Articoli filtrati per data: Novembre 2024
Under 19.Con 14 reti la Lubrisol archivia la prima giornata davanti al proprio pubblico.
Quattro mesi dopo la Final Four del Pala Nino Pizza, che ha assistito al trionfo a tinte tricolori della Sicurlube Regalbuto, il campionato Under 19 riparte di slancio nella terza domenica di ottobre. I campioni d’Italia in carica iniziano la stagione 2021-2022 con 14 gol e la porta inviolata contro la Meriense. La cronaca della gara è scarna di notizie se non il fatto che i ragazzi hanno continuato a giocare e segnare dando il meglio di se stessi. Ottimo inizio dunque ..chi ben inizia ....
Riflessioni di sport...
Riflessioni di sport. Nel corso di questi ultimi giorni due notizie mi hanno particolarmente addolorato. Ad Agira e Centuripe due intere squadre che avevano partecipato nel 2019 al campionato Under 16/ F di pallavolo sono di fatto sparite. Le ragazze (o le famiglie ) in pratica per timore del contagio Covid hanno scelto di non praticare lo sport per il quale sin da piccole avevano praticato. Ma il settore femminile nel territorio di Enna si è indebolito ovunque se si eccettua due o tre realtà che ancora resistono. In crisi le scuole di pallavolo dunque in quella fascia di età piuttosto delicata che è l'adolescenza. Il timore del Covid pur in presenza del Green pass , necessario oggi per poter accedere in palestra , hanno interrotto un gruppo piuttosto numerosi di adolescenti che in quella categoria avevano ottenuto lusinghieri risultati. Agira tra le formazioni migliori del campionato Under 16, Centuripe con la crescita esponenziale di un gruppo che a poco a poco si stava formando. A Regalbuto qualcosa resiste grazie alla caparbietà di 12 ragazze le quali nella pienezza di una crescita sportiva maturata nelle categorie Under 13 e Under 14 , si sono dovute fermare per gli stessi motivi al pari delle loro coetanee di Agira e Centuripe. Per non parlare poi del fatto che gli effetti del Covid hanno " consigliato" ( usiamo il termine nella circolare del MIUR) di non concedere le palestre scolastiche in alcune realtà . In crisi il settore femminile a Nicosia e Leonforte e Piazza Armerina tre piazze dove il volley li aveva portato a competere nelle categorie più alte dei campionati e che adesso stentano a far crescere un settore , quello giovanile, perchè la paura li ha accumunati a dover rinunciare al sacrificio degli allenamenti, delle partite infrasettimanali, dei viaggi verso le mete in trasferta del campionato, delle gioie di un abbraccio per un punto conquistato. Per comprendere il fenomeno , il fenomeno sociale, ci vuole poco a capire che il ritiro delle attività sportive delle ragazze produce un impoverimento sociale del territorio che come effetto produce il ritardo nella crescita dell'intera comunità. Oggi le sole iscrizioni ufficiali ai campionati Under 16 femminili indetti dalla Fipav sono quelle di Enna e Nicosia. Nel 2019 vi erano ben 7 formazioni femminili Under. Peggio rispetto a questi dati vi sono quelli ufficiali in campo maschile . Ma questa è un altra storia che riguarda l'intero territorio siciliano e nazionale.
La Sicilia blocca il progetto Ib Vogt Italia da 228 milioni. ( Dal Sole 24 ore )
La Sicilia ferma un maxi parco solare per i ciottoli del paleolitico inferiore .Il no della Sovrintendenza di Enna blocca il progetto Ib Vogt Italia da 228 milioni .La contrapposizione tra due ambientalismi: conservare il clima o l’identità dei luoghi. Jacopo Giliberto
Centuripe, antichissima e nobile città della Sicilia centrale in provincia di Enna al confine con il Catanese. Il no della Sovrintendenza per i beni culturali di Enna ha bloccato il progetto di una centrale fotovoltaica da 228,7 milioni Iva compresa, 384,1 megawatt di potenza solare, proposta da una società tedesca tramite la filiale bolzanina Ib Vogt Italia. Il motivo del no: nelle vicinanze «sono stati rinvenuti in superficie diversi ciottoli attribuibili alle facies clactoniane del Paleolitico Inferiore (circa 300mila anni da oggi)». Quattro pagine piene «aree con estesi frammenti ceramici» non lontano, «ricco macro-contesto archeologico» nelle vicinanze.
È ovvio: i ciottoli delle facies clactoniane e le altre opposizioni vagamente archeologiche coprono un motivo assai più consistente per opporsi al progetto, ma è un motivo che non ha alcun valore tecnico per una contestazione nel merito. Il motivo vero dell’opposizione alla centrale solare è che la valle del fiume Dittaino verrebbe laccata per 40 anni con una crosta nera e lucida di 711.360 moduli fotovoltaici di silicio, circa 496 ettari di pannelli solari. Insomma, sarebbe una trasformazione fortissima per il paesaggio della Sicilia centrale e per l’identità delle sue comunità.
Si ripresenta ancora una volta il contrasto fra i due ambientalismi, entrambi di pari dignità. Uno vuole conservare il clima, e promuove la transizione energetica verso la produzione senza emissioni di anidride carbonica, e l’altro ambientalismo vuole conservare il paesaggio e l’integrità dei luoghi, cioè l’identità e la percezione delle persone. In genere le due anime convivono, ma a volte si contrappongono con una contraddizione insormontabile.
Il piano energia e clima
Per raggiungere gli obiettivi ambientali e di tutela del clima, nel gennaio 2020 l’Italia si era data il Pniec, il piano integrato energia e clima, che prevede di costruire entro il 2030 impianti da fonti rinnovabili per circa 70mila megawatt, 7-8mila megawatt l’anno. Il sole è il nostro petrolio.
Nel frattempo gli obiettivi climatici europei sono diventati più ambiziosi e il piano va rivisto. Vi si dovrà aggiungere un burden sharing, cioè vanno suddivisi fra le regioni gli investimenti rinnovabili e le opportunità di crescita nell’energia pulita.
Ma nei fatti, ha protestato Agostino Re Rebaudengo presidente dell’associazione confindustriale Elettricità Futura, in Italia non si riesce a costruire nemmeno un decimo di quanto annunciato dal Pniec: non si piantano pannelli solari né ventole eoliche per più di 7-800 megawatt l’anno.
Secondo l’osservatorio dell’Anie Rinnovabili (associazione della federazione confindustriale Anie), sulla base dei dati Gaudì di Terna nel primo semestre di quest’anno sono stati costruiti impianti rinnovabili per 452 megawatt (+34% rispetto allo stesso periodo del 2020), di cui 362 megawatt fotovoltaici (+40%), 74 eolici e 16 megawatt idroelettrici. Nella sola primavera le nuove installazioni sono 272 megawatt.
«Quello delle autorizzazioni è e rimane la principale causa del mancato sviluppo delle fonti rinnovabili», dice l’Anie Rinnovabili.
Il progetto di Centuripe
Nel dicembre scorso la società tedesca aveva presentato alla Regione Sicilia ettometri di documenti (130 titoli protocollati) per l’autorizzazione al progetto colossale che da solo, con i 384 megawatt di potenza, è pari a tutte le centrali solari istallate in Italia dal 1° gennaio a 30 giugno.
La centrale divisa in diversi lotti si distribuirebbe su una ventina di chilometri quadrati lungo la valle del fiume Dittaino e non è l’unico progetto: la società tedesca ha presentato progetti di ingombro simile in altre zone della Sicilia centrale.
Nota non marginale. Ieri a Gubbio i 150 soci consumatori elettrici della cooperativa «è nostra» hanno inaugurato la loro centrale eolica, un’elica da 900 chilowatt, il più grande impianto collettivo d’Italia.
16 Ottobre 1793. La morte di Maria Antonietta di Francia
Il 16 ottobre 1793 è una giornata grigia a Parigi. Verso le 11 di mattina Maria Antonietta d’Asburgo-Lorena, vedova Capeto, viene condotta in piazza della Rivoluzione per essere ghigliottinata. Con la morte dell’ex regina di Francia cala definitivamente il sipario sull’Ancien Régime.Maria Antonietta d’Asburgo-Lorena, la penultima dei sedici figli dell’imperatrice Maria Teresa d’Austria, varca per la prima volta il cancello della reggia di Versailles il 21 aprile 1770. Dopo il matrimonio del 16 maggio con Luigi XVI Maria Antonietta si scontra immediatamente con la rigida etichetta di corte francese, assai diversa da quella viennese.
Durante la rivoluzione francese, Maria Antonietta si mostra ostile verso ogni compromesso con le idee liberali e con i rivoluzionari, che disprezza notevolmente. Diventa, per questo motivo, un’accesa sostenitrice del diritto divino dei re. Tenta da quel momento di salvare la monarchia assoluta attraverso i continui contatti con gli aristocratici emigrati e stringendo amicizia con alcuni moderati come Mirabeau e Barnave.
Si sente insomma investita da una sorta di missione:
“Quanto alle nostre persone, la felicità è finita per sempre, qualunque cosa accada. So che è dovere di un re soffrire per gli altri, e noi ben lo adempiamo. Possano un giorno riconoscerlo!”
In seguito al fallito tentativo di fuga del giugno 1791, l’ostilità popolare nei confronti della regina aumenta ancora di più. L’intera famiglia reale viene messa in stato di arresto e successivamente la monarchia viene dichiarata decaduta in Francia.
Dopo la morte del marito, il 21 gennaio 1793, Maria Antonietta, divenuta per tutti la “vedova Capeto“, vive per alcuni mesi in isolamento al Tempio, assieme alla figlia Maria Teresa, alla cognata Elisabetta e al delfino. Quest’ultimo viene separato dalla madre il 3 luglio e affidato a Antoine Simon, un ciabattino analfabeta.
Il 3 agosto l’ex regina viene trasferita nella prigione della Conciergerie, dove trascorre tra sofferenze fisiche e materiali le ultime settimane di vita. Quando il 14 ottobre appare in Tribunale per il processo la 38enne Maria Antonietta è quasi irriconoscibile: i capelli sono bianchi, il viso scavato e il fisico esile. Dopo aver sentito la sentenza del Tribunale che la condanna alla pena di morte, la vedova Capeto torna in prigione dove ha il tempo di scrivere un’ultima lettera per la cognata Elisabetta:
“È a voi cara sorella che scrivo per l’ultima volta, sono stata condannata a una morte terribile destinata solo ai criminali, andrò a raggiungere vostro fratello, come lui innocente. La cosa che mi rattrista è quella di lasciare i miei figli, sapevate che vivevo solo per loro, che mio figlio non dimentichi le ultime parole di suo padre e che non cerchi di vendicare la nostra morte. Avevo degli amici; il solo pensiero di separarmi da loro mi spezza il cuore conserverò il vostro ricordo fino all’ultimo. Vi abbraccio con tutto il cuore così come abbraccio i miei cari adorati figli; mio Dio quanto è straziante doverli lasciare per sempre. Addio.”
La mattina del 16 ottobre 1793 Maria Antonietta, alla quale viene vietato di vestirsi di nero, indossa un abito bianco: in passato è stato il colore del lutto per le regine di Francia. Dopo il taglio dei capelli l’ex-regina viene portata fuori dalla prigione e fatta salire sulla carretta dei condannati a morte.
In realtà ha sperato fino all’ultimo di poter godere dello stesso trattamento del marito, ovvero quello di essere condotta sul patibolo in una carrozza coperta, ma purtroppo non è così e lungo il tragitto la folla si accanisce su di lei ricoprendola di insulti di ogni tipo. Una volta giunta nella piazza Maria Antonietta sale rapidamente i gradini del patibolo e involontariamente pesta un piede del boia, al quale dice: “Pardon, Monsieur. Non l’ho fatto apposta”.
Verso le 11 la lama cade sul suo collo. Il boia prende la testa sanguinante e la mostra al popolo parigino che urla: “Viva la Repubblica!”.
Qualche tempo dopo Napoleone Bonaparte metterà per iscritto una propria riflessione sulla morte di Maria Antonietta:
“Una donna che non aveva se non gli onori senza il potere; una principessa straniera, il più sacro degli ostaggi; trascinarla dal trono al patibolo, attraverso ogni sorta d’oltraggi… Vi è in ciò qualcosa di peggio del regicidio.”
Uffici pubblici. Firmato il decreto che rende obbligatorio il green pass
Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, su proposta del ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, e del ministro della Salute, Roberto Speranza, ha adottato con Dpcm le linee guida relative all'obbligo del green pass da parte del personale delle pubbliche amministrazioni, a partire dal prossimo 15 ottobre. Assenza ingiustificata ma non il licenziamento. Il Dpcm firmato da Draghi prevede che "i soggetti sprovvisti di certificazione verde dovranno essere allontanati dal posto di lavoro. Ciascun giorno di mancato servizio, fino alla esibizione della certificazione verde, è considerato assenza ingiustificata, includendo nel periodo di assenza anche le eventuali giornate festive o non lavorative. In nessun caso l'assenza della certificazione verde comporta il licenziamento".
Maltempo in Sicilia. Protezione civile emana l'allerta gialla da domani.
La Protezione Civile Regionale ha diffuso un nuovo avviso per rischio meteo-idrogeologico e idraulico, valido dalle ore 16.00 di oggi, martedì 12 ottobre, alle ore 24 di domani, 13 ottobre 2021. Per la giornata di domani si prevedono su tutta la Sicilia un livello di allerta gialla e condizioni meteo avverse. In particolare, si legge nell’avviso n.21285, “dal primo pomeriggio di domani, e per le successive 24-30 ore, si prevedono precipitazioni sparse, anche a carattere di rovescio o temporale, sui settori settentrionali e nord-orientale, con quantitativi cumulati moderati; da isolate a sparse, anche a carattere di rovescio o temporale, sul resto dell’isola, con quantitativi cumulati deboli, fino a puntualmente moderati. I fenomeni saranno accompagnati da rovesci di forte intensità, locali grandinate, frequente attività elettrica e forti raffiche di vento”.
Comunali. La nuova DC sfonda in Sicilia.
PALERMO, 12 OTT La "Balena bianca" fa ritorno nei Municipi in Sicilia. E lo fa grazie a Totò Cuffaro, che si prende la sua rivincita contro chi lo aveva snobbato, se non quasi deriso, alla vigilia di questa tornata di amministrative, per avere rilanciato la Democrazia cristiana. Nei comuni dove l'ex governatore ha piazzato le liste col simbolo, la Dc ottiene risultati lusinghieri. A Favara, centro dell'Agrigentino, addirittura risulta il secondo partito, con il 10,26%, superato d'un soffio solo dalla lista di "Diventerà Bellissima" (10,43%), il movimento del presidente della Regione Nello Musumeci. Cuffaro vince la "sfida" con l'alleato Forza Italia: la lista degli azzurri col nome di Berlusconi prende la metà dei voti, fermandosi poco sopra il 5%.
La Dc elegge consiglieri anche a Giarre, in provincia di Catania, dove ottiene il 5,45% e anche qui supera l'alleato Forza Italia che si ferma al 4,39%, sotto la soglia di sbarramento, rimanendo così fuori dal consiglio comunale.
Simbolico il risultato a Caltagirone, la città di don Luigi Sturzo, fondatore del Ppi: la lista Dc sfiora il 6% (entra dunque in Consiglio), superando di oltre un punto "Diventerà Bellissima" (fuori dal municipio) e ottenendo pressoché gli stessi voti delle liste di Fratelli d'Italia e M5s. Nel comune di San Cataldo (Cl), invece non ce l'ha fatta per una manciata di voti, con la lista Dc che si è fermata al 4,4%. (ANSA).
Per l'emergenza Covid sono stati indetti bandi per più di 19 miliardi di euro
Ha superato quota 15mila il numero di lotti aperti dalle amministrazioni pubbliche italiane a causa della pandemia da Covid-19. Si tratta di migliaia di forniture per le quali, al netto degli accordi quadro, sono stati indetti bandi per più di 19 miliardi di euro, di cui quasi 8 risultano aggiudicati. A metà settembre, inoltre, erano stati messi a bando 2,8 miliardi di euro per la campagna vaccinale. Sono alcune delle cifre più significative dell’ultimo aggiornamento dei dati del nostro osservatorio bandi Covid, attraverso cui vengono monitorati gli acquisti a partire dall’inizio dell’emergenza sanitaria. 16,64 miliardi di euro sono stati messi a bando attraverso procedure semplificate, dal 31 gennaio 2020 al 14 settembre 2021 (esclusi gli accordi quadro). L'86,9% degli importi totali è stato messo a gara attraverso tre modalità semplificate per la scelta del contraente: procedura negoziata senza previa pubblicazione del bando di gara, affidamento diretto in accordo quadro e affidamento diretto. Queste modalità vengono avvantaggiate dalla normativa quando è in corso lo stato di emergenza, con l'obiettivo di velocizzare i tempi, considerando la rapidità con cui è necessario approvvigionarsi di materiale e servizi utili al contrasto della pandemia. Per l'acquisto di mascherine e dpi sono stati messi a bando 8,8 miliardi di euro.
Regalbuto Riparte. " Aperti verso chi vuole realizzare una politica di servizio"
Nel corso dell'ultimo consiglio comunale che si è svolto lunedì sera , la capogruppo del movimento Regalbuto Riparte ha letto un comunicato con il quale annuncia la volontà dei quattro consiglieri Meli,Romano,Todaroe Beninati di ricandidarsi alle prossime elezioni amministrative con chi intende realizzare una vera politica di servizio . Di seguito il Comunicato Stampa che ci è pervenuto dal movimento Regalbuto Riparte.
"Il movimento Regalbutoriparte è nato con l'intenzione di contribuire nel fare ritornare il nostro paese Regalbuto ,quello che era fino a qualche anno fà, una cittadina prospera ,caratterizzata da servizi economici ed efficienti , con una gestione oculata delle risorse pubbliche, rispetto per l'ambiente, tutela del patrimonio edilizio tutto questo un tempo vanto della nostra provincia. Questo e tanto altro , a nostro parere , è stato totalmente disatteso dalla amministrazione bivona, tanto è vero cosi come impone il vivere in un paese democratico , che nelle passate amministrative ci siamo sempre contrapposti con programmi alternativi in grado di dare le giuste risposte alle tante necessita del nostro territorio e dei nostri concittadini. Da opposizione abbiamo con insistenza chiesto che da parte dagli organi preposti , si facessero attenti controlli sul realizzo e sul funzionamento dell'impianto di Biogas di contrada Criscinà, costatando con amarezza che nessuno dei consiglieri presenti ha condiviso la proposta fatta in consiglio comunale dai quattro consiglieri di Regalbuto riparte MELI,BENINATI, ROMANO TODARO. Abbiamo più volte proposto e se permettete tanto lottato per il realizzo del piano regolatore generale, sicuro volano economico , in una piccola realtà come Regalbuto, ancora tanto territorio è vincolato per il parco tematico e tantissime altre aree sono catalogate come zone omogene di fantomatici Parchi con conseguente aggravio nelle compravendite e limitazioni della pratica agricola. Noi riteniamo che chi si propone ad amministrare il nostro paese lo debba fare con coerenza , in modo trasparente, fattivo e sopratutto efficiente, motivo per cui i consiglieri del gruppo Regalbuto riparte MELI GIOVANNI,BENINATI ,MARIANO,ROMANO MARIA CARMELA E TODARO SANTA comunicano la propria disponibilità a riproporsi alle prossime elezioni amministrative.
Come più volte comunicato ,manifestiamo, senza alcun pregiudizio, disinteressata apertura verso chi intende proporre e realizzare una politica di servizio ."