Articoli filtrati per data: Novembre 2024
Alluvione a Catania .
Immagini apocalittiche sono apparse sui social sulla tremenda giornata che sta ancora caratterizzando il clima a Catania , sommersa da un autentico vortice ciclonico. Chi può resti a casa anche nei prossimi giorni !
Si contano i danni ma resta alta l'allerta meteo.
Resta alta l'allerta maltempo in Sicilia. Il livello è arancione nella maggior parte dell'Isola, rossa tra Messina e Catania. Ma preoccupano anche le condizioni meterologiche della Calabria, dove nove i comuni sono attenzionati. Nelle ultime 24 ore sono stati compiuti dai vigili del fuoco 400 interventi in Sicilia e 180 in Calabria. Maggiori criticità, afferma il Corpo dei vigili del fuoco, a Catania, Siracusa, Reggio Calabria e Vibo Valentia: numerosi i soccorsi.
Meteo. Si prevede mal tempo nel fine settimana.
Un cambio si avrà anche sulle temperature che torneranno a essere quelle tipiche del mese di Ottobre, con venti freddi provenienti da Nord. La zona che verrà maggiormente colpita è quella della Sicilia orientale. Dopo il caldo sole dei giorni scorsi si prevede nel fine settimana un calo delle temperature dovute al maltempo che è previsto sulla nostra Regione. Tutto ciò per la presenza di un vortice ciclonico che insisterà sull'Italia. Già da domani , nuvole sparse e cielo velato su molte province, ma il picco si avrà domenica, quando, la situazione dovrebbe peggiorare.
Giusy Fiumefreddo neo presidente Coldiretti Enna.
Gran pasticcio nel rapporto sui decessi. Per l'Iss gran parte dei morti non li ha causati il Covid.
Il titolo non è nostro ma è quello apparso stamani sulle pagine del Tempo in un articolo del giornalista nonchè direttore Franco Bechis. Pur essendo convinti assertori dell'utilità della vaccinazione, ci sembra utile riportare per intero l'articolo affinchè ognuno ne tragga le proprie conclusiooni.
"Secondo il nuovo rapporto (che non veniva aggiornato da luglio) dell'Istituto superiore di Sanità sulla mortalità per Covid, il virus che ha messo in ginocchio il mondo avrebbe ucciso assai meno di una comune influenza. Sembra un'affermazione strampalata e da no vax, ma secondo il campione statistico di cartelle cliniche raccolte dall'istituto solo il 2,9% dei decessi registrati dalla fine del mese di febbraio 2020 sarebbe dovuto al Covid 19. Quindi dei 130.468 decessi registrati dalle statistiche ufficiali al momento della preparazione del nuovo rapporto solo 3.783 sarebbero dovuti alla potenza del virus in sé. Perché tutti gli altri italiani che hanno perso la vita avevano da una a cinque malattie che secondo l'Iss dunque lasciavano già loro poca speranza. Addirittura il 67,7% ne avrebbe avuto insieme più di tre malattie contemporanee, e il 18% almeno due insieme. Ora personalmente conosco tanta gente, ma nessuno che abbia la sfortuna di avere cinque malattie gravi nello stesso tempo. Vorrei fidarmi dei nostri scienziati, poi vado a leggere i malanni elencati che sarebbero ragione non secondaria della perdita di tanti italiani e qualche dubbio da profano comincio a nutrire. Secondo l'Iss il 65,8% degli italiani che non ci sono più dopo essere stati infettati dal Covid era malato di ipertensione arteriosa, e cioè aveva la pressione alta. Il 23,5% era anche demente, il 29,3% aggiungeva ai malanni un po' di diabete, il 24,8% pure fibrillazione atriale. E non basta: il 17,4% aveva già i polmoni ammalati, il 16,3% aveva avuto un cancro negli ultimi 5 anni; il 15,7% soffriva di scompenso cardiaco, il 28% aveva una cardiopatia ischemica, il 24,8% soffriva di fibrillazione atriale, più di uno ogni dieci era anche obeso, più di uno su dieci aveva avuto un ictus, e altri ancora sia pure in percentuale più ridotta aveva problemi gravi al fegato, dialisi e malattie auto-immuni."
Gli Italiani e lo Sport
Secondo un approfondimento preliminare, il 40% circa degli italiani pratica attività sportiva a vario titolo. Questo significa, da una parte, che i livelli di attività in Italia si attestano ancora oggi ad un livello insufficiente e, dall’altra, che solo parte degli italiani attivi pratica nell’ambito dell’Ordinamento sportivo formalmente riconosciuto – e costituito dalle federazioni sportive nazionali, dalle discipline sportive associate, dagli enti di promozione sportiva, dalle associazioni benemerite e dai gruppi sportivi militari e civili dello Stato. Prima del Covid, infatti, il 53% di chi faceva attività fisica, lo faceva in un contesto organizzato. Corsa, palestra e ginnastica le attività più diffuse prima della pandemia. Le nuove generazioni andavano di più in palestra, i senior prediligevano l’aria aperta. A febbraio 2021, il 42% dichiara di praticare sport in casa (-9 rispetto a luglio 2020), mentre l’85% (+6) dichiara di svolgere attività all’aperto. Dopo il primo lockdown del 2020, l'attività fisica torna ad uscire fuori dalle mura domestiche. Scende la percentuale dei sedentari ( 25% dei casi) ossia coloro che non si muovono mai. Si attesta al 35% coloro che sono considerati "attivi" ovvero chi pratica più volte a settimana uno sport. I cosidetti "saltuari" ossia chi pratica al massimo una volta la settimana rappresentano il 40% dei casi. Nella ricerca condotta da ASI e SWG, i dati sulla sedentarietà sono stati confrontati con quelli prodotti da Sport e Salute e SWG nell’ambito dell’indagine "Emergenza sanitaria Covid-19 e sport: gli impatti sugli stili di vita dei cittadini", risalente a luglio 2020. Dalla comparazione si è evidenziata un’impennata della sedentarietà, soprattutto nell’ultimo trimestre del 2020. Tuttavia è anche visibile un trend in miglioramento con l’inizio del nuovo anno: i sedentari infatti sono passati dal 22% di luglio 2020, al 34% di dicembre, fino a ridursi nuovamente a febbraio 2021 quando si sono attestati al 25%. Insomma dai dati della ricerca se da un lato la maggior parte degli italiani non vuole rimanere ferma , vi sono di contro una larga parte che ancora non prativca o lo fa ssaltuariamente nessuna pratica sportiva.
L'Italia registra il più alto tasso di obesità di bambini tra i 2 e i 4 anni di età.
In tutto il continente europeo si aggrava progressivamente il problema dell’obesità, che oggi, a differenza del passato, viene riconosciuta come una vera e propria malattia. L’Italia è uno dei paesi Ue in cui mediamente incide di meno ma che registra il più alto tasso di bambini tra i 2 e i 4 che ne sono colpiti. Insieme ad altri stati membri del sud, in primis Grecia e Spagna.Ad aprile 2021, il parlamento europeo ha invitato gli stati membri ad agire concretamente, attraverso una migliore gestione e accessibilità dei trattamenti medici, per contrastare la diffusione dell’obesità. Una malattia che dal 1975 a oggi ha registrato un aumento dei casi di oltre il 100%. Con la presentazione, il 20 aprile, dell’intergruppo sull’obesità presso il parlamento europeo, l’organo legislativo Ue vuole che il trattamento di questa malattia cronica sia considerato prioritario per tutti i sistemi sanitari nazionali. Secondo l’Oms, il 39% dei maggiorenni nel mondo sono in sovrappeso, mentre il 13% di loro sono obesi. Dal 1975, il tasso di obesità è triplicato, e secondo Our world in data, il 22,82% della popolazione Ue era obesa nel 2016, un dato che nel 1975 si attestava al 9,3%. Malta, Ungheria e Lituania sono i paesi più colpiti da questa “epidemia di obesità”, con un tasso pari, rispettivamente, al 28,9% per Malta, al 26,4% per l’Ungheria e al 26,3% per la Lituania. Mentre Austria, Italia e Danimarca sono gli stati da questo punto di vista presentano le quote più basse. In confronto al 1975, comunque, sono Cipro, Irlanda e Portogallo ad aver registrato la maggiore crescita di questo disturbo. Nel corso di soli 40 anni, infatti, il tasso di obesità in questi paesi è quasi quadruplicato. I paesi in cui l’aumento è stato più contenuto sono stati invece Lituania, Lettonia (+67% e +76% rispettivamente) e Malta (+85%). Mentre la Francia ha registrato un aumento del tasso di obesità pari al 145%, passando dall’8,8% nel 1975 al 21,6% nel 2016.
Cosa prevede il Pnrr per potenziare lo sport a scuola.
Nei prossimi anni molti dei settori strategici per il nostro paese – a partire dal comparto dell’istruzione – saranno toccati da riforme e investimenti, nell’ambito del piano nazionale di ripresa e resilienza.Per il settore dell’educazione si tratta di una occasione importante. Come abbiamo avuto modo di raccontare, nonostante negli ultimi anni si sia rilevato un parziale ritorno alla crescita della spesa in istruzione, l’Italia resta uno dei paesi Ue con i livelli più bassi. Sia rispetto alla spesa pubblica complessiva che in rapporto al pil. Il Pnnr è dunque un'occasione unica per potenziare le infrastrutture scolastiche. n questo quadro, le risorse stanziate attraverso il Next generation Eu devono servire a compensare carenze e ritardi accumulati nella condizione dell'edilizia scolastica e nell'offerta di servizi educativi.Tra questi merita un'attenzione particolare la possibilità di fare sport a scuola. La presenza di impianti sportivi annessi ai plessi scolastici è infatti cruciale per valorizzare l'educazione fisica e motoria nel percorso educativo. Specialmente per un paese in cui - secondo le stime dell'istituto nazionale di statistica - la pratica sportiva tra i minori è spesso minacciata anche dalle difficoltà economiche della famiglia e dalla mancanza di impianti sul territorio.Il piano nazionale di ripresa e resilienza si pone come obiettivo il potenziamento dello sport a scuola. Con la costruzione di nuove palestre, la ristrutturazione di quelle esistenti e l'acquisto di attrezzature adeguate. Ciò servirà sia ad ampliare l'offerta didattica complessiva (ad esempio con la possibilità di prevedere ulteriori attività pomeridiane), sia ad aumentare la diffusione di queste strutture sul territorio. È, quindi, necessario (...) incrementare gradualmente l’offerta di attività sportive (...) Ciò favorisce anche la possibilità di ampliare il tempo pieno, anche attraverso politiche legate al contrasto della dispersione scolastica principalmente nelle aree più svantaggiate del Paese. Infatti, non si tratta solo di allungare il tempo scuola, ma di ripensare l’intera offerta formativa di una scuola aperta al territorio.Sono infatti, ad oggi, soprattutto le aree del paese meno sviluppate o in transizione (cioè quelle del mezzogiorno, in base alla classificazione utilizzata per la ripartizione dei fondi europei) a vedere una minore presenza di palestre nelle scuole. A questo scopo, viene stimato un costo di circa 2.000 euro al metro quadro per costruire una nuova palestra e di circa 600 €/mq per la messa in sicurezza delle strutture già esistenti. Assumendo 576 metri quadri come dimensione media, significa la necessità di 1,15 milioni di euro per costruire ogni nuova palestra e 345mila euro per gli interventi di ristrutturazione. Oltre a 50mila euro aggiuntivi per l'acquisto di nuove attrezzature per fare sport.
fonte OPENPOLIS
Mercato immobiliare in crescita.
Nel IV trimestre 2020 sono 245.240 le convenzioni notarili di compravendita e le altre convenzioni relative a immobili. Le compravendite aumentano del 3,2% rispetto al trimestre precedente e del 4,9% su base annua. In concomitanza delle misure adottate per il contenimento del Covid-19, nei primi sei mesi del 2020 si registra un forte calo delle compravendite. Segue una ripresa nei mesi estivi, a seguito del graduale allentamento di tali misure. Seppure con intensità diverse, la ripresa, sia congiunturale che su base annua, prosegue nell’ultimo trimestre. Lo rende noto l’Istat.
Il 94,2% delle convenzioni stipulate riguarda trasferimenti di proprietà di immobili a uso abitativo (231.100), il 5,4% quelle a uso economico (13.276) e lo 0,4% le convenzioni a uso speciale e multiproprietà (864).
La crescita registrata sul trimestre precedente interessa tutto il territorio sia per l’abitativo (Centro +5,5%, Isole +4,7%, Nord-est +3,7%, Nord-ovest +1,9%, Sud +0,9%, totale Italia +3,1%) sia per l’economico (Isole +24,9%, Centro +13,7%, Nord-ovest +4,1%, Sud +1,0%, Nord-est +0,3%, totale Italia +5,9%).
Rispetto al IV trimestre 2019 le transazioni immobiliari crescono del 5,2% nel comparto abitativo e dell’1,4% nell’economico.
L’incremento tendenziale osservato per l’abitativo interessa l’intero Paese: Centro (+7,2%), Nord-est (+6,1%), Nord-ovest (+4,6%), Isole (+3,7%), Sud (+3,2%), i piccoli centri (+6,3%) e le città metropolitane (+3,7%). Il settore economico risulta in crescita nelle Isole (+20,3%), al Centro (+11,5) e in generale nei piccoli centri dell’intero territorio nazionale (+4,1%) mentre subisce una flessione nel Nord-ovest (-4,5%), al Sud (-2,9%), nel Nord-est (-0,2%) e nelle città metropolitane (-2,5%).
(ITALPRESS).
Sicilia. Siglato accordo tra Forza Italia e Italia Viva.
(ANSA) - PALERMO, 18 OTT - Italia viva e Forza Italia accelerano in Sicilia. Prove d'intesa perfezionate dalla cena, avvenuta qualche giorno fa a Firenze, tra Matteo Renzi e Gianfranco Miccichè: i due leader hanno tracciato un percorso di collaborazione che potrebbe sfociare in "un'alleanza" strutturata per le comunali di Palermo della prossima primavera e a seguire le regionali d'autunno.
"Sì, il percorso è stato delineato ma ancora c'è da lavorare", spiegano fonti autorevoli dei due partiti. Bisognerà dialogare sui rispettivi campi per dare sostanza all'intesa di massima tra i due leader, il cui rapporto di reciproca stima va avanti ormai da tempo. Il compito più arduo spetta senza dubbio a Miccichè, che dovrà convincere della bontà del progetto i più riottosi tra gli azzurri, quelli che guardano allo schema classico di centrodestra piuttosto che a quei dirigenti che fanno parte dell'area più in sintonia a dialogare col governatore Nello Musumeci. Le "cartucce" al leader di Fi in Sicilia, comunque non mancano. Perché l'intesa a due, in realtà, potrebbe avere un respiro molto più ampio.
Nell'Isola, Italia Viva ha già un asse con la Dc, il partito che Totò Cuffaro ha riportato dentro alcuni Municipi siciliani alle recenti comunali, eleggendo consiglieri e ottenendo risultati lusinghieri là dove ha presentato le liste con lo scudocrociato.
Di questo schieramento moderato fanno parte anche +Europa e il Cantiere popolare dell'ex ministro Saverio Romano. Nei piani di Renzi ci sarebbe anche il coinvolgimento di Azione di Carlo Calenda che, se a livello nazionale non avrebbe remore, in Sicilia invece potrebbe avere più difficoltà a stringere una intesa per la presenza, seppur dietro le quinte, di Cuffaro. Un primo banco di prova potrebbe arrivare dall'Assemblea siciliana, dove tra i deputati di Forza Italia e Iv il dialogo è in corso da tempo e a breve la collaborazione potrebbe essere strutturata in modo differente, magari attraverso un inter-gruppo. (ANSA).