Il voto decisivo del Parlamento è arrivato oggi dalla Camera dei deputati e la norma entrerà in vigore entro giugno. E così la Spagna si aggiunge a quei pochissimi Paesi europei, tre soltanto Olanda, Belgio e Lussemburgo, che permettono ai malati terminali di morire per mettere fine alle proprie sofferenze. La norma arriva sulla scia di una crescente pressione pubblica generata da alcuni casi noti, come quello di Ramon Sampedro, un uomo lasciato tetraplegico da un incidente, la cui vicenda è stata anche raccontata dal film premio Oscar ‘Mare dentro’, con Javier Bardem. Il gruppo socialista ha presentato la riforma, sostenuto da una raccolta di un milione di firme attarverso la piattaforma Change.org.
L’eutanasia, entrerà a far parte delle prestazioni del servizio sanitario nazionale. Potranno usufruirne maggiorenni che soffrano di «malattie gravi e incurabili» o di «patologie gravi, croniche e disabilitanti» che impediscono l’autosufficienza e che generano «una sofferenza fisica e psichica costante e intollerabile». La legge disciplina sia l’eutanasia con «somministrazione diretta di una sostanza al paziente da parte del professionista sanitario competente», sia il suicidio medicalmente assistito, «prescrizione o fornitura al paziente da parte dell’operatore sanitario di una sostanza, in modo che possa auto-somministrarla, per provocare la propria morte».
Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni che in Italia si batte per garantire il diritto all’eutanasia, ha subito commentato che «in Spagna ci sono voluti sette mesi tra l’inizio della discussione e l’approvazione. In Italia, come associazione Coscioni, abbiamo depositato una legge di iniziativa popolare sette anni e mezzo fa».