L'opinione di : Sergio Politi e Giusy Migliastro.

Settembre 05, 2013 1499

Siria, 21 agosto. Più di cinquecento persone, compresi ottanta bambini, sono state uccise nel massacro commesso dal regime siriano nei villaggi della provincia di Ghouta nei pressi di Damasco con armi chimiche. Ancora una volta l’uomo commette un grave crimine di guerra sul proprio popolo. Sì, perché, ribelli o non, si tratta del proprio popolo e per di più di chi rappresenta il futuro: i bambini!

Secondo Save the Children e Unicef, sono già un milione i bambini rifugiati nei paesi confinanti e, per le Nazioni Unite, più di 7mila sono stati uccisi finora nel conflitto. Questo attacco sarebbe stato motivato dalla necessita di “ripulire” i quartieri di Damasco dai gruppi ribelli. Ma non è il primo crimine della storia quello di cui purtroppo oggi si discute tanto. Annualmente, infatti, sono tanti i nomi dei paesi in cui i bambini sono vittime di guerra che compaiono sulla “Black listi” voluta dal segretario dell’ONU. Tale rapporto elenca le fazioni combattenti che disprezzano ogni legge umana e sfruttano e torturano i bambini. E’ la lista che il Consiglio di Sicurezza nel 2002 decise di rendere pubblica annualmente, «per esporre alla vergogna» chi si macchia di tali atti, nel corso degli anni. è capitato decine di volte, che dopo la pubblica denuncia, l’Onu sia riuscita a negoziare con i gruppi combattenti e a liberare migliaia di bambini. In paesi come Afganistan, Mali e Siria si assiste sempre di più a fenomeni devastanti: gli estremisti sempre più spesso distruggono le scuole, rapiscono e uccidono i maestri e intimidiscono gli scolari e le loro famiglie, bombe e mitragliatrici vengono usate per cancellare i luoghi dove i bambini dovrebbero riunirsi in sicurezza e in pace per diventare i cittadini di domani, l’istruzione è infatti il primo passo verso la libertà e così facendo si tarpano le ali delle nuove generazioni. Adesso in Siria c’è preoccupazione, anche se a Damasco le testimonianze parlando di una giornata «tranquilla», con negozi aperti, gente nelle strade e traffico «normale». le Nazioni Unite parlano di un possibile “crimine contro l’umanità”, ma cosa succederebbe se le potenze occidentali dovessero decidere di punire tale crimine con le armi? Damasco si dice pronta a rispondere in ogni momento. Sarebbe dunque l’ennesimo martirio di un popolo e la sofferenza maggiore sarebbe proprio di tutti quei bambini che perderanno i propri genitori, che saranno costretti a rifugiarsi in altri paesi o che peggio perderebbero la vita.

 

Ma perché ancora oggi assistiamo a tutto questo? Perché nessuno mette una fine a tutte queste sofferenze? Non hanno anche quei bambini il diritto di crescere e vivere come i loro coetanei occidentali? “Meditate che questo è stato”, diceva Primo Levi, non dimentichiamoci di questi crimini solo perché il tg non ne parla più, insegniamo alle generazioni future, ai nostri figli la differenza fra ciò che è giusto e ciò che non lo è nel modo più assoluto, ricordiamogli che dall’altra parte del mondo non tutti i bambini sono fortunati come loro e forse un giorno tutto questo non esisterà più, perché si sarà capita l’importanza della vita.

Ultima modifica il Giovedì, 05 Settembre 2013 12:05
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