Un milioneottocentosessantaduemila, questo è il numero di  mascherine che il Dipartimento Regionale della Protezione Civile sta facendo arrivare a tutti gli istituti superiori, pubblici e paritari, presenti sull´isola. I dispositivi di protezione serviranno a studenti e personale docente, oltre che agli operatori impegnati a vario tiolo nell´espletamento delle procedure d´esame. In queste ore il DRPCS sta organizzando la spedizione dei dpi attraverso la rete dei consegnatari, anche con l´ausilio di personale volontario.

Sito web e app per telefonino hanno lo stesso nome: “Sicilia Si Cura”. Lo scopo è quello di consentire alla Regione Siciliana di Monitorare chi arriva nell´isola con la ripresa dell´attività turistica e fornire assistenza in caso di bisogno.Il progetto è stato illustrato stamattina nel corso di un incontro si è svolto a Palazzo d’Orleans. Il Presidente della Regione, Nello Musumeci, assieme agli assessori alla sanità, al turismo e alle attività produttive, ha illustrato il funzionamento dell’app al cui sviluppo ha partecipato l’ex capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso, su invito dello stesso Musumeci. “Il turista è il primo ad avere interesse all’uso dell’app – ha tenuto a precisare Guido Bertolaso – ed è facile da usare. Tra l’altro stiamo lavorando per implementarla”.

“Non prevediamo sanzione perché siamo certi che i turisti collaboreranno”, ha concluso Bertolaso.

Il funzionamento di “Sicilia Si Cura” è piuttosto semplice: con il proprio telefonino chi arriva in Sicilia comunica la sua presenza nell’isola e indica il proprio stato di salute. Con questa operazione si stabilisce un primo contatto con il sistema sanitario della Regione: “Tramite le indicazioni date dal turista il sistema sanitario apprende con una sorta di pre triage notizie utili sulla salute e sull’area frequentata dal visitatore”, ha detto l’Assessore alla Salute Ruggero Razza, che per il suo intervento si è avvalso del supporto di alcune diapositive.

La nuova app è una sorta di aggiornamento della versione precedente, utilizzata anche per chi è rientrato in Sicilia nella fase acuta della pandemia. Un investimento contenuto ma ad alto valore strategico.

fonte protezione civile Sicilia

Via libera alla mobilità tra Regioni e stop alla quarantena anche in Sicilia. Lo stabiliscono, appena firmati, un decreto ministeriale e una ordinanza del presidente della Regione Siciliana. Il ministro per le Infrastrutture, di intesa col ministro per la Salute, ha provveduto a regolamentare la mobilità su tutto il territorio nazionale e i controlli sanitari nei porti e aeroporti. Con la sua ordinanza, Musumeci ha confermato la apertura della stagione balneare a partire dal prossimo 6 giugno; ha dato disco verde a tutte le attività già autorizzate, ma soprattutto ha posto fine alla quarantena obbligatoria per quanti fanno rientro in Sicilia a partire dal 3 giugno, per i quali permarrà la sorveglianza sanitaria e l'obbligo di avvisare il medico di famiglia in caso di insorgenza di sintomi riconducibili al Covid-19.

Sono alcune delle misure più importanti contenute nell'ordinanza del governatore della Sicilia, che di fatto allenta in maniera significativa le restrizioni previste per contenere il Coronavirus, senza tralasciare l'importanza dei controlli e della registrazione sui portali dedicati per tutti coloro che fanno rientro nell'Isola.

"Ci uniformiamo alle direttive nazionali - ha detto Musumeci - non senza rivendicare la specificità di alcune misure regionali. Che sono importanti anzitutto per dare serenità a quanti arrivano nell'Isola. Il sistema sanitario deve essere il motore della ripartenza, ma abbiamo il compito di infondere sicurezza e serenità ai cittadini, senza dimenticare l'epidemia, ma provando a rimettere in moto le attività produttive e turistiche".

In Sicilia, quindi, il via libera agli spostamenti infra ed interregionali si accompagna a precise regole che saranno contenute nel progetto SiciliaSiCura, che è stato presentato oggi , a Palazzo Orleans, dal presidente Musumeci con Guido Bertolaso e alla presenza degli assessori Manlio Messina, Ruggero Razza e Mimmo Turano. Poco prima il governatore incontrerà, nella Sala Alessi, le associazioni di categoria perché, ha chiarito, "la Regione vuole essere un supporto concreto e non un limite. Vogliamo dare competitività al nostro sistema e sicurezza nei comportamenti collettivi e individuali".

L'ordinanza pubblicata ieri  inoltre, contiene novità per chi lavora in Sicilia e deve muoversi sul territorio nazionale (e viceversa): anche se non è più obbligatoria la quarantena, restano alti i controlli da parte dei dipartimenti di Prevenzione delle Asp territoriali.

Fra le novità, anche il via libera da oggi a piscine e strutture termali che erogano i cosiddetti Lea (Livelli essenziali di assistenza). Consentite pure le lezioni pratiche delle autoscuole e per il conseguimento delle patenti nautiche. Confermato anche il riavvio dell'attività di catering, a partire dal prossimo 8 giugno.

Ovviamente, permangono gli obblighi di osservanza delle misure di contenimento del contagio, come ad esempio la disponibilità della mascherina, che ogni cittadino dovrà tenere sempre con sé ed usare quando viene meno il distanziamento interpersonale.

Per quanto riguarda i Centri commerciali e i supermercati, l'apertura nei giorni festivi sarà regolamentata, entro sabato 6 giugno, in base alle indicazioni che organizzazioni datoriali e sindacali, già attivate, forniranno al dipartimento regionale delle Attività produttive.

Regalbuto è stata selezionata dal Joint Research Center (JRC) - il centro di ricerca della Commissione Europea - tra le 10 città in Europa per implementare nel proprio territorio attività di coinvolgimento dei cittadini proponendo idee concrete per il futuro del nostro territorio. Ad annunciarlo il Sindaco Francesco Bivona in un messaggio sui social.
"Il nostro Comune, dopo il lavoro della Summer School con le Università americane, ha presentato grazie al lavoro dell’Ing. Medea Ferrigno, del team del Presidio Partecipativo del Patto di Fiume Simeto e dei Ricercatori della Università di Catania, un progetto sperimentale dal nome “Biodivercities” selezionato tra i vincitori e che servirà a coinvolgere i cittadini per progettare la Regalbuto verde e sostenibile durante i prossimi due anni."

Nel giro di pochi giorni la Cina è riuscita a parlare di invasione di Taiwan (reut.rs/2Am4Of8), minacciare ritorsioni su chi fa domande sulla sua risposta al Coronavirus, porre fine alla semi indipendenza di Hong Kong e litigare con l’India sul confine himalaiano (nyti.ms/3eykMl1).La piccola Australia dipende fortemente da Pechino dato che oltre un terzo delle sue esportazioni finiscono in Cina. Nonostante questo ha chiesto un'investigazione indipendente sul coronavirus e, insieme a Usa, Uk e Canada, ha dichiarato illegale la nuova legge sulla sicurezza che mina Hong Kong. Nel frattempo l’Europa tace.L’Ue è il mercato più grande al mondo ed è suo dovere usare il proprio peso per porsi alla testa di un’alleanza globale che chieda alla Cina di rispettare gli impegni internazionali che ha sottoscritto e rinunciare alle azioni prepotenti nei confronti dei vicini.Chiudere entrambi gli occhi di fronte ad azioni prepotenti le rende solo più probabili in futuro

"Se ci saranno le condizioni per fare in modo che tutti gli studenti possano tronare a scuola a settembre, cosa che auspichiamo, ne siamo ben contenti. L'importante è che si tenga presente che alcune delle indicazioni del protocollo rese note dal Comitato Tecnico Scientifico, risultano difficili da applicare in molti casi. In tante scuole elementari e medie ci sono classi di 27 alunni. Come si fa a rispettare la distanza di un metro, un metro e mezzo? Non facciamo che poi tutta la responsabilità, a scaricabarile, vada sui presidi e collaboratori".Lo ha detto all'AGI Mario Rusconi, presidente dell'associazione presidi del Lazio a proposito del rientro in classe a settembre per tutti gli studenti come auspicato dal ministro Azzolina in alcune dichiarazioni."Ci viene suggerito di usare le palestre - ha aggiunto - ma possiamo farlo per una o due classi. Le lezioni all'aperto? bene. Ma non d'inverno. Condizioni di favore in cinema e teatri? Possibilità piuttosto difficile da attuare nelle periferie delle città.

Insomma - ha detto ancora Rusconi - se restano queste prescrizioni del Comitato Tecnico Scientifico sarà un po' dura. Chiediamo piuttosto che ci sia una interlocuzione con le scuole.

Non vorremmo, ripeto, che sul preside si facesse lo scaricabarile. Spero che i mesi di giugno, luglio e agosto, siano usati dal ministero e dal Cts per ricognizioni di tutti gli aspetti organizzativi in vista di settembre. Non solo - ha sottolineato Rusconi - ci tengo a dire che fra i soggetti interessati non c'è soltanto il ministero o il comitato tecnico scientifico ma ci sono anche gli enti locali.

Sappiamo bene che le scuole appartengono, a seconda della tipologia, a comune e province. Questi soggetti devono intervenire in modo più deciso, essere presenti: se c'è da tramezzare una palestra o un'aula magna, per fare entrare due classi, non si puo' far nulla se non interviene ad esempio il comune. La scuola, per legge, non può farlo. Deve farlo il proprietario. Vorremmo che gli enti locali fossero più attivi ma mi sembra che non ci sia una piena collaborazione. Anche in paesino, la scuola non puo' intervenire sui locali se non decide il proprietario. Ancora, non buttiamo tutto sulle spalle dei presidi e dei collaboratori".

Rusconi ha confermato che "c'è agitazione su questo punto, le regole sono di difficile attuazione. Pensiamo al doppio senso da instaurare nei corridoi. Tutto bene ma ci sono scuole con corridoi piccolissimi, il 60% delle strutture è stato realizzato prima degli anni 60, prima delle regole sulla sicurezza. E oggi i nodi vengono al pettine, nodi di trenta e passa anni fa. Ma non possono mettersi presidi e collaboratori a cercare cinema e parchi per le lezioni all'aperto".

Oltre 7.100 persone tra sabato 30 e domenica 31 maggio hanno scelto di visitare i musei regionali, i Parchi archeologici e gli altri siti della cultura riaperti al pubblico gratuitamente dopo la chiusura forzata dovuta all'emergenza Covid.

29.400 sono, invece, le prenotazioni già effettuate on-line fino al 7 giugno attraverso il sito https://youline.eu/laculturariparte.html . L'ingresso ai siti regionali, che questa settimana si arricchirà di sei nuovi luoghi simbolici della cultura, viene consentito in maniera contingentata ovvero con accesso a numeri limitati e ridotti nel rispetto delle disposizioni igienico-sanitarie e di protezione previste per il contenimento del Coronavirus.

A comunicarlo è l'assessore dei Beni culturali e dell'Identità Siciliana Alberto Samonà che tira un primo bilancio dell'iniziativa #Laculturariparte con cui la Regione ha voluto inaugurare, durante il fine settimana appena concluso, la stagione delle visite a musei e parchi archeologici dopo l'interruzione a causa del lockdown.

"Riscontrare l'interesse dei siciliani per la cultura attraverso i significativi numeri delle prenotazioni - dichiara il presidente della Regione Nello Musumeci - ci rende consapevoli di essere sulla buona strada nel percorso di valorizzazione, riqualificazione e complessiva promozione del territorio che questo Governo intende perseguire sin dal proprio insediamento".

"Il numero di visitatori registrato in questo primo weekend e le prenotazioni già effettuate fino al 7 giugno - sottolinea l'assessore Alberto Samonà - sono chiara dimostrazione che c'è grande voglia di cultura. Ringrazio i siciliani che, osservando l'obbligo di prenotazione, hanno saputo declinare responsabilmente il nostro invito a recarsi nei musei e nei parchi archeologici per riscoprire la propria terra, consentendoci di effettuare la riapertura in sicurezza. La collaborazione di tutti e la suddivisione delle visite per fasce orarie - precisa l'assessore Samonà - hanno evitato che si creassero assembramenti agli ingressi e hanno permesso di recuperare in maniera fluida il rapporto interrotto con la bellezza e la storia. Riappropriarci, da Siciliani, dei luoghi della nostra cultura, ascoltare la magia del silenzio, respirare millenni di storia, è il miglior modo di ripartire insieme respirando l'anima della nostra terra".

In settimana, ai siti già riaperti se ne aggiungeranno ulteriori sei: Museo archeologico di Palazzo Varisano di Enna, Museo Archeologico Regionale di Gela, Area archeologica Bagni Greci di Gela, Museo archeologico di Marianopoli, Museo Regionale Interdisciplinare di Caltanissetta, Complesso Minerario Trabia Tallarita.

 

Di seguito, per ciascun sito, il numero di visitatori durante il primo fine settimana:

Area archeologica di Segesta (694); Area archeologica di Selinunte (1.171); Valle dei Templi, Agrigento (935); Villa Romana del Casale, Piazza Armerina (404), Teatro antico di Taormina (685), Area archeologica e Museo di Naxos (334), Isolabella (173), Area archeologica della Neapolis, Siracusa (757); Galleria regionale di Palazzo Bellomo, Siracusa (114); Area archeologica di Morgantina (106); Museo archeologico di Aidone (119); Chiostro di Santa Maria La Nuova Monreale (159); Teatro romano e Odeon, Catania (166); Museo archeologico eoliano "Bernabo Brea" di Lipari (7); Galleria regionale di Palazzo Abatellis, Palermo (375); Museo archeologico Antonino Salinas, Palermo (201); Castello della Cuba, Palermo (106); Chiostro di San Giovanni degli Eremiti, Palermo (121); Castello della Zisa, Palermo (177); Museo di arte moderna e contemporanea di Palazzo Riso, Palermo (139); Casa museo "Antonio Uccello" Palazzolo Acreide (27), Museo regionale Agostino Pepoli di Trapani (148).


La riapertura dei siti archeologici e delle aree museali è stata resa possibile grazie all'applicazione Youlinea, un sistema di gestione dei visitatori totalmente informatizzato che è stato messo gratuitamente a disposizione da un'azienda che sponsorizza l'iniziativa. Fino a domenica 7 giugno l'ingresso ai luoghi della cultura resterà gratuito ma sarà necessario effettuare la prenotazione obbligatoria online al sito https://youline.eu/laculturariparte.html .

Prima l'Austria ed ora la Grecia hanno annunciato di chiudere le " frontiere" con l'Italia per paura del contagio. Atene apre ai turisti di 29 Stati ma non al nostro. Ora si sa che il territorio italiano è il più ambito tra le mete turistiche  e dunque - complice il Covid 19- certi Stati cercano di approfittarne o meglio cercano il cosidetto "gioco sporco" per deviare il flusso turistico verso il loro territorio. Ma a tutto c'è - secondo noi - un limite e come riferisce l'AGI il ministro degli esteri Di Maio non ci sta. - "In questi giorni - dichiara- ne ho sentite davvero tante sull'Italia. Non mi sembra il momento di fare polemiche, ma una cosa voglio dirla chiaramente: esigiamo rispetto", scrive il ministro degli Esteri Luigi Di Maio su Facebook a proposito delle polemiche di questi giorni con alcuni Paesi che hanno annunciato il 'blocco turistico' verso l'Italia e gli italiani a cusa dell'emergenza sanitaria ."Bisogna misurare sempre le parole e le azioni - scrive il ministro degli Esteri -  se qualcuno pensa di trattarci come un lazzaretto allora sappia che non resteremo immobili. La pazienza ha un limite. E per carità, capisco anche la competizione tra singoli Stati, è legittima, a patto però che sia sana e leale. Perché c'è un dato che rivendico con orgoglio: l'Italia è bella, unica, ha delle meraviglie pazzesche, delle spiagge fantastiche. E molto probabilmente non ha rivali". "Sul tema della riapertura dei confini serve una risposta europea, perché se si agisce in maniera diversa e scomposta viene meno lo spirito Ue. E crolla l'Europa", aggiunge Di Maio. "Stiamo lavorando senza sosta. Mercoledì 3 giugno verrà a Roma il ministro degli Esteri francese Le Drian. Sarà il suo primo viaggio all'estero dopo il lockdown e siamo felici che abbia scelto il nostro Paese. Un attestato di vicinanza, che apprezziamo. Venerdì 5 invece io stesso andrò in Germania, sabato 6 sarò in Slovenia e martedì 9 in Grecia. In questi incontri spiegherò ai miei colleghi che l'Italia dal 15 giugno è pronta a ricevere turisti stranieri e che agiremo con la massima trasparenza. La situazione interna, tutti i dati sui contagi, saranno sempre pubblici. Spiegherò loro che non accettiamo black list e che noi non abbiamo nulla da nascondere, anzi. Abbiamo sempre agito con responsabilità e trasparenza e continueremo a farlo. Ma proprio per questo, appunto, ci aspettiamo rispetto".

Da sabato i musei regionali, i Parchi archeologici e gli altri siti siciliani della cultura riaprono al pubblico, dopo la chiusura forzata dovuta all'emergenza coronavirus. #Laculturariparte è il messaggio che la Regione vuole dare a tutti. E per farlo, dal 30 maggio a domenica 7 giugno i musei e le aree archeologiche dell'Isola apriranno gratuitamente. L'iniziativa del governo Musumeci segna il rilancio dell'attività culturale nella regione e vuole essere un gesto per ringraziare i siciliani e tutti coloro che, mostrando serietà e responsabilità, per oltre due mesi sono rimasti in casa, contribuendo, in questo modo, alla limitazione dei contagi, che in Sicilia, fortunatamente, non hanno raggiunto i livelli di altre zone d'Italia.

Per evitare code agli ingressi, sarà obbligatorio prenotarsi online in anticipo, cliccando sul link https://youline.eu/laculturariparte.html e verificando così la disponibilità nel giorno e nella fascia oraria prescelta, tenuto conto che gli ingressi saranno contingentati e sottoposti a tutte le misure sanitarie previste dalla legge. Per chi prenoterà la visita gratuita, basterà poi esibire all'ingresso il codice di prenotazione ricevuto. Non sarà consentito, per ragioni di sicurezza e per mantenere il distanziamento, l'ingresso a coloro che non avranno preventivamente utilizzato il sistema di prenotazione on line.

La riapertura avverrà, dunque, grazie a un sistema di gestione dei visitatori totalmente informatizzato, messo a disposizione gratuitamente da un'azienda che sponsorizza l'iniziativa. Si tratta dell'applicazione Youline, creata da due medici siciliani, che consente la gestione dei flussi, evitando assembramenti e code. Un sistema, che non richiede di installare software. Le stesse informazioni richieste per la prenotazione saranno conservate per un periodo limitato, nel rispetto delle disposizioni sulla sicurezza sanitaria e per ottenere i report sui flussi e i dati numerici.

«#laculturariparte è il messaggio che vogliamo dare a tutti - sottolinea l'assessore dei Beni Culturali e dell'identità siciliana Alberto Samonà - perché la Sicilia vuole ripartire sotto il segno della cultura, aprendo i siti archeologici, i musei e i luoghi della memoria. E lo facciamo gratuitamente, quale gesto di ringraziamento verso tutti i cittadini che responsabilmente hanno collaborato nel periodo dell'emergenza Covid-19, consentendo alla nostra Regione di mantenere livelli di contagio molto bassi. Per questo, mi sento di dire grazie a tutti i siciliani. Fra i siti che riaprono ci sono anche la Neapolis di Siracusa e Palazzo Bellomo e il pensiero non può non andare al direttore del Parco archeologico aretuseo Calogero Rizzuto e alla funzionaria Silvana Ruggeri, tragicamente scomparsi a causa del virus: dedichiamo a loro la riapertura, seguendo un filo rosso che non si è spezzato e che ci guida nel nome dell'amore per la cultura e la bellezza».

Questi i siti della cultura che riapriranno il 30 maggio:

Sabato 30 maggio riapriranno esclusivamente quei siti che si sono dichiarati pronti, anche in relazione alle prescrizioni sanitarie e di sicurezza a tutela di lavoratori e visitatori.
Museo regionale Agostino Pepoli di Trapani (sabato 30 maggio dalle 11 alle 22, negli altri giorni dalle 9 alle 17,30); Area archeologica di Segesta (dalle 9 alle 18,30); Area archeologica di Selinunte (dalle 9 alle 19); Valle dei Templi, Agrigento (30, 31 maggio e 2, 6 e 7 giugno dalle 8,30 alle 12,30 e dalle 15,30 alle 19,30; 1, 3, 4, 5 giugno dalle 15 alle 19); Villa Romana del Casale, Piazza Armerina (dalle 9 alle 19), Area archeologica di Morgantina (dalle 14 alle 18); Museo archeologico di Aidone (dalle 9 alle 19, lunedì 1 giugno dalle 14 alle 19); Teatro romano e Odeon, Catania (dalle 9 alle 19); Teatro antico di Taormina (dalle 17 alle 22), Area archeologica di Naxos (dalle 9 alle 19), Museo di Naxos (dalle 9 alle 19), Isolabella (dalle 9 alle 19); Museo archeologico eoliano "Bernabo Brea" di Lipari (dalle 9 alle 19, domenica e festivi dalle 9 alle 13); Galleria regionale di Palazzo Abatellis, Palermo (dalle 9 alle 19, chiuso il lunedì); Museo archeologico Salinas, Palermo (dalle 9 alle 18, domenica e festivi dalle 9 alle 13); Castello della Cuba, Palermo (dalle 9 alle 18, domenica e festivi dalle 9 alle 13); Chiostro di San Giovanni degli Eremiti, Palermo (dalle 9 alle 18, domenica e festivi dalle 9 alle 13); Castello della Zisa, Palermo (dalle 9 alle 18, domenica e festivi dalle 9 alle 13, chiuso il lunedì); Chiostro di Santa Maria La Nuova - Duomo di Monreale (dalle 9 alle 18, domenica e festivi dalle 9 alle 13); Museo di arte moderna e contemporanea, Palermo (dalle 9 alle 19,30, domenica e festivi dalle 9 alle 13); Area archeologica della Neapolis, Siracusa (dalle 9 alle 19); Galleria regionale, Siracusa (dalle 9 alle 19, domenica e festivi dalle 9 alle 12,30); Casa museo "Antonio Uccello" Palazzolo Acreide (dalle 9 alle 18,30, domenica e festivi dalle 14,30 alle 19).

Gli ingressi saranno consentiti (sempre con la prenotazione online) per le fasce orarie previste nell'app di prenotazione. Per i siti della cultura gestiti da "Aditus" (Area archeologica della Neapolis e Palazzo Bellomo a Siracusa, Museo archeologico Bernabò Brea di Lipari, Teatro Antico di Taormina, Isolabella e Area archeologica di Naxos) sarà possibile prenotarsi online a partire dal pomeriggio di venerdì 29 (ore 17) con i sistemi già previsti per questi luoghi.

“Nel medio termine sussiste il rischio che l’emergenza Covid-19 accentui le disuguaglianze, sia per la maggiore presenza di lavoratori a basso reddito nei settori con più elevato rischio di contagio e con minore possibilità di lavoro a distanza, sia perché gli ammortizzatori sociali offrono un sostegno di natura temporanea, a fronte di ripercussioni potenzialmente durature sulla capacità reddituale dei lavoratori più coinvolti”. Lo afferma nelle considerazioni finali il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco.
“Dall’inizio dell’anno la rapida diffusione in tutto il mondo del nuovo coronavirus ha causato una gravissima emergenza sanitaria, milioni di persone sono state colpite, centinaia di migliaia hanno perso la vita. È una crisi senza precedenti nella storia recente, che mette a dura prova l’organizzazione e la tenuta dell’economia e della società”, spiega Visco, che prosegue: “Il governo si è mosso secondo le medesime priorità che hanno guidato gli interventi a livello internazionale, concentrandosi sulla capacità di risposta del settore sanitario e sugli aiuti ai lavoratori, alle famiglie, alle imprese – ha aggiunto Visco -. Tra marzo e maggio sono state varate misure che accrescono il disavanzo pubblico di quest’anno di circa 75 miliardi, il 4,5 per cento del prodotto”.
Per il governatore della Banca d’Italia “l’impatto della recessione e delle misure messe in campo per contenerne le conseguenze è forte sulle finanze pubbliche. Un lascito così pesante impone una presa di coscienza della dimensione delle sfide di fronte a noi”. “La sostenibilità del debito pubblico non è in discussione, ma il suo elevato livello in rapporto al prodotto è alimentato dal basso potenziale di crescita del Paese e al tempo stesso ne frena l’aumento”, sottolinea Visco.
“Con il dissiparsi della pandemia potremo ritrovarci in un mondo diverso. È molto difficile prefigurare quali saranno i nuovi ‘equilibri’ o la nuova ‘normalità’ che si andranno determinando, posto che sia possibile parlare di equilibri e normalità. Per affrontare tanta incertezza è però cruciale, oggi ancora più di prima, che siano rapidamente colmati i ritardi e superati i vincoli già identificati da tempo – aggiunge -. Oggi da più parti si dice: ‘insieme ce la faremo’. Lo diciamo anche noi: ma purché non sia detto solo con ottimismo retorico, bensì per assumere collettivamente un impegno concreto. Ce la faremo con scelte mature, consapevoli, guardando lontano. Ce la faremo partendo dai punti di forza di cui qualche volta ci scordiamo; affrontando finalmente le debolezze che qualche volta non vogliamo vedere. Molti hanno perso la vita, molti piangono i loro cari, molti temono per il proprio lavoro. Nessuno deve perdere la speranza”.
(ITALPRESS).

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