e le 22, a casa di amici e parenti al massimo in due persone (non si contano minori di 14 anni e persone disabili o non autosufficienti conviventi). Per i comuni con popolazione non superiore a 5.000 abitanti, le visite sono consentite per una distanza non superiore a 30 chilometri dai relativi confini, con esclusione in ogni caso degli spostamenti verso i capoluoghi di provincia.

 

  • NEGOZI. Stop alle attività commerciali al dettaglio, fatta eccezione per le attivita' di vendita di generi alimentari e di prima necessità. Sono chiusi, indipendentemente dalla tipologia di attività svolta, i mercati, salvo le attività dirette alla vendita di soli generi alimentari, prodotti agricoli e florovivaistici. Restano aperte le edicole, i tabaccai, le farmacie e le parafarmaci.

 

  • RISTORANTI E BAR. Chiusi, ma è sempre consentito l'asporto (fino alle 22 per i ristoranti, fino alle 18 per i bar) e delivery.

 

  • SPORT. Sospese tutte le attività anche nei centri all'aperto. E' consentito svolgere individualmente attività motoria in prossimità della propria abitazione purché comunque nel rispetto della distanza di almeno un metro da ogni altra persona e con mascherina; è consentito anche lo svolgimento di attività sportiva esclusivamente all'aperto e in forma individuale.

 

  • SCUOLA. Restano aperte scuola dell'infanzia, scuola primaria, servizi educativi per l'infanzia e primo anno delle medie. Le altre attività scolastiche e didattiche si svolgono esclusivamente con modalità a distanza.
Pubblicato in Prima Pagina
Venerdì, 15 Gennaio 2021 11:36

Coronavirus. Sicilia verso la zona rossa.

A grandi passi la Sicilia conta le ore che la separano dalla "zona rossa" almeno per due settimane. A chiederlo è stato il Presidente della Regione Musumeci , il quale ha fatto sapere che se Speranza non dovesse accettare la richiesta , sarà lo stesso Musumeci a firmare l'ordinanza che dichiarerà zone rosse molti dei comuni siciliani. Naturalmente manca ancora l'ufficialità ma sarà questione di ore dato che l'ordinanza dovrebbe partire dal 17 gennaio prossimo. Numeri dei casi in aumento, indice di positività più alto d’Italia, ospedali sotto pressione.Questi sono i motivi che in questo momento fanno della Sicilia assieme alla Lombardia le uniche Regioni che potrebbero ricevere il via alla zona rossa.  Per oggi sono attese le ordinanze. 

Pubblicato in Prima Pagina

E' lecito pensare , numeri alla mano, che la 74^ edizione del carnevale di Regalbuto non si potrà svolgere per via del Covid 19 ciò  costringerà soprattutto gli amanti di questo evento a non poter partecipare alla festa forse più attesa dell'anno. L'idea che vogliamo proporre  è  quella di far rivivere attraverso i filmati e le foto , aneddoti , storie e racconti  delle edizioni passate del nostro carnevale pubblicate sui social e in particolare sulla pagina facebook Carnevale di Regalbuto e Visit Regalbuto . Un modo per dichiarare aperta ufficialmente l'edizione 2021 da casa nostra. Non sarà il miglior modo per festeggiare un evento , tanto antico quanto bello che fa parte della nostra tradizione popolare ,  ma almeno non si spegneranno le luci di una festa che ogni anno richiama un gran numero di persone. 

Pubblicato in Eventi Regalbuto

Li chiamano  "responsabili" ma spesse volte dietro il termine responsabili si nasconde il cambio di casacche di deputati e senatori che transitano da un partito all'altro o passano nel cosidetto " gruppo misto " . Deputati e senatori esercitano la loro funzione senza vincolo di mandato. Un principio alla base della nostra democrazia rappresentativa, ma che con il forte incremento dei cambi di gruppo in parlamento viene messo costantemente in discussione. Così come riportato da Openpolis, nel corso della XVIII legislatura i cambi di gruppo totali sono stati 147. Di questi, 118 si sono verificati a seguito dell’insediamento del governo Conte II. 57 sono invece quelli avvenuti nel 2020. La principale vittima di questa dinamica è stata il Movimento 5 stelle che ha perso complessivamente 33 membri. Ma tutte le principali forze politiche nel corso di quest’anno hanno registrato flussi in entrata o in uscita. In questo particolare momento , data l'attuale crisi del Governo Conte , così come avvenuto nel corso della prima legislatura Conte 1 , (cioè dal primo giugno 2018 al 5 settembre 2019) si siano registrati circa 1,61 cambi al mese. Con l'inizio dell'esecutivo giallo-rosso il dato è poi esploso a 7,3. Ciò ha conciso con la nascita di Italia viva che nel settembre 2019 ha portato a 51 cambi di casacca. Nel 2020 infine la media si è attestata a 4,5 cambi al mese. In tale situazione crediamo che i partiti che compongono la maggioranza sono già da tempo in movimento per cercare i numeri necessari a Governare per colmare l'uscita dei deputati e senatori di Italia Viva. Quelloo dei cambi di casacca è un fenomeno che nel corso della prima Repubblica era piuttosto raro che si manifestasse per via del fatto che era piuttosto spiccato in ogni parlamentare , ma non solo, il senso di appartenenza ideologico ad un partito. Oggi con il crollo delle ideologie e la fine dei partiti è facile passare , anche più volte nello stesso anno, da un gruppo all'altro , con la conseguente variazione  dei numeri all'interno di ogni gruppo parlamentare.

Pubblicato in politica

L’efficacia nella gestione dei rifiuti urbani, della raccolta differenziata e nello smaltimento dei rifiuti industriali rappresenta da sempre un tema caldo nel dibattito locale sui territori. Il tema dei rifiuti urbani è spesso presente nel dibattito pubblico, che si tratti della raccolta di immondizia per le strade o della localizzazione di una nuova discarica. La fondazione Openpolis ha di recente effettuato una ricerca sulla quantità dei rifiuti nelle città Italiane e la relativa spesa pro capite per il cittadino contribuente , i dati si riferiscono all'intervallo di tempo che va dal 2011 al 2019. E' interessante sapere che Il catasto dei rifiuti dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) nel suo studio considera le seguenti frazioni merceologiche: rifiuti urbani indifferenziati, rifiuti dallo spazzamento stradale destinati allo smaltimento, altri tipi di rifiuti urbani indifferenziati.Negli anni tra il 2011 e il 2019 la produzione di rifiuti urbani in Italia ha avuto un andamento abbastanza costante. Nel 2011 nel paese si sono prodotti 31,38 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, nel 2019 il dato è sceso a 30,07, con una diminuzione del 4,2%. La produzione minima si è verificata nel 2015 (29,52 milioni di tonnellate).I dati italiani sono sostanzialmente  con quelli degli altri paesi europei . Nel 2018, infatti, in Italia si producevano 499 chili pro capite di rifiuti, una cifra di poco superiore alla media dei 28 paesi Ue (489 kg).La competenza per la gestione dei rifiuti urbani non speciali è quasi sempre in capo alle amministrazioni comunali o a società partecipate da enti pubblici, le quali gestiscono il servizio per conto dei comuni. Nei bilanci esiste una voce di spesa chiamata "rifiuti".Si tratta di uno dei capitoli di bilancio della missione "Sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell'ambiente", Nella voce dedicata ai rifiuti le amministrazioni inseriscono importi di spesa in bilancio per l'amministrazione, ispezione, funzionamento o supporto alla raccolta, al trattamento e ai sistemi di smaltimento dei rifiuti.Questo capitolo comprende le spese per la pulizia di strade, piazze, viali, mercati, oltre che per la raccolta di tutti i tipi di rifiuti (da differenziare o smaltire senza differenziazione). Sono inclusi inoltre i costi di trasporto nei luoghi di trattamento o nella discarica.Qui sono infine comprese le spese per sovvenzioni o sussidi a sostegno del settore, per la costruzione o il miglioramento dei sistemi sui rifiuti e per i canoni o i contratti di servizio con le aziende per i servizi di igiene ambientale. Openpolis a questo proposito ha pubblicato il grafico delle spese pro capite dei rifiuti nei comuni con più di 200 mila abitanti.Se consideriamo i grandi comuni italiani, Venezia è quello ad aver speso di più per la gestione dei rifiuti urbani nel 2019: 464,99 euro pro capite. Dietro il capoluogo veneto troviamo Genova (324,61), Roma (273,77) Firenze (234,86) e Torino (230,93).In coda alla classifica delle città con più di 200mila abitanti ci sono tre comuni del nord-est: Padova (205,86), Trieste (162,78) e Verona (161,52). A seguire Openpolis ha pubblicato la spesa di tutti i comuni d'Italia nella gestione dei rifiuti che potrete consultare . Il Comune di Regalbuto nel 2019 ha speso 1.621.966 di eu alla voce "sviluppo sostenibile e tutela del territorio e ambiente " che comprende la somma di tutte le spese per la tutela dell'ambiente, lo smaltimento dei rifiuti e la gestione del servizio idrico. Per una spesa pro capite di  232,00 euro. A Enna nel 2019 la spesa pro capite per la gestione dei rifiuti è stata di 219,32 , a fronte di una spesa globale di 5.846.671.9 eu e un numero di abitanti pari a 27243. Il Comune di Agira nel 2019 ha speso 1.059.187.74 eu a fronte di 8222 abitanti. Abbiamo cercato di pubblicare la spesa anche degli altri Comuni dell'Ennese ma c'è da  notare che spesso i comuni non inseriscono le spese relative a un determinato ambito nella voce dedicata, a discapito di un’analisi completa. Non sono disponibili i dati di alcuni comuni perché alla data di pubblicazione non risultano accessibili i rispettivi bilanci consuntivi 2019.

FONTE OPENPOLIS

Pubblicato in Prima Pagina
Lunedì, 11 Gennaio 2021 16:55

No alle scorie nucleari in Sicilia.

n Sicilia sono state individuate quattro aree potenzialmente idonee per la costruzione del deposito nazionale nucleare. Si trovano nelle province di Trapani, Palermo e Caltanissetta.Nel dettaglio, i Comuni sono Trapani, Calatafimi-Segesta, Castellana Sicula, Petralia Sottana, Butera potrebbero ospitare in futuro le scorie nucleari derivanti dalle centrali dismesse. In base a questi pareri, il Ministero dello Sviluppo Economico convaliderà la versione definitiva della Carta, ovvero la Cnai, la Carta Nazionale delle Aree Idonee. La Cnai sarà il risultato dell’aggiornamento della Cnapi sulla base dei contributi emersi durante la consultazione pubblica. Sarà una procedura fortemente partecipata e trasparente, condotta coinvolgendo gli amministratori e i cittadini tutti, e al termine della quale potranno pervenire le candidature dei comuni. Come prevedibile il coro dei NO si è sollevato da tutte le parti siano esse Istituzionali che semplici cittadini , quest'ultimo hanno formato un gruppo sui social che in poco tempo ha raggiunto le 10000 adesioni. Sta per partire anche la consultazione pubblica alla quale ha aderito anche Anci Sicilia.

Pubblicato in Prima Pagina

Insieme al turismo e alla ristorazione, la cultura è uno dei settori più colpiti dall’emergenza pandemica in corso. A settembre l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo (Ocse) ha stimato nel comparto una   percentuale a rischio dei posti di lavoro  che varia dallo 0,8% al 5,5%, a seconda dell’analisi nelle regioni più culturalmente vivaci all’interno dei paesi membri . Sebbene le più grandi piattaforme di contenuti online abbiano tratto vantaggio dal lockdown, il brusco calo delle entrate nell’ambito della cultura e dello spettacolo dal vivo sta portando a una riduzione del numero di imprese e di salari, con ripercussioni su tutta la catena del valore.

In Italia ci sono 291mila imprese legate alla cultura, che impiegano circa 1,5 milioni di occupati

Secondo Cassa deposito e  Prestiti , cultura e creatività hanno un effetto moltiplicatore molto significativo: per ogni euro di valore aggiunto prodotto, infatti, si attivano 1,8 euro nel resto dell’economia. Basti pensare che solo le attività legate alle performing  arts (cinema, teatro, concerti, mostre ed esposizioni) hanno registrato nel 2018 un volume di affari pari a circa 4 miliardi di euro, con un numero di presenze superiore a 60 milioni di persone in un anno. Se poi prendiamo ad esempio la musica, particolarmente legata allo spettacolo dal vivo, Cassa depositi e prestiti stima una perdita di ricavi di circa 350 milioni di euro a fine estate 2020. A questi bisogna aggiungere circa 200 milioni di euro di mancati introiti legati alle royalties, oltre a un calo superiore al 70% delle vendite di CD e vinili. Il settore culturale vive da sempre di piccoli e grandi finanziamenti derivanti dalle istituzioni a tutti i livelli territoriali, dal ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo alle regioni fino ai comuni. Nei bilanci comunali le amministrazioni includono le spese per la cultura nella voce “Interventi culturali e interventi diversi nel settore culturale“. Qui sono compresi gli importi necessari al funzionamento e al sostegno delle strutture (biblioteche, musei, teatri, sale, etc.) e alle manifestazioni culturali (concerti, produzioni teatrali e cinematografiche, mostre, etc.), le sovvenzioni, i prestiti o i sussidi a sostegno di organizzazioni e operatori, oltre che di giardini e musei zoologici e di istituti di culto, se non sono di interesse storico. In questo caso, infatti, le spese finiscono nella voce “valorizzazione di beni di interesse storico”, come peraltro tutto l’ambito relativo alle ristrutturazioni e manutenzioni di beni storico-artistici come monumenti, edifici di pregio o scavi archeologici.

In “Interventi culturali e interventi diversi nel settore culturale” sono comprese inoltre le spese per la promozione e lo sviluppo delle biblioteche comunali, per la valorizzazione degli spazi museali e spese per la realizzazione di programmi strategici in ambito culturale, finanziati anche in concorso con le risorse comunitarie. La voce include, infine, le spese per la tutela delle minoranze linguistiche, se non attribuibili a specifici settori d’intervento.

Le voci “Interventi culturali e interventi diversi nel settore culturale” e “valorizzazione di beni di interesse storico”, insieme a “Politica regionale unitaria per la tutela dei beni e delle attività culturali” (che però riguarda solo le regioni) fanno parte della “missione 5” (“tutela e valorizzazione dei beni e delle attività culturali”), nell’ambito della classificazione delle spese degli enti pubblici. Ma quando spende il COMUNE DI REGALBUTO nel settore della Cultura ? Per capirlo meglio  e soprattutto leggerlo , OPENBILANCI ha pubblicato i bilanci dei Comuni relativi al 2019 , tra questi  anche quello relativo al Comune di Regalbuto. 

fonte Openpolis  CLICCA QUI PER IL BILANCIO 2019 DI REGALBUTO 

 

Pubblicato in cultura e spettacoli