Ripertiamo un articolo apparso sulla rivista Catania Medica scritto dal Prof. Aldo E. Calogero, Professore Ordinario Endocrinologia, Direttore UOC di Endocrinologia, Policlinico UNICT e del Prof. Sandro La Vignera, Ricercatore di Ruolo, Docente Endocrinologia .
I mutati scenari che investono la Società impongono una oculata rivisitazione dei servizi che una disciplina dell’area medica dedicata alla cura di patologie di elevatissimo impatto epidemiologico, come le disfunzioni endocrine e metaboliche, sia in grado di offrire in termini pratici al Sistema Sanitario Nazionale. Esistono contesti assistenziali nell’ambito delle Scienze Endocrine fino ad oggi impropriamente derubricati per importanza, ma che alla luce degli scenari epidemiologici attuali meritano certamente una riconsiderazione ed un’appropriata collocazione in termini di offerta sanitaria. Ecco alcuni esempi. È noto a tutti che il tasso di natalità della nostra nazione è uno dei più bassi al mondo e i recentissimi dati ISTAT sono stati particolarmente allarmanti a tal riguardo. L’infertilità di coppia ha una elevata frequenza tanto che si stima che ⁓15% delle coppie in epoca riproduttiva ne è affetta. Sebbene diversi fattori vi concorrano, non si può ignorare che l’infertilità maschile, da sola o in associazione ad un fattore femminile di infertilità, ne sia la causa in ⁓50% dei casi. A rendere ancora più complessa la problematica è il dato epidemiologico che in ⁓40-50% dei casi non si riesce ad identificarne l’eziologia (forme idiopatiche) che pertanto sono suscettibili solamente di trattamento empirico o a ricorso a tecniche di procreazione medicalmente assistita (PMA). Questo fatto richiama l’attenzione sulla necessità di fornire un’adeguata sorveglianza clinica della funzione testicolare nel periodo di transizione, in particolare la fase di vita successiva ai 14 anni, età che corrisponde al momento di passaggio dal Pediatra al Medico di Medicina Generale. Evidenze cliniche e scientifiche recenti suggeriscono che questa attenta sorveglianza dovrebbe addirittura iniziare già in età pediatrica con la valutazione della crescita e della funzione testicolare periodicamente nel corso dell’intero periodo pediatrico. Questo più attento e mutato atteggiamento clinico potrebbe aiutarci a scoprire precocemente la presenza di alterazioni e di patologie prima che il danno si sia potuto perpetrare a livello della gonade maschile. L’applicazione pratica del principio di gradualità clinica previsto dalla legge 40/2004 riguardante l’accesso delle coppie con problemi di infertilità ai centri di PMA, per quanto attiene la possibilità di diagnosticare e trattare la eventuale presenza di patologie maschili (ipogonadismo funzionale, flogosi delle vie urogenitale, varicocele, ecc.) che rendono il maschio infertile, ma reversibilmente, evitando quindi alla coppia la necessità di avvalersi delle tecniche di PMA (determinante costi e con tassi di successo complessivamente valutati al di sotto del 20%). Assume sempre maggiore rilevanza clinica la necessità di monitorare ed eventualmente curare patologie endocrine durante la gravidanza capaci di interferire con il decorso della stessa e con la salute della gestante e del nascituro. In particolare, la gestione del diabete gestazionale e delle alterazioni della funzione tiroidea. La gestione a medio-lungo termine delle complicanze endocrine in ambito oncologico che i nuovi farmaci per la cura delle principali neoplasie determinano (es. alterazioni della funzione ipofisaria e tiroidea in corso di trattamento con farmaci immunomodulanti). Il percorso post-chirurgico dei pazienti sottoposti a chirurgia radicale per neoplasia prostatica avviati a trattamento farmacologico di blocco androgenico in grado di favorire l’insorgenza delle principali patologie di interesse metabolico (insulino-resistenza, diabete mellito, osteoporosi). Il percorso riabilitativo della funzione sessuale nei pazienti cardiopatici sottoposti a procedure di rivascolarizzazione coronarica, che prevede scelte farmacologiche appropriate in contesti caratterizzati da alta instabilità emodinamica e sistemica. L’auspicio è quello di un dialogo sempre più aperto e basato sulle reali esigenze della popolazione che richiede accesso alle cure tra i rappresentanti della politica della Salute e le società scientifiche dei vari settori.