Articoli filtrati per data: Dicembre 2024

 Oltre alla siccità, uno dei principali ostacoli per gli allevatori siciliani è la complessità burocratica. La burocrazia può rallentare significativamente le operazioni quotidiane, limitare l'accesso ai fondi e ai sussidi, e creare una serie di complicazioni amministrative che aumentano lo stress e i costi per gli allevatori e agricoltori . Questo articolo esamina come la burocrazia incide sull'allevamento in Sicilia e sta portando all’impoverimento delle aree interne, spopolamento e abbandono dei nostri territori, della nostra cultura e delle nostre tradizioni. Una per tutti è la TRADIZIONE DELLA TRANSUMANZA.

 La presenza di normative a livello europeo, nazionale e regionale crea una rete complessa di regole che spesso sono sovrapposte o contraddittorie. Questo rende difficile per gli allevatori, agricoltori, pescatori navigare tra le varie disposizioni legislative e soddisfare tutti i requisiti.

 La lentezza dei processi amministrativi per ottenere permessi, autorizzazioni e accesso ai fondi è un problema comune. Le lunghe attese per la gestione delle pratiche burocratiche possono ritardare investimenti e progetti cruciali per lo sviluppo dell'allevamento.

La scarsa comunicazione e il coordinamento tra i diversi enti e dipartimenti che si occupano di agricoltura e allevamento aggiungono ulteriori difficoltà. Il comparto  si trova a dover interagire con numerosi uffici per completare una singola pratica, pertanto la burocrazia e le scelte dei politici

rappresentano le sfide per la nostra isola, mettendo a dura prova la sostenibilità economica delle aziende e la qualità della vita degli animali. La carenza d'acqua influisce direttamente sulla disponibilità di risorse fondamentali come il foraggio e l'acqua potabile, compromettendo la salute del bestiame e la produzione complessiva. Questo articolo approfondisce le cause, gli effetti e le possibili soluzioni per gli allevatori siciliani colpiti dalla siccità.

Cause della Siccità

  1. Cambiamenti Climatici: L'aumento delle temperature globali e le alterazioni nei modelli di precipitazione stanno rendendo la siccità più frequente e intensa in Sicilia. L'isola sta sperimentando estati più calde e inverni meno piovosi, riducendo le riserve idriche disponibili.
  2. Gestione Inefficiente delle Risorse Idriche: La gestione delle risorse idriche in Sicilia presenta numerose inefficienze, con infrastrutture obsolete e perdite d'acqua elevate. La mancanza di sistemi di raccolta e stoccaggio delle acque piovane aggrava ulteriormente il problema.
  3. Sfruttamento eccessivo delle Risorse: L'agricoltura intensiva e l'urbanizzazione crescente stanno esercitando una pressione crescente sulle risorse idriche disponibili. Il sovrasfruttamento degli acquiferi riduce la disponibilità di acqua per gli allevamenti.

Effetti della Siccità sugli Allevatori

  1. Riduzione della Produzione di Foraggio: La siccità riduce la crescita delle colture foraggere, fondamentali per l'alimentazione del bestiame. Questo costringe gli allevatori a comprare foraggio a prezzi elevati, aumentando i costi operativi e riducendo i margini di profitto.
  2. Stress Idrico per il Bestiame: La carenza d'acqua potabile influisce negativamente sulla salute e sul benessere degli animali. Lo stress idrico può portare a una riduzione della produzione di latte, problemi di fertilità e un aumento della mortalità.
  3. Deterioramento delle Condizioni di Vita degli Allevatori: La siccità prolungata costringe gli allevatori a lavorare di più per garantire acqua e cibo agli animali, peggiorando la qualità della vita. Inoltre, le difficoltà economiche possono portare a indebitamento e abbandono delle attività.

Soluzioni Potenziali

  1. Tecnologie di Risparmio Idrico: L'implementazione di sistemi di irrigazione efficienti, come l'irrigazione a goccia, e l'uso di sensori per monitorare l'umidità del suolo possono ottimizzare l'uso dell'acqua nelle aziende agricole e allevamenti.
  2. Raccolta e Stoccaggio delle Acque Piovane: Costruire infrastrutture per la raccolta e lo stoccaggio delle acque piovane, come cisterne e bacini, può garantire una riserva idrica durante i periodi di siccità.
  3. Rotazione delle Colture e Pratiche Agroecologiche: L'adozione di pratiche agroecologiche e la rotazione delle colture possono migliorare la fertilità del suolo e la capacità di ritenzione idrica, rendendo i sistemi di produzione più resilienti alla siccità.
  4. Supporto Finanziario e Politico: Le istituzioni dovrebbero fornire sostegno finanziario agli allevatori attraverso sussidi, crediti agevolati e assicurazioni contro la siccità. Politiche mirate possono incentivare l'adozione di tecnologie sostenibili e pratiche di gestione delle risorse idriche.
  5. Formazione e Consulenza: Programmi di formazione e consulenza possono aiutare gli allevatori a implementare tecniche di gestione sostenibile delle risorse idriche e a migliorare la loro resilienza alle condizioni climatiche avverse.

Conclusione

La crisi agricola e dell'allevamento in Sicilia rappresenta una sfida complessa che richiede un approccio multidimensionale. È necessario un impegno congiunto da parte delle istituzioni, dei produttori e della società civile per affrontare le cause profonde della crisi e promuovere un futuro sostenibile per l'agricoltura e l'allevamento siciliani. Solo attraverso l'innovazione, il sostegno politico e la valorizzazione delle risorse locali sarà possibile rilanciare questi settori vitali e preservare il patrimonio culturale e ambientale della Sicilia.

Pubblicato in Prima Pagina

Vogliamo iniziare questa nuova rubrica fornendovi alcuni consigli utili e sintetici che hanno lo scopo di stimolare la ricerca e lo star bene con se stessi e il proprio corpo. Niente di professionale , dunque, ma ovvio e utile per un buon ripasso. La prima "pillola" riguarda il nostro sistema immunitario.

Le difese immunitarie e tutt0 il nostro sistema immunitario rappresentano la nostra protezione dalle malattie. Se il sistema immunitario si indebolisce o viene colpito da un germe aggressivo, rischiamo di ammalarci. Sin dal momento della nascita, il corpo umano è esposto e aggredito da agenti patogeni, come virus e batteri.

Capita spesso che il microorganismo patogeno riesca a penetrare all’interno del corpo umano. Le difese immunitarie. dell’organismo umano, in alcuni casi possono bloccare l’attecchimento del microrganismo, in altri casi la crescita dei microrganismi penetrati è ostacolata dai meccanismi di difesa in modo che non si manifesti una sintomatologia evidente, in altri casi ancora i microrganismi possono prevalere sulle difese dell’ospite, determinando l’insorgere dello stadio conclamato di malattia.

Per combattere il patogeno, il nostro sistema immunitario utilizza le sue armi: organi linfatici, cellule, mediatori chimici e barriere fisiche (quali pelle, capelli, ciglia, mucose).

Naturalmente, le difese immunitarie sono più efficaci se l’organismo umano si mantiene il più possibile in forza e in equilibrio fisico e mentale.

Come possiamo stimolare il sistema immunitario?

  • utilizzando integratori contenenti Pappa reale, Papaia fermentata, Propoli, Vitamina C, Echinacea: sostenze immunostimolanti e adattogene;
  • utilizzando fermenti Probiotici, che aumentano l'immunità intestinale; lavando spesso le mani;
  • adottando uno stile di vita sano, adeguata alimentazione ed esercizio fisico; riposando. Dormire a sufficienza aiuta l'organismo a riequilibrarsi e a rafforzarsi.

Indeboliscono le difese immunitarie del nostro organismo e quindi sono sconsigliati:

  • lo zucchero raffinato,
  • l'eccesso di alcolici ed il fumo;
  • un'alimentazione scorretta povera di frutta e verdura;
  • l'inquinamento ambientale;
  • lo stress;
  • l'utilizzo non necessario di antibiotici.Alcune persone sono più soggette all'attacco da parte di agenti patogeni (bambini, anziani, diabetici, immunodepressi) ed in questi casi è necessario valutare con il proprio medico la terapia preventiva migliore.

 

Pubblicato in cultura e spettacoli

Presidente e direttore di Coldiretti sono stati ricevuti questo pomeriggio a Palazzo d'Orleans dal capo di gabinetto della Presidenza della Regione, dal capo della segreteria particolare e dal dirigente generale del dipartimento dello Sviluppo rurale, in rappresentanza del governatore fuori sede per motivi istituzionali. Nel corso dell'incontro, che si è svolto in un clima di massima collaborazione, l'associazione degli imprenditori agricoli ha esposto i motivi della protesta di oggi. I rappresentanti della Regione hanno condiviso le preoccupazioni per gli effetti della perdurante siccità che sta colpendo la Sicilia da mesi e hanno ricordato i provvedimenti assunti dal governo: dalla dichiarazione di emergenza regionale alla richiesta di stato di emergenza nazionale, già accolta dal Consiglio dei ministri, con l’assegnazione di venti milioni di euro per i primi e più urgenti interventi. Sono provvedimenti che dimostrano la grande attenzione e l’operatività di Palazzo d’Orléans verso un settore fondamentale dell’economia siciliana. C’è sempre stata e continua a esserci estrema disponibilità al dialogo, nella convinzione che soluzioni efficaci possano arrivare dalla condivisione di proposte e strategie. Occorre però essere consapevoli che bisogna individuare i percorsi più idonei dal punto di vista amministrativo e finanziario. Coldiretti è stata anche rassicurata sul fatto che a breve saranno erogati i dieci milioni di contributi in favore del comparto zootecnico, previsti dalla legge pubblicata oggi sulla Gazzetta ufficiale. La Regione ha recepito la proposta dell’associazione per rendere più immediato il pagamento agli imprenditori per l’acquisto di foraggio. Al vaglio anche gli interventi per i danni subiti dai cereali e dalle foraggere, l’emanazione di un piano straordinario di gestione della fauna selvatica, la moratoria dei debiti delle imprese agricole e agroalimentari e l’istituzione di un tavolo politico e strategico sulle tematiche generali del settore agricolo.

Pubblicato in Dal Territorio

In arrivo 65 milioni di euro per gli imprenditori agricoli in Sicilia. Lo prevede il bando per ottenere i contributi dell'intervento SRD07 “Investimenti per l'agricoltura e per lo sviluppo socio-economico delle aree rurali – Azione 1” del complemento per lo Sviluppo rurale della Regione Siciliana al piano strategico Pac 2023-2027, pubblicato dal dipartimento regionale Sviluppo rurale dell'assessorato dell'Agricoltura. Il finanziamento, a valere su fondi Feasr, statali e regionali, è destinato a tutti quei soggetti pubblici e privati che intendono investire per realizzare, adeguare o ampliare la viabilità al servizio delle aree rurali e delle aziende agricole, con l'obiettivo di rendere maggiormente fruibili e attrattive queste porzioni di territorio, spesso colpite dal fenomeno dello spopolamento. Possono accedere al sostegno soggetti pubblici o privati, in forma singola o associata, dimostrando di essere iscritti alla Camera di commercio come “imprenditore agricolo” e di avere correttamente costituito e aggiornato il fascicolo aziendale. Le associazioni dovranno essere costituite nei modi previsti dalla legge e l'atto costitutivo dovrà indicare fra gli scopi la costruzione, l'ammodernamento, la ristrutturazione, il recupero e la manutenzione di strade interaziendali. Non saranno ammessi i beneficiari di bandi della programmazione 2014-2022 relativi alla sottomisura 4.3.1 Az.A che non abbiano presentato la domanda di pagamento del saldo finale a valere sul Psr 2014-2022. Le risorse a disposizione puntano a coprire il 100 per cento delle spese sostenute per la realizzazione dei progetti, che alla data di presentazione della domanda dovranno essere già di livello esecutivo. I richiedenti dovranno essere proprietari o avere la disponibilità delle aree e delle infrastrutture per cui richiedono la sovvenzione. Le domande dovranno essere inserite, attraverso il portale del Sistema informativo agricolo nazionale (Sian), che risulterà accessibile per 120 giorni a partire dal prossimo 10 giugno.

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VALENTI

Valenti è un cognome panitaliano, cioè presente in tutta Italia, con prevalenza nelle regioni di Sicilia (dove è molto frequente), Lombardia, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Piemonte, Marche, Calabria, Trentino Alto Adige, Liguria, Friuli, veneto, Puglia, Umbria, Campania. In Sicilia è presente in tutte le province, con punte più alte nelle province di Palermo, Catania, Trapani, Messina, Siracusa, Agrigento: nella provincia di Enna è presente nei comuni di Agira, Leonforte, Catenanuova, Nicosia, Nissoria, Enna, Regalbuto.

Valenti e Valente derivano dal cognome latino Valens , diffuso nella prima età imperiale specie fra i militari veterani delle province. In latino significa stare bene in salute, essere forte, valido.

Tracce storiche e personaggi - Osvaldo Valenti (1906/1945) – attore italiano, noto, oltre che per la sua attività artistica, anche per la sua adesione alla Repubblica Sociale Italiana di Salò. Crollato il fascismo fu processato e fucilato il 28 aprile del 1945: aveva fatto parte, col grado di tenente, della X Flottiglia Mas, comandata dal principe Junio Valerio Borghese. Paolo Valenti (1922/1990) – giornalista e conduttore TV. Nel 1976, all'interno del nuovo programma Domenica In, condotto da Corrado, conduceva la nota trasmissione 90^ Minuto, da lui diretta fino al 1990, anno della sua morte.

 

VALENZIANO

È un cognome non molto noto in Italia: è presente in circa 70 comuni, prevalentemente siciliani. Oltre che in Sicilia è presente anche in Puglia, Lombardia, Lazio, Campania. Nell'Isola è noto nelle province di Palermo (Cefalè, Lascari, Palermo, Castelbuono), Catania (Aci Sant’Antonio, Catania, Pedara), Enna (nei comuni di Leonforte, Agira, Gagliano Castelferrato, Regalbuto).

Valenziano molto probabilmente deriva dal nome latino Valentianus; con il quale nome ricordiamo FlaviusValentianus (321/375), imperatore del Sacro Romano Impero dal 364 alla sua morte. Si può anche ritenere che il cognome derivi dalla provenienza del capostipite da Vibo Valentia o da antiche località come un “agervalentianus” (terreno appartenente ad un Valentius). Meno probabile e forse un poco forzata la provenienza di questo cognome dal nome etnico Valencia, città spagnola.

 

VARVERI

Raro cognome siciliano, diffuso in 17 comuni; ha un ceppo in Sicilia ma è presente, con piccoli gruppi, anche in Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Lazio, Abruzzo. In Sicilia è noto nel Catanese (Catania, Acireale), nel Nisseno, nell'Ennese (Leonforte, Gagliano Castelferrato, Assoro, Enna, Regalbuto, Catenanuova).

Varveri è variante dialettale del termine “barbiere”, mestiere antichissimo che nel passato aveva diverse funzioni, compresa quella di cerusico, medico in scala minore che praticava piccoli interventi chirurgici come l'estrazione dei denti e i salassi.

 

VASTA

Si ritiene che in Puglia il cognome derivi dal toponimo Vaste, frazione del comune di Poggiardo (LE); nel Catanese potrebbe essere una forma aferetica del nome Savasta. Secondo Pantaleo Minervini (Dizionario dei cognomi pugliesi) il cognome Vasta trae origine dal toponimo Vasto, comune di provincia di Chieti, o dal latino “vastus”, che vuol dire spopolato, vuoto. Per G.Rohlsf (Dizionario storico dei cognomi della Sicilia orient.) deriverebbe dal cognome spagnolo Basta. Cognome presente in poco meno di 300 comuni italiani, in prevalenza in Sicilia, ma anche nelle regioni Lazio, Lombardia, Puglia, Calabria, Piemonte, Toscana, Emilia Romagna, Campania, Liguria, Veneto, Friuli. In Sicilia è presente nelle province di Catania, Palermo, Enna (nei comuni di Leonforte, Centuripe, Gagliano Castelferrato, Enna, Nissoria, Regalbuto, Calascibetta), Messina, Siracusa, Caltanissetta, Agrigento, Trapani.

Tracce storiche e personaggi - Pietro Paolo Vasta (Acireale 1697/1760), pittore italiano, uno dei maggiori artisti siciliani del XVIII secolo. Suoi affreschi si trovano presso la cattedrale di Acireale. Giorgio Vasta (nato a Palermo nel 1970), scrittore e giornalista: vive e lavora a Torino. Ha pubblicato il romanzo “Il tempomateriale” e ha partecipato, con i suoi racconti, a numerose antologie.

 

VENTICINQUE

Il cognome Venticinque è diffuso in circa 90 comuni distribuiti prevalentemente fra Sicilia, Piemonte e Campania ma presenti anche in altre regioni, Toscana, Lombardia, Liguria, Lazio, Puglia. Un nucleo considerevole si trova a Pignataro Maggiore (Cosenza). Nell'Isola i Venticinque sono a Catania (14 comuni fra cui, Catania, Misterbianco, Mascalucia), ad Enna (Agira, Leonforte, Regalbuto, Nicosia, Nissoria, Gagliano Castelferrato), a Ragusa (Pozzallo, Modica, Scicli), a Palermo, Messina, Caltanissetta, Siracusa.

Secondo Rohfls tutti i nomi composti da un numero “sembrano riportarsi ad un tratto caratteristico o a un episodio di cui ignoriamo i particolari”. E. De Felice, nel Dizionario dei cognomi italiani, sostiene che il cognome Venticinque abbia alla base un soprannome formato dal siciliano vinticinqu, probabilmente nel significato che ha nel gioco del tressette. Secondo il gergo del gioco del tressette l'espressione tipica “voglioil 25” sta indicare che si chiede o si comunica il 2 e il 5 di un determinato palo. Altri ritengono che il cognome possa derivare da un soprannome attribuito al capostipite in relazione ad un evento particolare (compleanno, ricorrenze, ecc.).

 

VERNA

Verna deriva dall'aggettivo latino vernus-verna-vernum, che vuol dire “primaverile”, ma potrebbe anche avere origini da toponimi come Verna, frazione di Cumiana in provincia di Torino, Ramponio Verna, comune in provincia di Como, Verna frazione di Roccadaspide (SA) e altri. Verna potrebbe derivare anche dalla radice celtica “verna”, cioè ontano (albero di piccola taglia o cespuglio), o dal sostantivo maschile latino verna-vernae, così chiamato il figlio della schiava nato in casa del padrone; probabilmente corrispondente a soprannome del capostipite.

Il cognome è diffuso in circa 300 comuni italiani con prevalenza nelle regioni Abruzzo, Piemonte, Puglia, ma presente anche in altre regioni: Lazio, Emilia Romagna, Lombardia, Marche, Veneto, Sicilia, Liguria, Campania, Toscana. In Sicilia il cognome è presente nelle province di Catania (Paternò, Catania, Mascalucia, Biancavilla, Belpasso), Enna (Agira e Regalbuto), Messina, Palermo.

 

VERZÌ

Cognome diffuso in molti comuni italiani con quattro diversi ceppi: Verzi, Verzì, Virzi, Virzì; Verzi è presente in circa 44 comuni italiani, Verzì in circa 40 comuni, Virzi in circa 147 comuni, Virzì in circa 160. Il cognome si trova in varie regioni italiane scritto in varie forme anche all'interno dello stesso nucleo familiare; originarie di un unico ceppo, le varie forme si saranno differenziate, probabilmente, per variazioni di trascrizione. In Sicilia è presente in tutte le province, soprattutto nel Catanese, Palermitano, Messinese; nell'Ennese, differenziato nelle varie forme, è presente in molti comuni fra cui Enna, Aidone, Troina, Agira, Gagliano Castelferrato, Leonforte, Regalbuto, Centuripe, Catenanuova, ecc.Tutte dovrebbero derivare dal cognomen latino Virtius, di cui si hanno tracce fin dal primo secolo dopo Cristo.  Potrebbero essere anche modificazioni dialettali del termine greco – latino birseus (conciatore di pelli) riferito al mestiere del capostipite.

Tracce storiche e personaggi - Paolo Virzì, nato il 4 marzo 1964 a Livorno: regista, sceneggiatore, produttore cinematografico. Ha rinnovato la tradizionale commedia italiana. Tra i suoi numerosi film vanno citati: La bella vita (1994), Follie d'Agosto (1995), Ovosodo (1997), Caterina va in città (2003), La prima cosa bella (2010)

 

VIAGGIO

Viaggio, raro cognome siciliano, conta nell’isola circa 30 famiglie: è presente nel Catanese (Adrano, Biancavilla, Catania, Ragalna, Santa Maria di Licodia) e nell’Ennese (Regalbuto); altre famiglie Viaggio sono attestate in Liguria, Lazio   Toscana, Campania, Emilia Romagna: in tutto circa 60 famiglie distribuite in 28/30 comuni. Viaggio è variante del più noto cognome “Viaggi”, presente in tutta la Penisola.

Il cognome Viaggio deriva da un soprannome del capostipite, probabilmente viaggiatore, o da una forma aferetica del toponimo Buonviaggio, località nei pressi di Orvieto e di Vezzano Ligure.

Tracce storiche e personaggi – Famiglia siciliana della Liguria, assai antica e illustre, propagatasi nel corso dei secoli in diverse regioni italiane; questa cognominizzazione è anteriore al XV secolo

 

VICINO

Il cognome Vicino deriva direttamente o tramite ipocoristici, da un soprannome legato al vocabolo “vicino” inteso nel significato moderno di “vicino di casa, che abita nella stessa zona” e, specialmente, nel significato antico di “cittadino, compaesano, che vive nello stesso paese o borgo”: questo ultimo secondo il significato etimologico del latino “vicinus” derivato di “vicus”, villaggio, borgo. Potrebbe anche derivare dall’aferesi di cognomi come Bonvicinus e Malvicinus (nomi documentati in Toscana nel XII secolo) (cfr. Emidio De Felice).

Il cognome Vicino è diffuso in circa 190 comuni italiani, con prevalenza in Sicilia e diramazioni in Puglia, Piemonte, Basilicata, Veneto, Campania, Lombardia, Liguria, Emilia Romagna, Lazio, Toscana, Calabria. In Sicilia lo troviamo nelle province di Enna (Gagliano Castelferrato, Nissoria, Leonforte, Centuripe, Catenanuova, Agira, Regalbuto), nel Catanese (Catania, Caltagirone, Palagonia, Aci Sant’Antonio, Misterbianco, Tremestieri Etneo, Aci Catena, ecc.), nel Nisseno (Niscemi, Gela, Sommatino, San Cataldo, Caltanissetta, ecc.), nel Ragusano (Comiso, Vittoria, Ragusa).

 

VIGNERA

Questo cognome è diffuso in 35 comuni italiani con prevalenza nelle regioni Sicilia, Lombardia, Piemonte, Liguria, Lazio, Trentino Alto Adige. In Sicilia è presente nel Catanese (Catania, Mascalucia, San Gregorio di Catania, Aci Castello, Giarre, Motta Sant’Anastasia, Nicolosi, ecc.), nell’Ennese (Troina, Nicosia, Regalbuto), nell’Agrigentino (Porto Empedocle, Realmonte), nel Trapanese (Erice, Trapani), nel Messinese (Taormina).

Vignera, insieme alle altre forme Vigneri, Vignero, Vigniero, probabilmente deriva dalla italianizzazione del termine francese arcaico “vignier” (vignaiuolo) che indicava il mestiere del capostipite.

Riferimenti storici e personaggi. Una famiglia Vignera, oriunda dalla Francia, assai antica e nobile, si propagò, nel corso dei secoli in diverse regioni italiane, fra cui la Sicilia. Un Giovanni Vignera, crociato nel 1248, è menzionato nelle “Chartes latines de 1191 à 1249 relativesauxcroisés”.

 

VILLAROSA

Villarosa è un cognome toponimico, derivato cioè dal luogo di provenienza del capostipite, in questo caso, Villarosa, comune in provincia di Enna, così chiamato dal 1761 in omaggio alla pittrice Rosa Ciotti autrice del piano regolatore del paese favorevolmente accolto dai cittadini.

Si tratta di un cognome molto raro, diffuso in poco meno di quaranta comuni qua e là distribuiti in alcune regioni del centro-sud, Sicilia, Lazio, Abruzzo, Campania, Calabria, Puglie e del centro-nord, Lombardia, Toscana, Emilia-Romagna, Piemonte. Nell’Isola famiglie Villarosa sono presenti nel Palermitano (Partinico, Mezzojuso, Cinisi, ecc.), nell’Agrigentino (Santo Stefano Quisquina), nel Messinese (Barcellona Pozzo di Gotto), nel Siracusano (Francofonte), nell’Ennese (Regalbuto), nel Ragusano (Giarratana).

Riferimenti storici e personaggi. Il cognome Villarosa è presente in America per vari motivi: - agli emigranti veniva chiesto nome e luogo di provenienza e molti di loro dicevano Villarosa prima e il cognome dopo; - Villarosa è un luogo storico della rivoluzione del Messico, molti hanno assunto quel cognome perché originari di quel luogo; - in Argentina e in America Latina ci sono molti Villarosa perché fra i primis coloni c’erano molti discendenti spagnoli di una famiglia nobile detta dei Villarosa. Linda Villarosa(9/1/1959) è una nota scrittrice, giornalista e docente americana conosciuta soprattutto perché scrive in riviste che si occupano di maternità e famiglia. 

 

VINCENZI

Cognome diffuso in 672 comuni italiani; ha grossi ceppi in Emilia Romagna, Lombardia, Veneto, Lazio, e nuclei minori in Piemonte, Calabria, Marche, Liguria, Trentino Alto Adige, Toscana, ecc. In Sicilia è presente in poche province: Caltanissetta (Gela), Messina, Palermo (Termini Imerese), Siracusa (Priolo Gargallo), Enna (Regalbuto).

Vincenzi deriva dal cognomen latino “Vincentius”, che, tratto dall'aggettivo vincens (participio presente del verbo vincere), significa letteralmente “colui che vince”, di chiaro valore augurale; in ambiente cristiano vale come “vincente sul male”.

Tracce storiche e personaggi – Marta Vincenzi (Genova 27/5/1947) – politica italiana, prima donna ad essere eletta presidente della provincia regionale di Genova e, successivamente, sindaco del capoluogo ligure.

 

VINCI

Vinci dovrebbe derivare dall’apocope di nomi medioevali come Vincilago o Vinciguerra, o dal toponimo Vinci in provincia di Firenze, località che diede i natali al noto Leonardo.

Potrebbe avere origini sarde o che in Sardegna sia arrivato non si sa da dove. Potrebbe essere derivato dall’italiano vincere, che in sardo è “bincere” e, quindi, “binci”. In antiche carte della lingua e della storia della Sardegna si trova questo cognome in entrambe le uscite Binci e Vinci: e siamo nel 1388.

Il cognome Vinci è diffuso in 860 comuni di tutta Italia, prevalentemente, nelle regioni  Sicilia, Puglia, Lazio, Lombardia, Sardegna,  Calabria, Piemonte, Toscana, Campania, Emilia Romagna, Liguria, Veneto; nell’Isola è molto frequente nel messinese (Messina, Sant’Agata Militello, Saponara, Capo d’Orlando, ecc.), nel catanese (Catania, Palagonia, Belpasso, Gravina di Catania, ecc.), nel palermitano (Palermo, Polizzi Generosa, Camporeale, ecc.), nell’agrigentino (Palma di Montechiaro, Sambuca di Sicilia, Canicattì, Naro, ecc.), nel trapanese (Marsala, Mazara del Vallo, Petrosino, ecc.)

Riferimenti storici e personaggi. In Sardegna viene ricordato GIOVANNI VINCI, sacerdote di Oristano, nominato vescovo della diocesi di Galtelli, da papa Alessandro VI Borgia, l’8 gennaio 1494, che morì 20 mesi dopo la nomina

 

VINCIGUERRA

Il cognome deriva dal nome medioevale Vinciguerra, imposto al neonato al quale si augura, da parte dei genitori “che vinca ogni guerra, ogni avversità”: il nome del capostipite, cognominizzato, venne esteso successivamente alla famiglia, al casato.  Vinciguerra è diffuso in modo discontinuo in tutta la penisola: i ceppi più consistenti si trovano in Sicilia, Campania (nel Napoletano, nel Casertano, nel Beneventano), Lazio (Roma, Frosinone). Nuclei consistenti sono presenti in tutto il meridione ma anche in Lombardia, Piemonte, Toscana, Abruzzo, ecc. Nell’isola i Vinciguerra si trovano in tutte le province, in particolare nel Catanese (Catania, Adrano, Tremestieri Etneo, Misterbianco, ecc.), nel Palermitano (Palermo, Caccamo, Trabia, ecc.), nell’Agrigentino (Palma di Montechiaro, Favara, Ravanusa, ecc.), nel Messinese (Taormina, Messina), nel Siracusano (Lentini, Siracusa, ecc.), nel Nisseno (Caltanissetta, Sommatino, ecc.)

Riferimenti storici e personaggi. In Sicilia troviamo un Vinciguerra de Aragona verso la fine del 1300; nel 1400 re Martino, dopo averla tolta ai barresi, concesse la baronia di Naso ai Vinciguerra che divennero baroni di Naso e Capo d’Orlando. Fuori dall’Isola, a Venezia Scipione Vinciguerra di Collalto fu ambasciatore di Francia. A Pavia nel 1185 i Vinciguerra sono una delle nobili casate. CLAUDIA VINCIGUERRA (Napoli 2/1/1923 – Roma 12/9/2010), giornalista, critico cinematografico e televisivo. Scrisse per Il Giorno ma aveva conquistato la notorietà, negli anni novanta, in RAIDUE nella trasmissione “Mattina in famiglia” condotta da Tiberio Timperi e Miriam Leone, per le sue surreali recensioni degli spettacoli televisivi.

 

VIOLA

Cognome pan-italiano, diffuso in 1530 comuni; ha grossi ceppi in Lombardia (area Milano-Brescia-Varese) e in Sicilia, Lazio, Campania; con nuclei meno consistenti è presente in tutte le altre regioni italiane, in particolare Piemonte, Calabria, Veneto, Puglia, Trentino Alto Adige, Emilia Romagna. In Sicilia è ampiamente diffuso in tutte le province, in particolare nel Catanese (31 comuni, fra cui Catania, Palagonia, Acireale), nel Palermitano (24 comuni, fra cui Palermo, Partinico, Monreale), nel Messinese (17 comuni, Messina, Barcellona Pozzo di Gotto, Villafranca Tirrena, ecc.), nell'Agrigentino (11 comuni), nel Trapanese (10 comuni); nell'Ennese è noto nei comuni di Pietraperzia, Enna, Barrafranca, Regalbuto.

Deriva dalla cognominizzazione di VIOLA, nome augurale imposto alle neonate perché possano incarnare purezza, candore e modestia; etimologicamente deriva dal greco ιον (ion), = viola, fiore blu scuro.

Tracce storiche e personaggi – Famiglia di origine pugliese, divenuta feudataria di Terranova già nel 1537; capostipite fu Ferdinando (1497-1556), che si distinse nell'assedio spagnolo di Tunisi nel 1535 contro le armate del pirata Khair Ad – Din, detto il “Barbarossa”: per questo ottenne il diritto di nobiltà trasmissibile agli eredi. Carlo Viola (1538/1600), figlio di Ferdinando, fu iniziatore della linea siciliana. Giuseppe (Beppe)Viola (Milano 26/10/1939 – ivi 17/10/1982) – giornalista sportivo, scrittore e umorista italiano.Franca Viola (Alcamo 9/1/1947) – prima donna italiana a rifiutare il matrimonio riparatore; il fatto: il 26 dicembre del 1965 Franca Viola, allora diciassettenne, venne rapita da Filippo Melodia. Franca rifiutò il matrimonio divenendo bandiera e simbolo della lotta per l’emancipazione femminile e di una rivoluzione dei costumi che aprì la strada all’abrogazione della legge sul matrimonio riparatore (approvata nel 1982).

 

VIRGILLITO

Cognome diffuso in circa 80 comuni italiani, sparsi fra la Sicilia (in maggior parte), la Lombardia e il Piemonte. In Sicilia Virgillito si trova nelle province di Catania, Enna (nei comuni di Troina e Regalbuto), Siracusa, Messina, Palermo, Ragusa.

Il cognome Virgillito è forse originato da un errore di trascrizione di Vergillito: è diffuso, come abbiamo visto sopra, nel Catanese ed in particolare a Paternò dove Carmelo Cuccia, in “I Cognomi di Paternò” avanza una ipotesi facilmente condivisibile, che cioè tale cognome sia attinente alla verga e al ramo. Il latino virga alterato diventerebbe virgula, virgella(verghetta), da cui verghetto(saliceto, terreno coltivato a salici). Il dialetto verghetto diventa virghittu, poi virghillito, virgillito, vergillito(luogo dove crescono virgulti o piccole verghe). Qualcun’altro lo ritiene derivato da una modificazione dialettale del nome Virgilio o da una forma patronimica con suffisso – ito, figlio di Virgilio.

Tracce storiche e personaggi - Barbarino Conti, poeta e scrittore nato a Paternò nel 1930, nel suo libro “Uomini e illustri, penne e pennelli, onorevoli e poverelli, Ibla, Paternò 1995”, ricorda fra i Virgillito di Paternò, Gaetano Virgillito, detto Tramòla o Trimòla, poeta popolare del XVIII secolo, autore di numerose poesie in una delle quali si presenta così: “Itànu (Gaetano) Virgillitulugnuranti,/nativupaturnisi veramente/ abitanti in Catania tant’anni”. Alfio Virgillito, pittore folklorista (1920/1983); Giuseppe Virgillio, giornalista e scrittore (nato nel 1921). Carmelo Virgillito (nato nel 1951 a Palermo), scultore in argilla e in marmo.

 

VIVONA

Cognome diffuso in 142 comuni italiani; ha grossi ceppi in Sicilia e Calabria e piccoli gruppi in Lombardia, Piemonte, Lazio, Toscana, Emilia Romagna, Liguria, ecc. In Sicilia Vivona è diffuso nel Trapanese (13 comuni, fra cui Alcamo, Calatafimi, Castelvetrano), nel Palermitano (8 comuni, fra cui Palermo, Carini, Marino), nell'Agrigentino Menfi, Cattolica Eraclea, Sciacca), nell'Ennese (Regalbuto).

Vivona, è una variazione dialettale di Bivona comune in provincia di Agrigento, probabile luogo d’origine del capostipite (dal nome greco Hipponium) e che, secondo alcuni, potrebbe derivare dal vocabolo latino bis-bona (due volte buona).

Tracce storiche e personaggi – Il cognome è documentato per la prima volta in un atto di nascita del 1810, ma l'attestazione della sua origine più remota è dato da un atto di morte del 1811 riferito a un tale Nicola Vivona, di anni 60, nato a Roggiano. In atti successivi si scopre che altri Vivona provenivano da Altomonte e da Belvedere, località della Calabria. Francesco Vivona (Calatafimi 21/2/1866 – Chieti 19/7/1936) – filologo e poeta italiano; ha tradotto l'Eneide in endecasillabi sciolti.

 

VITALE

Questo cognome è diffuso in più di 1600 comuni di tutte le regioni italiane, con prevalenza in quelle del sud: Campania, Sicilia, Puglia, Lombardia, Lazio, Piemonte, Calabria, Emilia Romagna, Toscana, Basilicata, ecc.  In Sicilia è presente in tutte le province, in particolare Palermo (49 comuni, Palermo, Cinisi, Villabate, ecc.), Catania (45 comuni, Catania, Giarre, Castel di Judica, ecc.), Messina (40 comuni, Messina, Milazzo, San Salvatore di Fitalia, ecc.), Enna (16 comuni, Leonforte, Nicosia, Gagliano Castelferrato, Troina, Enna, Barrafranca, Pietraperzia, Regalbuto,Centuripe, Assoro, Agira, Catenanuova, Piazza Armerina, Villarosa, Calascibetta, Valguarnera Caropepe).

Vitale deriva probabilmente dall'aggettivo latino Vitalis, con il significato di “che ha vita, vitalità”; inizialmente nasce come soprannome e serviva a distinguere, all'interno di una stessa famiglia, una persona in vita rispetto ad un'altra che non lo era più, specialmente nel caso della tradizionale omomimia fra padre e figlio; poi diventò cognome. Varianti di Vitale sono Vitali, Vitaliani, Vitalesta, Vitalizio.

Tracce storiche e personaggi - Questo cognome appartenne a Chaim Vital Calabrese (Safed 1542 – Damasco 1620), maggior interprete e depositario della cabala la qabbalah (letteralmente “tradizione”) è una chiave di spiegazione della Bibbia tramite l’interpretazione dei caratteri e la mistica dei numeri.  Luigi Vitale, capitano del 3^ Reggimento Lancieri della Guardia Reale, prese parte alla difesa del Regno delle Due Sicilie dall’invasione piemontese del 1860/61. Un altro Luigi Vitale, cugino del precedente, fu Primo Tenente del 3^ Reggimento Fanteria di Linea Regina, partecipò alla difesa del Regno e capitolò a Gaeta il 14 febbraio 1861. Giovanni, della famiglia messinese dei Vitale, fu al seguito del re Pietro d’Aragona dal quale ebbe la concessione delle terre di Val di Mazara. 

 

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La campagna elettorale per le Europee del prossimo Giugno , entra nel vivo e a questo proposito non mancano i candidati che incontreranno la comunità regalbutese , tra questi Raffaele Stancanelli che  sarà presente a un incontro con la cittadinanza il 29 maggio alle ore 18 presso il salone parrocchiale della Chiesa Madre di Regalbuto. Un'occasione per discutere delle tematiche di maggior rilevanza per la comunità.

Durante l'incontro ascolterà le istanze dei cittadini e risponderà alle loro domande. La partecipazione all'evento è aperta a tutti.
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Prosegue la campagna elettorale e c'è da registrare la presenza di Cateno De Luca , giorno 31 alle ore 18,00 nella sala PaoloVI  per illustrare il programma della lista Nord Chiama Sud che intende proporre al parlamento europeo.

Alcuni tra tra i 20 punti in programma della lista LIBERTÀ di CATENO DE LUCA:
-Libertà di difendere la propria casa
-Libertà di potersi godere la propria pensione.
-Destinare risorse per il sostegno alle famiglie.
-Liberta' per i nostri agricoltori.
Va rivista la PAC, cancellata definitivamente l'IRPEF agricola e tutelato il Made in Italy contro le importazioni indiscriminate di prodotti esteri di scarsa qualità che massacrano il mercato Italiano.
-Liberta' di evitare l'avvelenamento alimentare.

Con De Luca in Europa questo e tanto altro sarà possibile.

Maria Carmela Romano commissario di Sud chiama Nord per la provincia di Enna .

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Domenica, 26 Maggio 2024 17:14

COGNOMI DI REGALBUTO DALLA A ALLA Z

 

Con oggi riprendiamo la nostra rubrica sui cognomi Regalbutesi , curata dal Prof. Francesco Miranda , che , lo ricordiamo , ne ha scritto un prezioso libro , Il " riassunto " dei Cognomi riparte dunque da quelli che iniziano con la lettera Z . Buona lettura !

ZAFFARANA

Il cognome Zaffarana (Zafferana) deriverebbe dal toponimo Zafferana Etnea, comune del catanese considerato una delle porte di accesso all'Etna sulle cui pendici orientali esso sorge. Tale toponimo, a sua volta, deriva dall'arabo “za'faran” o “zaufanah”, che vuol dire “giallo”, colore di cui si tinge il territorio quando fioriscono le grandi estensioni di ginestra e lo zafferano, pianta anticamente molto diffusa da cui si estraeva un colorante e una droga.

E' quindi un cognome tipicamente siciliano che, a seconda degli errori di trascrizione che esso ha subito, presenta alcune varianti: Zafarana, diffuso in 69 comuni italiani; in Sicilia si trova soprattutto nel nisseno (Mazzarino, Niscemi, Gela, Caltanissetta), nel siracusano e a Palermo; Zaffarano, diffuso in 33 comuni italiani, soprattutto nel catanese (Militello Val di Catania, Caltagirone); Zaffarana, meno diffuso (soltanto in 5 comuni italiani) e, in Sicilia, nel catanese (Catania, Militello Val di Catania), nell'ennese (Enna e Regalbuto), nel ragusano (Chiaramonte Gulfi). Corinna Zaffarana (Sant’Angelo Lodigiano 15/7/1981), docente di storia e letteratura italiana, studiosa di esoterismo europeo e mediterraneo, ha pubblicato due libri relativi all’analisi filosofica del sistema magico iniziatico di Thelema. Autrice di moltissimi articoli pubblicati in riviste specializzate e di divulgazione.

 

ZAIA

Il cognome ha il centro di irradiazione nel Veneto (Treviso, Rovigo) e nel Friuli-Venezia Giulia (Pordenone, Udine) con diramazioni secondarie nel Piemonte (Torino) e a Lipari, quest'ultima forse conseguenza della deportazione nell'isola di friulani, sloveni e croati contrari al regime fascista. Zàia pare sia la forma assunta in Italia dal vocabolo di lingua slava Zajc, che vuol dire lepre. Questo cognome, poi, è presente anche in Sicilia, ma qui il termine Zaìa ha origini arabe ed è diffuso nel messinese, nell'ennese (Enna, Regalbuto, Troina), in provincia di Agrigento, Catania, Palermo. Presente, ma poco diffuso, in altre regioni: Lombardia, Lazio, Toscana, Trentino-Alto Adige: in totale in 150 comuni.

Tracce storiche e personaggi - Luca Zàia (Conegliano 27/3/1968), attuale governatore del Veneto, ex ministro delle politiche agricole, membro storico della Lega Nord.

 

ZAMMATARO

Questo cognome, noto soprattutto in Sicilia, ha numerose varianti: Sambataro, Sammataro, Zamataro, Zambataro. È presente in circa 60 comuni e, oltre che in Sicilia, ha diramazioni in Lazio, Lombardia, Piemonte, Veneto. In Sicilia è presente soprattutto nel Catanese (21 comuni, Adrano, Catania, Biancavilla, ecc.), poi nell'Ennese (Troina, Catenanuova, Centuripe, Aidone, Piazza Armerina, Enna, Regalbuto), nel Messinese (Milazzo, Reitano, Pace del Mela, ecc.), nel Palermitano (Palermo, Carini), nel siracusano.

Il cognome deriva probabilmente dal mestiere di allevatore e custode di vacche o di chi lavora il latte ed ha origini arabe dove il termine “zahamat” vuol dire, appunto, vacca, mucca. Alcuni genealogisti lo danno invece derivato dal termine greco-bizantino “examitos” (sei fili), con il significato di artigiano tessitore, che intreccia fibre. Ancora oggi, nel Catanese “zammataro” è colui che intreccia fibre di foglie d'agave, per costruire cestini tipici; “zzammara”, infatti, è il nome dialettale dell'agave e, Zammara è il nome di una contrada, posta fra Tarderia (CT) e Trecastagni (CT), dove crescono spontaneamente numerose queste piante.

 

ZAMPOGNA

Zampogna deriva probabilmente dalla cognominizzazione di soprannome riferito ad individui che producevano o vendevano o suonavano tale strumento. La zampogna era legata al mondo della pastorizia e alla musica folk, e utilizzata nei riti e nelle tradizioni popolari del meridione (soprattutto nel periodo natalizio). Lo strumento è composto da una sacca di accumulo dell'aria (otre) realizzata con un'intera pelle di capra o di pecora nella quale il suonare immette aria attraverso un insufflatore (cannetta o soffietto) che mette in vibrazione le ance innestate sulle canne melodiche, due, quella destra per la melodia, quella sinistra per l'accompagnamento.

Il cognome è presente in poco più di 80 comuni soprattutto nelle regioni Calabria, Lombardia, Veneto, Sicilia, Piemonte, Campania, Liguria, Umbria, Lazio, Puglia. In Sicilia è presente nelle province di Catania (Ramacca, Mirabella Imbaccari, Gravina di Catania, Catania, ecc.), Siracusa, Enna (Regalbuto), Messina, Agrigento.

 

 ZAPPALÀ

Cognome di sicura origine siciliana, presente in particolare a Catania e provincia. Qualche volta è registrato privo di accento finale. Probabilmente deriva dal greco τσαπαλάς (tsapalàs) o dall'arabo izzi-bi-Allàh = forte in Allàh, in Dio. La forma Zappale, insediatasi nei secoli scorsi nel salernitano, da alcuni viene considerata autonoma rispetto a Zappalà o Zappala. Tutti potrebbero derivare dal vocabolo “zappa”, strumento agricolo usato per lavorare nei campi, o da “zappale”, una sorta di ferro rettangolare che sporgeva dai muri delle case rurali e veniva utilizzato dai contadini come appendiabiti o appendiscarponi. La presenza di Zappale in Campania risale alla metà dei seicento ed è riferita al parroco don Andrea Zappale, segretario del vescovo di Nicastro, mons. Nicola Cirillo (7 luglio 1682).

Zappalà è presente in circa 70 comuni italiani, sparsi in varie regioni: Sicilia (con il nucleo più consistente), Lombardia, Piemonte, Calabria, Emilia-Romagna, Veneto, Toscana, Liguria, Campania. In Sicilia è diffuso nel Catanese (48 comuni: Catania, San Giovanni La Punta, Acireale, Acicastello, ecc.), nel Messinese (19 comuni, Messina, Giardini Naxos, S. Alessio Siculo), nel Siracusano (Siracusa), nel Palermitano (Palermo), nell’Ennese (Catenanuova, Centuripe, Leonforte, Troina, Regalbuto, Enna, Gagliano Castelferrato, Piazza Armerina).

Tracce storiche e personaggi - Alcuni Zappalà alla fine dell'800 e agli inizi del '900 furono insigniti del titolo di nobile (Carmelo Zappalà Asmundo) e di barone della Tonnara, di Fiume, di Noto e Caponero (Giuseppe Zappalà Asmundo). ALFIO ZAPPALA’ (Fiumefreddo di Sicilia 3/1/1932), guardia giurata, vittima del terrorismo e dell’eversione contro l’ordinamento costituzionale dello Stato, ucciso il 18/12/1980 mentre prestava servizio presso la Banca Cariplo di Zinasco, Pavia. Durante una rapina reagisce al tentativo di disarmo e nella colluttazione che ne segue, parte un colpo mortale. La sua uccisione venne attribuita a militanti fuorusciti dei Comitati Comunisti rivoluzionari.

 

ZAPPIA

Cognome diffuso in circa 280 comuni italiani; ha un grosso ceppo in Calabria e modesti nuclei in tutte le altre regioni italiane, in particolare Liguria, Lombardia, Piemonte, Lazio, Sicilia, Campania, Toscana, Emilia- Romagna. In Sicilia è presente nel Messinese (Messina, Milazzo, Venetico, Valdina, Patti), nel Catanese (Catania, San Cono, Bronte, San Gregorio di Catania, Caltagirone, ecc.), nel Palermitano (Palermo, Montemaggiore Belsito, Altofonte, Altavilla Milicia), nell'Agrigentino, nel Nisseno (Caltanissetta, Niscemi, Marianopoli, ecc.) nell'Ennese (Nicosia, Enna, Regalbuto).

Questo cognome deriva da Zappia, toponimo in Grecia, villaggio in Tessaglia, probabilmente luogo d'origine del capostipite. Potrebbe, inoltre, derivare da soprannomi legati al mestiere di contadino, con riferimento alla zappa, attrezzo utilizzato per dissodare il terreno o liberarlo da sassi ed erbacce.

Riferimenti storici e personaggi – Tracce di questa cognominizzazione si trovano a Bovalino (RC) nel 1600 con un certo Giovanni Zappia, agricoltore, e a Tropea (VV) con un certo Gaspare Zappia, possidente. Mariangela Zappia (Viadana 12/8/1959), diplomatica, ambasciatrice italiana negli Stati Uniti dall’11 marzo 2021. Onorificenze: Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana (1995), Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana (2002), Commendatore all’Ordine della Repubblica (2018

 

ZAPPULLA

Il cognome Zappulla dovrebbe derivare da un soprannome legato al mestiere del contadino; per la variante siciliana l'origine potrebbe essere il toponimo Zappa, località in provincia di Messina. Esso è diffuso in poco più di 150 comuni italiani; ha un grosso ceppo in Sicilia e nuclei minori in alcune altre regioni italiane, Lazio, Piemonte, Lombardia, Toscana, Veneto, Liguria, Puglia, ecc. In Sicilia è presente in tutte le province, particolarmente nel Catanese (25 comuni, fra cui Catania, Licodia Eubea, Scordia), nel Siracusano (16 comuni, fra cui Floridia, Siracusa, Sortino), nel Palermitano (9 comuni, Palermo, Collesano, Bagheria, ecc.); nell'Ennese (nei comuni di Gagliano Castelferrato, Enna, Pietraperzia, Regalbuto).

 

ZIMBILI

Rarissimo cognome siciliano, diffuso in circa 20 comuni; ha il ceppo principale in Sicilia e piccoli nuclei in alcune regioni, Lombardia, Toscana, Emilia Romagna. In Sicilia è presente nel Catanese (Catania, Tremestieri Etneo), nel Palermitano (Palermo, Ficarazzi, Villabate), nell'Ennese (Agira, Enna, Regalbuto).

Il cognome deriva dalla cognominizzazione di soprannome di origine contadina; zimbili è ciascuna delle due grandi sporte (bisacce), di giunco o altri vegetali intrecciati o anche di olona, utilizzate per il trasporto sull'asino o sul mulo di prodotti agricoli; il vocabolo ha origine linguistica araba, “zimbīl”.

 

ZINGALE

Alcuni ritengono che Zingale appartenga ad uno stesso ceppo che comprende, oltre a questo cognome, anche Zingales, Zingali, Zingalis; altri invece ritengono che Zingale abbia origini autonome e che il capostipite di questo casato, un barone spagnolo, nel 1392 sia approdato a Palermo al seguito di Martino I, primogenito del Re di Aragona, divenuto poi Re di Sicilia. Zingale sarebbe un cognome tipico siciliano che vuol dire “calzolaio” o anche lavoratore dello zinco. 

Il cognome Zingale è presente in circa 130 comuni italiani concentrati soprattutto in Sicilia, ma è diffuso anche in Lombardia, Piemonte, Sardegna, Lazio. In Sicilia è presente nel Catanese (Catania, Bronte, Adrano, Misterbianco, Paternò, ecc.) nel Messinese (San Teodoro, Cesarò), nell'Ennese (Troina, Piazza Armerina, Catenanuova, Aidone, Nicosia, Enna, Regalbuto, Agira). La variante Zignale, probabilmente errore di trascrizione di Zingale, è presente in pochi comuni fra cui Adrano e San Giovanni La Punta, nel Catanese, e Regalbuto nell'Ennese. ROSETTA ZINGALE (Bronte 7/8/1916 – Milano 10/10/1996), pittrice e docente; studiò con il professore Carpi all’Accademia di Brera (MI), dove visse e lavorò partecipando attivamente alla vita artistica nazionale dal 1956. Profondamente legata al suo paese d’origine, nelle sue opere espresse una profonda sicilianità; il suo mondo pittorico rimase decisamente mediterraneo. Sue opere sono presenti nelle maggiori collezioni italiane e in molte città straniere, New York, Buenos Aires, Parigi, Londra, Bruxelles, Helsinki.

 

ZITELLI

Il cognome dovrebbe derivare, direttamente o tramite forme ipocoristiche, da soprannomi dialettali originati dal termine “zito” o “zita” (fidanzati): (l'ipocoristico è una modificazione fonetica di un nome proprio di persona che dà origine ad un diminutivo o ad un vezzeggiativo). Tale cognome è presente soprattutto in Sicilia, ma anche nel Lazio (Roma e Rocca di papa), in Campania (Recale, Caserta e San Marco Evangelista), in Lombardia, Marche, Toscana. In Sicilia è presente nell’Ennese (Troina, Regalbuto, Piazza Armerina, Cerami, Nicosia), nel Catanese (Catania, Santa Maria di Licodia, Misterbianco, San Giovanni La Punta, Gravina di Catania, Fiumefreddo di Sicilia, Adrano, ecc.), nel Messinese (San Teodoro, Lipari, Cesarò, ecc.), nel Siracusano (Carlentini, Rosolini, Priolo Gargallo, ecc.).

Riferimenti storici e personaggi. “Zitelli” nelle province di Siracusa, Catania ed Enna, viene detto un tipo di pasta corta, a forma di piccoli cilindri, bucata e liscia; a Palermo “zitelli” è una varietà di mele. (Vocabolario siciliano, Tropea). Giuseppe Zitelli (Belpasso 3/11/1978), deputato regionale di Fratelli d’Italia; è segretario della VI Commissione – Salute, Servizi sociali e sanitari.

 

ZITO

Zito nasce dalla cognominizzazione di un nome, Zito o Zita, originato da un soprannome o appellativo formati dalle voci meridionali zito, zita, zitu, zita con cui si intende il ragazzo e la ragazza fidanzati, celibe, nubile. (E. De Felice). In uno scritto datato 1427 leggiamo: “...domino Henrico detto Zito, cum ipsorum clientibus et civibus ad castrum ibidem fugierunt et ibi se usque tercium diem defenderunt...” (al signor Henricus Zito, fuggirono con i loro clienti e cittadini al castello, e quivi si difesero fino al terzo giorno). Zito ha come varianti: Zita, Zitelli, Zitella, Lozito, Ziti, Zitarosa, ecc. Questo cognome è presente in più di 800 comuni italiani, in maggior parte della Sicilia, ma anche di Campania, Puglia, Calabria, Lombardia, Lazio, Piemonte, Basilicata, Liguria, Toscana, Emilia, giù, giù, fino al Molise. In Sicilia il cognome è presente nel Palermitano, nel Catanese, nel Siracusano, nell'Agrigentino, nell'Ennese (Agira, Regalbuto, Leonforte, Nicosia, Centuripe), nel Messinese e, in misura meno rilevante, nel Trapanese, Nisseno e Ragusano.

Tracce storiche e personaggi - Zito era una famiglia nobile siciliana, originaria di San Marco d’Alunzio, in seguito diramatasi nel centro costiero di Sant’Agata di Militello. Antonino Meli, storico e giurista del XVIII secolo, nella sua “Istoria antica e moderna della città di San Marco” la descrive tra le famiglie di nobiltà di toga della città aluntina. Il primo esponente di tale famiglia è don Vincenzo Zito, gentiluomo di “Caprisuso” (odierna Capri Leone), più volte capitano di giustizia di San Marco nella prima metà del secolo XVI. (da Wikipedia)

 

ZUCCARELLO

Il cognome Zuccarello, di origine siciliana, ha diramazioni in Veneto, a Treviso. Deriva dal vocabolo zuccaro (zucchero) e sta ad indicare un carattere mansueto, dolce. Zuccarelli è un altro ceppo presente ad Alessandria, Genova e Cosenza. Quest'ultimo cognome potrebbe derivare dal Marchesato autonomo di Zuccarello. 

Zuccarello è presente in circa 200 comuni italiani distribuiti fra le regioni di Sicilia, Veneto, Piemonte, Lombardia, Toscana, Lazio, Calabria. In Sicilia lo troviamo nelle province di Catania, Palermo, Messina, Siracusa, Enna (Agira, Piazza Armerina, Assoro, Regalbuto), Agrigento. Il cognome Zuccarelli è frequente, invece, in 96 comuni distribuiti fra le regioni di Toscana, Piemonte, Calabria, Lazio, Lombardia, Molise, Liguria, Veneto, Sicilia (poche unità).

Tracce storiche e personaggi - Ancora oggi, nell'entroterra di Savona, esiste il borgo di Zuccarello fondato il 4 aprile 1248 dai Marchesi di Clavesana e dalla popolazione della Val di Neva, con atto del notaio Martino: è uno dei borghi più belli d'Italia. Qui nel 1378 nacque Ilaria del Carretto, figlia di Carlo I del Carretto. Morì durante il parto nel 1405 a Lucca dove si trova il famoso sarcofago, commissionato dal marito, che costituisce il capolavoro di Jacopo della Quercia. Francesco Zuccarelli, nato in Putigliano (Grosseto) il 15 agosto 1702, morto in Firenze il 30 dicembre 1788, pittore italiano del periodo rococò

 

ZIRILLI

Zirilli è parte di una grande famiglia di cognomi che comprende Inzerilli, Inzerillo, Inzirilli, Inzirillo, Zerillo, Zerilli, Zirillo, Zirilli. Tali cognomi nascono da ipocoristici di soprannomi dialettali che hanno alla base il vocabolo greco “xeros” (Ξερός ), che significa “arido, secco, asciutto”, probabilmente riferito a località di provenienza o di abitazione dei capostipiti (aride, secche), o a particolari caratteristiche fisiche degli stessi (eccessivamente magri, secchi). In-Zirilli indica anche l’ingresso di una persona nella famiglia Zirilli (- sposata con Zirilli). (Fonte: E. Rossoni, “L’origine dei cognomi italiani, storia ed etimologia”). La forma Zirilli è rara, è siciliana, tipica del Messinese e del Reggino, diramatasi nei secoli in regioni come Calabria, Puglia, Lombardia, Calabria, Lazio, Piemonte. In Sicilia è diffuso soprattutto nel Catanese (Randazzo, Catania, San Giovanni La Punta, Maletto, Riposto, Castiglione di Sicilia, Nicolosi, ecc.) e nel Messinese (Messina, Santa Domenica Vittoria, Milazzo, Villafranca Tirrena, Rometta, Falcone).

 

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Ai campionati nazionali di Ritmica che si sono svolti oggi a Roma , le atlete allenate da Vittoria Mammana hanno ottenuto preziosi successi con un oro , quello di Vanessa Lo Valvo , un bronzo , Flavia Zito e tre  4^ posto per Rossella Mammana Giulia Pante' Inna Hubarieva . Un successo , se si considera che la "giovane" ginnastica ritmica a Regalbuto è nata appena un anno fà e grazie alla passione delle atlete , delle famiglie e , consentiteci, di Vittoria Mammana oggi potrà dirsi che la strada è tutta aperta per ogni successo. Brave !! 

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Per quanto riguarda gli statuti di associazioni e società sportive dilettantistiche, si ricorda che il 30 giugno prossimo scadrà il termine per l’adeguamento alle disposizioni previste dal D. Lgs. 36/2021 (riforma dello sport) e per usufruire dell’esenzione dall’imposta di registro, riservata alle modifiche adottate con lo scopo di adeguare gli atti a modifiche o integrazioni necessarie a conformare gli statuti alle disposizioni del citato decreto entro la suddetta data.Gli uffici del RASD (Registro Nazionale delle Attività Sportive Dilettantistiche) rigettano le richieste di iscrizione al Registro in caso di mancato adeguamento e, per quanti vi sono già iscritti, l'inadempimento comporta la cancellazione d’ufficio dallo stesso Registro.

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