Tornare a scuola in presenza, ma anche e soprattutto in piena sicurezza. È questo l’obiettivo del Governo e del Ministero dell’Istruzione, che ha ricevuto oggi dal Comitato tecnico-scientifico istituito per l’emergenza coronavirus il documento con le misure per il rientro a settembre.

“Il Governo è al lavoro per riportare tutti gli studenti in classe. Questo documento è la cornice in cui inserire il piano complessivo di riapertura: poche semplici regole, soluzioni realizzabili che ci permetteranno di tornare tra i banchi in sicurezza”, spiega la Ministra Lucia Azzolina. “A questo documento si unirà quello del Comitato di esperti del Ministero dell’Istruzione che offrirà spunti che guardano alla ripresa di settembre, ma anche oltre: l’uscita da questa emergenza, come abbiamo sempre detto, deve diventare una straordinaria spinta per migliorare il sistema di Istruzione e per promuovere l’innovazione didattica”.

“Dal Comitato tecnico-scientifico arriva un contributo importante per riaprire le nostre scuole in sicurezza. A questo obiettivo il Governo dedicherà ogni energia”, prosegue il Ministro della Salute, Roberto Speranza.

“Quello fatto per la scuola è stato un lavoro impegnativo, che ha l’obiettivo di conciliare il contenimento del rischio di contagio con il recupero della normale attività per studenti e lavoratori del mondo dell’Istruzione. Sarà importante, nelle prossime settimane, mantenere cautela e responsabilità nei comportamenti da parte di tutti per poter garantire il rientro nelle classi a settembre”, chiude Agostino Miozzo, coordinatore del Comitato tecnico-scientifico.

Il distanziamento fisico, le misure di igiene e prevenzione sono i cardini del documento. Previsto il distanziamento interpersonale di almeno un metro, considerando anche lo spazio di movimento. Questa distanza andrà garantita nelle aule, con una conseguente riorganizzazione della disposizione interna, ad esempio, dei banchi, ma anche nei laboratori, in aula magna, nei teatri scolastici. Si passa a due metri per le attività svolte in palestra.

Il consumo del pasto a scuola va assolutamente preservato, spiega il documento, ma sempre garantendo il distanziamento attraverso la gestione degli spazi, dei tempi (turni) di fruizione e, in forma residuale, anche attraverso l’eventuale fornitura del pasto in “lunch box” per il consumo in classe.

Andranno limitati gli assembramenti nelle aree comuni. Saranno valorizzati gli spazi esterni per lo svolgimento della ricreazione, delle attività motorie o per programmate attività didattiche.

La presenza dei genitori nei locali della scuola dovrà essere ridotta al minimo. Sempre per evitare il rischio assembramento, saranno privilegiati tutti i possibili accorgimenti organizzativi per differenziare l’ingresso e l’uscita delle studentesse e degli studenti, attraverso lo scaglionamento orario o rendendo disponibili tutte le vie di accesso dell’edificio scolastico.

All’ingresso della scuola non sarà necessaria la rilevazione della temperatura corporea. Ma chiunque avrà una sintomatologia respiratoria o temperatura superiore a 37,5° dovrà restare a casa. Sarà importante rispettare, da parte di tutti, questa regola, per ridurre le possibilità di contagio.

Ciascuna realtà scolastica procederà ad una mappatura e riorganizzazione dei propri spazi in rapporto al numero di alunni e alla consistenza del personale con l’obiettivo di garantire quanto più possibile la didattica in presenza, anche avvalendosi di spazi in più grazie a collaborazioni con i territori e gli Enti locali.

Prima della riapertura della scuola sarà prevista una pulizia approfondita di tutti gli spazi. Le pulizie, poi, dovranno essere effettuate quotidianamente. Saranno resi disponibili dispenser con prodotti igienizzanti in più punti della scuola. Sarà necessario indossare la mascherina. Gli alunni sopra i 6 anni dovranno portarla per tutto il periodo di permanenza nei locali scolastici, fatte salve le dovute eccezioni, ad esempio quando si fa attività fisica, durante il pasto o le interrogazioni, come già accadrà per gli Esami di Stato del II ciclo. 

Gli alunni della scuola dell’infanzia non dovranno indossare la mascherina, come previsto per i minori di 6 anni di età. Non sono necessari ulteriori dispositivi di protezione.
Potranno essere organizzate apposite esercitazioni per tutto il personale della scuola, per prendere dimestichezza con le misure previste.

Documento tecnico

L'esterno del poliambulatorio comunale oggi appare pulito , curato con l'unica panchina posta all'ombra di un albero . Ma c'è voluta la caparbietà del consigliere comunale Santina Todaro e il pronto intervento del sindaco Francesco Bivona e dell'assessore Stefano Fasciana  per mettere la parola "fine" ad un problema che già aveva procurato disagi a coloro che si recavano al poliambulatorio comunale per una visita o come nel caso dei bambini per le vaccinazioni. Per effetto del Corona virus la sala d'attesa dell'edificio è diventata a cielo aperto e dunque le persone sono costrette ad attendere fuori sotto il sole , senza posti a sedere e nell'incuria del verde antistante l'ingresso. A rilevare i disagi e l'incuria del verde, la signora Santina Todaro : è lei stessa in un post su facebook a descrivere ciò che è accaduto . Insomma tutto è bene quel che finisce bene. A volte basta poco o forse niente e un bricciolo di buon senso.  Ma è la stessa Todaro che ri-mette il dito su un argomento ampiamente dibattutto in passato.

" Come direbbe qualcuno " anche questa è fatta". Si, finalmente al poliambulatorio di Regalbuto sono sparite le erbacce,sono state tamponate le aperture dell'ala inutilizzata che costituivano un pericolo fisico e sanitario e verrà effettuata in settimana la disinfestazione. Tutto questo grazie al mio impegno e alla mia caparbietà.
La sala d'attesa a cielo aperto adesso è diventata dignitosa per l'utenza.
Per ottenere ciò,che dovrebbe essere di ordinaria amministrazione ma che si è trasformata però in straordinaria manutenzione, ho dovuto insistere a suon di lettere e minacce di interventi delle forze dell'ordine,con il rischio della chiusura della struttura che già per la sua posizione non si addice ad un presidio sanitario pubblico. Tutto ciò appreso per caso il giorno 8 maggio quando la mia nipotina di due mesi è stata portata al poliambulatorio per la sua prima vaccinazione obbligatoria; due ore e mezzo di attesa sotto il sole,fra le sterpaglie e la sporcizia che impedivano di poggiare il baby-pullman in qualunque posto.Neanche una panchina per sedersi per un gruppetto di genitori con 12 neonati al seguito in attesa. Ho prontamente informato il sindaco Bivona che mi ha promesso un pronto intervento malgrado sostenesse che la cosa fosse di competenza dell'ASP. Ho scritto al direttore generale dell'ASP dott. Iudica il quale di rimando mi ha risposto che la competenza è del Comune quale gestore della gran parte dell'immobile.
Dal 2010 il poliambulatorio è ubicato in aperta campagna nella ex casa albergo anziani di via Andrea del Guasto , la struttura è stata concessa ad uso gratuito all'ASP che si impegnava, con spese a proprio carico, ad eseguire gli interventi edilizi ed il ripristino degli impianti necessari a rendere funzionale il piano terra ed il primo piano della struttura da destinare ai servizi sanitari.
Il Comune di Regalbuto si impegnava a provvedere, con oneri a proprio carico, alla realizzazione dei parcheggi e dell'impianto di illuminazione.
Il 10/5/2010 con nota prot.n 1087 l'ASP ha comunicato di aver ultimato i lavori di propria competenza e di aver trasferito in loco i propri servizi.
Nulla di più falso
Il primo piano della struttura non è mai stato agibile ma chiuso ed utilizzato come magazzino-discarica.
Il servizio di specialistica si è gradualmente ridotto a causa degli spazi angusti , pertanto gli utenti regalbutesi sono costretti a spostarsi in altre sedi per le visite mediche.
Il Comune di Regalbuto non ha ottemperato ai suoi obblighi di realizzare il parcheggio che ancora oggi è in terra battuta.
A nulla sono servite le sollecitazioni in consiglio comunale dal gruppo consiliare Regalbuto Riparte per mettere in agenda la realizzazione del parcheggio ( promessa non mantenuta), le lettere inviate ai vari direttori generali che si sono succeduti nel corso degli anni all'ASP,
la e-mail all'assessorato regionale della salute a firma dell'intero consiglio comunale e della giunta della quale non abbiamo ricevuto risposta.
Finalmente il direttore generale dott.Iudica mi risponde per segnalare che l'ASP ha già provveduto alla definizione del progetto esecutivo di manutenzione e ampliamento del poliambulatorio di Regalbuto e ne ha inviato alla regione siciliana la richiesta di autorizzazione per poter procedere all'indizione della gara dei lavori.
Dal Comune di Regalbuto nessuna nuova, solo lavori di rammento.
Non sono del tutto soddisfatta del risultato, ma che dire " ho vinto una battaglia ma non ho vinto la guerra?", spero di no. Mi auguro che questi due anni di legislatura che mancano alla fine del mio mandato di consigliere comunale mi lascino la soddisfazione di avere portato al mio paese ed ai miei concittadini un risultato concreto a beneficio di tutti."

Todaro Santa

Cosa succede se all´improvviso una diga collassa? Come si può prevenire il potenziale pericolo derivante da un qualsiasi accidente che mette a rischio la sicurezza di interi territori? In Sicilia esiste una politica di prevenzione e controllo degli invasi artificiali?

Con una Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri dell´8 luglio 2014 sono stati definiti a livello nazionale gli “indirizzi operativi inerenti l´attività di protezione civile nell´ambito dei bacini in cui siano presenti grandi dighe”. La direttiva, che ha ripartito responsabilità e competenze tra diversi organismi, ha attribuito al DRPC Sicilia il compito di garantire l´informazione e il coordinamento degli enti competenti per il “servizio di piena” e di provvedere ad allertare le province e i comuni interessati da un eventuale evento disastroso così da attivare i piani di emergenza provinciali e comunali.

La presenza di una diga è senza dubbio una ricchezza per tutto il territorio dal momento che garantisce l´approvvigionamento idrico necessario a far fronte alle numerose esigenze, soprattutto quelle legate alla coltivazione.

Ma qual è lo stato dell´arte? E quale ruolo sta svolgendo attivamente il DRPC Sicilia?

Ne abbiamo parlato con Nello Lo Monaco, responsabile del Servizio 08 del DRPC Sicilia che si occupa di “Pianificazione di protezione civile”.

Qual è la situazione in Sicilia per quanto riguarda i cosiddetti “serbatoi artificiali”?

In Sicilia esistono, ad oggi, 41 dighe a valle delle quali si trovano diversi Comuni con i loro centri abitati, gli insediamenti turistici e produttivi oltre che una rete viaria che presenta diverse tipologie di strade. L´elevata energia potenzialmente contenuta dalla massa d’acqua trattenuta da uno sbarramento artificiale ci richiama alla responsabilità di valutare i possibili livelli di pericolosità per i territori posti a valle.

Quali sono i maggiori rischi per una diga? E qual è il compito attribuito alla Protezione Civile?

La maggiore probabilità che si verifichi l’evento di esondazione degli alvei a valle può essere legata alle manovre agli organi di scarico; l´evento sostanzialmente più gravoso sebbene meno probabile, però, è quello relativo a un ipotetico collasso della diga stessa.

Il nostro compito è quello di calcolare i possibili scenari di rischio e collaborare con i comuni per adottate tutte le misure necessarie a mettere in sicurezza i territori interessati. Il DRPC Sicilia si preoccupa di elaborare cartografie di facile lettura con gli scenari delle aree allagate e con i tempi di arrivo dell’onda di piena, nelle varie porzioni di bacino, per ogni comune situato a valle della diga. Abbiamo già avviato una campagna di studi e di interazione con i Comuni che si trovano nelle aree interessate dalle dighe per fornire loro strumenti adeguati a consentire una corretta pianificazione comunale per il rischio dighe. Mi riferisco a dati che riguardano ad esempio le possibili aree soggette ad allagamenti, i tempi di percorrenza delle onde di piena, etc..

Qual è ad oggi la risposta dei comuni potenzialmente interessati? Sono pronti a fronteggiare un´eventuale emergenza? Hanno predisposto i relativi piani di emergenza?

Per alcuni sbarramenti e precisamente il serbatoio Pozzillo, il serbatoio Garcia e il serbatoio Ragoleto, sono già stati acquisiti dagli enti gestori i calcoli idraulici relativi al crollo e alle manovre agli organi di scarico. Sono stati, inoltre, individuati - con il supporto degli uffici comunali e attraverso un sistema di schede e sopralluoghi - i beni presenti con le relative coordinate, resi uniformi attraverso idonei format interattivi, diversificati per tipologia e denominazione.

Attraverso l’uso di QGIS (un´applicazione desktop open source che permette di visualizzare, organizzare, analizzare e rappresentare dati spaziali, ndr) tutti i dati recuperati sono stati localizzati sul territorio utilizzando la carta tecnica regionale in scala 1:10.000 sulla quale sono anche state proiettate le aree a potenziale allagamento. Per gli altri serbatoi stiamo effettuando la stessa tipologia di lavoro.

E per quanto riguarda gli altri invasi?

Il lavoro che ho descritto appena sopra, avviato con i tre invasi citati, si estenderà via via agli altri, anche sulla base della collaborazione offerta dagli uffici tecnici dei Comuni interessati che non sempre hanno disponibilità di personale e tempo da dedicare al tema.

Chi ha interesse può visionare questa documentazione?

Il personale dell´Unità Operativa 01, che si occupa in particolare di questa attività, ha prodotto numerosi documenti in formato pdf, interattivi; questa documentazione è disponibile su richiesta anche sotto forma di CD, utilizzabili dalle amministrazioni comunali per la redazione dei propri piani di protezione civile relativi al rischio dighe. Gli stessi uffici svolgono attività di consulenza tecnica ai Comuni necessaria per la redazione dei piani di protezione civile ed elaborano i documenti tecnici per la redazione dei PED - Piani Emergenza Dighe del territorio regionale, sempre con particolare attenzione all´esposizione dei territori a valle degli invasi.

FONTE PROTEZIONE CIVILE SICILIA

È partita la decima edizione del censimento I Luoghi del Cuore!  Per la decima edizione torna il censimento del FAI, il fondo ambiente italiano, su "I Luoghi del cuore" tra quelli inseriti dal Fai vi sono ben due siti di Regalbuto : il Lago Pozzillo e il Convento di sant'Antonio fuori le mura. Due perle da tutelare per ricominciare a pensare alla rinascita della nostra Città. Un atto d'amore !  Tutti i cittadini, in Italia e all'estero, sono chiamati a votare i posti italiani che amano di più e che vorrebbero vedere tutelati e valorizzati. Quest'anno è possibile indicare il "luogo del cuore FAI" fino al 15 dicembre 2020. Il fondo ambiente italiano ha previsto, inoltre, due premi speciali dedicati alle bellezze dell'Italia sopra i 600 metri e, in piena emergenza Coronavirus, ai luoghi storici della salute ."I luoghi del cuore FAI" è un censimento che viene organizzato ogni anno dal Fondo Ambiente Italiano con Intesa Sanpaolo, sotto l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica e con il Patrocinio del Mibact. Tra i posti da votare quest'anno ci sono case montane, sentieri secolari, chiesette e castelli arroccati sulle vette. Ma anche farmacie storiche o ospedali nati nel Rinascimento. "In questi due mesi di quarantena - ha spiegato il vicepresidente esecutivo del Fai, Marco Magnifico, che in occasione della conferenza web ha annunciato anche la riapertura dei beni del Fai a fine mese - gli italiani sembrano aver riscoperto quanta voglia di Italia hanno. I luoghi del cuore incarnano questo amore, spesso campanilistico, un po' come siamo noi". Ai tre luoghi più votati andranno 50, 40 e 30 mila euro di finanziamento, 20 mila ai vincitori delle classifiche speciali, mentre il più caldeggiato via web sarà protagonista di un video a cura della Fondazione.Per votare basta andare sul sito del FAI e cercare il nome del luogo del cuore. Se è già in classifica basterà fare click sul pulsante "Vota con 1 click", registrarsi al sito FAI o effettuare l'accesso, se già registrati, tramite email o Facebook. Se, invece, il luogo preferito non è ancora stato inserito, lo si può aggiungere registrandosi o accedendo al sito. 

Per votare il Lago Pozzillo fai CLIC QUI

Per votare il Convento di Sant'Antonio CLICCA QUI

L’Ufficio Ordine Pubblico del Dipartimento della Pubblica Sicurezza ha previsto per il territorio di Enna  l’impiego, in ragione delle incrementate esigenze di supporto alle Forze di Polizia, per i maggiori compiti connessi al contenimento della diffusione del Covid-19, di militari delle Forze Armate dell’”Operazione Strade Sicure”.   Si tratta dei militari del 62° Reggimento Fanteria Sicilia di Catania, il cui contingente impiegato in questa provincia sarà di stanza presso la base di Piazza Armerina. Tale personale, in relazione alle specifiche competenze e professionalità, affiancherà la Polizia di Stato e l’Arma dei Carabinieri, operando nel territorio di vari Comuni dell’ennese con 2 equipaggi giornalieri in sinergia con le pattuglie già predisposte per fronteggiare l’emergenza sanitaria.  Per tale circostanza, nei luoghi di maggiore aggregazione dei cittadini, verranno implementati i sevizi di pattugliamento delle strade in chiave di prevenzione per il contenimento dell’attuale fase di emergenza sanitaria in scrupolosa osservanza delle misure di distanziamento sociale e del tassativo divieto di assembramenti o aggregazioni di persone in luoghi pubblici o aperti al pubblico. Già da stamattina i militari hanno preso servizio a Piazza Armerina unitamente al personale del Commissariato di P.S. del luogo.

Vogliamo riportare fedelmente il post apparso quest'oggi su facebook sul profilo di Angelo Plumari che ci sembra rispecchi l'opinione generale non solo di chi ogni giorno percorre la provinciale 21 e più in generale le strade che collegano i paesi del territorio di Enna. Intanto è partita la sottoscrizione on line promossa da Melina Pagano di Agira ,di una raccolta firme che ha già riscosso il plauso di molti . A margine dell'articolo troverete il link sul quale potrete collegarvi e apporre la vostra firma. "Santo Macrì. Questo il nome dell’ultima vittima di 27 anni che muore sulla strada provinciale che da Agira collega l’autostrada. Già un’altra ragazza è morta l’anno scorso su questa stessa strada. Quanto sangue e vite servono per avere delle strade degne di questo nome? Si. Perché ormai il costo delle strade, oltre a quello economico ha bisogno di vittime sacrificali di carne e di sangue! Il ponte Morandi di Genova insegna! Lì le vittime sono state sufficienti, tante quanto ne bastavano per riuscire a muovere il MOSTRO BUROCRATICO (che prima trascura e poi deve ricostruire, secondo una logica affaristica del dio denaro che cinicamente non sa più cosa sia il rispetto della vita) che in un anno ha rimesso su un ponte nuovo. Per il ponte sulla nostra autostrada Catania-Palermo “purtroppo” non ci sono state vittime sacrificali, quindi non sono bastati ancora cinque anni per finire i lavori. Il Mostro Burocratico ti dirà che si è dovuto procedere in forma ordinaria! Quello che vedo è un’Italia di serie A e una di serie Z. Questo per le grandi opere.Andiamo alle strade provinciali, che sono piccole opere, quindi l’oblio e l’immobilismo è totale! Prima i politici si sono dilettati a giocare ad eliminare le province senza avere un progetto alternativo, con l’aggravante che in Sicilia abbiamo complicato le cose per essere più bravi della riforma dello Stato. Mentre loro giocano, le nostre strade diventano inesorabilmente trazzere e di fronte ad ogni dramma che vi accade parte lo squallido scarica barile delle responsabilità dove alla fine sembra che nessuno sia colpevole, ma così non è perché vi è sempre una responsabile, anche quando si nasconde! Per le strade provinciali di questa provincia di Enna ormai resa quasi un fantasma, una terra di nessuno che non interessa i tanti poteri di questa terra e di questa nazione, quante vittime sacrificali ancora occorrono, quante altre vite bisogna immolare perché si intervenga? Fatecelo sapere, così noi cittadini di questo territorio vediamo cosa possiamo fare!!!"

http://chng.it/sxXp9bFVZt

 Al termine di un vertice convocato dal premier Giuseppe Conte nella tarda serata di domenica, il Governo e i partiti che lo sostengono hanno trovato un accordo  sul concorso per i precari. La selezione si terrà, ma dopo l’estate e non sarà più un test a risposta multipla, ma una prova scritta. Intanto per 32 mila docenti ci saranno contratti a tempo determinato, con le nomine dalle graduatorie d’istituto, che dovranno essere aggiornate. Soddisfazione è stata espressa dal premier Conte. La sua proposta è stata accolta dalla maggioranza sul concorso straordinario per i docenti. Resta la prova selettiva in entrata per l’assunzione di 32 mila insegnanti – spiegano fonti di Palazzo Chigi -. Si terrà dopo l’estate e sarà in forma scritta, con consegna di un elaborato, senza il quiz a risposta chiusa. Una soluzione che permette di combattere il precariato garantendo la meritocrazia”.“Bene la soluzione sul concorso straordinario per la scuola”, commenta la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, che si definisce “soddisfatta”.“Vogliamo ridurre il precariato, per dare più stabilità alla scuola, e vogliamo farlo attraverso una modalità di assunzione che garantisca il merito – spiega -. La proposta del Presidente del Consiglio va in questa direzione, confermando il concorso come percorso di reclutamento per i docenti”.
“Ora occorre lavorare rapidamente, insieme al Parlamento, per tradurre la misura in una norma da introdurre nel decreto scuola, dimostrando che la maggioranza ha a cuore la qualità del sistema di istruzione e, di conseguenza, gli studenti, che ne sono i principali protagonisti”, aggiunge Azzolina.“Con la mediazione trovata questa sera ha vinto non una parte politica, ma il buon senso. La soluzione individuata ci convince perché va nella direzione che abbiamo sempre auspicato. Ringraziamo dunque la maggioranza, la Ministra e il Presidente del Consiglio per il grande lavoro fatto”, affermano dal Pd dopo il vertice a cui hanno partecipato per il partito Nicola Oddati, Anna Ascani e Andrea Marcucci.
(ITALPRESS).

“In settimana dalla Protezione civile lanceremo il bando per il reclutamento di 60.000 ‘assistenti civici’. Il bando è rivolto a inoccupati, a chi non ha vincoli lavorativi, anche percettori di reddito di cittadinanza o chi usufruisce di ammortizzatori sociali; saranno individuati su base volontaria, coordinati come sempre nell’emergenza dalla Protezione civile, che indica alle Regioni le disponibilità su tutto il territorio nazionale, e impiegati dai sindaci per attività sociali, per collaborare al rispetto del distanziamento sociale e per dare un sostegno alla parte più debole della popolazione”. Lo annunciano in una nota congiunta il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Francesco Boccia, e il presidente dell’Anci, Antonio Decaro, sindaco di Bari.

“Stiamo progressivamente entrando in una nuova normalità- aggiunge il ministro Francesco Boccia- c’è una graduale ripresa delle attività produttive e i cittadini stanno, giorno dopo giorno, tornando a popolare le città. I Comuni, attraverso Anci, potranno avvalersi del contributo degli ‘assistenti civici’ per far rispettare tutte le misure messe in atto per contrastare e contenere il diffondersi del virus, a partire dal distanziamento sociale. Dopo le migliaia di domande di medici, infermieri e operatori socio sanitari, arrivate alla Protezione civile nel momento di maggiore emergenza negli ospedali italiani, ora è il momento di reclutare tutti quei cittadini che hanno voglia di dare una mano al Paese, dando dimostrazione di grande senso civico”. “Sono stati i volontari, con noi amministratori- conclude il presidente Antonio Decaro- a prendersi cura di chi aveva più bisogno nella fase del lockdown. È ai volontari che vogliamo affidare le nostre comunità in questa nuova e complessa fase: quella in cui proviamo a convivere con il virus e impariamo a difenderci, anche tornando a una vita meno compressa dai divieti. Da questa emergenza possiamo uscire solo stando uniti e collaborando ognuno per la sua parte, con senso di responsabilità”.

ANSA. PALMA DI MONTECHIARO, 24 MAG - Circa 400 migranti sono sbarcati sulla battigia di Palma di Montechiaro, nell'Agrigentino. Una nave madre li avrebbe lasciati a pochi metri dall'arenile, prima di riprendere il largo. Polizia e carabinieri stanno rastrellando l'area e un elicottero si è levato in volo. I migranti sbarcati nella zona sottostante il Castello di Palma di Montechiaro, a piccoli gruppi, sono in fuga lungo le strade e le campagne. Tanti si sono riversati sulla statale 115, in direzione Agrigento. Chiedono acqua agli automobilisti in transito e di salire a bordo delle auto. Almeno tre le motovedette della Guardia costiera impegnate nella ricerca della nave madre.Polizia, carabinieri e militari della Capitaneria di porto stanno setacciando - fra strade e campagne - tutta l'area prossima al luogo dello sbarco.


(ANSA)

Lo chiarisce la circolare firmata dal dirigente generale della protezione civile Sicilia. Oltre alle disposizioni già chiarite sull'uso della mascherina, introduce importanti novità sulle attività commerciali nei festivi. Tra queste la possibilità di stare aperti nei luoghi turistici e di culto, ma a discrezione dei sindaci. Non solo: viene data la possibilità ai sindaci di disporre l'apertura domenicale di qualsiasi tipologia di attività commerciale ad eccezione di outlet e centri commerciali, ma solo in siti turistici o luoghi di culto.Riaprono i panifici e viene data la possibilità di svolgimento dei "Mercati del contadino". Via libera anche ai tabacchi. Sì alle apertura di domenica anche per scuole di danza, parchi avventura e parchi acquatici. Inoltre viene ampliata la possibilità di svolgimento di attività teatrali/culturali all'aperto, in quanto il limite di 200 partecipanti riguarda solo gli spettatori e non comprende il personale impegnato.

Visualizza la circolare n. 19 

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