TROINA (ENNA)- Consegnare i boschi dei Nebrodi sottratti alla criminalità organizzata grazie al “protocollo Antoci” ai giovani e alle aziende agricole sane del territorio perché, sulla scorta della ripristinata legalità, siano attori protagonisti di un nuovo modello di valorizzazione improntato sullo sviluppo e sul rilancio, che diventi volano di crescita e occupazione. Questo l’ambizioso, ma concreto obiettivo, de “Il bosco etico”, il progetto di idee per un uso consapevole dei boschi di Troina e dei suoi dintorni, nato dalla sinergia tra Comune di Troina, Azienda Speciale Silvo Pastorale, Parco dei Nebrodi e Federazione delle Associazioni Antiracket e Antiusura italiane (FAI), in collaborazione con l’Assessorato Regionale all’Agricoltura e l’Agenzia per le erogazioni in agricoltura (AGEA), presentato stamane alla cittadinanza in un’affollata aula consiliare del palazzo municipale, in presenza delle autorità civili e istituzionali del territorio. “Finalmente – ha spiegato il sindaco Fabio Venezia - , siamo a un punto di svolta e all’inizio di una nuova sfida. Dopo la dura battaglia per riportare la legalità sui Nebrodi, adesso inizia una nuova fase di sviluppo e valorizzazione dei nostri boschi, che coinvolgerà le aziende agricole sane e le cooperative di giovani. Oggi è una giornata storica e importante non solo per la comunità troinese, ma per tutta la popolazione del nostro territorio, perché possiamo finalmente dare un segnale positivo che ci consente di fare un salto in avanti e di programmare con serenità e fiducia nuovi modelli di crescita e di occupazione”. Un lavoro di squadra, nato nei mesi scorsi grazie all’intervento del Ministero dell’Interno e del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Maurizio Martina, che ha permesso di avviare un rapporto di collaborazione con l’Agea e di aprire un fascicolo aziendale per l’accesso ai fondi comunitari che, come hanno spiegato il direttore generale dell’Agenzia governativa Gabriele Papa Pagliardini e il presidente della Silvo Pastorale Walter Giuffrida, arriveranno direttamente all’Azienda, che li investirà anche nell’avvio di nuove politiche di utilizzo ecocompatibile del bosco con interventi per di manutenzione e valorizzazione. A breve saranno inoltre avviati dei corsi di formazione per operatori forestali, turistici e per trasformatori dei prodotti agroalimentari rivolti ai giovani disoccupati, che potranno partecipare anche ai nuovi bandi per la concessione dei terreni, per il taglio della legna e per la gestione delle caserme – rifugio e delle altre strutture ricettive presenti sui Nebrodi. Il Parco, sosterrà e seguirà passo passo l’iter burocratico per i progetti di rilancio che verranno redatti e presentati dall’Azienda Silvo Pastorale, che saranno poi inseriti nell’ambito del Programma di Sviluppo Rurale (PSR) 2014 – 2020 perché, come dichiarato il presidente Giuseppe Antoci: “questo progetto riceva il giusto finanziamento per diventare un modello per tutti e perché da questi terreni che sono cosa nostra possa ripartire un processo di legalità e di sviluppo per l’intero territorio”. Sarà impegno invece del presidente onorario FAI Tano Grasso realizzare un sistema di sicurezza e di protezione per gli imprenditori agricoli e le cooperative del territorio che intenderanno investire nel territorio del Parco. “Il nostro obiettivo - ha spiegato Alice Grassi, che ha redatto il progetto de “Il bosco etoco” insieme ai colleghi architetti Barbara Fogazza e Claudia Seminara, l’ingegnere Maurizio La Villetta e l’agronomo Giuseppe Monastero – è quello di usufruire del territorio creando un sistema virtuoso di microeconomia di zona, durevole e a basso impatto ambientale, capace di creare da solo sviluppo economico e turistico e costituire un freno all’illegalità. Un’infrastruttura immateriale che crei sinergia tra gli imprenditori, recuperi l’esistente e crei energia pulita”. Le aree di intervento del progetto, comprenderanno i 4.200 ettari di bosco di proprietà comunale ricadenti all’interno del Parco dei Nebrodi, il lago Ancipa e l’ex centrale termoelettrica e la zona artigianale “Libero Grassi” e riguarderanno attività da impiantare o rivalutare: il bosco ( pulitura e realizzazione della viabilità per accedere alle strutture e realizzare percorsi naturalistici); le coltivazioni autoctone (zafferano, porcini, tartufo bianco e erbe officinali); gli allevamenti (cavallo sanfratellano, suino nero dei Nebrodi, apicoltura e produzione di miele, pascolo di bovini e ovini e produzione di latticini, parco delle tartarughe); le strutture ( ristrutturazione caserma di Sambuchello per agriturismo e agricampeggio, ricostruzione dei due rifugi delle contrade Cernuta e Pelato, adeguamento della caserma di Bracallà come sede del parco naturalistico, recupero della centrale termoelettrica del lago Ancipa per realizzare un hotel con centro benessere e sala polivalente). Le acque della diga verranno utilizzate per eventi ludici e sportivi, mentre sul fronte energetico si punterà alla realizzazione di un impianto fotovoltaico e solare termico e alla produzione e sfruttamento delle biomasse provenienti dalla pulitura del bosco. Ampio spazio alle attività ludico-sportive con la realizzazione di un parco avventura, trekking, bird watching, maneggio, canottaggio, pesca, escursionismo e campi natura per scuole, famiglie e ragazzi, che saranno fruibili attraverso una guida multimediale, aree attrezzate per la sosta e percorsi per diversamente abili e promozione del Parco con un marchio che ne identifichi prodotti e servizi, filiera a km 0, partecipazione a fiere e eventi e realizzazione di un sito internet e di un’app. “Questo progetto – ha concluso il primo cittadino - , è il segno tangibile dell’impegno che continua e di una guerra che non sarà vana se tutti insieme collaboreremo. Solo con la sinergia e la partecipazione attiva dell’intera comunità potremo vincere anche questa ennesima battaglia per il nostro territorio”.
articolo tratto da Live Sicilia