L'estate "Possibile" : raccogliere le firme per i referendum.( articolo tratto da Agora vox Italia) In evidenza

Agosto 10, 2015 769

Fra  qualche giorno anche a Regalbuto sarà possibile firmare per gli otto referendum proposti da "Possibile", la formazione politica fondata da Pippo Civati dopo la sua uscita dal Partito Democratico avvenuta poco prima delle scorse elezioni regionali.

La campagna di raccolta firme è stata avviata durante l'assemblea costituente del partito, avvenuta lo scorso 21 giugno a Roma, alla quale ha partecipato il consigliere comunale Nicola Manoli  e si svilupperà da agosto fino a settembre compreso in tutti i Comuni d'Italia e attraverso iniziative pubbliche e banchetti nelle piazze. Ma che cosa riguardano gli otto quesiti proposti da Civati? Innanzitutto, spiega il fondatore di Possibile, "si tratta di mettere un freno alle politiche sbagliate di questo governo e ridare sovranità al popolo, quella sovranità messa troppe volte in discussione negli ultimi due anni dal clima verticistico e autoreferenziale della politica". L’idea, quindi, per i promotori "è quella di condividere con i cittadini una serie di quesiti sui temi che affrontano e mettono un freno alle storture legate alla riforma elettorale, al Jobs Act, allo Sblocca Italia e le grandi opere, alla riforma sulla scuola".

Ma andiamo ad analizzare brevemente gli otto quesiti proposti da Possibile. Il primo riguarda la nuova legge elettorale, il cosiddetto Italicum che entrerà in vigore il 1° luglio 2016 e che prevede dei grossi collegi plurinominali, nei quali ogni partito presenterà una propria lista composta da un capolista bloccato e da altri candidati, che invece saranno eletti tramite le preferenze. Come risultato, dato il premio di maggioranza, i partiti perdenti eleggeranno (quasi) solo capilista. Di conseguenza la Camera sarà composta per almeno la metà da deputati nominati dai partiti e dai capi dei partiti, come con il "Porcellum". Allo stesso tempo, ai capilista è data la possibilità di candidarsi in più collegi, fino a 10: nelle mani dei partiti sarà perciò la scelta dei primi “non eletti”. Il quesito propone di eliminare i capilista bloccati (tutti saranno eletti con le preferenze) e la possibilità per questi di candidarsi in dieci collegi (potranno candidarsi solo in un collegio).

Ancor più decisa la finalità, invece, del secondo quesito con il quale si prevede l’eliminazione completa dell’Italicum, prima della sua entrata in vigore, resistendo perciò alla giurisprudenza costituzionale in materia. 

L'obiettivo del terzo quesito è invece quello di abrogare le parti dell’articolo 38 del cosiddetto “Decreto-sviluppo” (governo Monti, 2012) che derogano al divieto generale di trivellazioni entro le 12 miglia dal perimetro delle aree protette marine e terrestri, per quanto riguarda gli iter autorizzativi già in corso.

Strettamente collegato al tema delle trivellazioni in mare e dell'ambiente è il quarto quesito con il quale si propone di abrogare quelle parti dell’articolo 35 del decreto “Sblocca-Italia” (governo Renzi) che, a partire da una qualificazione delle trivellazioni come opere strategiche indifferibili e urgenti, le sottraggono alle procedure autorizzative ordinarie, cancellando tra l’altro per tali tipologie di interventi importanti elementi di garanzia e di controllo quali il vincolo preordinato all’esproprio e depotenziando la partecipazione delle Regioni (e degli enti locali per quanto riguarda l’intesa in conferenza unificata) ai relativi procedimenti amministrativi.

 

 

                       

Il quinto quesito ha invece l'obiettivo dieliminare le procedure speciali per le grandi opere voluta nel 2001 dal Governo Berlusconi con la legge obiettivo e mai cancellate, nonostante il presidente dell’Autorità Anticorruzione le abbia definite “criminogene”. "Si tratta - spiegano da Possibile - di una lista sterminata di opere inutili e devastanti ad alta intensità di cemento, asfalto e consumo di suolo, con molte autostrade, pezzi di alta velocità e quasi nulla destinato alle reti per il trasporto in città, le uniche davvero utili".

Col sesto quesito si affronta il tema del lavoroe, in particolare delle conseguenze del tanto discusso "Jobs Act" voluto dal premier Renzi. Con il Jobs Act il datore di lavoro può decidere di assegnare al lavoratore mansioni inferiori rispetto a quelle precedentemente svolte, senza consultarsi con il lavoratore. Sono inoltre consentiti accordi individuali che comportino lo svolgimento di mansioni inferiori, associati ad una riduzione della retribuzione.

Queste norme, dunque, incidono sulla retribuzione sia in modo indiretto che diretto e gravano sulla professionalità del lavoratore, di fatto dando legittimità a ipotesi di vero e proprio mobbing.
Con la loro abrogazione rientrerebbe in vigore la precedente formulazione dell’art. 2103 del Codice civile per cui il lavoratore deve essere adibito alle mansioni per le quali è stato assunto, o a quelle corrispondenti alla categoria superiore che abbia successivamente acquisito, o a mansioni equivalenti alle ultime effettivamente svolte senza alcuna diminuzione della retribuzione: a tutela della professionalità del lavoratore.

Sempre in tema lavoro il settimo quesito propone di eliminare la nuova normativa sui licenziamenti e assicurare uguali protezioni in merito tra vecchi e nuovi assunti.
Infine la scuola, altro tema dolente delle politiche "renziane".

L'ottavo quesito referendario proposto da Civati intende cancellare la norma contenuta nella recente riforma della Scuola che attribuisce al Preside la facoltà di chiamata diretta degli insegnanti. Lo scopo del quesito è quello di evitare la precarizzazione progressiva di tutti i docenti, sopprimendo sia il potere di scelta del dirigente scolastico, sia l’incarico triennale.
La campagna di raccolta firme andrà avanti fino al 30 settembre. Per sapere dove è possibile firmare è possibile consultare la pagina internet http://referendum.possibile.com/mappa-eventi/

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