“Nel medio termine sussiste il rischio che l’emergenza Covid-19 accentui le disuguaglianze, sia per la maggiore presenza di lavoratori a basso reddito nei settori con più elevato rischio di contagio e con minore possibilità di lavoro a distanza, sia perché gli ammortizzatori sociali offrono un sostegno di natura temporanea, a fronte di ripercussioni potenzialmente durature sulla capacità reddituale dei lavoratori più coinvolti”. Lo afferma nelle considerazioni finali il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco.
“Dall’inizio dell’anno la rapida diffusione in tutto il mondo del nuovo coronavirus ha causato una gravissima emergenza sanitaria, milioni di persone sono state colpite, centinaia di migliaia hanno perso la vita. È una crisi senza precedenti nella storia recente, che mette a dura prova l’organizzazione e la tenuta dell’economia e della società”, spiega Visco, che prosegue: “Il governo si è mosso secondo le medesime priorità che hanno guidato gli interventi a livello internazionale, concentrandosi sulla capacità di risposta del settore sanitario e sugli aiuti ai lavoratori, alle famiglie, alle imprese – ha aggiunto Visco -. Tra marzo e maggio sono state varate misure che accrescono il disavanzo pubblico di quest’anno di circa 75 miliardi, il 4,5 per cento del prodotto”.
Per il governatore della Banca d’Italia “l’impatto della recessione e delle misure messe in campo per contenerne le conseguenze è forte sulle finanze pubbliche. Un lascito così pesante impone una presa di coscienza della dimensione delle sfide di fronte a noi”. “La sostenibilità del debito pubblico non è in discussione, ma il suo elevato livello in rapporto al prodotto è alimentato dal basso potenziale di crescita del Paese e al tempo stesso ne frena l’aumento”, sottolinea Visco.
“Con il dissiparsi della pandemia potremo ritrovarci in un mondo diverso. È molto difficile prefigurare quali saranno i nuovi ‘equilibri’ o la nuova ‘normalità’ che si andranno determinando, posto che sia possibile parlare di equilibri e normalità. Per affrontare tanta incertezza è però cruciale, oggi ancora più di prima, che siano rapidamente colmati i ritardi e superati i vincoli già identificati da tempo – aggiunge -. Oggi da più parti si dice: ‘insieme ce la faremo’. Lo diciamo anche noi: ma purché non sia detto solo con ottimismo retorico, bensì per assumere collettivamente un impegno concreto. Ce la faremo con scelte mature, consapevoli, guardando lontano. Ce la faremo partendo dai punti di forza di cui qualche volta ci scordiamo; affrontando finalmente le debolezze che qualche volta non vogliamo vedere. Molti hanno perso la vita, molti piangono i loro cari, molti temono per il proprio lavoro. Nessuno deve perdere la speranza”.
(ITALPRESS).
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