Da Angelino dimezzato a 'Gnazio isolato: 
così Berlusconi ora distrugge la destra (Da Repubblica del 4/12/2012)

Il dizionario dei "destrutti". Un mondo dove cresce il disprezzo. Per il Cavaliere gli ex socialisti Cicchitto, Brunetta e Sacconi sono "incapaci inutili indigenti"

di PIETRANGELO BUTTAFUOCO

Lo leggo dopo

 

La tradizionale processione dei “palieddi” che, come si sa, il 19 marzo di ogni anno apre la festività in onore di San Giuseppe a Regalbuto, è forse unica in Sicilia e ha origini remote che si perdono nella notte dei tempi. Il “palieddo” è formato da una tavoletta a forma di losanga, riccamente lavorata e adornata spesso con preziosi ricami fatti a mano, sulla quale viene posta l'effigie del Patriarca San Giuseppe, un santino, ed affissa ad un'asta di legno che fa da manico. La manifestazione, curata e gestita dai docenti di scuola primaria, ha protagonisti i bambini della scuola primaria e della scuola dell'infanzia, ma coinvolge anche parenti e genitori degli alunni e l'intera comunità cittadina. Due processioni partono contemporaneamente dalle sedi dei due plessi scolastici cittadini, il “G.F.Ingrassia” di piazza 24 Maggio e il “Don Milani” di via del Popolo; la prima percorre via Roma e quindi via G.F. Ingrassia, la seconda via del Popolo e via Vittorio Emanuele; esse poi si incontrano in piazza della Repubblica e quindi all'interno della Chiesa Madre San Basilio dove ha luogo la funzione religiosa fatta di canti e preghiere in onore di San Giuseppe. La processione ha origini remote, abbiamo detto, ma nel tempo se ne era perduta memoria; nel 1979, nell'ambito di un progetto di recupero delle tradizioni locali, è stata ripresa e fatta propria dalla comunità scolastica per iniziativa di un gruppo di insegnanti elementari, capeggiati dalle maestre Franca Maccarrone ed Ester Vinci, ora entrambe in quiescenza. Da allora, con la collaborazione dei vari parroci, l'Arciprete Vito Pernicone, l'arciprete Antonino Proto e l'attuale parroco don Alessandro Magno, la manifestazione viene ripetuta anno per anno ed inserita nel contesto della festività in onore di San Giuseppe.

Ecco ancora alcuni cognomi di Regalbuto, Catenanuova, Centuripe: ALAIMO - BELLONE - MACCARRONE / MACCARONE

Alaimo

E' un tipico cognome siciliano ma è presente anche in altre regioni come Lombardia, Piemonte, Lazio, Toscana, Emilia Romagna, Veneto. (in tutto 350 comuni). In Sicilia è diffuso soprattutto nelle province di Agrigento, Palermo, Caltanissetta, Enna, Catania, Siracusa. In provincia di Enna è presente nei comuni di Assoro, Enna, Aidone, Valguarnera Caropepe, Leonforte, Villarosa, Calascibetta, Nissoria, Regalbuto, Catenanuova.

Il cognome Alaimo proviene dal nome germanico Heimo-Haimo ed è forse ipocoristico di nomi come Heimeran o Heimeric. Heim è un vocabolo germanico che vuol dire casa, patria.

Tracce storiche e personaggi - Nel 1200 c'è un conte Alaimo di Lentini, maestro giustiziere del Regno, Governatore di Messina, custode della famiglia reale durante l'assenza del Re angioino. Un Manfredo Alaimo de Chabica possedette il feudo di Chabica (nel territorio di Casteltermini) come figlio legittimo di Giaimo de Aprucio; un Fra' Adinolfo Alaimo nel 1394 è arcidiacono della cattedrale di Catania. Marc'Antonio Alaimo (Regalbuto 1590 – Palermo 1662) - uno dei più celebri medici che illustrarono la Sicilia. Dopo aver conseguito a 20 anni la laurea in medicina nella città di Messina, si stabilì a Palermo, città dove si formò la sua gloria. Nel 1624 Palermo, come tante altre città del regno, era invasa dalla peste: Alaimo si prodigò tanto per debellare quel terribile flagello. Noto in tutta l'Europa, i suoi consulti furono richiesti dai più rinomati medici di paesi stranieri. Morì nell'agosto del 1662 a Palermo e lì è sepolto.

 

Ecco ancora alcuni cognomi diffusi nei tre comuni di Regalbuto, Catenanuova, Centuripe:

Amata – Amati - Amato

Il cognome Amato e le sue varie articolazioni provengono dal nome medioevale Amatus che, per i cristiani, vale come “amato, protetto da Dio”. Il cognome, grazie al suo chiaro valore augurale, si è diffuso nel tempo in tutta Italia e anche oltre i confini della penisola ( Amado in Spagna, Aimé, in Francia).

Una seconda interpretazione lo vuole nato dalla italianizzazione del nome arabo Ahmad o dal più noto Muhammad (in cui il primo è aferetico del secondo della prima sillaba): nel mondo arabo-musulmano(come anche nel Corano) i due nomi vengono usati in riferimento al profeta Maometto.

Etimologicamente Muhammad e Ahmad derivano dal verbo arabo hamida (lodare, encomiare) e vengono spesso tradotti con il significato di lodevole, degno di lode. Questi nomi arabi, fra l'altro, sono i più diffusi nel mondo musulmano e, sembra, anche i più diffusi nel mondo. Va notata la vasta diffusione e concentrazione di famiglie Amato soprattutto in Sicilia, terra, che più di ogni altra, risente degli influssi della dominazione araba.

Amato è presente in 2422 comuni italiani distribuiti in tutte le regioni con consistenti ceppi in Sicilia e Campania; diffuso in ordine decrescente in Puglia, Lombardia, Lazio, Calabria, Piemonte, Toscana, Emilia Romagna, ecc. In Sicilia si trova in tutte le province, in particolare Palermo (41 comuni, Palermo, Carini, Misilmeri, ecc.), Catania (45 comuni, Catania, Biancavilla, Caltagirone, ecc.), Messina (43 comuni, Messina, Milazzo, Castel di Lucio, ecc.) Agrigento, Trapani,; nell'ennese è noto nei comuni di Piazza Armerina, Enna, Nicosia, Villarosa, Pietraperzia, Regalbuto, Gagliano Castelferrato, Leonforte, Assoro.

La variante Amata è presente in 97 comuni italiani distribuiti in varie regioni; in Sicilia è presente nelle province di Messina, Catania, Enna (Troina, Enna, Centuripe, Regalbuto) Palermo, Siracusa. Amati è presente in tutt'Italia, diffuso in 428 comuni. In Sicilia ha piccoli nuclei nel catanese (Riposto), nel messinese (Mandanici), nel ragusano (Modica), nell'ennese (Centuripe ), nel siracusano.

Tracce storiche e personaggi - Amato, abate di Montecassino, autore di una storia dei normanni; Giacomo Amato: architetto di Palermo – secc .XVII e XVIII . Giuliano Amato: presidente del Consiglio dei Ministri dal 28/6/1992 al 28/4/1993. Amata – moglie di Latino, madre di Lavinia e suocera di Enea.

 

GEPPINO ALFREDO RIZZO

 C'è qualcuno che a Regalbuto conosce Geppino Alfredo Rizzo? Crediamo che non siano tanti i cittadini che risponderanno in modo affermativo: fu filologo, grecista, umanista, fu docente di lettere classiche, dal 1931 al 1969, nei licei di Adrano, Barcellona Pozzo di Gotto(ME), Roma; fu lettore di italiano all'Università di Gottinga, in Germania.

Era nato a Regalbuto l'1 maggio del 1907 da Santa Oliveri e Giovanni Rizzo, docente di lettere. Frequentò il Ginnasio superiore a Paternò (anni 1921/22-1922-23) si laureò in filologia classica all'università di Catania, nel 1929, con una tesi in filologia classica greca con l'illustre grecista Francesco Guglielmino. Nel 1934 vinse una borsa di reciprocità del governo tedesco e fu assegnato all'Università di Gottinga dove stette fino al 1939 come lettore di italiano.

 

Consueto appuntamento con i "Cognomi di Regalbuto, Catenanuova, Centuripe": questa settimana presentiamo i cognomi  Ingrassia, Mazzamuto, Bua.

Ingrassia

Cognome molto diffuso in tutta la Sicilia soprattutto nel trapanese, palermitano, catanese; è presente in 273 comuni di molte regioni italiane; oltre che in Sicilia è conosciuto nelle regioni Lombardia, Piemonte, Lazio, Toscana, Liguria, Veneto, Emilia Romagna, Puglia, Friuli, ecc. Nell'ennese è noto nei comuni di Catenanuova, Centuripe, Leonforte, Nicosia, Regalbuto, Piazza Armerina, Assoro, Enna, Aidone, Cerami, Valguarnera; ha come variante più affine Ingarsia.

Ingrassia e Ingarsia nascono da una italianizzazione del cognome spagnolo Garcìa che è il più diffuso in tutta la penisola iberica; essi sono forme prostetiche di Garsìa e Grassìa, tenendo presente che molti cognomi nel sud nascono come forme prostetiche di altri cognomi (vedi Impellizzeri/Pellizzeri, Incalcaterra/Calcaterra, ecc.). Si pensa che Garcìa sia di derivazione toponomastica, connesso in particolare con il comune di Garcìa, provincia di Tarragona, nella Catalogna, il quale ha una origine molto antica, pare pre-romana. Un'altra ipotesi vuole Garcìa derivato dal termine (h)artz che significa “orso”( o “volpe”). Grassia, sarebbe ancora, una metatesi di GAR che diventa GRA ( il suono “s” dovuto ad un adattamento fonetico della “c” spagnola).

Tracce storiche e personaggi - Tra i nobili Garcìa si ricordano conti d'Aragona e re di Pamplona: Garcìa I Sanchez di Navarra e Garcìa II Sanchez di Navarra(detto il Tremolante); re di Navarra Garcìa IV Ramìrez (detto il Restauratore); re Garcìa I di Leòn, i duchi di Guascogna Garcìa I e Garcìa II. Gian Filippo Ingrassia(Regalbuto 1510-Palermo 1580) – celebre medico e anatomico siciliano. Ciccio Ingrassia(Palermo 5/10/1922- Roma 28/4/2003) – comico e regista italiano; con Franco Franchi una coppia di comici entrata nella storia della cinematografia italiana: Franco e Ciccio. Giampiero Ingrassia (Roma 18/11/1961) – figlio dell'attore Ciccio Ingrassia; attore teatrale e cantante.

Continua la'ppuntamento settimanale con i " cognomi di Regalbuto,Catenanuova e Centuripe". I cognomi di STANCANELLI, D'AGOSTINO E MONACO .

STANCANELLI

Cognome diffuso in 95 comuni, prevalentemente siciliani; con piccoli nuclei è presente anche nelle regioni Lombardia, Lazio, Veneto, Liguria, Piemonte, Friuli, Toscana, Marche, Emilia Romagna, Abruzzo, Campania, Trentino, ecc. In Sicilia è diffuso nelle province di Catania, Enna (Regalbuto, Centuripe, Catenanuova, Agira, Gagliano, Enna, Troina), Palermo, Messina, Siracusa.

Il cognome è un alterato del dialettale “stanguni” con il significato di stangone, spilungone, persona troppo alta e non adeguatamente robusta; soprannome attribuito a capostipiti probabilmente aventi tali caratteristiche(Ciccia). Potrebbe essere anche un alterato di stanco, da cui stancarelli – stancanelli

Tracce storiche e personaggi - Stancanelli cav. Vito – fu sindaco del Comune di Regalbuto dal febbraio 1866 agli inizi del 1879. Raffaele Stancanelli (Regalbuto 30/6/1950) – avvocato cassazionista, consigliere comunale del M.S.I. a Regalbuto dal 1978 al 1983 e a Catania dal 1985 al 1992. Deputato regionale all'A.R.S. dal 1996 al 2008, nell'aprile dello stesso anno venne eletto senatore della Repubblica e nel giugno 2008 sindaco di Catania; ha lasciato il senato optando per la carica di sindaco della città etnea.

 

D’AGOSTINO

Cognome molto diffuso in Italia, è presente in 1377 comuni di tutte le regioni italiane, in particolare Campania, Sicilia, Calabria, Lazio, Abruzzo, Puglia, Lombardia, Piemonte, Toscana, Emilia Romagna. In Sicilia è presente in tutte le province, soprattutto Palermo, Messina, Catania, Agrigento, Enna ( comuni di Agira, Regalbuto, Catenanuova, Leonforte, Assoro, Enna, Gagliano, Troina.

 

Pubblichiamo in anteprima un ulteriore elenco dei cognomi tratto dalla ricerca sui "Cognomi di Regalbuto, Catenanuova, Centuripe", curata dal prof. Francesco Miranda e che sarà oggetto di pubblicazione nei prossimi mesi; i cognomi qui indicati sono quelli di politici ex parlamentari regionali dei tre comuni.

 GALVAGNO

Cognome diffuso in 171 comuni della Sicilia e di molte regioni italiane, Piemonte, Lombardia, Liguria, Lazio, Toscana, Sardegna, Trentino, Marche, ecc. In Sicilia è presente nelle province di Catania(23 comuni, fra cui Biancavilla, Bronte, Catania), Messina(11 comuni, fra cui Messina, Ficarra, Sinagra), Palermo, Siracusa, Caltanissetta, Enna (nei comuni di Centuripe, Catenanuova, Enna, Regalbuto.Il cognome Galvagno deriva probabilmente dal nome medioevale italiano Galvanus, che è italianizzazione di Gawain, personaggio del ciclo arturiano, uno dei più valorosi cavalieri della Tavola Rotonda, nipote di re Artù. É probabilmente legato a Gwalchmei (nome portato dall'eroe gallese Gwalchmai Gwalltafwyn) e, attraverso una serie di passaggi (fra cui il francese arcaico Galvaing), arriva all'italiano Galvano, con il significato di “buon falco della battaglia”.Tracce storiche e personaggi - Tracce di questa cognomizzazione si trovano a Belmonte (PA) nel 1234, con un  Galvanus e nel 1402 con un Galvagnus de Angelo.  Giovanni Filippo Galvagno (Torino 22/8/1801 – ivi 27/3/1874) – avvocato e politico italiano; deputato e più volte ministro del Regno di Sardegna;  fu sindaco di Torino. Michele Galvagno(detto Elio)(Centuripe 18/5/1954) – deputato regionale nella XIV e XV legislatura. Sindaco del comune di Centuripe  dal 22/10/1978 al 21/5/1990, già Presidente della Provincia Regionale di Enna.

 Mazzaglia

Cognome tipico del catanese (Nicolosi, Biancavilla, Catania, Adrano), diffuso in 96 comuni, in gran parte siciliani, e, con piccoli nuclei, presente in alcune regioni italiane, Lazio, Lombardia, Piemonte, Veneto, Sardegna, ecc. In Sicilia è presente, oltre che nella provincia di Catania(20 comuni), anche nelle province di Messina(9 comuni, fra cui Messina, Nizza di Sicilia, Torregrossa), Enna, Siracusa; nell'ennese è noto nei comuni di Catenanuova, Centuripe, Piazza Armerina, Enna.Mazzaglia è un deverbale di (ammazzare, deriva probabilmente da un soprannome originato dal termine tardo latino “mateola” (randello, mazza da combattimento) forse ad indicare che i capostipiti erano militari di epoca medioevale.Tracce storiche e personaggi - Mario Mazzaglia( Catenanuova 3/12/1929) – Deputato all'Assemblea Regionale Siciliana dalla VI all'XI legislatura; sindaco del Comune di Catenanuova dal 1975 al 1985 e dal 1998 al 2008.

 Plumari

Cognome diffuso in 50 comuni, in gran parte siciliani. Con gruppi minori è presente anche in Lombardia, Piemonte, Toscana, Veneto, Emilia Romagna, Liguria, Trentino Alto Adige. In Sicilia è presente nelle province di Catania (9 comuni, fra cui Catania, Misterbianco, Mascalucia), Enna, Agrigento, Palermo, Caltanissetta. Nell'ennese è noto nei comuni di Troina, Regalbuto, Nicosia, Leonforte, Enna, Valguarnera Caropepe, Piazza Armerina, Catenanuova. A Regalbuto è presente anche Plumare, probabilmente trascrizione errata di Plumari.

Plumari è uno dei cognomi agentis o epanghelmatici, cioè significanti mestiere; deriva dal vocabolo di origine linguistica latina plumarius o dal greco plumariòs (πλουμάριος) ambedue con il significato di “ricamatore”, che riguarda il ricamo. L'arte plumaria è una tecnica con cui, presso varie popolazioni, si usa disporre, associare o applicare, con particolari accorgimenti e criteri estetici, piume e penne variopinte di uccelli, per farne indumenti, ornamenti e accessori del vestiario, quali perizomi, collane, diademi, scettri, ventagli, ecc.(Treccani).Tracce storiche e personaggi - Don Giuseppe Plumari (Randazzo 1770/1851) – Arciprete e canonico in Randazzo; storico, scrisse una “Storia di Randazzo” e altre importanti opere di storia locale.Salvatore Plumari (Regalbuto 30/5/1934), deputato D.C. all'Assemblea Regionale Siciliana nelle VIII-IX-X-XI legislature – Sindaco di Regalbuto dal gennaio 1968 al febbraio 1977.

 

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