Fino ad oggi a gestire le biblioteche nelle scuole, a fornire servizio di documentazione-organizzazione dei laboratori, a sostenere con il proprio impegno le attività relative al funzionamento degli organi collegiali e del progetto di istituto, sono stati i docenti inidonei. Chi sono?
Si tratta di 3500 docenti malati di malattie invalidanti, che pertanto non possono più svolgere la tradizionale attività didattica in classe. Un ministro che già quando era in carica ha dimostrato la sua assoluta inanità ha firmato ieri il decreto per il transito definitivo e obbligatorio di questi lavoratori nei ruoli di Ata (personale Ausiliario, Tecnico e Amministrativo). Con l'ennesimo atto autoritativo il Miur ha cambiato il profilo professionale di docenti che hanno l'unica colpa di essersi ammalati. Con una serie di effetti aberranti, che danno il senso dell'esatta portata del rispetto che coloro che ci hanno governato finora hanno nei confronti di quei diritti di cui si diceva e della tanto evocata centralità degli studenti: si mortificano professionisti competenti, subordinandoli alla logica e al ruolo di tappabuchi, indipendentemente dalle loro competenze professionali.
Se è vero che un docente è in grado di organizzare e gestire una biblioteca e di guidare i ragazzi nell'attività di ricerca, è altrettanto vero che non è di norma in possesso di competenze per svolgere lavoro di segreteria. Al tempo stesso si minimizza e si banalizza lo stesso importantissimo lavoro di segreteria degli istituti, per il quale occorrono precise competenze, inserendo personale inadeguato e privo di requisiti; senza dimenticare che il personale Ata è stato - come i docenti - tagliato drasticamente con la legge 133/08. L'immissione obbligata degli inidonei nei ruoli Ata (su domanda, fino al 2011) comporterà una perdita complessiva di 3.565 posti, che annualmente vengono occupati da precari ATA ed un risparmio complessivo di 26.288,21 euro annui per ciascun docente assegnato nei ruoli del personale amministrativo e tecnico a partire dall'anno 2012/13: ulteriore tragica precarizzazione della precarietà, oltre a quanto già sottolineato.
Contemporaneamente, si privano studenti e istituto di un contributo spesso rilevantissimo, speso a volte anche - come accade, per esempio, nella mia scuola - in interventi specialistici di alto livello, di cui gli studenti possono avvalersi. Ecco la scuola Gelmini-Profumo: quella di un tanto al chilo, quella dove attività di approfondimento e integrazione della didattica in classe vengono considerate un "in più", un lusso da evitare. Quella dove gli individui sono esclusivamente partite stipendiali, che vanno razionalizzate e tesaurizzate costi quel che costi, senza badare a competenze, diritti, esigenze individuali e collettive.
Il gioco delle 3 carte, il tentativo di sanare l'intollerabile "spreco" costituito dal fatto che le scuole potessero avvalersi di competenti figure di supporto fu proposto dalla Finanziaria 2003 (eravamo in epoca Moratti, "gli inidonei passano nei ruoli Ata o sono licenziati entro 5 anni) e raccolto definitivamente dagli esimi professori dell'ultimo governo nella "spending review" (Dl 95/12), che ha affondato definitivamente il colpo sugli inidonei, portando al decreto firmato ieri da Profumo (in preda ad un inopportuno e vergognoso iperattivismo da fine-mandato, così contraddittorio rispetto all'inerzia da "demagogia 2.0" della sua gestione), ma che ancora - per essere esecutivo - deve essere controfirmato dai ministri dell'Economia e della Funzione Pubblica.
SCUOLA. I PROF.INIDONEI DIVENTERANNO PERSONALE ATA .
In Italia ci sono 3500 docenti malati di malattie invalidanti, docenti inidonei all'insegnamento. Il nuovo decreto della vergogna dal Miur. [Marina Boscaino]
C'era la volta la scuola luogo educativo, culturale, di crescita ed emancipazione. La scuola in cui erano previsti spazi, tempi, modalità di relazione e di condivisione, fuori dalla classe.... La scuola che si attrezzava per essere campo di confronto, di stimolo, di ricerca, di pluralismo. La scuola dei diritti tutelati: il diritto all'apprendimento dei ragazzi, il più sacrosanto; e quello al lavoro dei docenti.
Con le nostre risorse, anche quando i tagli agli organici sono diventati una certezza e la scuola ha imparato a fare i conti con alcuni eufemismi - "razionalizzazione e semplificazione", prima di tutto, etichette vincenti che hanno ammantato di "modernità" l'operazione di riduzione brutale che la scuola dello Stato ha subito negli ultimi anni - abbiamo sempre badato a garantire l'attività di strutture interne alla scuola, come le biblioteche e i laboratori, che sono stati in molti casi presidi di cultura, democrazia e cittadinanza non solo per gli istituti, ma anche per i territori.
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