Il contributo dei meridionali nella lotta al nazi fascismo.
I partigiani del Sud Italia hanno dato un contributo importante alla lotta contro il nazi-fascismo. Migliaia di giovani provenienti dalle regioni del sud d’Italia hanno partecipato alle vicende della resistenza piemontese con ruoli diversi: da quelli di primo rilievo nel comando e nella guida del movimento ai più oscuri e semplici militanti. Quella scelta ha comportato costi elevati, sacrifici per tutti e per molti anche il prezzo della vita. Le loro storie sono poco conosciute. Per tante ragioni: le difficoltà del dopoguerra, il ritorno nelle famiglie che avevano lasciato anni prima e di cui non sapevano nulla, la fatica quotidiana per sopravvivere in un’Italia impoverita dalla guerra, la ricerca di un lavoro. Inoltre il clima politico di quegli anni, condizionato dal più generale clima della guerra fredda, rese presto difficili le cose per chi aveva compiuto la scelta di portare le armi per la libertà del proprio paese.Migliaia di ragazzi si sono trovati ad affrontare percorsi diversi. Percorsi intrecciati, ma differenziati rispetto ai quali si possono indicare alcuni esiti immediati e più frequenti: la cattura e la deportazione come IMI nei campi di raccolta in Germania; l’occultamento presso famiglie piemontesi, soprattutto nelle campagne, dove una parte di loro trova rifugio e sostituisce le braccia che la guerra ha portato via; l’entrata nelle formazioni partigiane o la presentazione ai comandi tedeschi e fascisti. Ma il dato che si vuole sottolineare è che questa complessità di percorsi comporta per tutti i giovani, ed in modo ancora più pesante per i giovani meridionali sbandati, un elemento di rischio più elevato rispetto ai compagni di origine centro
Settentrionale. Dal libro Meridionali e Resistenza pubblicato dalla Regione Piemonte abbiamo tratto il numero complessivo dei partigiani siciliani e della provincia di Enna che hanno partecipato alla resistenza. Tra questi da ricordare il nostro Vincenzo Gamiddo. Dalla Sicilia sono stati 2192 i partigiani di cui 169 di Enna dei quali 8 caduti , 5 feriti , 1 invalido , 38 benemeriti ,e 41 patrioti . La Scilia tra le regioni del Sud è quella che ha fornito il maggior numero di giovani partigiani che copre circa un terzo della cifra complessiva, a cui seguono Puglia, Campania e Calabria con cifre vicine e infine Sardegna e Basilicata. Ovviamente nel considerare l’apporto di ciascuna regione andrebbe tenuto conto della popolazione, dei programmi di reclutamento delle Forze armate, della distribuzione territoriale nei vari corpi in Italia e sui fronti di guerra (Francia, Balcani, Grecia e Isole dell’Egeo). Le maggiori presenze di partigiani meridionale si registrano nelle formazioni Autonome e nelle Garibaldi. Tra questi vogliamo citare Pompeo Colajanni (Barbato) nasce a Caltanisetta nel 1906 da famiglia di orientamenti risorgimentali, democratici, mazziniani e garibaldini; la madre di origini nobili, è di orientamenti liberali. Le vicende del dopoguerra e i conflitti sociali che ne derivano lo vedono schierato contro i latifondisti locali prima e poi contro le iniziative delle squadre fasciste. Si orienta verso le formazioni politiche che sostengono i diritti dei lavoratori e la lotta di classe; nel 1921 si iscrive all’organizzazione dei giovani comunisti di Caltanisetta, mantenendo però una notevole disponibilità al dialogo con tutte le componenti della sinistra. È coinvolto in alcuni scontri con le squadre fasciste e diventa un soggetto sottoposto a sorveglianza da parte delle autorità. Frequenta l’Università a Palermo e conosce gli ambienti intellettuali della città. Si laurea in giurisprudenza nel 1928 e subito dopo è assegnato al corso allievi ufficiali della Scuola di cavalleria di Pinerolo. in Sicilia la sua carriera politica si svilupperà nel partito comunista come segretario della Federazione del PCI aPalermo e poi a Enna; farà parte anche del Comitato centrale. Dal 1947 farà parte del Comitato Nazionale dell’ANPI. Sarà eletto nel Consiglio comunale di Palermo e con la costituzione della Regione Sicilia sarà per due legislature vice presidente del Consiglio Regionale. Svolgerà per il partito anche una notevole attività di relazioni internazionali. Verrà infine eletto nel 1975 alla Camera dei deputati nella circoscrizione di Torino.. Tra i 21 caduti di origine meridionale in provincia di Asti è ricordato nel libro il nostro Vincenzo Gamiddo, nato a Regalbuto (Enna) nel 1924, garibaldino, fucilato per rappresaglia il 23 novembre 1944 alle porte di Asti ( Variglie) insieme ad altri tre partigiani. le vittime rappresentano uno spaccato significativo e rappresentativo di che cosa fu il movimento di liberazione in cui generazioni diverse per età, provenienza, genere, estrazione sociale e scelta di impegno, si trovano affiancate nel rifiuto di fascismo e nazismo e nella testimonianza attiva di un antifascismo che guarda al futuro. Vincenzo Gamiddo sacrificò la sua vita appena ventenne per sentirsi cittadino di un paese che con la scelta del 1943-45 aveva concorso a liberare e cambiare. Ma l’Italia seppe cambiare veramente ? Le vicende dei partigiani meridionali quando la guerra finisce sono difficili da seguire. Una parte consistente non appena poté ritornò a casa, per riprendere la propria vita, considerando l’esperienza vissuta una parentesi chiusa; una parte significativa, anche se difficilmente quantificabile, restò o, a distanza di qualche tempo, ritornò in Piemonte a cercare lavoro. Molti lo trovarono e misero su famiglia. Alcuni sia al sud sia al nord continuarono l’impegno che li aveva portati nelle fila partigiane nelle forme che la democrazia conquistata a fatica poteva consentire, assumendo impegni e responsabilità nella politica, nel sindacato o nell’associazionismo attivo nella società civile. Sotto varie forme contribuirono ad alimentare un’idea di cittadinanza che l’esperienza partigiana aveva fatto loro scoprire. Dalle ricerche effettuate dal compianto Franco Santangelo citiamo un elenco dei partigiani regalbutesi.
Regalbuto aderisce al forum per lo sviluppo delle aree interne.
Il Comune di Regalbuto è tra quelli che hanno aderito al forum per lo sviluppo delle aree interne. Gli altri Sindaci dei Comuni dell’ennese sono : Fabio Accardi di Barrafranca, Piero Capizzi di Calascibetta, Leonardo Giuseppe Principato Trosso di Capizzi, Salvatore La Spina di Centuripe, Silvestro Chiovetta di Cerami, Salvatore Calì di Cesarò, Salvatore Zappulla di Gagliano Castelferrato, Luigi Bonelli di Nicosia, Salvatore Vincenzo Messina di Pietraperzia, Francesco Bivona di Regalbuto ( nella foto) , Valentina Costantino di San Teodoro, Giuseppe Cuccì di Sperlinga e Fabio Venezia di Troina. Per i sindaci non sarà un compito facile, ma il loro proposito è quello di creare figure professionali che potranno mettere in moto processi di sviluppo locale legati al territorio in un contesto comunque di grande difficoltà quali rappresentano le aree interne. E’ forse una delle prime forme di collaborazioni tra Comuni che non potrà che far bene all’intero territorio ennese caratterizzato da una scarsa capacità di rappresentanza politica , sociale ed economica . Ma è proprio da queste premesse e da questa consapevolezza che il “forum” potrà trarre punti di forza per tentare di rompere quei paradigmi che fino ad ora hanno caratterizzato un intero territorio dalle grandi opportunità e dove è possibile realizzare progetti.
Fuori dalla zona rossa ma ciò non basta.
Siamo finalmente usciti dalla zona rossa ! Ma ciò non basta. Si allentano i divieti, ma ciò non vuol dire “liberi tutti” perché ci sono regole da rispettare sia che riguardino quelle stabilite per legge sia quelle dettate dal buon senso di ognuno . Ed è proprio sul buon senso che abbiamo il dovere di puntare alla luce dell’esperienza già vissuta, in attesa che si raggiungano il maggior numero di vaccinati il che ci consentirà di poterci muovere con maggiore libertà. L’attenzione è massima perché il numero dei positivi a Regalbuto è ancora moderato e anche nei paesi limitrofi i casi di positività al Covid-19 sono aumentati. Intanto si ha notizia del fatto che l’Asl ha programmato a Regalbuto la vaccinazione della seconda dose nei giorni 6 e 7 maggio. Chi non vorrà aspettare quelle date è preferibile recarsi a Enna nel giorno già programmato per la seconda dose.
Agricoltura: coltivazione idroponica in centro storico Enna
- ENNA, 22 APR - Un orto aereo per coltivare ortaggi, verdure, frutta. Sbarca ad Enna l'idroponica, una tecnica di coltivazione delle piante fuori suolo, senza terra e grazie all'acqua, nella quale vengono sciolte sostanze nutritive adatte per far crescere le piante velocemente e in salute.Il punto di forza di questa tecnica è che le piante possono essere coltivate in un ambiente chiuso e isolato dall'esterno che combinato con l'assenza di terreno permette di annullare l'esposizione delle piante ad agenti infestanti facilitando ulteriormente il loro sviluppo.
L'idea è di un geometra di Leonforte in pensione, Nino Pollara, dell'associazione culturale 38° Parallelo, che insieme ad un giovane apicultore ennese, Endrius Giannotta, ha impiantato una coltivazione idroponica in pieno centro storico.
"L'agricoltura idroponica è il futuro - dice Nino Pollara - Intanto è una coltivazione che non usa pesticidi e dunque salutare. Il costo di avvio è davvero basso, E poi non implica la fatica necessaria per coltivare nella terra ed è tecnologica.
Una caratteristica, questa, che potrebbe attrarre tanti giovani". Nino vuole proporre la sua idea al Comune di Enna.
"Nel capoluogo ci sono tante case abbandonate. Si potrebbe creare una coltivazione tutta ennese, di un ortaggio, di una verdura, di un legume made in Enna, da impiantare nei tanti stabili abbandonati della città, Questo avrebbe il duplice obiettivo di riqualificare il centro storico, di avvicinare tanti giovani ad una prospettiva di lavoro, con prodotti sani e redditizi e di far muovere un certo tipo di turismo". Le province siciliane più dedite a questa pratica colturale sono Ragusa, Siracusa e Agrigento, ma si trovano diverse realtà aziendali anche nel marsalese. La produzione idroponica e fuori suolo riguarda, principalmente, colture ortive e, in modo particolare, il pomodoro. ( ANSA)
In Italia aumenta il riciclo e il recupero di plastica.
Secondo PlasticsEurope, nel 2019 l’Europa ha prodotto 58 milioni di tonnellate di plastica. Un valore alto, pari al 16% della produzione globale, ma che rispetto al 2018 è calato del 3% .Da anni la produzione di plastica è una questione centrale nel dibattito sulla tutela ambientale. Si tratta infatti di un materiale riconosciuto come dannoso, sia per la salute dell’uomo che per l’intero ecosistema di terra e di mare. La plastica rilascia sostanze chimiche nocive per la salute dell’essere umano e dannoso per la biodiversità. Infatti, i rifiuti plastici vengono smaltiti in frazioni microscopiche, le cosiddette “microplastiche”, ossia delle micro-particelle di dimensioni inferiori ai 5 mm. Queste sono ampiamente diffuse nei mari e negli oceani ed entrano nella catena alimentare degli animali portando a diverse problematiche salutari. Inoltre, la plastica viene prodotta attraverso la lavorazione del petrolio combustibile fossile altamente inquinante.
La maggiore consapevolezza dei rischi legati a tale produzione ha spinto negli anni l’Unione europea ad agire. Da un lato, per limitare la fabbricazione di oggetti di plastica, specialmente di quella usa e getta. Dall’altro, per incentivare il riciclo e il riutilizzo di questo materiale.
Il 94% dei rifiuti urbani è composto da imballaggi di plastica. Un dato preoccupante, che ha spinto sia l’Ue che l’Italia a mettere in atto misure volte sia a promuovere un riutilizzo ecosostenibile di questo materiale, che a ridurne la produzione. A livello europeo nel 2018 è stato promosso il pacchetto sull’economia circolare attraverso il quale si stabiliscono obiettivi molto ambiziosi per il riciclaggio e il riutilizzo di diversi materiali. Tra i vari targhet, uno prevede di conseguire il riciclo del 50% degli imballaggi di plastica entro il 2025 e del 55% entro il 2030.
A livello nazionale, il nostro paese ha recepito le direttive Ue incluse nel pacchetto sull’economia circolare, attraverso il decreto legislativo 116/2020.
Le misure introdotte dal decreto sono volte a prevenire la produzione di rifiuti provenienti da involucri sia di plastica che di altri materiali, a incentivarne il riutilizzo e il riciclaggio e, conseguentemente, la riduzione dello smaltimento finale di questi rifiuti. In particolare, vengono stabiliti dei criteri che le aziende produttrici devono rispettare. In primis sulla composizione del packaging, che deve essere idonea a tutelare la salute dell’uomo, a ridurre l’impatto ecologico e a proteggere il prodotto senza inquinarlo.
Dai dati Ispra pubblicati nel rapporto 2020 sui rifiuti urbani si nota come in Italia la fabbricazione di imballaggi di plastica dal 2015 non sia stata ridotta, anzi è aumentata dell'8,7%. In particolare, nel 2019 sono state prodotte 2.315 migliaia di tonnellate di involucri di plastica, pari a 186,5 migliaia di tonnellate in più rispetto al 2015. Conforta il fatto che Se da una parte la produzione delle confezioni di plastica non diminuisce, dall'altra aumenta notevolmente il riciclo e il riutilizzo di questo materiale. In linea con le misure messe in atto dall'Unione europea e dall'Italia, in materie prime o prodotti secondari che può avvenire con una modifica sostanziale della struttura chimica del materiale (riciclo chimico) o senza (riciclo meccanico).
Decreto. Tornano le zone gialle. Le novità.
Il Consiglio dei ministri ha approvato il nuovo decreto sulle riaperture. Tra le principali novità, dal 26 aprile chi è munito di certificazione verde potrà spostarsi da una Regione all’altra anche se si tratta di zone rosse o arancioni. Sempre dal 26 aprile e fino al 15 giugno, in zona gialla e arancione, è possibile andare a trovare amici o parenti in una abitazione privata (diversa dalla propria) in 4 persone al posto di 2. In particolare, per quanto riguarda i certificati verdi, lo può avere chi ha completato il ciclo di vaccinazione (dura sei mesi dal termine del ciclo prescritto); chi si è ammalato di covid ed è guarito (dura sei mesi dal certificato di guarigione); chi ha effettuato test molecolare o test rapido con esito negativo (dura 48 ore dalla data del test).
Per la scuola, dal 26 aprile e fino alla fine dell’anno scolastico si torna in classe anche nelle scuole superiori (secondarie di secondo grado). La presenza è garantita in zona rossa dal 50% al 75%. In zona gialla e arancione dal 70% al 100%.
Per le università, invece, dal 26 aprile al 31 luglio nelle zone gialle e arancioni le attività si svolgono prioritariamente in presenza. Nelle zone rosse si raccomanda di favorire in particolare la presenza degli studenti del primo anno.
Capitolo ristorazione. Dal 26 aprile in zona gialla riaprono i ristoranti anche a cena, purchè all’aperto. Per gli spettacoli, invece, dal 26 aprile riaprono al pubblico in zona gialla cinema, teatri, sale concerto, live club. E’ necessario che ci siano posti a sedere preassegnati e una distanza di un metro l’uno dall’altro. La capienza massima consentita è del 50% di quella massima autorizzata e comunque non superiore a 500 spettatori al chiuso e 1.000 all’aperto. In relazione all’andamento epidemiologico e alle caratteristiche dei siti, si potrà autorizzare la presenza anche di un numero maggiore di spettatori all’aperto, nel rispetto delle indicazioni del Cts e delle linee guida. Dal 1° giugno in zona gialla sono aperte al pubblico anche le manifestazioni e gli eventi sportivi di livello agonistico riconosciuti di preminente interesse nazionale con provvedimento del Coni e del Comitato paralimpico. La capienza consentita è del 25% di quella massima autorizzata e comunque non superiore a 1.000 spettatori per gli impianti all’aperto e 500 per quelli al chiuso. Per eventi di particolare rilevanza e tenuto conto delle caratteristiche dei siti è possibile autorizzare la presenza di un numero maggiore di spettatori. E’ possibile inoltre, anche prima del 1° giugno, autorizzare lo svolgimento di eventi sportivi di particolare rilevanza. Dal 26 aprile in zona gialla è consentito lo svolgimento all’aperto di qualsiasi attività sportiva, anche di contatto. Dal 15 maggio riaprono in zona gialla le piscine all’aperto. Dal 1° giugno in zona gialla riaprono le palestre. Dal 15 giugno in zona gialla riaprono le fiere. Dal 1° luglio via libera a convegni e congressi. Dal 1°luglio in zona gialla sono consentite le attività nei centri termali e possono riaprire i parchi tematici e di divertimento.
(ITALPRESS).
Le biblioteche rappresentano un’opportunità educativa fondamentale per bambini e ragazzi. Un presidio culturale e sociale esterno alla scuola, che può offrire ai minori altri servizi oltre a quello del prestito libri. In primis la disponibilità di spazi adibiti allo studio, dove ragazzi e ragazze possono incontrarsi e studiare insieme. Un’occasione importante specialmente per chi magari non ha la possibilità a casa di avere un proprio spazio tranquillo dove dedicarsi a queste attività. O ancora, spesso le biblioteche organizzano laboratori per bambini, incontri, letture collettive. Tutte opportunità formative importanti nel percorso di crescita dei minori.Purtroppo in molti casi non è così perchè il servizio offerto dalle biglioteche è carente e in alcuni casi sono chiuse all'accesso dei ragazzi. Openpolis ha effettuato un monitoraggio nei Comuni italiani sul numero di biblioteche ogni 1000 minori ( 6 -17 anni).I contenuti dell'Osservatorio povertà educativa #conibambini sono realizzati da openpolis con l'impresa sociale Con i Bambini nell'ambito del fondo per il contrasto della povertà educativa minorile.Volendo analizzare la diffusione di questo servizio in Italia, risulta evidente la limitata disponibilità di informazioni. I dati a cui è possibile accedere sono relativi solo a quante sono e dove sono le biblioteche. Un limite, dal momento che informazioni sulle dimensioni delle strutture e sui servizi che offrono permetterebbero un’analisi più completa. L’unico altro dato disponibile deriva dalla classificazione delle biblioteche in base all’ente di appartenenza. Possiamo quindi sapere se una biblioteca è pubblica o privata, se è di proprietà della regione, del comune, di università o di altri enti.
Di seguito i dati di alcuni Comuni del territorio di Enna riferiti al 2019 .
- Regalbuto - blibioteche ogni 1000 minori ( 1,3) ; media regionale ( 2 ) ; media nazionale ( 2,6) .
- Agira - " ( 1 ) ; media rgionale ( 2 ) ; media nazionale ( 2,6 )
- Centuripe " ( 1,7 ) media regionale ( 2 ) ; media nazionale ( 2,6 )
- Catenanuova " ( 1,6 ) media regionale ( 2 ) media nazionale ( 2,6 )
- Enna " ( 2,7 ) stessi dati ( 2 ) ( 2,6 )
Salgono a 175 i Comuni sciolti e commissariati.
Dei 175 comuni sciolti, 40 (ovvero quasi il 23%) sono stati commissariati per infiltrazioni criminali. Con un impatto che varia molto all'interno del paese: in Calabria più del 50% dei comuni sciolti, cioè 15 su 28, è stato commissariato per mafia. In Sicilia e Puglia la quota si colloca attorno al 40% (13 su 31 nella prima, 6 su 14 nella seconda). In Campania sono 4 su 19, cioè circa il 20%. In Basilicata ci sono 4 scioglimenti in corso, di cui uno per mafia, mentre in Valle d'Aosta sono 2 gli scioglimenti in corso, di cui uno - Saint-Pierre - sciolto per infiltrazioni oltre un anno fa. Openpolis prosegue nel monitoraggio dell’osservatorio sui comuni commissariati. Un focus sugli scioglimenti degli enti locali e le loro cause, dai conflitti politici nella maggioranza, all’incapacità di approvare il bilancio, fino al caso più patologico: l’infiltrazione della criminalità organizzata. ali scioglimenti sono stati causati prevalentemente da ragioni politiche, in linea con la tendenza rilevata l’anno passato. Le dimissioni contestuali della maggioranza dei consiglieri si sono verificate a Calatabiano, nella città metropolitana di Catania. In questo ente è stata istituita a dicembre 2020 una commissione d’accesso per la verifica di eventuali infiltrazioni criminali. Dimissioni dei consiglieri sono avvenute anche a Frascati (Roma), Panni (Foggia), Scurcola Marsicana e Villalago (L’Aquila), Albano Sant’Alessandro (Bergamo), Serramanna (Sud Sardegna), Lizzanello (Lecce), Sezze (Latina), Arce (Frosinone), Bernalda (Matera) e Brusciano (Napoli). Su quest’ultimo sono state presentate in parlamento richieste di chiarimenti sulla situazione dell’ordine pubblico (vedi oltre nel paragrafo dedicato alle interrogazioni). A Camposano (Napoli) si è verificata l’impossibilità di surroga dei consiglieri dimessi. Dimissionari i sindaci di San Germano Vercellese (Vercelli), Fiesso Umbertiano (Rovigo), Brentonico (Trento), mentre quelli di Rosolini (Siracusa) e Spoleto (Perugia) sono stati sfiduciati.Il comune di Pizzone (Isernia) e l’unione di comuni Terre dell’Acqua (Bologna) sono stati sciolti per la mancata adozione delle misure di riequilibrio del bilancio. Si è infine verificato il decesso del sindaco di Carmignano di Brenta (Padova) e di Amatrice (Rieti), dove consiglio e giunta rimangono in carica fino al prossimo turno elettorale.
Superlega. Non prendiamoci in giro.
Diciamo la verità ? La realtà del Coronavirus ha messo in evidenza quanti soldi giravano attorno al calcio sia professionistico sia dilettantistico, le società sono indebitate perchè scarseggiano gli introiti che provenivano dagli sponsor , dalle televisioni e dalle vendite di gadget. Il calcio è l'unico sport ( almeno in Italia) che incassa e vende mentre altri sport come la pallavolo, il basket , la pallamano, il nuoto etc.. sono sempre stati considerati sport minori , hanno avuto poco spazio pubblicitario , relegati algi ultimi posti nelle pagine dei giornali e nei programmi sportivi. Quindi meno soldi , giocatori pagati molto meno dei campioni del calcio il che si è tradotto nel fatto che i cosidetti " sport minori" sono il vero bacino dilettantistico in tutte le categorie ( nazionali comprese ). La politica italiana come al solito si è dimostrata ipocrita nel condannare la scelta di 12 società ricche che attirano le pubblicità e gli sponsor, di costituire la superlega per incrementare le entrate e acquistare campioni superpagandoli. La politica italiana avrebbe dovuto intervenire quando invece si è deciso di liberalizzare il mercato dei giocatori per cui oggi si assiste che una squadra di serie A o di B è formata da giocatori extracomunitari o di altre nazioni a discapito dei giocatori italiani che invece non trovano spazio se non qualche minuto durante le partite. Chi non ricorda la formazione della grande Inter ? Sarti,Burnich , Facchetti , Bedin,Guarneri , Picchi.......Anche un tifoso come me della Juve ricorda quei nomi. Oggi ? La politica Italiana come al solito non perde occasione per dimostrare di essere perennemente in campagna elettorale. Provi a costringere le società di calcio italiane a schierare solamente tre giocatori stranieri piuttosto che minacciare sansioni e provvedimenti. La politica italiana volga lo sguardo anche agli sport minori che poi minori non sono perchè se li mettiamo insieme conteremmo un numero di ragazzi e ragazze tesserati enormemente superiori a quelli iscritti nelle squadre di calcio. Queste società sono e saranno quelle che stanno pagando e pagheranno la crisi dovuta al Coronavirus , molte di queste hanno già chiuso altre lo faranno nei prossimi mesi. Tra l'indifferenza della politica ...Draghi compreso.
Accelera la campagna vaccinazioni.
La campagna vaccinale accelera e, con ieri, tocca il record giornaliero di 347.279 dosi somministrate. Un cambio di ritmo sottolineato dal ministro della Salute Roberto Speranza già nella sua informativa di giovedì alla Camera. Secondo il report settimanale del governo, nell'ultima settimana sono state oltre 10,1 milioni di prime dosi somministrate, una media di 291mila al giorno. Le dosi inoculate sono l'83,8% di quelle consegnate (14,3 su 17,1 milioni).In Sicilia sono stati 9.812 i vaccini AstraZeneca somministrati venerdì 16 aprile ai cittadini siciliani: più del quadruplo di quanto avveniva normalmente. Cresciuto anche il totale giornaliero delle iniezioni con gli attuali 3 sieri a disposizione: 28.949 (rispetto a una media di circa ventimila dei giorni scorsi). Dall’inizio della campagna vaccinale, nell’Isola, sono già state somministrate 1.074.283 dosi. Fino a domani (domenica) sono 66 gli Hub e Centri dell’Isola dove sarà possibile vaccinarsi anche senza essersi registrati sull’apposita piattaforma di Poste italiane. Queste le strutture disponibili per provincia: Agrigento, 11; Caltanissetta, 2; Catania, 9; Enna, 4; Messina, 5; Palermo, 16; Ragusa, 3; Siracusa, 7; Trapani, 9.