In Italia aumenta il riciclo e il recupero di plastica. In evidenza

Aprile 22, 2021 1781

Secondo PlasticsEurope, nel 2019 l’Europa ha prodotto 58 milioni di tonnellate di plastica. Un valore alto, pari al 16% della produzione globale, ma che rispetto al 2018 è calato del 3% .Da anni la produzione di plastica è una questione centrale nel dibattito sulla tutela ambientale. Si tratta infatti di un materiale riconosciuto come dannoso, sia per la salute dell’uomo che per l’intero ecosistema di terra e di mare. La plastica rilascia sostanze chimiche nocive per la salute dell’essere umano e dannoso per la biodiversità. Infatti, i rifiuti plastici vengono smaltiti in frazioni microscopiche, le cosiddette “microplastiche”, ossia delle micro-particelle di dimensioni inferiori ai 5 mm. Queste sono ampiamente diffuse nei mari e negli oceani ed entrano nella catena alimentare degli animali portando a diverse problematiche salutari. Inoltre, la plastica viene prodotta attraverso la lavorazione del petrolio combustibile fossile altamente inquinante.

La maggiore consapevolezza dei rischi legati a tale produzione ha spinto negli anni l’Unione europea ad agire. Da un lato, per limitare la fabbricazione di oggetti di plastica, specialmente di quella usa e getta. Dall’altro, per incentivare il riciclo e il riutilizzo di questo materiale.

Il 94% dei rifiuti urbani è composto da imballaggi di plastica. Un dato preoccupante, che ha spinto sia l’Ue che l’Italia a mettere in atto misure volte sia a promuovere un riutilizzo ecosostenibile di questo materiale, che a ridurne la produzione. A livello europeo nel 2018 è stato promosso il pacchetto sull’economia circolare attraverso il quale si stabiliscono obiettivi molto ambiziosi per il riciclaggio e il riutilizzo di diversi materiali. Tra i vari targhet, uno prevede di conseguire il riciclo del 50% degli imballaggi di plastica entro il 2025 e del 55% entro il 2030.

A livello nazionale, il nostro paese ha recepito le direttive Ue incluse nel pacchetto sull’economia circolare, attraverso il decreto legislativo 116/2020.

Le misure introdotte dal decreto sono volte a prevenire la produzione di rifiuti provenienti da involucri sia di plastica che di altri materiali, a incentivarne il riutilizzo e il riciclaggio e, conseguentemente, la riduzione dello smaltimento finale di questi rifiuti. In particolare, vengono stabiliti dei criteri che le aziende produttrici devono rispettare. In primis sulla composizione del packaging, che deve essere idonea a tutelare la salute dell’uomo, a ridurre l’impatto ecologico e a proteggere il prodotto senza inquinarlo.

Dai dati Ispra pubblicati nel rapporto 2020 sui rifiuti urbani si nota come in Italia la fabbricazione di imballaggi di plastica dal 2015 non sia stata ridotta, anzi è aumentata dell'8,7%. In particolare, nel 2019 sono state prodotte 2.315 migliaia di tonnellate di involucri di plastica, pari a 186,5 migliaia di tonnellate in più rispetto al 2015. Conforta il fatto che Se da una parte la produzione delle confezioni di plastica non diminuisce, dall'altra aumenta notevolmente il riciclo e il riutilizzo di questo materiale. In linea con le misure messe in atto dall'Unione europea e dall'Italia, in materie prime o prodotti secondari che può avvenire con una modifica sostanziale della struttura chimica del materiale (riciclo chimico) o senza (riciclo meccanico).

Ultima modifica il Giovedì, 22 Aprile 2021 12:43
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