Dopo la notizia che abbiamo pubblicato relativa alla rinuncia alla 1^ div /F di pallamano dello Scinà di Palermo allenata da Salvo Cardaci , stamattina ci siamo incontrati con Salvo per una chiacchierata sulla situazione che lo sport oggi vive in Sicilia. Una Sicilia che , almeno nello sport, secondo noi sta arretrando perché ogni anno sono sempre di più le società sportive che rinunciano a partecipare ai campionati federali perché non possono più contare da tempo sul sostegno delle sponsorizzazioni delle piccole imprese, sui finanziamenti o sulle agevolazioni degli Enti Locali. I costi delle attività sono tutti sulle spalle dei praticanti e delle famiglie, che spesso non sono più in grado di sopportarli. Ne è venuto un “ parallelo” tra ciò che accade in Sicilia e ciò che è avvenuto nel nostro comune . Con la crisi vengono al pettine i problemi strutturali dello sport : lo stato non si occupa dello sport di base, le Regioni e gli Enti Locali non hanno gli strumenti e i fondi necessari, le poche leggi e normative di settore non aiutano lo sviluppo delle attività sul territorio. Il mondo sportivo organizzato nel Comitato Olimpico viene lasciato da solo a fronteggiare le attuali difficoltà. Le società sportive chiedono attenzione alla politica e alle istituzioni perché è sempre più difficile affrontare da sole i mille problemi quotidiani e svolgere, allo stesso tempo, un ruolo sociale per la salute, l’educazione, la diffusione di sani stili di vita, l’integrazione, la socializzazione. Le attività sportive sul territorio migliorano l’aspetto delle nostre città. Nelle società sportive si discute e si sceglie democraticamente. Per questo rappresentano una scuola di cittadinanza e di partecipazione.La pratica motoria e sportiva per tutti come un bene di interesse comune e' un valore sociale, così come indicato dal Libro Bianco sullo sport promulgato dall’Unione Europea nel 2007. Con l’azzeramento dei contributi regionali c’è il rischio chiusura delle sedi delle federazioni e degli entri di promozione sportiva dell’isola. Insomma uno scenario apocalittico che può retrocedere se solo si riconoscesse il valore sociale dello sport e dello sport di cittadinanza come bene comune e se “ insieme “ ( istituzioni e società sportive) si collabori per tracciare una nuova strada da perseguire in attesa che questa crisi inverta la rotta.
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