Sono molti quelli che quest’anno si troveranno a presentare la domanda di disoccupazione 2017. La Naspi, Nuova Prestazione di Assicurazione Sociale, è il nuovo sussidio di disoccupazione introdotto con il Jobs Act. Per poter fare richiesta si dovrà però comprovare il proprio stato di disoccupazione e presentare domanda. La nuova indennità di disoccupazione è la Naspi, introdotta con il Jobs Act, ossia la riforma del lavoro del governo. A cambiare non sono solo le modalità di richiesta, ma anche i beneficiari che ne possono fare richiesta. 

Requisiti

Innanzitutto è bene ricordare che l’indennità è destinata a chi ha perso involontariamente il lavoro ad esclusione delle seguenti categorie:

  • i dipendenti a tempo indeterminato delle pubbliche amministrazioni;
  • gli operai agricoli a tempo determinato o indeterminato.


Potranno invece chiedere la Naspi i seguenti lavoratori, che hanno perso il posto involontariamente:

  • apprendisti;
  • dipendenti della pubblica amministrazione con un contratto a tempo determinato;
  • personale artistico con contratto subordinato a tempo determinato;
  • soci lavoratori di cooperative con un rapporto di lavoro subordinato.


Oltre a queste categorie potranno fare richiesta del sussidio anche:

  • lavoratrici che hanno presentato le dimissioni nel periodo della maternità, perché si tratta di dimissioni per giusta causa;
  • lavoratrici madri obbligate a presentare le dimissioni durante il periodo tutelato dalla maternità;
  • lavoratori che sono stati licenziati per motivi disciplinari.

Dato che l’interpretazione della situazione è personale non si può escludere il lavoratore dal sussidio di disoccupazione.

Come presentare richiesta

La domanda di disoccupazione va presentata entro 68 giorni dalla perdita del posto di lavoro. La domanda per richiedere la disoccupazione deve avvenire solo per via telematica, attraverso il sito dell’Inps. Per svolgere le pratiche si dovrà essere in possesso del Pin dispositivo. Nel caso in cui non se ne fosse in possesso ci si potrà rivolgere al patronato e farsi guidare nelle pratiche per la richiesta.

Le pratiche per richiedere il sussidio di disoccupazione sono piuttosto semplici, ve le schematizziamo per mostrarvi con chiarezza la situazione:

  1. eseguire il login nell’area dei Sevizi online del sito ufficiale dell’Inps;
  2. selezionare Invio domande di prestazioni a sostegno del reddito e poi cliccare sulla dicitura Naspi, che comparirà sulla barra di sinistra;
  3. una volta entrati in questa sezione dovrete cliccare su Indennità di Naspi e poi su Invio domanda.


Dopo aver svolto questi passaggi si dovranno controllare con cura i propri dati anagrafici, le motivazioni del licenziamento e controllare con cura tutti i dettagli. Si potrà poi procedere con l’invio della domanda di disoccupazione, mediante la quale verrà richiesta l’indennità.

Come presentare richiesta

Per poter presentare la domanda di disoccupazione 2017 occorre però essere in possesso di ulteriori requisiti, oltre alla perdita del lavoro. Questi requisiti sono: 

  • essere in possesso dello stato di disoccupazione; 
  • avere versato nei quattro anni precedenti l’inizio del periodo di disoccupazione almeno tredici settimane di contribuzione; 
  • aver maturato almeno trenta giornate di lavoro effettivo nei dodici mesi che precedono l’inizio del periodo di disoccupazione.

 

Come chiedere lo stato di disoccupazione

Anche per poter ottenere lo stato di disoccupazione si dovranno soddisfare però delle condizioni. Il lavoratore dovrà infatti essere privo di qualsiasi occupazione, anche saltuaria, stagionale o occasionale. Si dovrà inoltre essere immediatamente disponibile a svolgere un’altra attività lavorativa e soprattutto mostrarsi attivi nella ricerca di una nuova occupazione.

Il disoccupato dovrà presentarsi di persona presso il Centro per l’Impiego, munito dei seguenti documenti:

  • carta d’identità o documento di riconoscimento valido;
  • copia del contratto di lavoro;
  • per i disoccupati stranieri verrà richiesto anche il permesso di soggiorno e un indirizzo abitativo.


Per mantenere lo stato di disoccupazione la persona non dovrà svolgere alcun tipo di mansione e dovrà presentarsi annualmente presso il Centro per l’impiego per ratificare lo status.

Calcolo dell’importo

Per quanto riguarda il calcolo dell’importo dell’indennità di disoccupazione occorre dividere il totale delle retribuzioni imponibili ai fini previdenziali degli ultimi quattro anni per il numero di settimane di contribuzione e moltiplicare il quoziente così ottenuto per il numero 4,33.

L’indennità di disoccupazione 2017 è pari al 75% della retribuzione mensile risultante da tale operazione qualora la stessa sia pari o inferiore a 1.195 euro. Qualora la retribuzione superasse i 1.195 euro mensili, invece, l’indennità di disoccupazione 2017 è pari al 75% di tale importo a cui si aggiunge una somma pari al 25% del differenziale tra la retribuzione mensile e il predetto importo.

In ogni caso l’importo dell’indennità di disoccupazione 2017 non può superare i 1.300 euro mensili.

Durata

La durata dell’indennità di disoccupazione 2017 dipende dalla storia contributiva del lavoratore, in ogni caso non possono superare i due anni. In particolare la durata massima è pari alla metà delle settimane coperte da contribuzione nei quattro anni precedenti il giorno di perdita del lavoro.

La recente e storica nevicata del 6 gennaio 2017 che ha imbiancato le strade  i tetti e le campagne di Regalbuto ha avuto l'effetto di creare tra gli abitanti del paese tanta gioia dato che non è usuale vedere così tanta neve. Sulle strade e piazze del paese si sono riversati decine di giovani e le foto apparse su facebook testimoniano tutto ciò. La neve ha creato anche qualche disagio specie sulla circolazione stradale e diverse caldaie sono andate in blocco per troppo freddo. Abbiamo anche raccolto lo "sfogo" del presidente della Fraternita Misericordia di Regalbuto Santo Cantali che con alcuni volontari hanno effettuato decine di soccorsi agli automobilisti in panne , spargendo sale per far sciogliere il ghiaccio e ripulito alcuni tratti di strada ."Abbiamo provveduto al soccorso di diverse persone in situazioni di emergenza e sgombrato qualche tratto di strada utilizzando ove necessario anche del sale acquistato dalla Misericordia.....mi chiedo: in queste situazioni non dovrebbe intervenire il Comune, responsabile del Piano Protezione Civile?? Ah...dimenticavo, noi facciamo volontariato puro considerato che siamo l' unica Associazione a Regalbuto che ad oggi non ha percepito nessun contributo da parte di questa Amministrazione. La presenza della Misericordia sul nostro territorio è ormai palese solo i ciechi non vedono quello che è stato fatto e che si continuerá a fare nonostante tutto e tutti e sempre e solo per il benessere della comunità!" 

Abbiamo scelto questa foto per ricordare l'evento neve nel giorno della Befana 2017. Anche la nostra città si è imbiancata ed è subito festa perchè non è usuale per noi vedere i tetti delle case e le campagna ammantati di neve. L'evento  ha scatenato  fotoamatori e non  che vorranno conservare un ricordo e anche....qualche selfie come quello che vedete. 

Con Polisportiva Amèselon Regalbuto, grazie al progetto “Coni Ragazzi”, i giovani dai 5 ai 13 anni potranno praticare gratuitamente lo sport della pallavolo e per i più piccoli l'attività motoria di base. La dirigenza del sodalizio regalbutese fa sapere che le iscrizioni sono aperte fino al 17 gennaio prossimo e i moduli si potranno ritirare presso il municipio di Regalbuto e il bar Vittorio Veneto,oppure rivolgendosi ad uno dei responsabili di Amèselon .Nella stagione scorsa (2015-2016) in Italia si sono iscritti al progetto oltre 18.000 bambini che hanno praticato più di 50 diversi sport. “Coni Ragazzi” è un progetto sociale, sportivo ed educativo, promosso da Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministero della Salute e CONI. Un programma ideato perché lo sport diventi un diritto di tutti e alleni i ragazzi a crescere più sani e felici."  Coni Ragazzi- ci dice il presidente Dario Bonina - ha l’obiettivo di incoraggiare bambini e ragazzi a svolgere attività fisica, facilitando il loro processo di crescita e aiutandoli ad acquistare consapevolezza delle proprie potenzialità. Il progetto si propone anche di offrire supporto alle famiglie che non possono sostenere i costi dell’attività sportiva extrascolastica, promuovendo stili di vita corretti e salutari, insieme ai valori educativi dello sport come lo spirito di gruppo e l’integrazione sociale. Il servizio di attività sportiva offerto da “Coni Ragazzi” consiste di 2 ore a settimana per la durata di 19 settimane (escluse le festività) come da calendario scolastico regionale, un programma di attività diversificato per fasce d’età e copertura assicurativa per infortuni a tutti i partecipanti. Verrà predisposta una graduatoria sulla base del reddito ISEE; nel caso in cui il reddito non sia attestato tramite dichiarazione ISEE, le famiglie potranno presentare una dichiarazione sostitutiva rilasciata dall’amministrazione locale competente. Per i bambini/ragazzi segnalati dai servizi degli Enti locali o provenienti dalle zone terremotate e segnalati al Comitato Regionale CONI, non viene richiesto il certificato ISEE. I bambini/ragazzi selezionati potranno essere inseriti nelle attività e nei corsi già previsti dalle associazioni sportive coinvolte, in base alla propria fascia d’età."

 

E' notorio che il nostro blog ha da sempre espresso il dissenso a "privatizzare" gli impianti sportivi di proprietà del comune di Regalbuto. Abbiamo motivato questo dissenso  ritenendo che gli impianti della Cittadella dello Sport , secondo il nostro modesto parere , sono una risorsa soprattutto in termini sociali alla luce del fatto che la richiesta di sport che proviene dalla famiglie è piuttosto alta nel nostro territorio. Dare ai privati un impianto può significare un aggravio dei costi alle società sportive che vorrebbero utilizzarlo per i propri scopi che si riflette sul rincaro delle spese per le famiglie , dato che come si sa le società sportive non ricevono più contributi. Questi contributi fino ad ora si era detto provengono dall'Ente Comune nell'utilizzo gratuito dei propri impianti . A Regalbuto il fatto che siano stati cancellati i due campi di calcio, unici impianti all'aperto dopo quelli inutilizzati della cittadella dello sport, che rappresentavano lo sfogo naturale e gratuito per le decine di ragazzi che li utilizzavano , ha fatto si che la richiesta di impianti al coperto  abbia  subito un'impennata che ha avuto come conseguenza il super affollamento nell'uso dell'impianto fino a tarda sera , con un aggravio dei costi energetici.  Non è di colpe che vogliamo parlare ma è realistico pensare che i costi derivati dalla richiesta di uso dell'impianto da parte di altre società sportive peseranno , alla luce del fatto che la società sportiva che gestisce l'impianto dovrà far fronte al pagamento del gas,acqua e luce e della manutenzione ordinaria oltre a quelli per la pulizia. E dunque è legittimo chiedere un corrispettivo adeguato. Del resto non aver inserito nel regolamento comunale un "costo sociale" oltre il quale non si può richiedere dal concessionario fa si che le cosiddette tariffe sono da considerarsi libere.  Ma vabbè è andata così , sono scelte operate dall'amministrazione comunale  , rispettabili , e per tre anni , fino a tutto il 2019, chiunque andrà a governare il paese dovrà  affrontare la realtà dei  fatti.  Ma si può ovviare a questa situazione. ?  Del resto dato il grande silenzio e le mancate posizioni da parte dei partiti , movimenti e opinionisti ci fa pensare che siamo gli unici don Chisciotte dell'argomento . Ma almeno abbiamo il coraggio di dire ciò che pensiamo.La soluzione secondo noi passa solamente dal fatto che bisognerà per forza mettere mano ad un riordino nell'uso delle palestre scolastiche e degli impianti all'aperto  e non solo nelle palestre ma anche in quei luoghi adibiti a palestre e mai considerati. La domanda è : quale tipo di sport o attività sportiva si potrà effettuare in questo o in quell'impianto sportivo e non e nella cittadella dello sport ? Bella domanda.

A partire dal 2017 e fino a tutto dicembre 2019 il palazzetto dello sport di Regalbuto è stato affidato alla associazione sportiva dilettantistica Futsal Regalbuto per un ammontare annuo di 2000,00 euro. E' quanto si legge nella determina amministrativa del comune di Regalbuto n° 273 del 23 dicembre scorso , con la quale viene approvato il verbale di gara per la concessione dell'impianto sportivo in contrada Piano Arena. Il sodalizio regalbutese la cui squadra attualmente milita nel campionato nazionale di serie B , è stata l'unica società sportiva a presentare un aumento di euro 200,00 sulla base d'asta fissata dall 'amministrazione comunale in euro 1800.00 annui. La determinazione è stata pubblicata all'albo pretorio dell'Ente il 31/12/2016 per 15 giorni consecutivi. La concessione del palazzetto prevede che la società sportiva aggiudicataria eseguirà nel più breve tempo possibile tutte le volture necessarie ( gas,luce e acqua) per la gestione dell'impianto  e curerà la manutenzione ordinaria. C'è naturale soddisfazione da parte della dirigenza della società sportiva Futsal Regalbuto , la quale potrà disporre dell'impianto per i propri tesserati e per le squadre che militano nei diversi campionati giovanili di calcio a cinque e nella serie B nazionale. Non sono comunque mancate le forme di dissenso per la linea intrapresa dall'amministrazione comunale di dare in concessione i propri impianti sportivi a base d'asta.

Attraverso l’accordo politico raggiunto tra amministrazione e sindacati rappresentativi, anche l’Italia recepisce la direttiva dell’Unione Europea n. 70/99 sulla equiparazione del servizio pre-ruolo a quello svolto da chi ha sottoscritto il contratto a tempo indeterminato. Ciò varrà anche per chi ha svolto servizio sui posti di sostegno, ai fini del vincolo quinquennale. L’intesa ora dovrà tradursi in un contratto articolato da sottoscrivere entro il mese di gennaio, con effetti pratici ai fini della mobilità dei docenti 1°settembre 2017. Approvate anche importanti novità sulle percentuali dei posti vacanti da assegnare al personale precario. L’intesa, tuttavia, non tiene conto dei docenti che svolgono servizio negli istituti paritari, continuando a considerarli dei lavoratori di serie B.

Marcello Pacifico (Anief-Cisal): è una mancanza particolarmente grave. Noi avevamo lanciato i primi ricorsi sull’equiparazione delle supplenze svolte negli istituti paritari già nel 2010, denunciando la violazione del principio di non discriminazione. Per tutti questi docenti, quindi, toccherà ancora una volta rivolgersi al giudice per vedersi considerare un loro pieno diritto: noi staremo, ancora una volta, al loro fianco.

Con 18 anni di ritardo, l’Italia recepisce la direttiva dell’Unione Europea n. 70/99: in base all’intesa politica raggiunta nei giorni scorsi tra amministrazione e sindacati maggiori, il nuovo contratto sulla mobilità dei docenti non prevede più differenze di calcolo tra servizio a tempo determinato e indeterminato. In pratica, il servizio pre-ruolo, finora considerato con un punteggio dimezzato rispetto a quello di ruolo, avrà la stessa valenza di quello svolto di chi è stato già immesso nei ruoli della scuola pubblica. Con l'intesa firmata, Ministero dell’Istruzione e organizzazioni sindacali rappresentative decidono quindi finalmente di adeguarsi all’UE e si dicono d'accordo a valutare per intero quel servizio, anche per chi ha svolto servizio sui posti di sostegno (ai fini del vincolo quinquennale).‎

L’intesa, che ora dovrà tradursi in un contratto articolato da sottoscrivere entro il mese di gennaio, con effetti pratici ai fini della mobilità dei docenti 1° settembre 2017, rappresenta un punto di arrivo importante. Ma non esauriente. Perché l’accordo non ha recepito ancora la valorizzazione del servizio svolto nelle scuole paritarie: il Dicastero di Viale Trastevere, infatti, si ostina a tenere la testa nella sabbia, considerando i docenti che svolgono servizio in questi istituti come se fossero dei lavoratori di serie B.

E questo nonostante i successi ottenuti dai legali Anief nei tribunali del lavoro su questo versante di precariato scolastico: per i giudici del lavoro, infatti, l’art 2 del Dl 255/ 2001 convertito in legge 333/01 ha previsto che “i servizi di insegnamento prestati dal 10 settembre 2000 nelle scuole paritarie di cui alla legge 10 marzo 2000 n 62 sono valutati nella stessa misura prevista per il servizio prestato nelle scuole statali” ribadendo come “tali disposizioni evidenziano come la parità di trattamento fra scuole paritarie e scuole pubbliche valga non solo per gli studenti, ma anche per i docenti, essendo entrambi attori sostanziali di un unico sistema che contribuisce all’erogazione del servizio pubblico dell’istruzione”.

“Secondo la nostra organizzazione autonoma, che con il nuovo anno si candida ufficialmente alla rappresentatività sindacale in vista del rinnovo Rsu del 2018, la mancata equiparazione, ai fini della mobilità, del servizio svolto nelle scuole paritarie, è una mancanza particolarmente grave”, spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal. “Noi, dal conto nostro – prosegue Pacifico - avevamo lanciato i primi ricorsi in tempi non sospetti: già nel 2010, quando ha denunciato la violazione del principio di non discriminazione sotteso ai contratti di tutti i supplenti della scuola italiana. Per tutti questi docenti, quindi, toccherà ancora una volta rivolgersi al giudice per vedersi considerare un loro pieno diritto: noi staremo, ancora una volta, al loro fianco. Chi vuole presentare ricorso fa ancora in tempo”.

L’accordo tra amministrazione e sindacati, infine, porterà nuove regole anche per la distribuzione dei posti da assegnare annualmente al personale docente: sale al 60 per cento la percentuale riservata alle assunzioni. Mentre il prossimo adeguamento parziale dell'organico di fatto a quello di diritto permetterà ai neo-assunti su ambito territoriale anche la possibilità di presentare domanda per il restante 30 per cento dei posti. Il 10 per cento rimarrà ad appannaggio dei passaggi di ruolo, per i quali una recente sentenza della Cassazione ha ripensato la materia riconoscendo illegittimo il meccanismo della temporizzazione.

Se c’è un argomento (oltre a quello più annoso e vessato dei rifiuti) che rappresenta plasticamente la qualità della classe dirigente e politica del nostro territorio, questo è certamente la gestione della vitale risorsa idrica. Ora, se è vero che in realtà il problema della scelta tra i mezzi di copertura finanziaria del servizio idrico integrato va inquadrato in altri ambiti, che vanno dalle scelte etiche della politica all’efficienza e trasparenza degli operatori del servizio, è altrettanto vero che in una realtà che opera secondo regole certe e trasparenti e in un sistema di controlli efficace, l’introduzione di un qualsiasi strumento di pagamento per il servizio idrico integrato risulterebbe indifferente se si rispettassero i principi di solidarietà, equità e se si considerasse l’accesso all’acqua un diritto per tutti.

In tale contesto, non ci siamo mai fatti trascinare dalle sirene del libero mercato né da quelle, più recenti, che hanno animato i demagogici, quanto falsati, referendum sull’acqua pubblica. Ma abbiamo sempre puntato il dito sul sistema dei controlli. Un buon sistema di controllo e vigilanza sulle modalità di gestione del servizio, scongiurerebbe quelle derive monopolistiche che, tradizionalmente, fanno male sia ai processi economici ed aziendali dell’ente gestore che agli utenti finali del servizio.

E’ proprio un caso da manuale quello che si sta verificando nell’ambito territoriale della provincia di Enna, in cui il monopolista privato “AcquaEnna” continua, inopinatamente, a riscuotere in fattura dagli utenti le cosiddette “partite pregresse” pur in presenza di ben cinque sentenze dei Giudici di Pace di Enna che le hanno dichiarate illegittime sotto diversi profili.

Orbene, in disparte il grave comportamento di “AcquaEnna” che continua a pretendere tali voci di costo (udite, udite!!) anche da coloro che hanno trovato conforto nella giustizia, balza in tutta evidenza il (non) ruolo dei Sindaci nell’esercizio associato delle funzioni di controllo e vigilanza attribuite ieri all’ATO Idrico e oggi all’Assemblea Territoriale Idrica (ATI). Tutti i Sindaci della provincia di Enna (ad eccezione del Sindaco di Barrafranca che continua illegittimamente a restare fuori dall’ambito territoriale ottimale) continuano ad abilitare l’ente gestore del servizio idrico al recupero di somme da tutti gli utenti per colmare il gap economico generato da un errata valutazione del costo del servizio contenuta nell’originaria stesura del piano d’ambito. La domanda sorge però spontanea, tranne ai Sindaci della nostra terra: ammesso che sia vero il gap del costo del servizio tra quanto preventivato e quanto realmente speso (che ammonterebbe a circa 22 milioni di euro), perché dovrebbero essere gli utenti a pagare un errore che ha commesso l’ATO Idrico? E’ forse questa la vera ragione che spinge i Sindaci a tifare per l’Ente gestore “AcquaEnna” e non per i propri cittadini?

“L’annuale bufala del Sole24ore, spacciata per classifica degli atenei italiani, si conferma essere lo strumento di un disegno politico volto a desertificare il Sud e le Isole, facendo credere ai giovani meridionali che le università delle loro regioni siano le più scadenti del Paese. È ora che su queste classifiche ingannevoli intervenga l’Antitrust perché qui si tratta di una vera e propria turbativa del mercato.Per quanto riguarda la Kore di Enna, siamo lieti di essere all’ultimo posto nel giudizio di Confindustria perché vuol dire che formiamo menti critiche.Allo stesso tempo siamo orgogliosi di essere al primo posto in Italia secondo la valutazione degli studenti. Questo primato, l’unico che davvero riguarda la qualità degli atenei, nessuno ce lo può togliere”.

Cataldo Salerno

Presidente Università Kore di Enna

Oggi compie gli anni un nostro concittadino, anche se per pochi anni in quanto vive a Milano, ma che è stato un grande campione a livello sportivo: Gaetano Erba. Vinse l'oro ai Campionati Europei Juniores sui 2000 siepi nell'edizione del 1979 a Bydgoszcz e vantava la migliore prestazione mondiale Juniores con il tempo di 5'27"44. Inoltre insieme a Carlo Grippo, Vittorio Fontanella e Fulvio Costa un ventenne da 3'37" sui 1500, con la maglia della Pro Patria Az Verde, il 18 settembre 1979 a Bergamo stabilirono il primato nazionale della staffetta 4 x 1500 metri con il tempo di 14'59"1, attuale record italiano.Gaetano Erba fu un grandissimo talento dell'atletica italiana che, a causa di una mononucleosi non curata, dovette ritirarsi prematuramente dall'attività agonistica.Nella foto con i grandi Alberto Cova, Gelindo Bordin e Stefano Mei.

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