Migranti ma non solo nel viaggio lampo a Tripoli del ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi che sabato ha incontrato a Tripoli il presidente del Consiglio presidenziale Fayez Al Serraj, il viceprimo ministro Ahmed Maitig, il ministro degli esteri Mohammed Taher Siyala e il presidente dell'Alto Consiglio di Stato Khaled Al Meshri. Nel corso dei colloqui le autorità libiche hanno confermato la volontà di proseguire e rafforzare il partenariato strategico con l’Italia che è l’unico Paese Ue ad avere un’ambasciata aperta in Libia.Il presidente Serraj e il ministro degli Esteri Siyala hanno ribadito la volontà di riattivare il trattato di amicizia e cooperazione firmato nel 2008 dall’ex premier italiano Silvio Berlusconi e da Muammar Gheddafi. L’accordo prevedeva tra l’altro la costruzione di un’autostrada litoranea di 1700 km dal confine tunisino a quello egiziano sul tracciato della via Balbia dal costo di 5 miliardi di dollari in 20 anni. La partnership strategica sul piano economico è vista dal nostro ministro degli Esteri Moavero come elemento essenziale per «contribuire in maniera decisiva alla stabilizzazione della Libia». Moavero ha inoltre auspicato «un rilancio che possa conferire una nuova dimensione a un partenariato economico bilaterale sempre più strutturato e moderno, incentrato su settori strategici e fondato su un’efficace collaborazione tra settore pubblico e privato».Nel corso dei colloqui il responsabile della Farnesina ha anche sollevato la questione dell’immigrazione riscontrando una certa disponibilità a discutere l’apertura di centri di smistamento per migranti in arrivo nel Paese e attivare quei meccanismi di rimpatri volontari assistiti (ma finanziati non solo da Italia e agenzie Onu ma anche dalla Ue) che hanno dimostrato di funzionare bene consentendo finora il rimpatrio di circa 28mila migranti economici.

La concezione del tempo secondo SenecaSeneca vuole far notare, come la maggior parte degli uomini non sia consapevole di quanto sia prezioso il tempo e come esso debba essere usato in modo da vivere veramente fino in fondo ogni secondo;infatti mentre siamo gelosissimi di tutto il resto il tempo lo regaliamo a destra e a manca senza tenere conto del suo valore…Seneca è infatti convinto innanzitutto del fatto che la vita non sia affatto breve come molti affermano (non solo ignoranti ma anche menti illustri come Aristotele) ma che anzi sia lunga se il tempo viene gestito bene, e il tempo è più che sufficiente per compiere anche i più alti e nobili propositi. Infatti una gran parte del nostro tempo ci sfugge mentre siamo impegnati a fare nulla o a farlo male,quando non ci rendiamo conto che mentre il tempo passa moriamo sempre un pò, perché infatti tutti i giorni che abbiamo già vissuto sono alle nostre spalle e sono già morti.

 

"Fa' così, caro Lucilio: renditi veramente padrone di te e custodisci con ogni cura quel tempo che finora ti era portato via, o ti sfuggiva. Persuaditi che le cose stanno come io ti scrivo: alcune ore ci vengono sottratte da vane occupazioni, altre ci scappano quasi di mano; ma la perdita per noi più vergognosa è quella che avviene per nostra negligenza. Se badi bene, una gran parte della vita ci sfugge nel fare il male, la maggior parte nel non fare nulla, tutta quanta nel fare altro da quello che dovremmo. Puoi indicarmi qualcuno che dia un giusto valore al suo tempo e alla sua giornata, e che si renda conto com'egli muoia giorno per giorno? In questo c'inganniamo, nel vedere la morte avanti a noi, come un avvenimento futuro, mentre gran parte di essa è già alle nostre spalle. Ogni ora del"nostro passato appartiene al dominio della morte. Dunque, caro Lucilio, fa' ciò che mi scrivi; fa' tesoro di tutto il tempo che hai. Sarai meno schiavo del domani, se ti sarai reso padrone dell'oggi. Mentre rinviamo i nostri impegni, la vita passa. Tutto, o Lucilio, dipende dagli altri; solo il tempo è nostro. Abbiamo avuto dalla natura il possesso di questo solo bene sommamente fuggevole, ma ce lo lasciamo togliere dal primo venuto. E l'uomo è tanto stolto che, quando acquista beni di nessun valore, e in ogni caso compensabili, accetta che gli vengano messi in conto; ma nessuno, che abbia cagionato perdita di tempo agli altri, pensa di essere debitore di qualcosa, mentre è. questo l'unico bene che l'uomo non può restituire, neppure con tutta la sua buona volontà.
Mi domanderai forse come mi comporti io che ti dò questi consigli. Te lo dirò francamente: il mio caso è quello di un uomo che spende con liberalità, ma tiene in ordine la sua amministrazione; anch'io tengo i conti esatti della spesa. Non posso dire che nulla vada perduto, ma sono in grado di dire quanto tempo perdo, perché e come lo perdo; posso cioè spiegare i motivi della mia povertà. Capita anche a me, come alla maggior parte della gente caduta in miseria senza sua colpa: tutti sono disposti a scusare, ma nessuno viene in aiuto. E che dunque? Per me non è povero del tutto colui che, per quanto poco gli resti, se lo fa bastare. Ma tu, fin d'ora, serba gelosamente tutto quello che possiedi; e avrai cominciato a buon punto, poiché - ci ammoniscono i nostri vecchi - «è troppo tardi per risparmiare il vino, quando si è giunti alla feccia». Nel fondo del vaso resta non solo la parte più scarsa, ma anche la peggiore. Addio."

Sei storie di fantasmi veri o presunti, dove l’invisibile soffia come una brezza leggera e si presenta come suono, come speranza, o come persona. Sei racconti uniti da una scrittura ironica e lieve, che mischia di continuo realtà e immaginazione: c’è chi brama per riportare in vita qualcuno e chi invece vuole solo fuggire dai ricordi. La Muratori costruisce con maestria una trama di legami imprevedibili, dove vince la magica forza dei desideri.

Saranno più capillari i controlli sulla raccolta differenziata nel nostro Comune. Ad annuncialo un comunicato su Whaturp del Comune di Regalbuto che avvisa i cittadini del fatto che nei prossimi giorni scatteranno anche le sanzioni da 300_euro. - Sono stati difatti avviati già da questa mattina i controlli per il corretto conferimento dei Rifiuti differenziati del porta a porta e degli esercizi commerciali, insieme alla Polizia Locale ed alla Saes, società dei rifiuti. Oltre 300 i sacchetti verificati con NON_CONFORMITÁ e non ritirati. 

Il mondo del Credito Cooperativo continua a prendere posizione sull’ipotesi di moratoria e revisione della riforma delle BCC alla luce del preannunciato intento, da parte del governo, di sospendere la medesima riforma, approvata nel 2016 ed ormai quasi del tutto realizzata con le relative misure attuative. E dopo il significativo comunicato unitario da parte diConfcooperative, Federcasse e dei treGruppi Bancari Cooperativi, con cui si auspica che lacitata riforma parta nei tempi attualmente previsti dalla normativa, con l'avvio dei nuovi Gruppi Bancari Cooperativi programmato, al più tardi, per il 1 gennaio 2019, molto importante appare, per la valenza che esso assume in questo delicato frangente, l’ulteriore appello congiunto, contro ogni possibile moratoria, lanciato nei giorni scorsida una parte significativa della “base”del Credito Cooperativo, e cioè dalle 85 Banche di Credito Cooperativo, Casse Rurali e Raiffeisenkassen, aderenti al Gruppo di Cassa Centrale Banca, e che titola “Il futuro non si arresta ma si governa”. Fra queste anche la Banca di Credito Cooperativo La Riscossa di Regalbuto.“L’eventuale ‘moratoria’, che intervenissenell'attuale fase diavanzata attuazione della riforma del comparto,collocherebbe tutte le Bcc in una sorta di ‘limbo operativo’, con il rischio di cagionare loro esiti dannosi sotto il profilo gestionale, organizzativo e financo reputazionale. Abbiamo sul tavolo una riforma a cui manca davvero ‘l'ultimo miglio’ per dare un senso compiuto alle nostre scelte, ai nostri investimenti, alle volontà assembleari espresse nel corso degli ultimi due anni, nel rispetto dei dettami di legge. Non possiamo fermarci ora.Ritengo che le Capogruppo e le singole BCC possano nutrire al riguardo una legittima aspettativa di diritto.”. Lo dichiara il Presidente Arturo La Vignera(nella foto con il Presidente di Cassa Centrale Banca, Giorgio Fracalossi, presente lunedì scorso a Regalbuto) il quale aggiunge: “Abbiamo bisogno dei nuovi Gruppi Bancari Cooperativi, per dare forza alla dimensione territoriale della nostra rete, semplificandone al contempo la filiera organizzativa interna, migliorandone l’efficienza in una nuova logica di autonomia responsabile”. Chiediamo al Presidente La Vignera, quale sia l’esatto obiettivo di questa riforma:“La riforma serve a mettere in sicurezza l’intero comparto, per consentirgli di superare le sfide che l’attualità impone e che ormai si profilano come dirimenti per comprendere appieno come coniugare, in chiave moderna, i principi della cooperazione del credito, del mutualismo e della solidarietà, a fronte delle sollecitazioni delle normative europee ed a regole di mercato sempre più selettive. Per fare ciò era necessario ideare un quadro di regole nuove, pensato per organizzazioni nuove, coerenti con il nuovo e più complesso scenario dell’Unione Bancaria. Serviva, in buona sostanza, una forma innovativa di integrazione in grado di mantenere salva la natura mutualistica delle Bcc. La riforma, sollecitata dalla BCE e dalla Banca d’Italia, e che ricalca in larga parte la proposta di autoriforma elaborata in esito ad un percorso partecipato con tutte le istituzioni preposte, risponde a queste necessità. Il modello prescelto, di assoluta originalità, è basato su un’architettura che riunisce le BCC attorno ainuovi Gruppi Bancari Cooperativi, ormai prossimi alla partenza, composti ognuno da una banca capogruppo in forma di società per azioni, dalle BCC affiliate alla Capogruppo attraverso un contratto (detto “di coesione”), nonché da altre società bancarie, finanziarie e strumentali.”. Ma, chiediamo ancora al Presidente La Vignera, i nuovi Gruppi Bancari Cooperativi sapranno tutelare l’identità e la libertà di espressione delle banche del territorio? “I nuovi gruppi rafforzeranno le finalità mutualistiche delle BCC, consentendo lorodi mantenere la titolarità della licenza bancaria e di restare responsabilmente liberi e autonomi nel rispetto dei principi di meritevolezza stabiliti a salvaguardia della forza e stabilità del gruppo.Tutte le banche affiliate rimarranno comunque titolari del proprio patrimonio, detenendo al contempo il controllo societario della Capogruppo.E’ giusto poi evidenziare che quest’ultima non avrà soltanto dei poteri da esercitare a fronte di rilevanti responsabilità, ma anche degli obblighi stringenti da eseguire, secondo quanto espresso dalle norme, strumentali allo sviluppo dello scambio mutualistico declinato in ambito localistico. Il controllo della maggioranza del capitale della Capogruppo da parte delle Bcc affiliate conferma che il Gruppo Bancario Cooperativo nascerà ed opereràal servizio delle BCC, che ne saranno oltre che azionisteanche garanti e clienti.”.

Chiediamo ancora se l’introduzione dei Gruppi Bancari Cooperativi servirà efficacemente a colmare le varie esigenze patrimoniali e finanziarie delle BCC: “La riforma sostiene certamente la principale ed oggettiva necessità di un adeguamento strutturale rispetto ad un contesto normativo e di vigilanza che richiede meccanismi di capitalizzazione immediata in caso di necessità. Ma segna a mio avviso anche un passo in avanti. Le BCC, grazie alla propria rete di protezione interna, non hanno mai fatto pagare a nessuno (né allo Stato, né alle altre Banche e, soprattutto, neanche ai clienti e agli obbligazionisti) il costo delle difficoltà di alcune di loro.Anzi, dai nostri risultati di gestione abbiamodovuto distogliere ulteriori risorse da destinare anche al salvataggio di altre banche, non appartenenti al nostro sistema.Con l’avvento dei nuovi Gruppi Bancari Cooperativi, sappiamo che ogni forma di intervento, sostegno, ristrutturazione o riassetto interno sarà opportunamente finalizzata e dovutamente inquadrata in una logica industriale, condivisa, di sviluppo e stabilità”.

Circa i possibili margini di miglioramento della riforma, il Presidente La Vignera sostiene: “Tutto è migliorabile,pur ritenendo che, in tal senso, i margini più utili vadano opportunamente ricercati ai livelli normativi comunitari e nella loro declinazione applicativa in termini di disposizioni di vigilanza, onde assicurare ai costituendi Gruppi Bancari Cooperativi una tutela, ispirata a principi di proporzionalità applicata alla regolamentazione, coerente con la natura, la storia e la specificità delle Banche di Credito Cooperativo. La proporzionalità è ilvero tema, centrale e nevralgico. Proporzionalità significa norme più semplici per le banche più piccole, che sono generalmente meno rischiose di quelle più grandi. Un approccio normativo diverso, più proporzionale e aderente alle nostre realtà. Noi non giochiamo ai piccoli banchieri, siamo essenza mutualistica, siamo e vogliamo restare semplici cooperatori del territorio.Applicare alle piccole banche lo stesso criterio applicato ai grandi Istituti bancari non è corretto, poiché i costi, in particolare per le complesse norme prudenziali, sono più elevati rispetto a quelli delle grandi banche e i benefici sarebbero diversi. Anche perché, è giusto ricordarlo, le BCC non mettono i soldi nella finanza speculativa ma nel finanziamento dell’economia reale dei territori. La richiesta di una maggiore proporzionalità nella regolamentazione e nella vigilanza nel settore bancario è in aumento, non solo negli Stati Uniti e in Europa, ma anche a livello mondiale. Le piccole banche incontrano maggiori difficoltà nel conformarsi a normative complesse. Ciò può metterle in una posizione di svantaggio e quindi ridurre la diversità nel settore bancario. Tuttavia, un’ampia diversità delle banche di piccole e medie dimensioni rende il settore bancario più stabile. La proporzionalità è quindi necessaria per promuovere tale diversità.”. Chiediamo infine al Presidente La Vignera, se esista davvero una “ricetta perfetta” che consenta alle ultracentenarie banche del territorio di mantenere integri i valori cooperativi di riferimento, costituzionalmente garantiti, e capaci di resistere ai tempi che cambiano così rapidamente. “L’efficienza dei nuovi gruppi bancari cooperativi sarà la migliore e concreta risposta ai tempi che cambiano. La riforma del credito cooperativo è una riforma che punta al cambiamento e non alla conservazione. Spero quindi che il governo nazionale, autodefinitosi appunto‘del cambiamento’, raccolga lucidamente le necessità rappresentate.Perché, ciò che conta alla fine, è che il socio e il cliente della BCC possano contare su una cooperativa bancaria ancora più coerente ai propri valori di riferimento, ancora più competitiva, stabile e presente sul proprio territorio.”.

l 30 giugno è scaduto il mandato dei sei commissari straordinari dei Liberi Consorzi Comunali che erano stati nominati dal presidente della Regione Nello Musumeci lo scorso 30 gennaio.

Quattro giorni dopo la scadenza, agli enti non è stato ancora notificato alcun decreto di proroga degli attuali commissari o nuove nomine. 

L'Ars, lo scorso aprile, ha approvato il disegno di legge che fissa in una data compresa nel periodo tra il 15 ottobre e il 15 dicembre di quest'anno la data delle elezioni per il nuovo presidente e i consiglieri provinciali. Il rinvio era stato deciso dalla opportunità di attendere la decisione della Corte Costituzionale sulla legittimità dell'elezione diretta per Liberi Consorzi di Comuni e Città Metropolitane.

Proprio ieri la Consulta ha discusso il ricorso presentato dalla Regione siciliana contro l'impugnativa del governo nazionale sull'elezione diretta degli organi.

Da diversi mesi i DSGA -Direttori dei Servizi Generali ed Amministrativi sono in stato di agitazione a seguito del nuovo contratto di lavoro siglato per il 2016-2018 che ha continuato a dimenticarsi di questa categoria di lavoratori ,già fortemente penalizzata dalla cosiddetta legge “Buona Scuola”.
I DSGA rivendicano la necessità di riscrivere il profilo professionale sotto il versante giuridico-normativo e sotto il versante retributivo.
Tutto questo non è avvenuto! Il nostro profilo è stato ulteriormente mortificato dal nuovo contratto che ha stabilito l’aumento della Indennità di Direzione di euro 6,50 mensili lordi!!!
L’Associazione ADAS operante dal 1998 in provincia di Enna e rappresentativa dei DSGA della provincia di Enna nella riunione del 12 giugno 2018 ha deliberato quanto segue :
1) LA PROCLAMAZIONE DELLO STATO DI AGITAZIONE dei DIRETTORI DEI SERVIZI GENERALI ED AMMINISTRATIVI di tutte le scuole statali della Provincia di Enna
2) LA RESTITUZIONE AL MIUR dell’aumento della Indennità di Direzione di euro 6,50 mensili lordi in quanto umiliante per la professionalità dei DSGA essendo più che un incremento contrattuale, una Elemosina od Obolo come merita di essere definito.
Questa elemosina ha umiliato la nostra dignità professionale di DSGA.
Non è possibile essere chiamati in causa tutti i santi giorni per tutti gli adempimenti amministrativi, contabili di ogni genere richiedenti prestazioni professionali di alto livello con tutte le responsabilità inerenti che prevedono sanzioni amministrative, civile e penali e poi essere disconosciuti nel momento di dare il giusto riconoscimento economico retributivo rapportandolo al lavoro svolto sia di competenza che lavoro delegato di fatto.
Al Direttore dei S.G.A. viene richiesta l’ecletticità in una unica figura professionale . Ci viene chiesto di essere i TUTTOLOGI della SCUOLA (Avvocato, Commercialista, Formatore, Informatico, Ingegnere, Direttore dei Lavori, Ufficiale Rogante, Consegnatario ….) mentre nelle altre pubbliche amministrazioni è prevista una specifica figura o più figure per uno stesso settore.
Oramai siamo abituati agli infiniti adempimenti amministrativi di competenza dei Dirigenti
Scolastici che vengono delegati di fatto ai D.S.G.A. e senza alcun riconoscimento economico ,che
abbracciano svariatissime materie : ricostruzioni di carriera, adempimenti fiscali, adempimenti
previdenziali, statistiche, bilanci, variazioni, acquisti, collaudi, pagamenti, contratti, convenzioni,
partenariati, normativa su trasparenza, norme nuovo regolamento europeo su Privacy, norme
anticorruzione, normativa sugli Appalti, sicurezza luoghi di lavoro, istanze di accesso,
procedimenti disciplinari, contenzioso del lavoro, infortuni, e così via.
Il DSGA non può’ essere di “fatto” un dirigente e di diritto un funzionario, di certo indispensabile
all’istituzione scolastica ma privo di poteri dispositivi; non può essere gravato da una miriade di
compiti e responsabilità, con una retribuzione che da 10 anni non viene adeguatamente riqualificata.
Non può essere l’unico funzionario al quale il nuovo Contratto di lavoro ha riconosciuto un
aumento annuo lordo di €. 78,00 per indennità di direzione, pari ad euro 6,50 mensili lordi.
Tutto questo offende ed amareggia l’intera categoria dei DSGA .
Tutto ciò è offensivo e mortificante per la nostra professionalità.
Noi meritiamo di più, molto di più .
Il profilo professionale del DSGA, inserito nel CCNL 2007 per il quale è richiesta laurea specifica
(Giurisprudenza, Economia e Commercio, Scienze Politiche), così recita:
“Egli svolge attività lavorativa di notevole complessità ed avente rilevanza esterna. Sovrintende,
con autonomia operativa, ai servizi generali amministrativo-contabili e ne cura l’organizzazione
svolgendo funzioni di coordinamento, promozione delle attività e verifica dei risultati conseguiti,
rispetto agli obiettivi assegnati ed agli indirizzi impartiti, al personale ATA, posto alle sue dirette
dipendenze……..”
Se andiamo alla ricerca in tutti i CCNL di tutti i settori pubblici o privati , neanche con la lente di
ingrandimento , riusciremmo a trovare una indennità di Direzione, bloccata per 10 anni, che vede un
incremento di miseri euro 6,50 lordi al mese.
Tutto questo offende ed amareggia.
In tempi relativamente recenti una ricerca della prestigiosa Fondazione Agnelli ha definito il
DSGA una figura centrale della scuola dell’autonomia,
Una figura centrale di fatto, ma non di diritto, vista la non considerazione che, poi, le leggi e i
provvedimenti riservano a questo profilo professionale.
Nel Testo della ricerca della Fondazione Agnelli viene esplicitamente proposto che al DSGA venga
riconosciuto un ruolo DIRIGENZIALE, che di fatto già svolge, in modo da sgravare il dirigente
scolastico di compiti amministrativi per cui non è particolarmente formato.
Infatti anche questa è una sacrosanta verità, perché per accedere al concorso del Dirigente
Scolastico non sono richieste lauree specifiche mentre per accedere al concorso di DSGA è richiesta
laurea in Giurisprudenza, Economia e Commercio, Scienze politiche.
In conclusione tutti i DSGA della provincia di Enna continueranno a svolgere le attività istituzionali previste dal contratto e che sono di loro competenza , astenendosi dal lavoro che vada oltre le 36 ore settimanali richieste, e comunicando la propria indisponibilità ad avere conferiti incarichi per la realizzazione dei PON -FESR-F.S.E., PROGETTI Alternanza Scuola-Lavoro e progetti finanziati da altri Enti .

Il paese sempre più malato di tifoseria che è l’Italia, dove ormai non c’è più spazio per chi non sia ultrà del “Salvini nuovo Goebbels” o esegeta del “Questo è il governo che salverà il mondo”, ha trovato un’altra vittima colpevole di nulla. E dunque perfetta per il dileggio trasversale. Si chiama Fiorella Mannoia. E’ donna, artista e pure di sinistra, quindi non mancherà mai la mandria ottusa che la chiamerà “radical chic” (o se preferite “radical snob”). Parole a caso, e dunque pure queste perfette in tempi oltremodo biechi. La Mannoia ha osato criticare la politica del Ministro dell’Interno con un tweet: «Si raccolgono i primi frutti. Dormite tranquilli». Alludeva, con tanto di scheletro di gommone galleggiante, al naufragio in Libia. L’artista ha lasciato intendere che la colpa di quella tragedia fosse anche di Salvini: ipotesi spericolata, ma legittima. E assai in voga a sinistra. Apriti cielo, anzi social (su cui Umberto Eco aveva sin troppa ragione). La Mannoia è stata attaccata da tutti. Dai leghisti, secondo cui Salvini è come noto Geova. Da molti grillini, che fino al 4 marzo non amavano granché la Lega ma che ora paiono adorarla per osmosi. Gli attacchi più virulenti sono però arrivati dalla parte teoricamente vicina alla Mannoia: la sinistra. Quella dura e pura: e ci sta. E quella del Pd: e non ci sta per niente, perché Salvini sta solo facendo con più convinzione ciò che già faceva Minniti. Ai tanti piddini che cercano di rifarsi una verginità attaccando “i fasciorazzisti del Salvimaio”, andrebbe giusto chiesto dove (cazzo) fossero quando Minniti faceva le stesse identiche cose, ma proprio identiche, e loro accettavano tutto. Magari pure i lager libici. Al tempo i renzo-piddini stavano zitti, plaudendo il Ministro perché “gli sbarchi sono diminuiti dell’83%”: vero, ma com’è che con Minniti andava bene e con Salvini no? E’ solo questione di toni (e il lessico di Salvini è spesso irricevibile), o è solo tifo? Siam sempre lì: Potere al Popolo può massacrare Salvini, ma il Pd no. Loro, salvo rari casi nobilissimi: zitti e mosca. Massacrata da destra e sinistra, la povera Mannoia ha provato ad argomentare: “Il Mediterraneo è un enorme cimitero. Di quei disgraziati non importa a nessuno, nemmeno a voi che ora mettete in atto la caccia alle streghe, che fate le liste di proscrizione. Che vi mettete dalla parte dei buoni. Anche voi ne fate una questione politica, esattamente come tutti». Ovviamente non è servito a nulla: la Mannoia è “rea” di avere dato in passato fiducia a M5S, quindi adesso non può parlare perché “è anche colpa sua”. Un ragionamento così imbecille da avere già esondato in ogni dove. Peraltro il mezzo endorsement ai M5S della Mannoia - come Fossati, Gioè e tanti altri tra 2013 e 2015 - fu fatto nel mio programma Reputescion: parlo quindi con cognizione di causa. La Mannoia disse di avere molte perplessità iniziali sui 5 Stelle, ma di averli poi conosciuti in Parlamento e quindi stimati. Li ha votati in passato ma non nel 2018, dopo la disillusione per il mancato appoggio allo Ius Soli. Il Giornale, non senza godimento, le ha consigliato di tornare a cantare “Come si cambia”. Nel frattempo gli insulti continuano. C’è persino chi, applicando un sillogismo granitico come un ragionamento di Nardella sulla teoria quantica, dice che poiché Mengele Salvini è responsabile (come no) della morte di centinaia di innocenti in mare, allora anche la Mannoia è un’assassina. Siamo proprio malati di tifo e demenza. E il “bello” è che neanche ci facciamo caso più. Buona catastrofe.

(Il Fatto Quotidiano cartaceo, 3 luglio 2018)

Certe volte.....

Luglio 03, 2018

Certe volte , anzi spesso , più pongo il pollice sul telecomando alla ricerca di un programma che possa attrarre il mio interesse più mi trovo in quasi tutti quelli di stampo politico - giornalistico dove i presenti si "scannano" a chi alza di più la voce arrivando persino a vere e proprie offese personali. Oramai a contare non è la " corretta informazione " o il codice deontologico ma solo l'interesse dell'editore. Pertanto i giornali e i politici di sinistra reciteranno e ci faranno leggere notizie sempre e solo " contro" idem dicasi per i giornali e i politici di destra. Ma c'è ancora una destra e una sinistra ? No. Personalmente rimpiango le tribune politiche della prima Repubblica dove il giornalista manteneva un atteggiamento professionale quasi asettico e il politico parlava a braccio e si rivolgeva al suo avversario in maniera rispettosa pur nella durezza del linguaggio. Certe volte, anzi spesso, oggi scelgo di cambiare canale televisivo quando vedo sempre le stesse facce , secondo me partecipanti a gettone, che pur di alzare l'audience preferiscono dire tutto e l'incontrario di tutto a secondo di chi governa il paese. Ricordate le invettive su Berlusconi ? E quelle su Renzi ? E prima di lui quelle su Letta e prima ancora su Prodi ma possiamo citare altri nomi tra cui D'Alema etc....Oggi tocca a Salvini,Di Maio e Conte e se dopo di loro andrà al Governo di nuovo Renzi o Berlusconi il balletto ricomincia e ahimè loro !  Quando parlano , fateci caso, sanno tutto , hanno la ricetta pronta che non diranno mai , perchè non l'hanno, ma si limitano solo alla critica per far alzare l'audience perchè pagati per quello o per dire ciò che il loro editore ordina di dire e scrivere. Povera informazione ! Povera politica ! Povera Italia ! Poveri noi ! 

Nella serata di ieri la dirigenza si è riunita per organizzare i piani per la nuova stagione.
 La prima e più importante conferma é che affronteremo anche il prossimo anno, dopo gli splendidi risultati della passata stagione, il campionato di serie C maschile
Con l'intenzione di mantenere l'organico quanto più possibile simile a quello dello scorso anno.
Eventuali conferme e movimenti di mercato verranno comunicati in maniera ufficiale su questa pagina prossimamente.
 Sempre collegato al settore maschile, c'è l'intenzione di formare una Prima Divisione in collaborazione con le società dei paesi limitrofi per dare spazio ai ragazzi che nella scorsa stagione non hanno avuto modo di esprimere il loro gioco, e a quelli che hanno superato i limiti dell'Under e quindi non potranno più fare campionati giovanili.
 La seconda conferma arriva dal settore femminile, dove ci ritroveremo ad avere una prima squadra che molto probabilmente disputerà la #PrimaDivisione.
 Come sempre ci saranno i campionati giovanili Under sia maschili che femminili, con novità nel reparto tecnico.
 Novità anche a livello dirigenziale, con l'ingresso di nuovi ragazzi pronti a dare una mano e portare aventi una bellissima realtà.
Chiunque avesse intenzione di entrare nella nostra dirigenza, non esiti a contattarci qui nella nostra pagina.

Siamo la Pallavolo Agirina dal 1971, e stiamo lavorando affinché questa realtà, fondata tanti anni fa, continui ad essere un pilastro sportivo e sociale per l'intera comunità.

La dirigenza ADP Volley Agira