Giornalista free-lance, di quelli tosti, impegnato nel sociale, innamorato perdutamente del suo paese, Agira, dottore in comunicazione, scrittore, nel tempo libero va a caccia di testi antichi riguardanti il paese diodoreo per tutelarli e esporli nella sua ampia e coloratissima biblioteca personale. Recensito da Repubblica, quest’anno, a Bergamo, è stato relatore ad un convegno sulla sottrazione dei minori mentre l’anno scorso è andato a provare l’esperienza del volontariato in Amazzonia dove presta la sua opera Suor Adriana Garrubbo. Indubbiamente Gaetano Amoruso, 45 anni, è un personaggio poliedrico, finemente legato ai valori della sua terra e a quelli, forse più significativi della lealtà, della giustizia, della coscienza. Sposato con Livia ha una figlia ormai undicenne di nome Egle che venera il padre ma in maniera composta e discreta. Nella sua seppur (per ora) breve carriera ha scritto cinque libri, divertendosi a gironzolare tra saggi, libri di storia e romanzi.
Non è stato semplice fissare un appuntamento per via delle sue innumerevoli attività, prima tra tutte quella lavorativa che gli occupa gran parte della sua giornata. Sono andato a trovarlo a Pergusa, dove si rifugia spesso per cercare di eliminare le tossine dello stress, in una cornice stupenda e serena raffigurata dal mitico lago di Proserpina. Passeggiando dove solitamente ama correre l’ho invitato a rispondere a tutte le mie domande senza preventivamente conoscerle. E cosi è nata questa intervista.
- Gaetano…ora capisco perché vieni spesso in questo luogo. Palpita di serenità e magia…
- L’hai detto Agostino, è stato per anni un luogo dove quotidianamente mi recavo per riposare o studiare dopo il lavoro. La gente ha imparato a conoscermi rispettando la mia solitudine. Nel 2011, tra cicale, freddo, cagnolini e corse attorno al lago mi sono anche laureato
- I tuoi libri ricalcano le tue esperienze. Leggendo qua e là ho notato spesso dei riferimenti autobiografici in particolar modo su Unikuore e sul pamphlet dedicato all’implementazione dei nuovi media sul lavoro. Confermi le mie ipotesi?
- Certamente. Non vorrei farlo ma mi lascio prendere la mano finendo quasi sempre col raccontarmi.
- Ho letto per intero “Unikuore”. E’ un romanzo di straordinaria allegoria e cultura con un finale che lascia le porta aperte alla speranza…
- L’ho scritto di getto in poco più di un mese ed è il libro che preferisco. Racconta della mia esperienza universitaria e l’evoluzione che né è seguita.
- Invece “Mamma ti prego portami via” è un libro-inchiesta veramente interessante, unico nel suo genere; come ti è venuto in mente di scriverlo?
- Tutto parte dall’ascolto di una straziante telefonata tra una madre e una figlia reclusa in una casa famiglia. Recandomi a Roma per una serie di interviste ho scoperto un mondo veramente assurdo, pieno zeppo di mediocrità a 360 gradi, dai giudici agli avvocati, dai servizi sociali alla stampa e dove i bambini sono solo una moneta di scambio per i rispettivi egoismi dei genitori. Devo l’idea al mio editore, il dottor Bonfirraro, che non finirò mai di ringraziare pienamente. E’ riuscito a realizzare uno dei miei sogni più grandi…vedere pubblicato un mio testo.
Ci fermiamo sedendoci di fronte alla magnifica cornice del lago di Pergusa. Gaetano sembra sereno, occhi languidi, lo sguardo fisso nello specchio dell’acqua.
- Ti sarà costato parecchio abbandonare questo posto? Dalla tua pagina Facebook, nei post pubblici, si nota una certo malessere.
- Preferirei glissare questa domanda. (il tono è cambiato di botto ndr)
- Avevamo un patto non scritto ovvero che avresti risposto a tutte le domande!
Dopo un silenzio e un sospiro che è sembrato eterno ha iniziato lentamente ad aprirsi:
- Il 21 settembre 2011 sono stato trasferito senza preavviso in un'altra residenza lavorativa. L’azienda per cui attualmente lavoro ha pensato così di risolvere una problematica che mi vedeva in forte dissenso con un collega gerarchicamente superiore. Purtroppo, pur avendo ampiamente dimostrato le mie ragioni sono rimasto nella nuova ubicazione.
Gli occhi sono diventati adesso lucidi e le mani si muovono in continuazione.
- Il trasferimento ha creato il subbuglio nella mia vita sconvolgendo i rapporti intrafamiliari. Il rapporto con l’azienda ovviamente si è incrinato dando vita ad un disagio lavorativo che vivo ogni giorno. Ho avuto però la fortuna di conoscere persone che comunque, nel loro piccolo, mi hanno aiutato e continuano a farlo con piccoli gesti, grandi parole e quella calda solidarietà che fa bene al cuore.
- Capisco, nonostante tutto ti sei iscritto all’università di Catania.
- L’imminente laurea magistrale non potrà lenire il dolore per l’ingiustizia subita. Studio e sostengo esami anche per pensare a qualcos’altro ma ora preferirei parlare d’altro…
- Pubblicazioni in cantiere?
- Si; ho già scritto una favola e un saggio che sto rimodulando per farne una tesi di laurea. Il progetto è la pubblicazione di entrambi. Spero vedano la luce nei prossimi mesi…Bonfirraro docet…
- Il libro più bello che hai letto, quello che ti ha lasciato sgomento, perplesso, sognante.
- Sono tanti. Ogni libro che leggo mi lascia sempre qualcosa…vediamo…ecco: l’estate dei bisbigli di Brunella Gasperini, un romanzo del 1956 sulla storia di sei amici che giocano a inventarsi passioni d’amore e di odio.
- Quanti amici hai?
- Veri veri?
- Certo, Unikuore è un inno all’amicizia.
- Quelli che bastano.
- Cosa vorresti dire a chi ti legge?
- …di continuare a farlo perché leggere apre la mente e la mantiene in esercizio, di sognare e di guardare la vita sempre dritta negli occhi e cercare, per ultimo, di non soccombere al nulla che ci circonda. Spesso me lo ripeto anch’io e non sai quante volte!
- Un saluto?
- Ciao Egle. Memento audere semper.