Occupazione. Chiude anche la Abival di Valguarnera. ( Vivienna)

Marzo 09, 2017 1966

Valguarnera. Anche l’ultima azienda della ex galassia “Giudice confezioni”, la Abival, ammaina bandiera bianca. Una cinquantina di dipendenti circa dal 10 marzo saranno costretti ad abbandonare il posto di lavoro per mancanza di commesse. Pare che dei clienti americani che garantivano il 70% della produzione avrebbero dato ultimamente forfait. La notizia comunicata dalle stesse maestranze è arrivata qualche giorno fa dopo una riunione con i vertici aziendali. Purtroppo, nell’era della globalizzazione, la caparbietà di mantenere in vita l’ultimo avamposto di una gloriosa azienda, costituita tutta di manodopera locale, da sola non è bastata. L’Abival, come si ricorderà, dopo la chiusura della Giudice Spa, nel giugno 2013, rimase in vita proprio grazie alla caparbietà del proprio management, alle negoziazioni delle organizzazioni sindacali e degli stessi lavoratori che decisero pur di non chiudere, di lavorare solo in determinati periodi, quando c’erano commesse, godendo in altri di ammortizzatori sociali. La determinazione non è bastata, dal 11 prossimo potranno solamente godere per un certo periodo degli ammortizzatori sociali. E poi? Essendo la maggior parte cinquantenni, ancora giovani per la pensione e anziani per trovare un altro posto di lavoro, sarà un grosso problema per loro e un ulteriore pugno allo stomaco per l’intera comunità valguarnerese. Quel famoso “polo tessile” che per un quarantennio circa, ha dato lustro a Valguarnera e alla Provincia intera, è solo un pio ricordo. Il picco massimo della produzione, (si esportava in tutto il mondo) si raggiunse tra metà degli anni ’80 e ’90, quando le famose tre “consorelle” Dalcos, Isca divenuta poi Habitus, Giudice Spa e altre piccole realtà che lavoravano nel settore, poterono contare su oltre 600 maestranze ed un fatturato di circa 40 miliardi di vecchie lire. Quella Valguarnera ricca e opulenta che sembrava più un paese della ricca Brianza o del ricco Nord Est non esiste più da un pezzo. Adesso solo macerie e basta. A testimoniarlo il costante depauperamento della popolazione costretta a trovar migliore fortuna altrove. E’ questa la triste realtà di un piccolo Comune che aveva sognato in grande, diventando nel panorama terso della provincia un grande esempio di laboriosità e intraprendenza, oggi irreversibilmente compromesso da un forte declino.

Rino Caltagirone per Vivienna

Ultima modifica il Giovedì, 09 Marzo 2017 11:31