Articoli filtrati per data: Novembre 2024
Quel che resta della Dc . ( articolo tratto da Buttanissima Sicilia).
Riporto un articolo a firma di Calogero Pumilia , apparso sul quotidiano Buttanissima Sicilia , che fa una disamina sulla nuova democrazia cristiana , di cui tanto si parla , specie in Sicilia. L'articolo porta il titolo : " quel che resta della DC è un utile controcanto alle destre " . Noi pur condividendo la quasi totalità dell'articolo, abbiamo preferito invece titolare in maniera diversa e semplificata, essendo d'accordo che quella DC , quella della prima Repubblica per intenderci , appartiene al passato , ma proprio dal passato , a volte doloroso, almeno in Sicilia tenta di assumere il carattere ideal-popolare e organizzativo che - a parer nostro - privato del potere cui la DC godeva , può realizzare un nuovo progetto politico. "
La Democrazia cristiana ha cessato di esistere da quasi trent’anni, lasciando una innumerevole quantità di eredi, alcuni dei quali continuano a litigare per il nome o per poco altro. Molti vecchi democristiani mantengono tuttavia ruoli nelle amministrazioni locali, un democristiano guida ancora uno dei maggiori partiti, altri sono presenti nelle assemblee regionali, nel Parlamento nazionale, in quello europeo e perfino al vertice delle istituzioni. Per un partito che non esiste più da tanto tempo, del quale si è voluta demonizzare la memoria, è un bel risultato, è la prova di una notevole capacità di selezionare classe dirigente, una parte della quale ha sfidato il tempo. Le numerose presentazioni di un mio libro che racconta di quella forza politica nel contestodellastoriisolana e nazionale, mi stanno portando in diversi posti della Sicilia, richiamando l’attenzione di molti di quegli eredi. Ho ritrovato così antiche conoscenze e rivissuto la mia partecipazione alla storia della prima Repubblica. La maggior parte di quelli che incontro, hanno lasciato l’impegno diretto nella vita pubblica, altri si sono ricollocati a destra, qualcuno, pochi per la verità, hanno scelto il Partito democratico. Quasi tutti, anche stimolati dalla mia presenza e dal ricordo di battaglie comuni, ritrovano un forte orgoglio per la storia di quello che fu la casa comune e manifestano per essa un evidente rimpianto. Del resto è normale rimemorare il tempo della giovinezza e quello nel quale si esercitavano ruoli in tutte le realtà locali, si partecipava alle competizioni elettorali, spesso si vincevano, si esercitava potere, si otteneva visibilità. Si era parte anche di una comunità, ci si rapportava con i parlamentari che davano forza alle loro battaglie, li aiutavano a realizzare progetti di sviluppo delle realtà nelle quali operavano e da loro ottenevano vantaggi personali e clientelari. Taluni di questi “eredi” di un lontano patrimonio di valori e di privilegi, insieme al disappunto e forse all’incomprensione delle modalità della fine di un partito, modalità che non sempre risultano a loro chiare e che vengono vissute come un torto della storia, come il compiersi di un nefasto disegno degli avversari, dei comunisti e dei magistrati o dei magistrati comunisti e come una prova di debolezza di coloro che erano alla testa del partito alla fine degli anni ‘80 e nei primi ‘90 e non seppero impedirne il collasso, taluni di loro sognano una rivincita. Non riescono a nascondere il rimpianto, il permanente dolore per un mondo perduto e alcuni nutrono la speranza che quel mondo possa tornare. Nei numerosi incontri che ho fatto, non sono pochi quelli che guardano con curiosità ed interesse alla nuova Democrazia cristiana, al partito di Totò Cuffaro, attratti dal nome, dall’emblema, convinti dalla capacità del suo promotore, dalla sua carica umana e magari spinti da un moto di solidarietà, forse improprio, per la vicenda giudiziaria che egli ha attraversato, improprio perché lo stesso Cuffaro non si è mai dichiarato vittima di una ingiustizia. Forte ed ingenuo risulta il miraggio del ritorno, l’abbaglio di ritrovare, come d’incanto, il tempo nel quale noi democristiani davamo le carte, tenevamo banco, anche perché conoscevamo le regole del gioco, sapevamo utilizzare il potere, eravamo capaci di realizzare un disegno politico Quel mestiere lo avevamo imparato in tanti anni di apprendistato e ci veniva da una storia, da una cultura, da un forte retroterra cattolico, da un assetto del Paese, dell’Europa e del mondo intero. Quel mestiere lo avevamo appreso attraverso decenni di lotte, di sconfitte e di successi, che cominciarono dagli anni immediatamente successivi all’Unità d’Italia e che portarono, nel 1919, alla formazione del Partito popolare di Sturzo e, alla fine della seconda guerra mondiale, della Democrazia cristiana, che prese la guida del nostro e di altri Paesi del continente.Tutto ciò non esiste più ed è oggetto di ricerca storica.
Un albero non può rispuntare senza un humus adeguato, senza un tempo lungo durante il quale le radici si formano e si diramano.
Lo sa quasi certamente anche Totò Cuffaro, che pure ha avuto la determinazione e la caparbietà di mettere mano ad una iniziativa, alla costruzione della Dc o di qualcosa che la richiama, e che tanti altri, in varie parti d’Italia, hanno tentato di fare senza risultati.
Totò ha utilizzato un brand che, pur bombardato da mille polemiche e da tantissime accuse, mantiene una buona attrattiva, ha messo in campo la sua notevole capacità di intrecciare relazioni umane.
Gli è giovata la scelta di non consentire il riciclaggio del vecchio personale, riuscendo così a costruire una forza che nelle elezioni regionali ha ottenuto un consenso vicino a quello della Lega, è presente con i suoi assessori nella giunta di governo e in diverse amministrazioni locali, a cominciare dal capoluogo.
È risorta la Dc?
No!
Oltre Lazzaro, nessuna resurrezione, né di esseri umani, né di vicende storiche, è nota.
Si tratta di un’altra cosa rispetto alla Dc, di una cosa che a quella si richiama e di quella ripropone alcuni dei tratti ormai lontani.
Se tornano nel lessico corrente parole antiche, non possono tornare culture ed esperienze nate e affermatesi in un mondo scomparso.
Non si possono far rivivere il potere, la diffusa presenza nella realtà sociale, la capacità di governare il Paese.
Si può e si deve invece tenere in vita il patrimonio immateriale, la storia di quella esperienza.
Si deve affermare una lettura più corretta e veritiera di quella proposta in questi decenni.
La Dc non torna nel ridotto siciliano, dove rischierebbe di apparire il frutto di un processo clientelare.
Non torna collocata a destra.
La dimensione isolana, una forza pure imprevista e tuttavia esigua, la vicinanza con questa destra conferiscono all’esperimento di Cuffaro un ruolo lontano da quello di un partito che per decenni esercitò una forte egemonia e che, disse De Gasperi, era una realtà di centro che guardava a sinistra.
Quel centro che manca all’assetto politico italiano e verso il quale tendono in molti, ancora con scarsi risultati, non può essere occupato in Sicilia dalla formazione di Cuffaro.
Essa può avere una funzione moderatrice nel rapporto con i suoi alleati.
I vecchi democristiani, coloro che tra il partito di Meloni e quello di Salvini scelgono di stare in essa, anche con il solo riproporre il riferimento alla dottrina sociale, al bene comune, al solidarismo, all’europeismo, portano parole d’ordine positive e concetti lontani da quelli in uso nella destra.
Se pure non potranno oscurare questi concetti, né impedire che ne restino la cifra, un riferimento anche flebile alla eredità morale e politica della Democrazia cristiana, potrebbe essere un utile controcanto
Le delegazioni comunali della DC di Enna a convegno domenica 18 dicembre prossimo
La Democrazia Cristiana Sicilia si prepara ai prossimi congressi che si svolgeranno presumibilmente il prossimo anno, intanto nei territori siciliani si organizzano gli incontri delle delegazioni comunali e tra questi domenica 18 dicembre alle ore 9.30 presso l'Hotel Villa Giulia a Pergusa (EN) si svolgerà un incontro con le delegazioni comunali della Democrazia Cristiana per avviare le attività propedeutiche allo svolgimento dei congressi comunali e della provincia di Enna. Il tema di discussione che caratterizzerà la giornata sarà : il ruolo della Democrazia Cristiana nelle istituzioni locali per la tutela dei valori della famiglia e della solidarietà sociale.
Preliminarmente alla discussione si ricorderà con un breve discorso Alberto Alessi per la sua recente scomparsa. All'incontro parteciperanno, oltre alla Dirigenza Regionale della Democrazia Cristiana, anche l'On Andrea
Messina Ass. Enti Locali della Giunta Schifani e l'On Carmelo Pace Capogruppo DC all'ARS.
Asp Enna. All’ospedale Umberto I: Intervento chirurgico salva la vita a una giovane barrese
“Shock emorragico, instabilità emodinamica e un brutto trauma epatico al V Stadio della classificazione delle lesioni epatiche traumatiche secondo l’American Association for the Surgery of Trauma (AAST): questo il quadro che ci ha spinto a intervenire tempestivamente nella notte per salvare la vita della ragazza vittima di incidente”, dice il dott. Danilo Centonze. “L’intervento eseguito sulla giovane è perfettamente riuscito e la ragazza, che potrebbe essere dimessa a giorni, è ricoverata ora in buone condizioni fisiche”.
L’équipe, intervenuta sulla giovane paziente, era composta dal primario della Chirurgia Danilo Centonze, dai medici chirurghi Paolo Di Mattia e Riccardo Gula, dai medici anestesisti Luigi Restivo e Angela Cancaro, dagli infermieri Gianni Marmo, Fabio Guarneri e Dajana Francesca Buetto, strumentista, e dall’ausiliario Giovanni Blandi.
L’esito positivo dell’intervento è stato accolto con grande commozione, e riconoscenza verso gli operatori sanitari, dai familiari della ragazza attorno a cui si è stretta l’intera comunità barrese.
La madre, S.G., a nome dell’intera famiglia, ringrazia l’èquipe per avere salvato la vita della giovanissima figlia. “La mia riconoscenza nasce dal cuore e va ai medici, agli infermieri e a tutti gli operatori sanitari che ci sono stati vicini, a partire dai primi momenti, con bravura, abilità, e con grande umanità”
fonte Vivienna
Aereo precipitato nel Trapanese, recuperato il corpo del pilota
(ITALPRESS) – E’ stato individuato, a tarda notte, e recuperato dalle squadre di soccorso a terra e dai vigili del fuoco, nei pressi di alcuni rottami del velivolo, il corpo senza vita del pilota del caccia Eurofighter del 37^ Stormo di Trapani precipitato nel tardo pomeriggio di ieri. Si tratta del Capitano Pilota Fabio Antonio Altruda, 33 anni, celibe, originario di Caserta, che ai comandi del caccia del 37^ Stormo di Trapani stava rientrando alla base da una missione di addestramento, quando per motivi da accertare, prima di atterrare, è precipitato al suolo. L’impatto, dal quale non risultano danni a persone o cose, è avvenuto in una zona agricola a circa 5 miglia a sud est della base aerea siciliana.
La notizia, riferisce l’Aeronautica, è stata comunicata ai genitori del giovane Ufficiale, ai quali il Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica, Generale di Squadra Aerea Luca Goretti, a nome dell’intera Forza Armata, “si stringe in un profondo segno di vicinanza e cordoglio”.
L’Aeronautica militare “avvierà già nelle prossime ore un’inchiesta di sicurezza del volo” sull’aereo caduto, incidente costato la vita al pilota. Il Capitano Fabio Antonio Altruda era entrato in Aeronautica Militare con il Corso regolare Ibis 5 dell’Accademia Aeronautica di Pozzuoli nel 2007. Pilota combat ready su velivolo Eurofighter, in forza al 37 Stormo di Trapani dal marzo del 2021, aveva all’attivo centinaia di ore di volo, molte delle quali effettuate anche in operazioni fuori dai confini nazionali in attività di air policing Nato.
L’on. Bernardette Grasso torna all’Ars, l’0n. Tommaso Calderone va a Montecitorio
In seguita ad una lunga riflessione iniziata il 26 settembre, è maturata la decisione pe l’opzione. L’avv. Tommaso Calderone, uno dei quattro deputati regionali aderenti al Gruppo di FI che fa capo a Gianfranco Miccichè (diverso dal gruppo “Forza Italia all’Ars” al quale aderisce anche il presidente della Regione Renato Schifani) ha presentato le sue dimissioni da parlamentare regionale optando, nei termini di legge, per l’elezione alla Camera dei Deputati. Conseguenza immediata di questa scelta di Calderone di andare a Roma è il subentro di Bernadette Grasso, prima dei non eletti, Segretaria provinciale di FI per la provincia di Messina, Sindaco di Rocca di Capri Leone e già Assessore alla Funzione Pubblica e alle Autonomie Locali della Regione siciliane. Sembra che l’on. Grasso sarebbe intenzionata ad aderire al gruppo “Forza Italia all’Ars”, quello guidato dall’on. Pellegrino ed a cui aderisce anche il Presidente della regione, che salirebbe quindi a 10 deputati. La scelta di Berlusconi, attesa da un momento all’altro, di affidare a Giorgio Mulè l’incarico di Commissario regionale di FI Sicilia, potrebbe servire a normalizzare la situazione del più importante partito del Centrodestra e di dare quindi una adeguata stabilità al Governo guidato da Renato Schifani. Nel nuovo quadro che si va delineando, l’on. Bernardette Grasso potrebbe portare un importante contributo derivante dalla sua notevole esperienza politica e amministrativa.
Caro voli in Sicilia, predisposto un ricorso all’Antitrust.
ITALPRESS- Se gli anni passati era stato il Covid a bloccare la mobilità tra Nord e Sud Italia durante il periodo delle vacanze natalizie, questo dicembre è necessario fare i conti con le “tariffe pazze” delle compagnie aeree. Tariffe elevatissime da Verona, Milano, Torino ed addirittura da Roma.
Caso emblematico quello della capitale: la tratta Roma /Palermo che, ormai, viene operata unicamente da due compagnie, Ita Airways e Ryanair, che ha costi paragonabili ad un volo Roma/New York o addirittura cinque volte più alti di un Palermo/Londra. Sul punto è intervenuto anche il Presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, esprimendo la volontà di adottare una linea dura che possa anche accertare se vi sia un accordo di “cartello” tra le due compagnie. Palmigiano e Associati sta predisponendo un ricorso all’Antitrust per l’accertamento del cartello ma soprattutto per verificare se non ci siano meccanismi distorsivi della concorrenza nei meccanismi di attribuzione delle tratte. Tutti i cittadini che volessero aderire, potranno scrivere una email a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
“Di certo è necessario ricorrere all’Antitrust per verificare l’eventuale esistenza di un cartello, come ha correttamente evidenziato il Presidente – ha dichiarato Alessandro Palmigiano, Managing Partner dello Studio legale Palmigiano e Associati, impegnato da anni nel settore della tutela del mercato – ma ci sono due ulteriori aspetti che necessitano di chiarimenti. Da una parte è necessario verificare se il meccanismo di attribuzione delle tratte, che si limita ad un duopolio nel caso di Roma (di un monopolio invece per la tratta Palermo/Linate) non sia lesivo della concorrenza, visto che la domanda è talmente alta da far alzare i prezzi, i quali non vengono riequilibrati da una maggiore offerta; dall’altra, ma ovviamente è una questione più politica, si dovrebbero richiedere per la Sicilia le stesse ‘tariffe agevolatè che vengono applicate alla Sardegna per la continuità territoriale”.
DOMENICO CAMPISI – DOMENICANO REGALBUTESE DELL’ORDINE DEI PREDICATORI
PRECARI COVID, CUFFARO: “ATTIVARSI PER RINNOVARE CONTRATTI E AVVIARE PROCEDURE STABILIZZAZIONE”
PALERMO – “Il Covid non è ancora finito e malgrado non si è più nella fase maggiormente recrudescente del virus, occorre sottolineare che i nostri ospedali hanno posti letto occupati da pazienti positivi, che
sono migliaia le persone che giornalmente richiedono di effettuare i tamponi e che pertanto i cittadini hanno ancora bisogno di chi, negli ultimi due anni, ha lavorato in prima linea: medici ed infermieri che, seppur precari, hanno messo in campo tutta la competenza per fronteggiare uno dei periodi più difficili dal punto di vista sanitario”. Lo dichiara il commissario regionale della Dc, Totò Cuffaro. “È ora che la politica si attivi per rinnovare immediatamente i contratti del personale Covid precario presente nelle corsie degli ospedali e nelle strutture ospedaliere e vengano attivate, quanto prima, le procedure di stabilizzazione. La Dc lavorerà affinchè si arrivi
presto ad una soluzione. Sarebbe un peccato per l’intera collettività – prosegue – disperdere tutta l’esperienza acquisita da questi
professionisti negli ultimi anni”. “Le stesse motivazioni valgono per il personale non sanitario che sta svolgendo un prezioso ed indispensabile lavoro. Nonostante la legge regionale sia stata impugnata, io credo bisogna attivarsi per trovare una soluzione che dia anche a loro una possibilità di un giusto lavoro”, conclude Cuffaro.
Vogliamo che tutti i luoghi siano accessibili e fruibili ai disabili.
A comunicarlo è l'assessore alla famiglia, delle politiche sociali e del lavoro, Nuccia Albano la quale sottolinea lo stanziamento di fondi per più di 700 mila euro che sono stati erogati dal dipartimento regionale della Famiglia e delle Politiche sociali per l’abbattimento delle barriere architettoniche in edifici privati. Nel dettaglio, si tratta di 727.135 euro che sono stati trasferiti ai Comuni siciliani e che saranno assegnati sotto forma di contributi a 151 persone con invalidità totale e 18 con invalidità parziale.
«Siamo riusciti - sottolinea l'assessore regionale Nuccia Albano - a soddisfare le richieste di tutti i cittadini siciliani che avevano presentato la domanda. Diamo così piena attuazione e concretezza a un progetto politico che restituisce dignità e speranza ai nostri concittadini con disabilità. Si tratta di somme che faciliteranno la loro vita quotidiana. Abbattere tutte le barriere architettoniche è uno degli obiettivi della nostra azione di governo: vogliamo che tutti i luoghi siano accessibili e fruibili ai disabili e lavoriamo costantemente per dare risposta alle esigenze delle persone più fragili».
La Flat tax è uno strumento contrario ad una tassazione equa e giusta. di Domenico Proietti
Domenico Proietti: La Flat tax è uno strumento contrario ad una tassazione equa e giusta. Prevedere regimi forfettari, a vantaggio di particolari categorie, crea disuguaglianze tra le persone e carica sempre più sulle sole spalle dei dipendenti e pensionati il peso dell’Irpef. Già dalle dichiarazioni 2020 emerge che queste due categorie versano oltre il 96% dell’Irpef netta e ormai rappresentano l’89% dei cittadini che pagano l’Irpef. Un dato che per effetto della Flat tax non potrà che aumentare. L’Irpef, più che un’imposta sui redditi, è una tassa su salari e pensioni. Nello studio realizzato mostriamo come la differenza tra autonomi con un fatturato di 85.000 € e pensionati e dipendenti con un reddito equivalente, può raggiungere, in casi estremi, oltre l’800% di imposte versate in più da parte di questi ultimi. In questi casi un lavoratore autonomo verserebbe fino a 27 mila euro di Irpef in meno ogni anno, senza contare lo sconto sui contributi previdenziali. Una differenza enorme che non trova giustificazione. Uno stato democratico deve fondarsi su un fisco equo e progressivo così come previsto dalla nostra Costituzione. Serve una vera riforma che diminuisca il carico fiscale per i dipendenti ed i pensionati improntando il sistema ad una piena progressività e allargando la base imponibile dell’imposta sui redditi. Parallelamente si deve investire in una vera forte battaglia all’evasione fiscale, un male endemico del nostro Paese, che ogni anno sottrae ai cittadini oltre 100 miliardi di euro.
tratto da Mondonuovonews