Gli indagati, rivela oggi Repubblica, sono l’ex presidente dell’Ars Francesco Cascio, già in Forza Italia e oggi coordinatore regionale Ncd; l’attuale assessore regionale alla Salute Baldo Gucciardi (Pd); il capogruppo della Lista Musumeci Santi Formica, ex An; il deputato del Pd Paolo Ruggirello e gli ex parlamentari regionali Gaspare Vitrano (eletto nel Pd e poi sospeso per vicende giudiziarie) ed Edoardo Leanza (Pdl).
Tra i beneficiari del bonus di circa 500 euro al mese, anche l’ex segretario generale dell’Ars, Giovanni Tomasello, il suo aggiunto Paolo Modica e il vice Salvatore Di Gregorio. Le retribuzioni di alcuni dei trenta burocrati, al momento dell’accordo transattivo con il consiglio di presidenza, erano superiori a 300 mila euro lordi l’anno e fino a 500 mila euro.
L’Ars è arrivata alla transazione dopo una vertenza durata anni: nel 1997 l’allora presidente dell’Assemblea Nicola Cristaldi negò a un gruppo di dipendenti la richiesta di far valere il servizio militare. Ne seguì un ricorso al Tar che diede torto ai ricorrenti, i quali impugnarono la decisione dei giudici amministrativi davanti al Cga, senza però produrre gli atti necessari, lasciando così che trascorressero 5 anni prima che
i giudici d’appello dichiarassero estinto il ricorso; nelle more il Consiglio di presidenza pensò a una transazione. L’unico a rinunciare al riconoscimento della naia fu il capo del servizio Ragioneria dell’Ars, Riccardo Anselmo.
“Noi – spiega Cascio – ci attenemmo al parere di una commissione composta da una funzionaria dell’Ars e di una del Senato, che lavorò per sei mesi. Adesso noi politici siamo gli unici a pagare. Cornuti e mazziati”.
EMANUELE LAURIA per Repubblica.it