I giorni che ci separeranno dall'arrivo dell'estate sono davvero pochi e con il caldo il consumo di granite e gelati. La granita di limone è un piccolo gioiello della nostra sicilianità ma è anche il cavallo di battaglia delle colazioni estive regalbutesi. La nostra città vanta una tradizione che si tramanda nel tempo da quando cioè la granita al limone si consumava nei bar con il classico panino , sostituito poi dalla tipica brioche. I bar di regalbuto facevano ( e forse tutt'ora fanno) a gara a chi produceva la granita e il gelato più buono. Ma l'appuntamento tipico dei mattinieri estivi era ed è la granita al limone. Oramai è certo che l'estate del coronavirus sarà una estate " a casa nostra ". Una estate cioè dove la mobilità sarà ancora incerta, specie verso le località balneari. Valorizzare le nostre granite , i nostri maestri gelatai , potrebbe essere il modo per dare un impulso alla produzione e all'economia dei bar e ristoranti di Regalbuto. Tante cose nel tempo sono cambiate. Quando ero piccolo la mia granita al limone era formata dal ghiaccio tritato e intriso di limone e un panino. Il gelato era formato da un pezzo di ghiaccio tagliato e avvolto nella carta gialla consumato in fretta per non farlo sciogliere. Oggi i nostri bar e ristoranti vantano una varietà di granite e soprattutto gelati che nulla hanno da temere alle più famose gelaterie di Catania. Possiamo farcela. Dobbiamo farcela. Non dobbiamo aspettare. Dobbiamo ripartire da soli. Se solo facciamo passare questi messaggi.

15 aprile 2020

Uno screening epidemiologico attraverso i test sierologici per contrastare il contagio da Coronavirus. E' quanto verrà messo in campo in Sicilia attraverso un'azione mirata sulla base del parere reso, nei giorni scorsi, dal Comitato tecnico scientifico per l'emergenza Covid-19 nell'Isola. L'obiettivo del governo Musumeci è quello di monitorare l'andamento del contagio come avvenuto per altre epidemie.
«Pur ribadendo l'importanza del tampone rinofaringeo che resta, comunque, il principale strumento di rilevamento della malattia - sottolinea l'assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza - attraverso i test sierologici puntiamo ad un'azione su un campione significativo della popolazione che ci consentirà di osservare il fenomeno da una prospettiva più ampia».
I test sierologici, ritenuti complementari al tampone, così come indicato dal Comitato tecnico scientifico siciliano, verranno condotti su precise categorie: sul personale sanitario si effettueranno i test sierologici quantitativi, mentre per le persone che popolano le Rsa, le Cta, le Case di riposo, ad esempio, si procederà con i test sierologici qualitativi cioè con le card.
Nello screening epidemiologico, che la Regione condurrà attraverso la supervisione del dipartimento Attività sanitarie e Osservatorio epidemiologico dell'assessorato alla Salute, sono previsti, infatti, test per le Forze dell'ordine, per gli uffici pubblici, la popolazione carceraria e comunque su una porzione significativa della cittadinanza siciliana.
«L'avvio di operazioni di screening a partire dalle Rsa, dalle Cta, dalle Case di riposo e più in generale dalle comunità che ospitano pazienti fragili - commenta l'assessore alle Politiche sociali, Antonio Scavone - assieme a un elevato controllo sanitario va allargato anche al personale delle strutture, ma non può limitarsi ad esso. Infatti bisogna puntare anche ad altre categorie».

Prepariamoci perchè la prossima estate "saremo turisti a casa nostra" . Lo sostiene Giovanni Battista Dagnino, presidente del Corso di Laurea magistrale in Economia e Management del Campus di Palermo dell’Università Lumsa. «La crisi colpisce vigorosamente tutta la filiera del turismo - spiega Dagnino -, dalle strutture di accoglienza alle strutture aeroportuali sino ai tour operator, alle agenzie di viaggio, alla ristorazione alle compagnie aeree. Per farlo ripartire sono necessari sia interventi da parte della domanda e degli incentivi pubblici sia interventi da parte della domanda privata. In breve, se lo Stato farà certamente la sua parte, dal nostro canto noi cittadini dobbiamo riprendere a consumare, ma questa volta in modo diverso perchè, come avveniva negli anni '50 e '60 del secolo scorso, dobbiamo ricominciare a essere "turisti a casa nostra". Un bel modo per riscoprire le sconfinate bellezze e la smisurate biodiversità italiana e della nostra isola. Gli stranieri arriveranno di nuovo, ma per questo dovremo attendere un pò più di tempo». Il turismo? Ripartirà come negli anni ’50 e ’60 dove eravamo “turisti a casa nostra”. E potrebbe essere un’occasione di rilancio del mercato interno e del Made in Italy (ma anche in Sicily). 

Leggi QUI

L'emergenza coronavirus ha avuto un impatto fortissimo sul lavoro, che si è praticamente fermato in tutto il territorio nazionale.. I territori  stanno  pagando un prezzo piuttosto alto in tema di occupazione specie nel settore della ristorazione e del turismo. Bar , ristoranti e luoghi dediti al turismo  chiusi sine die e non si sa ancora quando potrebbero ripartire , si parla addirittura tra le ultime attività commerciali che gradualmente saranno riaperte. Il coronavirus ha devastato il mondo di ristoranti e bar Italiani. Non è da meno il nostro paese, dove i bar e i ristoranti rappresentavano una buona fetta di economia di Regalbuto , una economia basata non solamente sulla gestione familiare e in via di sviluppo. Oggi è messa in ginocchio tra bollette da pagare, fornitori, affitti e tasse e ricavi azzerati.  Si dirà che è una situazione che investe l'intero territorio nazionale è vero , ma nella nostra fragile economia locale l'eventuale ipotesi di prolungare la riapertura fino a oltre  il mese di maggio  potrebbe diventare fatale per taluni che potrebbero essere  costretti a chiudere per evitare maggiori debiti. La premessa è che prima di tutto bisognerà raggiungere l’obiettivo “erre con zero” (R0) che è l’indice di contagiosità inferiore a 1 (un positivo infetta meno di una persona). La prudenza tuttavia impone che anche dopo il raggiungimento di questo traguardo bisognerà mantenere in vigore restrizioni per impedire che la circolazione degli asintomatici possa far risalire il numero dei positivi. Anche a Regalbuto Bar e ristoranti per esempio sono pronti a ripartire mettendo al centro la sicurezza grazie alla formazione del personale e all’utilizzo di dispositivi di protezione individuale (mascherine, guanti e prodotti igienizzanti) su banconi, tavoli e bagni, alla sanificazione degli ambienti. Tra le misure in discussione nel confronto Governo-Scienziati  emerge la razionalizzazione  dei flussi della clientela attraverso sistemi di prenotazione online, con un’attenta gestione dei menu e tovaglie e tovaglioli igienizzati. Il distanziamento di almeno due metri dei tavoli sia nei bar che nei ristoranti, sia dentro che fuori dei locali considerato che si avvicina la calda stagione estiva, sulla base di un coefficiente che tenga conto della relazione tra coperti e superficie. E, nel caso del bar, tra lunghezza del bancone e clienti serviti. Una misura che va gestita sulla base del buonsenso.  In generale però crediamo che la migliore cosa che possiamo e dovremo fare per aiutare le nostre piccole imprese sarà quello di SPENDERE A CASA NOSTRA spendere con qualità per valorizzare la nostra economia in tutti campi siano essi alberghieri,della ristorazione, turistici , artigianali e commerciali . E' necessario riportare l'economia in movimento perchè prima del coronavirus tanti giovani avevano investito su Regalbuto. E' un aiuto che possiamo dare perchè ci sarà bisogno della collaborazione di tutti per risollevare l'economia della nostra città quando tutto sarà finito.

Sarebbe ora perchè finalmente si riconosce agli appassionati di orticoltura nei loro piccoli appezzamenti di terreno di non abbandonare ancora per molto tempo la cura della campagna. E' la richiesta di due deputati regionali del PD Michele Catanzaro e Antony Barbagallo i quali hanno presentato la richiesta al governatore Musumeci. “Consentire la coltivazione dell’orto personale risponde anche ad esigenze di approvvigionamento alimentare soprattutto in un momento in cui molti nuclei familiari, privati dei mezzi di sussistenza, hanno difficoltà per l’acquisto dei beni di prima necessità”. Lo dicono Michele Catanzaro ed Anthony Barbagallo parlamentari regionali del Partito democratico.

“L’autorizzazione alle uscite per coltivare i poderi personali, nel comune di residenza o in quello limitrofo, darebbe sollievo immediato a tante famiglie siciliane, che potrebbero così continuare a coltivare le proprie terre evitando che la campagna venga abbandonate provocando danni incalcolabili. Andare a coltivare un orto – continua Catanzaro che in una lettera all’assessore regionale all’Agricoltura Edy Bandiera chiede il varo di misure idonee – evita di sicuro assembramenti di persone e code al supermercato nell’acquisto di frutta e verdura“.

“Sono convinto che non possiamo togliere questa opportunità ai siciliani, mi auguro, quindi, che la Sicilia – conclude Barbagallo firmatario di un’interpellanza sull’argomento – così come già fatto da altre Regioni possa consentire la coltivazione non professionale dei piccoli orti da sempre realtà rurale di sostentamento economico soprattutto nelle piccole realtà locali”.

13 aprile 2020

Quaranta milioni di euro per investimenti nelle aziende agricole siciliane. Lo prevede il bando pubblicato dalla Regione Siciliana, attraverso l'assessorato dell'Agricoltura, a valere sulla Misura 4.1 del Programma di sviluppo rurale 2014/2020. Si tratta di una delle procedure più attese dal comparto agricolo, grazie alla quale sarà possibile acquistare macchine, attrezzi agricoli, per trasformazione, confezionamento e commercializzazione di prodotti; realizzare e ristrutturare allevamenti (stalle, ricoveri, recinzioni) oltre che punti vendita aziendali e sale degustazioni; e ancora serre e tunnel per colture protette e florovivaismo; operare miglioramenti fondiari e sistemazioni idraulico-agrarie (recinzioni, terrazzamenti, recinzioni, viabilità aziendale ed elettrificazione).

Una quota dei finanziamenti sarà destinata all'agricoltura delle isole minori: Pantelleria, Eolie, Egadi, Ustica, Lampedusa e Linosa, che erano rimaste escluse dai bandi emessi dalla precedente programmazione.

In linea con la nuova Pac, verranno premiati gli interventi dei cosiddetti "genuine farmers", ovvero dei "veri agricoltori", la cui principale attività economica è quella agricola: così come le produzioni certificate di qualità (Bio, Dop, Igp e Qs-Qualità sicura garantita dalla Regione Siciliana, di neo introduzione) e ancora gli investimenti che puntano alle strategie di adattamento al cambiamento climatico, come la realizzazione di laghi collinari.

Tra le novità importanti del nuovo bando la sburocratizzazione e lo snellimento delle procedure amministrative. Determinante sarà infatti il ruolo dei tecnici progettisti: con le "perizie asseverate", nelle quali saranno riportati la fattibilità degli interventi, i punteggi e l'attestazione di conformità in materia di edilizia ed urbanistica, eviteranno agli agricoltori di dover chiedere pareri e autorizzazioni, che in passato hanno causato aggravio di costi e una notevole dilatazione dei tempi di presentazione delle domande.

«Il Governo Musumeci ha mantenuto fede all'impegno preso - afferma l'assessore per l'Agricoltura Edy Bandiera - rispondendo alle reali esigenze dell'agricoltura siciliana e semplificando le procedure. Si tratta di un bando molto atteso, grazie al quale le aziende agricole potranno ammodernare le loro strutture, migliorandone reddito e competitività ma soprattutto, a fronte del massimale di 5 milioni di euro previsto dal precedente bando, abbiamo previsto un tetto massimo di 300 mila euro a progetto, rispondente alle reali esigenze del tessuto produttivo siciliano, fatto per lo più da piccole e medie aziende. La percentuale di contributo a fondo perduto prevista è pari al 50 per cento, elevabile di un ulteriore 10 per cento, nel caso in cui i proponenti siano giovani con meno di 40 anni d'età. Anche la cantierabilità del progetto, che ha costi elevati, dovrà essere prodotta solo se e nel momento in cui il progetto verrà finanziato».

 

Il 14 aprile del 1980 moriva Gianni Rodari . Se c’è una figura simbolo dell’infanzia in Italia è certamente quella di Gianni Rodari, il pedagogo e scrittore che, attraverso le sue filastrocche, favole e poesie per bambini, ha saputo dar forma e valore ai desideri dei piccoli lettori. A quarant'anni dalla sua scomparsa oggi si ricorda  uno dei più grandi scrittori di libri per ragazzi . Nato a Omegna nel 1920 da una poverissima famiglia ,dopo aver conseguito il diploma magistrale, per alcuni anni ha fatto l’insegnante. Al termine della Seconda guerra mondiale ha intrapreso la carriera giornalistica, che lo ha portato a collaborare con numerosi periodici, tra cui «L’Unità», il «Pioniere», «Paese Sera». A partire dagli anni Cinquanta ha iniziato a pubblicare anche le sue opere per l’infanzia, che hanno ottenuto fin da subito un enorme successo di pubblico e di critica. Autore ironico e originale, Gianni Rodari non solo ha divertito generazioni di bambini, ma li ha aiutati a credere nella possibilità di realizzare un mondo migliore denunciando ogni forma di ingiustizia e di sopruso. Le sue storie invitano a guardare la realtà con il filtro della fantasia e a cambiare l’ordine delle cose, per poterle vedere meglio I suoi libri hanno avuto innumerevoli traduzioni e hanno meritato diversi riconoscimenti, fra cui, nel 1970, il prestigioso premio «Hans Christian Andersen», considerato il «Nobel» della letteratura per l’infanzia.Negli anni Sessanta e Settanta ha partecipato a conferenze e incontri nelle scuole con insegnanti, bibliotecari, genitori, alunni. E proprio dagli appunti raccolti in una serie di questi incontri ha visto la luce, nel 1973, Grammatica della fantasia, che è diventata fin da subito un punto di riferimento per quanti si occupano di educazione alla lettura e di letteratura per l’infanzia. Gianni Rodari è morto a Roma nel 1980. Tra le sue opere più significative: Le avventure di Cipollino, Gelsomino nel paese dei bugiardi, Filastrocche in cielo e in terra, Favole al telefono, Il libro degli errori, C’era due volte il barone Lamberto.

C'è una vera corsa al vaccino. Ricercatori e scienziati del mondo sono giorno e notte al lavoro,quasi in sinergie, per arrivare nel più breve tempo possibile a debellare il virus. Perchè solamente così sarà possibile riprendere una vita "normale" anche se molte cose saranno cambiate. Usa, Cina, Israele. Alla fine però a vincere la “corsa al vaccino” a sorpresa potrebbe essere proprio l’Italia.Ieri infatti l’Advent-Irbm di Pomezia ha annunciato di avere il vaccino contro il Covid-19. E fino a qui la sorpresa è relativa, perché già da qualche settimana si sapeva che l’azienda era a buon punto nella ricerca. Quello che ha fatto clamore è la data: «A settembre il vaccino sarà disponibile».Fino a ieri i ricercatori americani e israeliani sembravano essere quelli più vicini al vaccino che però, tra sperimentazioni e produzioni, non sarebbe stato disponibile prima di questo inverno nel migliore dei casi. L’annuncio dell’azienda laziale, che ha lavorato con lo Jenner Institute della Oxford University, ha quindi stupito tutti. «Entro questo mese prenderanno il via in Inghilterra i test accelerati su 550 volontari sani» ha annunciato l’amministratore delegato di Irbm, Piero Di Lorenzo che poi, come detto, ha aggiunto che si prevede di «rendere utilizzabile il vaccino già a settembre per vaccinare personale sanitario e forze dell’ordine in modalità di uso compassionevole».

Ancora una volta l'intera popolazione di Regalbuto sta rispondendo bene al "restare a casa" che specie nei giorni di Pasqua e pasquetta tanto preoccupa. Strade vuote e silenziose , le singole famiglie  hanno trascorso la domenica di Pasqua a casa tra cucina,video , foto e collegamenti on line coi propri parenti . Già da stamattina invece chi può si è dedicato all'accenzione del "focone" nelle terrazze o sui balconi per l'immancabile carne alla brace. E' la Pasqua dei regalbutesi i quali a dire il vero in generale non hanno mai provocato situazioni limiti per i quali si è dovuto intervenire. Pochissime le infrazioni alcune provocate forse per la mancata comprensione dei provvedimenti restrittivi. Vigili e forze dell'ordine al lavoro anche nei giorni di festa hanno tenuto sotto controllo il territorio. Il calare dei numeri sui contagi del coronavirus e la paraizle apertura di alcune attività rende ottimisti per il futuro anche se c'è da ripetere che non sarà niente di come avevamo lasciato prima del contagio. Da sottolineare infine la visita al cimitero del Sindaco Francesco Bivona , per onorare i defunti e la partecipazione sempre da parte del primo cittadino alla funzione reiligiosa il giorno Pasqua nella chiesa di San Basilio.

L'umanità deve compiere una scelta, ora che si profila la fine della pandemia: scegliere tra una revisione dei propri punti di riferimento sociali, economici e culturali oppure piegarsi al dio denaro, al suo sepolcro.Papa Francesco torna nuovamente a riflettere sugli egoismi che si manifestano di fronte al contagio (ieri sua una esplicita critica ad una Europa egoista che deve ritrovare l'antico spirito di solidarietà) e avverte: il dopo sia in favore della gente, dei popoli.

Soldi per non rendere testimonianza a Dio, spiega, "è corruzione". Se si nega l'evidenza delle cose, aggiunge, si sceglie "la strada del diavolo e della corruzione". E anche oggi, aggiunge nell'omelia della messa a Santa Marta, "davanti alla prossima fine - speriamo - della pandemia abbiamo la stessa opzione: i popoli o il dio Denaro". Tra una ricostruzione che sia per l'uomo oppure "la schiavitù, la guerra, i bambini senza istruzione". Una scelta tra "scegliere il bene della gente e cadere nel sepolcro del dio Denaro".

Il vangelo del giorno racconta che, grazie alla costanza delle donne che hanno appena ricevuto l'annuncio della Resurrezione, la notizia inizia a spargersi e i sommi sacerdoti, i dottori della legge pagano il silenzio delle guardie, per evitare l'imbarazzo del Sepolcro di Cristo rimasto vuoto. Prima considerazione di Papa Bergoglio: "le donne vanno avanti a portare l'annuncio. Sempre Dio inizia con le donne: aprono le strade, non dubitano. Sanno, hanno visto".

Seconda considerazione: i timori e le paure di quanti ora pensano "quanti problemi ci porterà questo sepolcro vuoto" e fanno in modo da comprare il silenzio dei testimoni che hanno visto. "Questa non è una tangente, questa è corruzione pura", sillaba le parole Papa Francesco, "quando davanti all'evidenza si sceglie questa strada, questa è la strada del diavolo e della corruzione". Denaro contro verità anche oggi che si deve iniziare a pensare agli assetti mondiali del dopo coronavirus. Il Papa, già all'inizio della messa, ha lanciato un invito molto significativo.

"Oggi preghiamo per i governanti, per i politici, per gli scienziati che hanno cominciato a studiare la via d'uscita per il dopo pandemia", ha detto, "il dopo che è già cominciato, affinché trovino la strada giusta sempre in favore della gente, sempre in favore dei popoli". Più tardi, nell'omelia, lo riafferma e lo scandisce: "Quando non serviamo il Signore Dio, serviamo il Signore Denaro". Una terza via non è data.