Il ritorno della testa di Ade a Enna In evidenza

Febbraio 08, 2016 854

l viaggio di ritorno di Ade a casa ancora non si è concluso; ha intravisto i luoghi del suo innamoramento, il lago sulle cui sponde vide passeggiare Kore, l’innocente fanciulla figlia della sorella Demetra, che desiderò e volle ad ogni costo come regina del suo terribile regno. Ma il colle Aidoneo, quello che da lui prese (forse) il nome, il colle e il boschetto dove si riposò della corsa affannosa, dopo aver rapita la divina fanciulla, quello no, ancora una volta è rimasto lontano… costretto ad intraprendere un altro viaggio, l’ennesimo! Mentre, all’interno di un’altra prigione di vetro ascolta distrattamente un monotono parlottio, ritorna col ricordo ai luoghi di Morgantina dove un artigiano l’aveva modellato, rivestendo il capo e la barba di capricciosi riccioli, blu intensi per la barba, rossicci per i capelli, e increspando le sue labbra in un broncio che tanto gli si addiceva. La statua era stata ordinata dalle Tesmoforiazuse, le spose che si preparavano alle feste in onore di Demetra e il ceramista l’aveva fatta più piccola per non incorrere nell’ira delle dee Madre e Figlia. In quel sacello, che condivideva con loro, era stato allietato da processioni, canti, doni… ha ancora nelle orecchie lo squittio disperato dei tanti maialini, sacrificati dalle sacerdotesse, per impetrare la fertilità delle madri e dei campi. Lui, abituato sempre ai bui e tetri luoghi del suo regno, godeva di quei momenti! Ma aspetterà ancora per potersi ricongiungere con la donna amata e la potente sorella… ancora qualche mese, un attimo nell’eternità…
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Infine è arrivato il momento di presentare agli ennesi, ai siciliani, agli italiani tutti la preziosa testa, attribuita ad Ade, il dio degli Inferi, il Plutone dei romani. I fortunati che questo giovedì hanno assistito al suo disvelamento hanno appreso anche che non farà ritorno, per ora, ad Aidone, nel museo regionale dove si conservano i reperti ritrovati a Morgantina e le altre divinità provenienti dagli stessi santuari di San Francesco Bisconti. adeNon la vedranno per questo inverno, magari la primavera farà il miracolo. La statua è stata recuperata materialmente dai Carabinieri, del Nucleo di Tutela del Patrimonio Culturale di Palermo, coordinati sostituto procuratore Francesco Rio, che si sono recati a Los Angeles, dove hanno organizzato la missione di recupero, in con la collaborazione con Dipartimento di Giustizia U.S.A. e con il Getty Museum, che, dopo averla acquistata per oltre 500 dollari dal magnate Templessman, già due anni fa aveva manifestato la volontà di restituirla all’allora direttore del Museo, l’architetto Enrico Caruso. A quanto pare la mancanza cronica di fondi dell’assessorato regionale ha “impedito” in tutto questo tempo di organizzare il rientro, ma l’iniziativa del dottore Rio e dei carabinieri ne ha consentito il rientro senza oneri per la regione. L’indagine ancora in corso ne richiede il sequestro giudiziario e quindi un’ulteriore periodo di custodia presso il comando dei Carabinieri di Palermo.
ade presentazione
La presentazione è avvenuta nell’Auditorium “Falcone e Borsellino” del Tribunale di Enna, al tavolo dei relatori, moderati dal padrone di casa, il Procuratore Massimo Palmeri, si sono alternati: il Sostituto Procuratore Rio, che in modo vivace ha raccontata la rocambolesca avventura del recupero, il Maggiore Luigi Mancuso, il comandante dei carabinieri del TPC siciliano, che, constatata la presenza in sala di un bel gruppo di studenti di varie età, ha voluto evidenziare la necessità dell’educazione, fin dai primissimi anni di scuola, per la prevenzione di questi odiosi reati che non depauperano solo il nostro patrimonio culturale ma, con il saccheggio sistematico dei siti, privano gli studiosi e noi tutti della possibilità di ricostruire la nostra storia. È intervenuto il dottore Gaetano Pennino, Dirigente Generale dei BB.CC e dell’Idendità Siciliana e infine la dottoressa Laura Maniscalco, direttrice del Museo di Aidone, che ha illustrato il sito di San Francesco Bisconti, l’area sacra posta tra la Morgantina ellenistica e quella arcaica della Cittadella, da dove provengono oltre che la testa di Ade anche la cosiddetta Venere e gli Acroliti.
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La Maniscalco è convinta che da scavi in quest’area, nonché dalla esplorazione delle tante cassette di materiali giacenti nei magazzini, potrebbero arrivare molte sorprese. Sorprese come quella che ebbe Serena Raffiotta quando, lavorando alla sua tesi di specializzazione, trovò il primo ricciolo blu tra i tantissimi frammenti conservati nei freddi e polverosi magazzini. Da quelle cassette provengono gli altri tre riccioli che hanno dimostrato, senza possibilità di smentita, che quella testa proviene dal tesmoforio di San Francesco. adeHo sentito telefonicamente Serena Raffiotta, assente giustificata all’appuntamento in tribunale, che si è detta emozionatissima e molto soddisfatta come archeologa e studiosa di Morgantina. Le modalità inedite del recupero sono “la prova dell’altissimo valore della ricerca archeologica per la ricostruzione della storia antica ma anche di quella recente. Questa vicenda mi incoraggia ad andare avanti nel mio percorso professionale con ancora più passione ed entusiasmo e a tutelare e promuovere Morgantina più di prima. Spero – continua la Raffiotta – che, da parte di tutti, questa ennesima difficile conquista sia tenuta nella giusta considerazione e che si attuino degli interventi mirati e concreti per il rilancio del museo di Aidone”. In questo felice momento, in cui la retorica vuole che “tutto va bene madame la marchesa”, nessuno ha voluto guastare la festa parlando dei problemi in cui si dibatte il Museo di Aidone ed il sito di Morgantina, problemi purtroppo comuni a tutti i beni culturali siciliani; la direttrice Maniscalco, rivendicando l’apertura continuativa dei due siti fatta con grandi sacrifici, ha denunciato la carenza di personale che si accentuerà ancora di più prossimamente con il pensionamento di tre custodi. Chi ha orecchie per intendere…

Franca Ciantia