Se da un lato si respira aria di serenità, fiducia e spirito collaborativo tra i movimenti Regalbuto Riparte, Obiettivo Comune  e Movimento 5 Stelle i quali già si trovano in uno stadio avanzato del lavoro fin qui svolto sia nella scelta dei candidati che ( soprattutto) del programma, dall’altro lato o meglio da altri lati , i gruppi che si sono formati sono ancora nella fase interlocutoria alla ricerca di possibili alleanze. Si intensificano gli incontri e corteggiati speciali sono i Democratici , che si sono già incontrati con Forza Italia e Innoviamo. A proposito di Forza Italia c’è da sottolineare , forse, che la lettera aperta di Croce Parisi conferma , al contrario di quanto si vocifera, che è pur sempre candidato a Sindaco, ma non  per quella parte di Forzisti che già hanno aperto un dialogo con il Pd. Insomma si ha l’impressione che da questo lato alcuni e forse la maggior parte dei movimenti hanno già le idee chiare sulla candidatura a Sindaco ( in giro si fanno  i nomi ma per correttezza di informazione preferiamo aspettare i comunicati ufficiali) e al Pd si chiede di chiudere una larga alleanza. E’ la fine della centralità dei Dem ? Forse si e forse no perché tutto dipenderà dalle scelte che la segreteria vorrà e dovrà prendere nei prossimi giorni. E che ne sarà di Croce Parisi. ? Andrà avanti nella formazione di una terza lista ? Oppure preferirà rimanere un libero battitore ? Ma c’è dell’altro e questo altro è voce comune che sia rappresentato dal gruppo che fa capo a un ex candidato a primo cittadino in passate tornate elettorali, gruppo i cui emissari  hanno   partecipato a  incontri esplorativi e  che con  i Democratici potrebbero avanzare  una nuova candidatura,  che però non convince gli altri movimenti , forse perché dagli ex “Guardiamo al Futuro” il nome del candidato a Sindaco sembra sia  già stato scelto e confermato nel loro interno. Allo stato attuale dunque ci sarebbero tre candidati Sindaci di cui uno ufficiale e due ancora ufficiosi. Resta al PD e al gruppo di cui sopra , la scelta sul da farsi. E su quest’ultimo punto ci saranno altre novità interessanti.

RegPress

Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta di Croce Parisi.  

Gentile elettrice, caro elettore di Regalbuto ,
sono partiti puntualmente come ogni campagna Elettorale Amministrativa gli incontri per preparare la classe (sempre nuova)Dirigente per la Governace della nostra bellissima CITTÀ.
il prossimo 12 Giugno sarete chiamati a decidere il futuro di Regalbuto. Dal vostro voto dipenderà quale sarà la Regalbuto dei prossimi anni, quella in cui vivremo e vivranno i nostri figli.
La vocazione di Regalbuto è quella di essere una CITTÀ nel suo splendore invidiata perché era un bel pezzo di PIL per l’economia Siciliana – è stata la prima realtà Regionale nel campo della gomma–plastica e deve tornare a svolgere un ruolo trainante, anticipatore, innovativo. E’una CITTÀ la nostra concreta e operosa, con grandi tradizioni da salvaguardare nell’industria manifatturiera, ma devi ricordate quando lavoro si faceva a casa,(e una crescita del turismo e del terziario che va tutelata e rafforzata.)
Per questo occorre un’amministrazione adeguata. Stiamo rivivendo nuovamente l’emigrazione tanti amici e parenti lasciano il Paese per nuove opportunità.
Regalbuto è in affanno: la povertà è aumentata, l’occupazione diminuita, il sostegno ai giovani dimenticato, I GIOVANI NON SONO UNO SLOGAN. All’avvicinarsi di ogni campagna elettorale si risente, per il resto del tempo praticamente dimenticati, parlare di GIOVANI: “bisogna riportare i giovani alla politica, al voto, alla partecipazione… bla, bla, bla”. Sono stanco di sentire parlare dei nostri giovani quasi come un’entità astratta senza un’età precisa senza soluzioni concrete per realizzare le loro legittime aspirazioni. Ed ecco che le forze politiche scrivono programmi, manifesti ad essi dedicati, ma senza alcuna soluzione pratica e fattibile ma soprattutto utile per la loro crescita umana e lavorativa. I nostri giovani cittadini hanno idee, progetti, voglia di fare. Più degli altri rappresentano chi crede ancora a un reale possibile cambiamento. Ma ad essi vanno dati gli strumenti, luoghi e confronto diretto con chi voglia investire nelle loro idee. Le buone idee non hanno confini, ma ciò deve essere declinato in ogni singola comunità e contesto urbano, e non relegato a rimanere un mero slogan. I GIOVANI NON SONO UNO SLOGAN. Parlo con tanti giovani a Regalbuto, colgo e percepisco la loro voglia di fare, mi nutrono con ondate di idee e innovazione. È doveroso da parte mia registrare che tutto ciò merita una risposta vera. La chiave di tutto, fondamento della mia cultura liberale, è che basta adoperarsi per creare una reale sinergia tra pubblico e privato trovando semplici soluzioni ma di grande impatto innovativo.

Le Amministrazione Comunali mettano a disposizione uno spazio fisico tecnologicamente attrezzato dove i potenziali giovani imprenditori si possano confrontare tra loro ed elaborare le proprie idee capendo se le stesse possono anche diventare un unico progetto. Solo dal confronto nascono le buone idee. Creando innanzi tutto rete tra di loro. Coinvolgano, per aree tematiche, imprenditori sia locali che non, già di comprovata esperienza nei vari settori di pertinenza, per permettere un confronto costruttivo sia di tutoraggio sia di possibile sbocco lavorativo o meramente di investimento su un’idea proposta. Organizzino sistematicamente incontri mensili tra aspiranti imprenditori, creatori di idee e chi in esse potrebbe metterci struttura realizzativa e finanza. Si crei una rete istituzionale pubblico-privato che metta i nostri giovani cittadini in diretto contatto con i possibili investitori.
Ciò non da meno sui temi della partecipazione civile e democratica prevedere una consulta pubblica di confronto tra i giovani il sindaco e l’intera giunta di governo della città. investire sui giovani vuol dire investire sul futuro e permettere al territorio di crescere e innovarsi. Non sono più disposto ad ascoltare nel dibattito politico amministrativo la parola GIOVANI COME SE FOSSE UNO SLOGAN DA USARE A CONVENIENZA IN DETERMINATI PERIODI PER POI DIMENTICARSENE COMPLETAMENTE.  Bisogna cambiare, nel segno della concretezza e dell’operosità. Per questo ho scelto di scendere in campo con professionisti i grande qualità, il Sottoscritto ci conosciamo tutti sono un moderato con una forte passione DELLA POLITICA con 20 anni di esperienza DIRETTA presso Assessorati della Regione Siciliana e tanto altro. Le candidature, scelte in base alla professionalità e alle competenze da mettere al servizio della collettività. La partita si vince se ci sono veramente oltre alla passione Politica le competenze. Per questo mi auguro che riunendo in una federazione tutte le componenti Politiche si ritorni dentro i partiti per dare uno slancio alla nostra CITTÀ.

Il Circo Massimo, lungo circa 600 metri e largo 150, poteva ospitare forse - secondo le stime di Plinio il Vecchio - 250.000 spettatori (circa un quarto o un quinto della popolazione cittadina in età imperiale) ed è tutt'ora il più grande edificio per spettacoli mai costruito dall'uomo. Dove sarebbe sorto il circo sarebbe avvenuta la famosa corsa che avrebbe distratto i sabini mentre avveniva il ratto delle loro donne. Secondo Livio le prime strutture in legno risalirebbero all'epoca di Tarquinio Prisco e in età repubblicana vennero costruiti alcuni edifici che componevano il circo, prima in legno poi in pietra, finchè non venne completato da Augusto, che per ornare la spina fece portare dall'Egitto un enorme obelisco di Ramses II, oggi in Piazza del Popolo. Un secondo obelisco, di Tutmosis III e IV, venne fatto portare sotto Costanzo II alla metà del IV secolo d.C., e oggi si trova nei pressi di San Giovanni in Laterano.
L'edificio, che ospitava corse di quadrighe, ma occasionalmente anche spettacoli di gladiatori e venationes (almeno fino alla costruzione del #Colosseo), fu probabilmente l'origine dell'incendio neroniano del 64 d.C., come raccontava già Tacito: nelle botteghe che occupavano il perimetro doveva essere rimasta accesa una lanterna che, cadendo, avrebbe appiccato l'incendio, attizzato dalla notte particolarmente calda.
Nel circo fu posto per volere del senato anche, ad un'estremità, un arco di trionfo per Tito. La struttura ricevette la sua forma finale sotto Traiano e subì poi vari restauri, specialmente sotto Caracalla. Nel VI secolo venne usato ancora da Teoderico per tenere degli spettacoli, cui presenziò durante i festeggiamenti per i suoi tricennalia.

Nel territorio di Enna il 2 % degli alunni sono di nazionalità straniera. A Catania il dato sale al 2,8%. In provincia di Messina si arriva al 4,4%.La percentuale più alta registrata in Sicilia è quella di Ragusa con il 10,8% di alunni stranieri nelle scuole. A Trapani è al 4,1% . A Agrigento si arriva al 3,2% .Siracusa al 3,4%.Palermo 2,8%. I dati sono riferiti all’anno scolastico 2019/20 e sono aggiornati al 31 dicembre 2020.In base ai dati Miur, quella degli studenti stranieri nati in Sicilia e più in generale in Italia è l'unica componente in crescita nella popolazione scolastica italiana. La quota di nati in Italia rispetto al totale degli alunni stranieri è infatti aumentata in maniera considerevole nella scuola secondaria di II grado (+18 punti percentuali tra 2018 e 2019) e di I grado (+12,8 punti). Ma la crescita è stata inferiore per la scuola primaria (+3 punti) e nel caso della scuola dell'infanzia si è addirittura registrato un calo (-3,3 punti percentuali). La nota dolente purtroppo arriva dai dati riferiti all'integrazione . Nonostante l’elevato numero di alunni stranieri iscritti presso le scuole italiane, ancora esistono divari rispetto ai compagni di nazionalità italiana, soprattutto rispetto al percorso scolastico intrapreso.

(ANSA) - PALERMO, 18 GEN - L'ordinanza del presidente della Regione siciliana Nello Musumeci, sui collegamenti marittimi in Sicilia, abroga, da domani, anche l'articolo 2 dell'ordinanza del 7 gennaio scorso che concedeva ai sindaci di comuni in zona arancione la possibilità di chiudere le scuole con didattica in presenza e attivare la Dad. Diversi sindaci anche di città capoluogo avevano chiuso le scuole provocando ricorsi e decisioni del Tar che aveva ordinato la riapertura degli istituto. La norma nazionale concede deroghe per la presenza a scuola solo ai comuni in zona rossa. L'art. 2 della precedente ordinanza di Musumeci diceva che nei territori dichiarati zona rossa o arancione e in circostanze di eccezionale e straordinaria necessità dovuta al rischio estremamente elevato di diffusione del covid 19, previo parere dell'Asp, il sindaco può adottare provvedimenti di sospensione totale o parziale delle attività didattiche con conseguente adozione della Dad.

Dopo la decisione della CTR Trentino Alto Adige che avevamo commentato il mese scorso (“La giurisprudenza e la riforma del lavoro sportivo” in Euroconference News del 6 dicembre scorso), la Suprema Corte di Cassazione ha continuato il suo lavoro di nomofilachia con una serie di sentenze, tutte emesse durante le recenti vacanze natalizie, sul lavoro sportivo dilettantistico (sentenze nn. 41397/2021; 41467/2021; 41418/2021; 41419/2021; 41420/2021; 41468/2021; 41570/2021; 41729/2021; 175/2022; 177/2022; 952/2022; 953/2022; 954/2022).

Tredici decisioni, tutte della sezione lavoro, univoche e conformi nel ritenere che, in presenza di una attività sportiva dilettantistica svolta a titolo oneroso, con continuità, in maniera professionale, i compensi sportivi dilettantistici di cui all’articolo 67, comma 1, lett. m), Tuir non possano essere riconosciuti (“… non consente di includere all’interno dell’area dei redditi diversi le somme percepite da coloro i quali svolgono professionalmente le attività cui le somme si riferiscono..).

Queste decisioni si pongono in netta controtendenza rispetto ad un’ampia giurisprudenza di merito.

Secondo la Corte d’appello Firenze, sentenza n. 683/2014: “… la finalità perseguita dal legislatore è quella di realizzare un regime di favore a vantaggio delle associazioni sportive dilettantistiche esentando dal pagamento dell’imposta (e della contribuzione) quanto queste corrispondano in forme di rimborsi forfettari o di compensi non solo agli atleti ma anche a tutti coloro che collaborino con mansioni tecniche o anche gestionali, al funzionamento della struttura riconosciuta dal Coni. Vi sottende, ovviamente, la necessità di incentivare questo tipo di attività e di alleggerirne i costi di gestione, sul presupposto della oggettiva valenza della funzione, anche educativa che consegue all’esercizio di attività sportive non professionistiche“.

Il Tribunale Ancona, con sentenza n. 3642/2011 ha statuito quanto segue: “deve, pertanto, ritenersi che il legislatore abbia previsto l’esonero da tassazione e contribuzione in favore dell’intera attività sportiva dilettantistica, in tutte le sue manifestazioni, anche laddove non strettamente collegate ad un evento agonistico, così come reso evidente dall’inclusione in tale esonero anche delle attività di carattere amministrativo-gestionale.

Sul punto si veda anche la sentenza della Corte d’Appello Milano, Sez. Lav., n. 1172/2014 secondo la quale il mancato riferimento alla non professionalità per le prestazioni sportive dilettantistiche contenuto nell’articolo 67, comma 1, lett. m), Tuir sarebbe significativo della voluntas legis di non attribuire alcuna rilevanza a detto requisito: ci sarebbe “una sorta di presunzione del carattere non professionale delle prestazioni in esame”.

Ma l’orientamento di legittimità in esame appare anche in controtendenza rispetto ad una precedente pronuncia della Suprema Corte“.…invero, in un’ottica premiale della funzione sociale connessa all’attività sportiva dilettantistica, quale fattore di crescita sul piano relazionale e culturale, il legislatore ha inteso definitivamente chiarire che anche i compensi per le attività di formazione, istruzione ed assistenza ad attività sportiva dilettantistica beneficiano dell’esenzione fiscale e contributiva, senza voler limitare, come in precedenza in alcuni ambiti sostenuto, tale favor alle sole prestazioni rese in funzione di una partecipazione a gare e/o a manifestazioni sportive…” (Cassazione Civile, Sez. lavoro, ordinanza n. 24365 del 30.09.2019).

Il Collegio, in tutte le tredici decisioni in commento, che ripetono le medesime motivazioni, ripercorre la storia legislativa in ordine alla tutela assicurativa dello sport fino al quadro normativo attuale.

Dopo aver ricordato la disciplina dello sport professionistico e la scelta verso la subordinazione per presunzione legislativa, la Corte punta a distinguere la prestazione sportiva dilettantistica inquadrata come attività a carattere ludico da quella svolta nell’ambito di una prestazione sinallagmatica a carattere lavorativo.

Viene quindi definitivamente smentita la tesi che inquadrava il lavoro sportivo dilettantistico come norma speciale e fattispecie dotata di terzietà rispetto ai criteri ermeneutici del lavoro autonomo o del lavoro subordinato sulla quale si era posta anche la prassi amministrativa.

In tale direzione si erano posti prima il Ministero del Lavoro con la sua nota del 21 febbraio 2014 prot. n. 4036 (“In questo quadro il Ministero ravvisa pertanto l’opportunità di farsi promotore d’intesa con Inps di iniziative di carattere normativo volte ad una graduale introduzione di forme di tutela previdenziale a favore di soggetti che, nell’ambito delle associazioni e società sportive dilettantistiche riconosciute dal Coni, dalle Federazioni Sportive Nazionali nonché dagli enti di promozione sportiva, svolgono attività sportiva dilettantistica nonché attività amministrativa gestionale non professionale ex articolo 67 primo comma lett. m) ultimo periodo del Tuir”) e, successivamente, l’Ispettorato Nazionale del Lavoro con propria lettera circolare del 01.12.2016 n. 1/2016 (che testualmente riporta: “… la volontà del legislatore … è stata certamente quella di riservare ai rapporti di collaborazione sportivo – dilettantistici una normativa speciale volta a favorire e ad agevolare la pratica dello sport dilettantistico rimarcando la specificità di tale settore che contempla anche un trattamento differenziato rispetto alla disciplina generale che regola i rapporti di lavoro”).

"Il tempo di attesa per aiuti economici massicci a famiglie e imprese è scaduto. I rincari delle bollette pesano sui cittadini e sulle imprese: dopo i primi sostegni in Manovra voluti fortemente dal Movimento 5 Stelle non possiamo certo fermarci. Servono altri aiuti, servono nuove, immediate misure.
Noi abbiamo una lunga lista di proposte pronte. Fra queste c’è l’azzeramento dell’Iva 2022 sull’aumento delle bollette rispetto ai prezzi medi del 2021. Lo Stato non può guadagnare dai rincari delle tariffe a danno della popolazione. Il Governo sia capofila anche in Europa di questa esigenza. Si deve poi prevedere un contributo di solidarietà da parte degli operatori che hanno ottenuto importanti profitti - senza aumento di costi - dai rincari di questi mesi. Va creato un fondo di garanzia per gli accordi di fornitura di energia elettrica rinnovabile a lungo termine, per garantire alle imprese energia a prezzi competitivi. Il pagamento delle bollette va rateizzato.
Con le nuove misure anti-Covid nel periodo natalizio hanno chiuso attività che ancora attendono aiuti per i danni subiti, ci sono tanti settori che stanno subendo pesanti conseguenze da questo nuovo picco della pandemia. Cosa aspettiamo? Si vada subito in Cdm per i Ristori: non basteranno pannicelli caldi e cifre modeste, va alzata l’asticella e il Movimento 5 Stelle è pronto a sostenere un nuovo scostamento di bilancio. All’orizzonte si annunciano rincari che riguarderanno, addirittura, beni alimentari di prima necessità, come la pasta.
Pensiamo alla vita reale, subito." 

La "bomba" questa volta l'ha lanciata Silvio Berlusconi alla vigilia del "conglave" di Forza Italia e degli incontri in programma con i partner degli altri partiti. La frase è chiara , il messaggio ancora più chiaro e non crediamo ci sia bisogno di ulteriori spiegazioni. Il non voler rispondere alle domande dei giornalisti durante la conferenza stampa di ieri sul tema  " Quirinale" , Draghi di fatto ha costretto il leader di Forza Italia ad agitare da subito lo spettro delle elezioni anticipate.  “FI non si sente vincolata a sostenere alcun governo senza Draghi a Palazzo Chigi, e, nel caso, uscirebbe dalla maggioranza” - ha continuato Berlusconi. Un messaggio agli alleati, ma anche a chi non vuole rischiare di perdere il posto in Parlamento. Indiscrezioni a cui replica duramente il segretario del Pd, Enrico Letta: “Penso che Berlusconi smentirà quelle parole. Se fossero state dette veramente sarebbero molto gravi. La tempistica è sbagliata, profondamente”. 

Nella serata di lunedì 10 gennaio, poco dopo la conclusione della conferenza stampa tenuta dal Presidente del Consiglio Mario Draghi, è intervenuta la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni la quale ha rivolto aspre critiche nei confronti del premier attraverso un post condiviso tramite il suo account Facebook. “Dal Presidente del Consiglio Draghi ci saremmo aspettati un atto riparatorio ben diverso da una conferenza stampa concessa dopo giorni di silenzio: un atto di verità e di onestà intellettuale, con le scuse agli italiani e l’ammissione degli errori commessi finora. I cittadini sono alle prese ogni giorno con tutti i problemi legati ai provvedimenti caotici e contraddittori dell’Esecutivo ma oggi Draghi, Speranza, Bianchi e Locatelli non hanno fatto altro che ripetere che va tutto bene e che la strategia portata avanti finora dall’Esecutivo ha avuto successo – e ha aggiunto –. A questo si aggiunge la grande disinvoltura con la quale si è cambiata versione sui vaccini: prima ci avevano detto che il vaccino serviva a impedire al virus di circolare, oggi invece serve al singolo a limitare il rischio di contrarre il Covid in forma grave, soprattutto per i più anziani. Come sempre sostenuto da Fratelli d’Italia."  Infine, Giorgia Meloni si è detta convinta che il Governo stia mettendo in atto una strategia sbagliata, precisando: “Il Governo continua a puntare tutto sulla vaccinazione e sul green pass mentre continua a non dare risposte su tutte le altre misure necessarie per fermare il contagio, dal potenziamento dei mezzi pubblici all’areazione meccanica controllata nelle scuole. Una strategia sbagliata che FdI continuerà a denunciare”.

Dove non arrivano i Sindaci , forse riuscirà Asso-Consum , la quale ha già diffidato Acqua Enna a non  emettere nelle prossime bollette la voce "partite pregresse" . A darne notizia è Pippo Bruno il quale ha annunciato che a muoversi è lo stesso presidente nazionale Ettore Salvadori  al fine di tutelare i cittadini e invitare Acqua Enna al rispetto delle sentenze della Corte di Cassazione e del Tribunale di Enna che hanno ritenuto illegittime i pagamenti delle  partite pregresse, attivando  le procedure previste dal Codice del Consumo finalizzate ad ottenere dalla competente Autorità Giudiziaria un mirato provvedimento inibitorio nei confronti della società “Acqua-Enna”.  Sarà un muro contro muro a furor di carte bollate che non mancherà di riempire ancora le cronache di una vicenda frutto solamente dalla negligenza e dal silenzio dei Sindaci del territorio che forse hanno perso l'occasione per mettere la parola fine a una vicenda  che nel tempo ha finito per alzare il costo dell'acqua potabile a discapito dei propri cittadini.