Un frutto dimenticato. " A meddi " ovverso le nespole d'inverno.
Il nespolo d’inverno (Mespilus germanica) è un arbusto o piccolo alberello spontaneo delle foreste d’Europa, di tale rusticità da non avere preferenze per quanto riguarda esposizione o tipo di terreno. Poco conosciuto negli orti moderni è un frutto antico. La sua origine è incerta provenendo forse dal Caucaso o dalla Persia; specie nota a Greci e Romani si dice che fosse da questi portata nel Mediterraneo dalla Germania da cui l’attributo specifico. E’ un arbusto di limitato sviluppo con rami contorti, talvolta spinosi; il suo tronco ed i suoi rami si sviluppano quasi sempre in modo selvatico e difficilmente domabile con la potatura; il suo legno, molto duro, è poco adatto all’utilizzo per lavori di ebanisteria. I frutti globosi, di colore marrone rugginoso, sono immangiabili subito dopo la raccolta. Hanno infatti polpa dura ed aspra, ricca di tannino e come tale dalle potenti proprietà astringenti; prima di mangiare le nespole d’inverno bisogna farle ammezzire, lasciandole maturare lentamente al caldo (in passato sotto la paglia); solo allora acquistano un gradevole sapore dolce acidulo diventando polpose e zuccherine anche se le varietà spontanee e comuni hanno frutti che contengono 4-5 semi abbastanza ingombranti in bocca, mentre alcune varietà orticole sono apirene.
Come dice il detto popolare, con la maturazione delle nespole arriva il segnale inequivocabile che l’estate ha compiuto il suo corso e che l’autunno è incominciato. Nella tradizione siciliana le nespole d'inverno erano tra i frutti che venivano scelti per essere disposti insieme ad altra frutta secca nei tradizionali canestrini preparati per i bambini come regalo della festa dei morti.
Cose d’altri tempi sia le nespole che la festa.
dal blog Verde insieme web
Boom di studenti italiani nelle università Olandesi.
Lo spopolamento dei nostri territori inizia anche dalla scelta universitaria. Sono sempre di più i giovani che scelgono l'Olanda per frequentare i corsi universitari. Un fiorente centro di studi, ricco di dinamiche avanguardiste e tradizionali percorsi universitari. È l’Olanda degli ultimi anni, quella che sta crescendo in istruzione superiore e che offre programmi di studio adatti a tutti gli studenti comunitari, italiani in primis. Infatti, sono proprio questi ultimi che negli anni recenti sono sbarcati nelle università dei Paesi Bassi e hanno incrementato notevolmente la popolazione studentesca locale. In particolare è il polo universitario di Groningen, insieme con l’Erasmus di Rotterdam, ad aver registrato una forte crescita di stranieri.Osservando le stime si conta un incremento del 272% di studenti italiani nei Paesi Bassi rispetto a quattro anni prima. Un valore ancora inferiore se paragonato al numero di italiani presente nelle università della Gran Bretagna, Austria, Francia, Germania e Svizzera, ma in costante aumento.
Sergio Mattarella il 21 a Catania.
CATANIA - Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella il 21 novembre prossimo sarà a Catania e alle 11 nel Teatro Massimo Bellini conferirà la Medaglia d'Oro al Merito Civile alla Bandiera d'Istituto del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco in occasione della ricorrenza dell'ottantesimo anniversario della nascita del Corpo Nazionale. Di seguito si recherà in visita all'Ospedale San Marco, a Librino. Lo rende noto la Prefettura di Catania, ufficializzando il programma della visita del Capo dello Stato.(ANSA).
Pallavolo. Serie D/F. Inizia da Messina il ritorno nella serie regionale del Volley Agira. Kentron ospite a Paternò.In C derby di fuoco tra Agira e Diavoli Rossi.
Ci siamo dunque. Manca oramai poco per l'esordio nella serie D femminile del team del presidente Gaetano Lupo. Il Comitato regionale Sicilia ha ufficializzato i calendari definitivi e Agira e kentron Enna rappresenteranno la pallavolo del territorio nel girone B . Undici squadre al via già da sabato 16 novembre , quando alle ore 18,30 le ragazze di mister Davide Giuffrida giocheranno la loro prima gara di esordio contro lil Cus Unime di Messina. Squadra giovane quella di Agira, che certamente vorrà dire la sua in un campionato che si prospetta lungo e difficile soprattutto per le squadre che ne fanno parte. Squadra giovane anche quella della kentron Enna che invece domenica pomeriggio a Paternò vorrà confermare i buoni risultati ottenuti negli anni passati. In C maschile la seconda del campionato mette di fronte Agira e Diavoli Rossi Nicosia. Un derby da non perdere perchè le due formazioni di punta del territorio hanno dato sempre vita ad incontri piuttosti combattuti. L'Agira di mister Millauro vorrà confermare la bella prestazione contro Gravina mentre i Diavoli del presidente Campione si presentano al Palasport Comunale di Agira per conquistare i primi punti.
Avvenne a Regalbuto nell'Agosto del 1699.
Regalbuto. Tanto Cervantes quanto Manzoni entrambi fingone nei loro romanzi di rielaborare storie immaginarie , scoperte per caso , con la precisa funzione di collocare i fatti da loro narrati in un tempo storico ben determinato che faccia questo da sfondo ma anche da cornice. Ma l'autore della storia , a quanto pare vera , l'ha appresa da un documento del Consejo de Italia nel quale casulmente si imbattè nel corso di alcune ricerche presso l'archivio Historico National de Madrid . Documento miracolosamente emerso da un oceano di carte di argomenti e tenore diversi. I FATTI :
Il 3 marzo del 1700 il consiglio d'Italia presieduta dal marchese di Villafranca da disposizione al suo segretario di redigere un verbale da sottoporre all'attenzione del Re di Spagna Filippo V in merito ad una ingresciosa vicenda per la quale il Vicerè di Sicilia , il duca di Veraguas , con una lettera chiedeva lumi.
Nell'Agosto del 1699 , in quel di Regalbuto, un uomo aveva scavalcato il muro di cinta del monastero di Santa Maria degli Angeli nel quale erano rinchiuse la monache che obbedivano alla regola agostiniana e aveva abusato di una di esse mettendola incinta. La suora aveva in seguito tentato di abortire e poichè l'aggressore era disposto di riparare col matrimonio la sua offesa , la donna aveva avanzato la richiesta di annullare i voti perpetui con il preciso desiderio di diventare sua moglie. Questo avvenimento non avrebbe meritato comunque il risalto e la preoccupazione che la lettera,invece,gli attribuiva se un inquisitore nominato dal Vicerè, non avesse scoperto un clima di connivenze e di rilassati costumi non solo all'interno di quel monastero ma ddirittura in altri conventi attigui ad esso. Scandali così gravi che turbano la serenità del piccolo centro siciliano e scuotono la coscienza del Vicerè , indignato anche dal comportamento del Vescovo di Catania , dal quale Regalbuto dipendeva per un antico censo, fermamente deciso ad insabbiare l'intera vicenda.
Don Thomás Bonifacio, l’inquisitore nominato dal Duca di Veraguas, porta a termine, infatti, una veloce indagine che accerta senza ombra di dubbio i fatti. Purtroppo l’autore del misfatto, reo di aver agito secondo la logica dell’amore, sfugge alla cattura.
Don Thomás, nel corso delle indagini, viene a conoscenza, suo malgrado, di vere e proprie turpitudini. Più che relazioni peccaminose, autentiche orge tra monaci agostiniani e suore dello stesso Ordine i cui conventi erano vicini, quasi attigui. La “direzione spirituale”, dettata dai religiosi alle monache, si era rivelata non solo galeotta ma, soprattutto, strumento vero e proprio di corruzione e di plagio.
A far andare su tutte le furie l’inquisitore e il Vicerè, l’atteggiamento, come già accennato, dell’arcivescovo di Catania molto prudente e deciso a minimizzare o ad ignorare i fatti.
La storia è molto simile per non dire identica all’altra della Monaca di Monza, raccontata dal Manzoni.
Stessi meccanismi, stesse complicità all’interno del monastero, scontata fuga del reo che non sappiamo, però, se alla fine sia stato catturato e assicurato alla giustizia o fatto fuori come nella storia citata dal Manzoni.
A distanza di un centinaio d’anni e in un posto lontanissimo da Milano, a Regalbuto appunto, Gertrude alias Virginia De Leyva ed Egidio, alias Gian Paolo Osio, risuscitano dalla polvere di un archivio per affermare ancora una volta l’invincibilità di una passione esasperata fino all’estremo ricorso al crimine.
Più che le famiglie, in queste due tristissime ma vere storie parallele è una società ad essere messa sotto accusa, quella spagnola, non già i poveri amanti che affermavano un loro sacrosanto diritto all’amore e ad esistere.
Le donne, scippate di un’eredità che l’ordinamento giuridico del tempo (Istituto del maggiorasco) assegnava al maschio primogenito, erano, per questo, prese in ostaggio e “monacate”, costrette, cioè, a vivere all’ombra fredda e smorta di un chiostro una vita che altri avevano scelto per loro mentre fuori, oltre la clausura, il mondo brulicava di gioie, di passioni, di tentazioni e d’affanni.
Il parere del Consiglio d’Italia, confermato personalmente dal re, è inappellabile e duro.
Si vuole colpire il male alla radice trasferendo tutte le monache di quel convento in altri monasteri e riportando suore nuove e di santa vita là dove il peccato l’aveva fatta da padrone.
O sottraendo il convento alla giurisdizione dell’Ordine agostiniano per sottoporlo alla cura e alla vigilanza dell’Ordinario, nel caso in esame il vescovo di Catania.
Di queste soluzioni sarà informato l’ambasciatore spagnolo presso la Santa Sede per studiare con gli eminenti cardinali della Sacra Congregazione per il Clero la soluzione più efficace ed ottimale.
Il Consiglio raccomanda, anche e caldamente, la cattura del reo e la sua giusta punizione. Della suora neppure un accenno e temo che la povera sia stata lasciata marcire fra quelle sacre e profanate mura. Il ricorso per annullare i suoi voti perpetui rimarrà sospeso nell’aria come il grido di libertà che si era levato dalla sua anima.
I nomi degli attori di quest’incredibile dramma io non li conosco. Il documento tace al riguardo e voglio credere che lo faccia per pudore. Ma a me in buona sostanza poco interessano. Interessano il dolore e le lacrime per una reclusione ingiusta che vede ancora una volta vittima la donna. Il vero stupro non lo fece il suo amante ma il mondo che la partorì e che la condannò senza un processo, senza un movente e senza appello.
Quando a Scicli fu abbattuta la chiesa di Santa Maria La Piazza, mio nonno raccontava a mio padre che, in occasione del ripristino dell’area, venne fuori un passaggio sotterraneo segreto che metteva in comunicazione il vicino convento dei padri francescani con l’altro delle suore benedettine. Dalla sua buia e squallida penombra, decine e decine di scheletri di piccoli feti risuscitarono, come nel giorno del Giudizio Universale, vincendo l’oblio infernale di un limbo nel quale religiosi e religiose senza scrupoli li avevano abilmente occultati, per puntare il dito contro una società ingiusta e sostanzialmente ipocrita.
Chissà quante volte le lacrime della giovane e rassegnata Addolorata dell’ospedale (sotto questo titolo era ed è tuttora venerata l’Addolorata custodita nel monastero delle suore benedettine di San Giovanni Evangelista di Scicli) avranno confortato le disperate solitudini di tante ragazze, colpevoli solo di essere nate ricche e di aver ceduto agli assalti inferociti di un’ardente passione!
Spesso, fissando il suo volto semplice e bello di statua, l’ho chiesta, questa verità, magari solo per ricevere una confidenza o semplicemente una conferma di quel racconto antico tramandatomi dalle parole di mio padre.
Ma Lei, la Vergine del dolore senza più speranza, è sempre rimasta muta e immobile sotto i miei occhi curiosi, lo sguardo basso e complice, la memoria cancellata, le labbra appena appena dischiuse sulla mia irriverente domanda.
Sizilia A 3 de Marzo de 1700
Registrada en oficio 27 a folio 353
El Consejo de Italia, pone en la Real noticia de Vuestra Magestad la que escrive el Virrey Duque de Veragua, de haverse cometido en la ciudad de Regalbuto el sacrilego delicto de haverse escalado un monasterio de monjas siguiendo el estupro, preñado e intentado aborto de una religiosa; y dize lo que se ofreze:
Como parece
Presente en 5 dicho
Marques de Villafranca
Don Pedro Guerrero
Don Antonio Jurado
Don Pedro Jacome Rubin
Don Juan Francisco Marchano
Don Ignacio de Zarate
SEÑOR
El Virrey Duque de Veragua en carta para Vuestra Magestad del 14 del pasado, dize que por el mes de agosto llegó a su noticia que en la ciudad de Regalbuto se havía cometido el inorme sacrilegio de haverse escalado el monasterio de Santa Maria de los Angeles, y San Antonio de religiosas calzadas del Orden de San Agustín, siguiendose el estupro, preñado e intentado avorto de una religiosa y que la misma pretendia annular su profesion para casarse con el agresor de estas maldades cometidas con la promessa de matrimonio, y de facilitar que se declare por sentencia la nulidad de profesion, que haviendose destinado de orden suia delegado por la Gran Corte à Don Thomas Vonifacio para que reciviese informaciones ha dado quenta ultimamente de que tiene conclusa y plena la prueva del delicto remitiendo las informaciones aunque sin haver podido prender al reo por haverse ausentado añadiendo, segun consta del resumen que embìa, haver averiguado ay indicios màs que vehementes de haverse cometido otros excesos de la misma calidad porque estando sujeto este monasterio à los religiosos de San Agustìn que en aquella ciudad tienen convento muy vecino al monasterio ay tanta travazon de elicitas correspondencias entre los religiosos y monjas que aunque no se huviessen seguido (como se cree) ni se pusiesen seguir (como se deve temer) iguales desordenes à esta, serìan por si solas dignas de remedio como escandalosas y proximas à producir maiores daños, en que deviendo el Duque inbigilar por su obligaciòn ha dado las ordenes convenientes para que se vaya replantando aquel convento de otros religiosos de la misma Orden que con su vida y costumbres puedan asegurar el preservativo que se solicita. Pero que siendo este un remedio que no cura el mal en su raìz quedando expuesto aquel con el tiempo se experimenten nuevas relaciones y quizàs desde luego por la dificultad de hallarse en qualesquiera religiosos de los que pueden embiarse à aquella ciudad. La ejemplaridad que es nezesaria no se aquieta todavìa su conciencia, y assì ha juzgado indispensable el participarlo à Vuestra Magestad para que, informado de ello, se aplique el remedio que màs convenga al servicio de Dios y el Duque tendrìa por preciso el de abolirse aquel monasterio pasandose à otros las religiosas a que darà comodidad la circustancia de ser dos los que ay en aquella ciudad de la misma Orden, este de Santa Maria de los Angeles sujeto à los religiosos y otro sujeto al Ordinario à quien no puede que darlo el primero assì porque no se cuitarìan de esta forma los desordenes que hasta àhora se han experimentado naciendo igualmente de la subordinaciòn a los religiosos y de la vecindad del convento con el monasterio, que importarìa poco la mutaciòn de govierno no haviendola en la separaciòn de las monjas complizes ni en la situaciòn de aquellos dos edificios como por que el Obispo de Catanea, segun las noticias que tiene el Duque y acredita el Instrumento que remite, parece haya ocupado el delicto de la escalaciòn que ahora està aberiguado, y pudiendo él quizàs probarlo lo ha omitido, que, aunque quiera no creerlo, las noticias y papeles que de ello le han informado le han conducido la desgracia de no ignorar tales sospechas, y, el sentimiento de ser precisas, noticiarlas à Vuestra Magestad como causas de la exclusiva del Ordinario en esta dependencia siendo mui dignas de reflexiòn en cosa de tan dìficil prueva, las circustancias que se refieren que acumulandose à los demàs absurdos haze se comprehenda mejor la nezesidad que hay de remedio eficàz en la raìz, y que no puede ser otro que el propuesto à cuio fin, aunque el inmediato recurso deviera hazerce à la Sagrada Congregaciòn de Cardenales, no se ha resuelto à ello sin dar quenta primero à Vuestra Magestad.
El Consejo pone en la Real noticia de Vuestra Magestad el contenido de la carta referida del Virrey, siendo de parecer se le responda ordenandole en quanto al primer punto que haga todas las diligencias posibles para la captura y con digno castigo del delinquente. Y en quanto al segundo que mira à dar providencia que evite la continuaciòn de nuevos escandalos y desordenes en aquel monasterio.
Juzga el Consejo por conveniente se remita copia de esta carta del Virrey al Embajador en Roma para que solicite con la Congregaciòn de Cardenales se sujete este convento de Santa Maria de los Angeles al Ordinario o se extinga, pasando las monjas à otro convento de su religion sujeto al Ordinario encargando al Embajador procure el logro de uno de estos dos medios, el que le pareciere tenga màs facilidad de conseguirse, para obiar estas ofensas de Dios y el grave escàndalo y horror que traen consigo y que dé quenta de lo que executare y consiguiere à este fin;
Vuestra Majestad mandara lo que màs fuere servido.
Madrid a 3 de marzo de 1700
http://www.ragusanews.com/articolo/34222/le-notti-di-regalbuto
Il libro.......
Serve la scuola? Come si costruisce in Italia la professione dell'insegnante? Perché gli alunni non sono ancora al centro della situazione educativa? Come recita il sottotitolo del libro, è possibile sopravvivere a scuola? Certamente sì, a patto che chi fa questo mestiere sia capace di mettersi in discussione ogni giorno. Solo questo tipo di riflessività può rompere il circolo vizioso degli interminabili scambi di stereotipi e lamentele che sono una parte tanto importante nella vita quotidiana degli insegnanti ma che non servono alla crescita degli adulti e degli alunni.
In cartaceo. Da oggi in tutte le librerie.
Cresce il Pil in Sicilia ma è inesorabile lo spopolamento
Secondo una proiezione la popolazione si attesterà a quota 3.914.003 nel 2065 (oggi siamo 5.026.989): uno spopolamento inesorabile con 23.680 persone che ogni anno, da qui ai prossimi 47 anni, abbandoneranno l'isola. I giovani abbandonano la Sicilia per cercare fortuna fuori: 44mila ad andare via dal 2002.La Sicilia nel 2018 ha segnato una crescita del Pil del +0,5% ma è un aumento senza crescita nè sviluppo. La notizie non tra le più belle , tutt'altro. Perchè secondo il rapporto Svimez la Sicilia è destinata a perdere nei prossimi anni più di un milione di abitanti.Secondo una proiezione la popolazione si attesterà a quota 3.914.003 nel 2065 (oggi siamo 5.026.989): uno spopolamento inesorabile con 23.680 persone che ogni anno, da qui ai prossimi 47 anni, abbandoneranno l'isola. I paesi si svuotano. Sono sempre più numerose le case in vendita.
Almeno lui ci ha messo la faccia.....
E' raro vedere un Premier seduto in mezzo agli operai, senza la scorta che lo circonda. Seduto ad ascoltare gli operai dell'ex Ilva di Taranto per sentire la loro rabbia, le loro preoccupazioni per il futuro. Gli operai non fanno paura, vogliono essere ascotati, vogliono sentire che lo Stato è dalla loro parte, dalla parte dei più deboli . Di quelli cioè che per certi Imprenditori sono niente di più che carne da macello. Conte ci ha messo la faccia. Si. Non sarà il presidente del consiglio più amato dai giornalai del potere ma ha due palle così, un coraggio che fino ad ora nessuno aveva mostrato. A Taranto ho vissuto due anni , in marina , all'arsenale imbarcato nel rimorchiatore. L'Ilva esisteva già. Il nostro acciaio era ed è il più ambito. Il migliore. Per l'acciaio tanti tarantini sono morti. Taranto sta pagando un prezzo troppo alto e dunque gli operai meritano il faccia a faccia. Meritano che lo Stato si schieri in difesa al loro fianco. Che l'Italia intera si unisca per difendere non solo il diritto al lavoro ma soprattuto per ricordare il prezzo che Taranto ha pagato e paga in termini di vite umane.
Gaeditori. Agyrion . Nuova edizione
Dopo la straordinaria avventura vaticana eccoci nuovamente al lavoro. In ricordo del 122esimo anniversario della nascita di Giuseppe Favaloro, GAEditori ripubblica, per la prima volta, in versione ebook, uno dei suoi testi più affascinanti ovvero "Agyrion" Memorie storiche ed archeologiche, breve saggio dedicato alla nutrita presenza di reperti archeologici ad Agira (Enna). La copertina è stata ridisegnata in maniera fedele, sia nella scelta dei caratteri che nel colore, a quella originale data alle stampe nel 1923. Da oggi in tutti gli store online.
Vito Bonanno:" Amministrare la nostra collettività a titolo gratuito."
Come più volte affermato la pagina delle "opinioni" è sempre stata aperta a quanti vogliono esprimere il proprio pensiero purchè si utilizzino i dovuti modi ed essere rispettosi delle altrui opinioni. Non capita spesso di ricevere richieste in tal senso e come nel caso del sig Vito Bonanno, pubblichiamo volentieri le sue considerazioni che di seguito leggerete.
" Un vivo ringraziamento vorrei rivolgerlo al Blog Regalbuto Press per avermi dato l'opportunità di esternare una recente e meditata idea. Non immagino la reazione che potrà provocare nei buon pensanti della politica locale , spero però di riuscire a sensibilizzarli, col precisare che questa mia idea non vuole rappresentare una nuova antipolitica locale o un nuovo populismo. Forse questa mia "trovata" pecca un pò di ingenuità , essere fuori dei tempi e di una certa consolidata logica politica. Lontano di esprimere facili e gratuiti giudizi verso chi ha amministrato la nostra comunità fino ad ora, ma fiducioso nel tentativo di provare a smuovere le acque della politica locale " paesana" che potrebbe produrre un nuovo modo di spendersi al servizio della collettività,mi chiedo e chiedo perchè il volontariato può essere solamente inteso nelle attività sociali e non nell'amministrare il nostro Comune ?
A Tal fine faccio appello in particolar modo a coloro che non hanno impegni di lavor, a proporsi e spendersi assieme a me per amministrare la nostra collettività a titolo gratuito E utilizzare i risparmi delle indennità , che sono un bel gruzzoletto, per valorizzare la nostra Regalbuto."