Nei duri combattimenti di fine luglio, inizio agosto 1943 per la difesa di Regalbuto e Centuripe, piccoli centri della provincia di Enna, si distinse un giovane sottufficiale della provincia di Milano, in forza al 34° reggimento fanteria della divisione Aosta. Il suo nome era Giovanni Cattaneo, sergente che insieme ai suoi valorosi commilitoni impegnò pesantemente le truppe alleate che solo il 2 agosto riusciranno ad avere ragione di quelle posizioni e proseguire l’avanzata verso Messina.
Alla sua memoria verrà concessa la Medaglia d’Oro al Valor Militare con la seguente motivazione:
«Comandante di una squadra mitraglieri, attaccata da soverchianti forze avversarie e sotto l’infuriare del fuoco nemico tenne impavidamente il suo posto. Con l’esempio della sua calma e con la fermezza del suo coraggio spronò i suoi uomini alla strenua resistenza tenendo il nemico in scacco per oltre tre ore. Caduti i serventi dell’arma, continuò personalmente a far fuoco costringendo l’avversario a rinunciare all’attacco ed a ripiegare. Ferito due volte, non abbandonò il suo posto riuscendo a sparare ancora alcune raffiche, sinché colpito in pieno da una granata cadde al suo posto di combattimento consacrando con l’estremo sacrificio la sua mirabile tenacia e la sua eccezionale tempra di soldato»
Regalbuto, 31 luglio 1943.
Come recita la motivazione della medaglia d’oro al Valor Militare, siamo nel luglio 1943 durante la campagna di Sicilia, qui le forze alleate sono all’attacco delle residue forze italo-tedesche che, difendono l’ultimo lembo di isola ancora in loro mano. I fatti riguardanti il post odierno si svolgono a Regalbuto piccolo centro posto nella provincia di Enna.
IL 27 luglio, l’ordine delle operazioni della Divisione “Hermann Göring” conteneva istruzioni dettagliate per mantenere il piccolo centro di Regalbuto che insieme a Centuripe formavano la linea più avanzata della difesa di Adrano, posizione chiave nella linea dell’Etna, praticamente l’ultimo baluardo a difesa di Messina.
Regalbuto era l’estrema linea occidentale di difesa che dalla costa si estendeva fino ad Acireale e il Generale germanico, Paul Conrath, considerava questo fianco, il destro, il punto critico della sua linea di difesa. Qui fin dal 29 luglio sono schierati di presidio consistenti reparti germanici che comprendono un reggimento della divisione “Sizilien” e reparti di paracadutisti della “Hermann Göring”. Con loro i resti di alcuni gruppi di artiglieria delle divisione “Livorno” e “Aosta”.
Il 30 le truppe canadesi e la 231ª Brigata “Malta” sferrano l’attacco, ma incontrano un accanita resistenza. Italiani e Tedeschi abbarbicati tra le macerie degli edifici e gli speroni rocciosi si difendono, ma è una lotta impari. Anche qui, come successo a Gela e in generale in tutte le occasioni in cui le truppe alleate dovettero segnare il passo, intervengono bombardieri e caccia “Spitfire” che tormentano e sconvolgono gli obiettivi a terra, a farne e spese, purtroppo, anche molti civili.
Durante i combattimenti, che termineranno il 2 agosto, si distingue fra gli altri e perde la vita Giovanni Cattaneo, un giovane sottufficiale della provincia di Milano, sergente del 34° reggimento della divisione Livorno. Alla fine dei sanguinosi scontri in cui Cattaneo e i commilitoni sono pesantemente impegnati, le truppe Alleate riusciranno ad entrare a Regalbuto, e a proseguire l’avanzata verso Messina. Arriviamo finalmente alla biografia del protagonista del nostro post odierno, il sergente Giovanni Cattaneo.
Nato a Magenta, in provincia di Milano, nel 1916, Giovanni Cattaneo venne arruolato nel Regio Esercito nel 1939 e, con lo scoppio della Seconda guerra mondiale egli viene inquadrato nel 34º reggimento di fanteria della divisione “Livorno” col grado di sergente, reparto nelle cui file, il sottufficiale militerà per tutta la durata del conflitto.
Destinato alle operazioni in Sicilia, Cattaneo combatte dal 29 luglio, come riporta la motivazione della medaglia, per la difesa della cittadina di Regalbuto. Postosi in prima linea, il giovane sottufficiale milanese continua a fare fuoco con gli uomini che gli sono rimasti costringendo gli avversari a rinunciare all’attacco definitivo per ben due volte, salvo poi venire egli stesso colpito dallo scoppio di una granata e morire sul colpo.
Per questo gesto eroico, gli venne conferita la Medaglia d’Oro al Valor Militare alla memoria ed il paese natio gli ha dedicato una via dove, ancora oggi campeggia un suo busto commemorativo. La salma, riportata nel paese natale, riposa oggi nel camposanto dello stesso Comune. Prima di chiudere il nostro post, ricordiamo che saranno più di 4000 i soldati italiani caduti nel fronteggiare lo sbarco Alleato in Sicilia, nella convinzione di compiere il proprio dovere, difendendo i sacri confini della Patria.
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