Un libro da ri-leggere.

Settembre 01, 2022

La resistenza della Russia contro l'invasione napoleonica, dalla guerra del 1805 alla campagna del 1812, è il drammatico sfondo su cui si svolgono le vicende di innumerevoli personaggi, famiglie aristocratiche, contadini, soldati.

L'opera si apre con un quadro dell'alta società di Mosca nel 1805, alla vigilia della guerra contro Napoleone. Si distinguono il principe Andrej Bolkonskij - sarcastico, orgoglioso, intelligente già deluso dal suo recente matrimonio con l’infantile Lisa -, il conte Pierre Bezuchov, suo amico goffo e sensibile appena tornato dall’estero, e Nataša Rostov, ciascuno in cerca di una risposta alla propria inquietudine esistenziale. Alla vita mondana di Mosca si contrappone la calma della campagna nella casa dei Bolkonskij (Lysye Gory), dove vivono il padre di Andrej e la sorella Maria, dolcissima e profondamente religiosa. La guerra sconvolge questo mondo. Comandante delle armate russe è il generale Kutuzov che ai piani strategici di Napoleone oppone la fiducia nelle leggi naturali, per le quali alla fine il nemico verrà sconfitto dalla steppa russa e dalla generosità e dal coraggio della sua gente.

Andreij si arruola e combatte ad Austerlitz. Quando torna e la moglie muore dandogli un figlio, sente finita la propria vita. L'amore per Nataša, allegra e dolcissima, riaccende in lui l'entusiasmo e la voglia di vivere, ma Nataša si lascia sedurre dal fascino di Anatolij Kuragin e rompe il fidanzamento. Ritrova Andreij mortalmente ferito a Borodino e lo assiste con amore mentre lo trasportano durante la ritirata che precede l'incendio di Mosca. In punto di morte Andreij trova la serenità a lungo cercata nella fede cristiana, perdona Anatolij, che ferito ha subito l'amputazione di una gamba, e così interiormente pacificato muore. Pierre, corteggiato per la sua ricchezza dalle fanciulle del bel mondo, ha sposato la bella e infedele Elena, sorella di Anatolij, che morirà misteriosamente.

Il matrimonio è infelice e Pierre è anche costretto a battersi in duello col rivale Dolochov. Quando all'arrivo dei Francesi Mosca viene data alle fiamme dagli abitanti pur di non consegnarla al nemico, Pierre s'illude di risolvere la situazione da solo e medita di uccidere Napoleone. Finisce in carcere, dove incontra un misero, paziente e pio soldato-contadino, Platonov Karataev, genuina incarnazione del popolo russo, che gli mostra la via spirituale da seguire.

Alla fine della guerra Pierre rivede Nataša a Mosca: l’ama da tempo ma esita a dichiararsi, finché non ne trova il coraggio e lei accetta di sposarlo. Si uniscono infine anche Nikolaj e Marja che l’amava da quando l’aveva salvata da un ammutinamento di contadini a Lysye Gory durante a guerra. Le nuove famiglie vengono mostrate nell’epilogo, nel 1820: i protagonisti sono invecchiati, Nataša, assorbita dai suoi compiti di madre e moglie, ha perso molto del fascino poetico di un tempo. Marja e Pierre sono i personaggi spiritualmente più forti. Simbolo delle generazioni future, fa una breve e significativa apparizione Nikolen’ka, il figlio del principe Andreij.

Fonte: Wuz.it

Il Ministero dell’Istruzione ha inviato  alle scuole un vademecum con le principali indicazioni per il contrasto della diffusione del Covid-19 in ambito scolastico in vista dell’avvio dell’anno 2022/2023. Tra le principali novità: è consentita la permanenza a scuola a bambini e studenti con sintomi respiratori di lieve entità ed in buone condizioni generali che non presentano febbre (ma in questo caso gli studenti potranno frequentare in presenza indossando mascherine chirurgiche/FFP2 fino a risoluzione dei sintomi), non servirà più la misurazione della temperatura per accedere ai locali scolastici mentre la modalità della didattica digitale integrata per gli alunni positivi cessa i propri effetti con la conclusione dell’anno scolastico 2021/2022.

Il testo sintetizza i documenti elaborati dall’Istituto superiore di sanità nelle scorse settimane, già inviati alle scuole e ai loro dirigenti, e la normativa vigente. Il vademecum contiene, in particolare, una sezione con le principali domande e risposte sulla gestione dei casi di positività, la didattica digitale integrata, gli alunni fragili, in risposta alle domande pervenute ad oggi dalle scuole. Il vademecum ribadisce che le mascherine non serviranno per il rientro a scuola tranne nel caso in cui ci siano alunni o personale fragile ma “il personale scolastico a rischio di sviluppare forme severe di Covid utilizza i dispositivi di protezione respiratoria del tipo FFP2 e i dispositivi per la protezione degli occhi forniti dalla scuola in base alle indicazioni del medico competente e anche il personale che ha la volontà di proteggersi con un DPI può usare un dispositivo di protezione respiratoria del tipo FFP2 e dispositivi per la protezione degli occhi”.

Il vademecum, poi, ricorda come i locali scolastici dovranno comunque essere sanificati. In modo ordinario e straordinario in presenza di uno o più casi confermati. C’è poi il capitolo sulla gestione dei positivi: in questo caso, come in passato, il personale scolastico, i bambini o gli studenti che presenteranno sintomi indicativi di infezione da Sars-CoV-2 vengono ospitati nella stanza dedicata o area di isolamento, appositamente predisposta e, nel caso di bambini o alunni minorenni, devono essere avvisati i genitori. Per il rientro sarà necessario l’esito negativo del test (molecolare o antigenico). Resta sempre attivo, poi, per ogni richiesta di chiarimento, il servizio di help desk amministrativo contabile, canale ufficiale di assistenza, consulenza e comunicazione fra l’Amministrazione e le Istituzioni scolastiche.

Fonte Agenzia DIRE www.dire.it

Mi chiamo Filippo Giunta. Quando ero ancora ad Enna "lavoravo" a Radio Express dove facevo i radiogiornali ed una trasmissione settimanale di approfondimento chiamata Block Notes  , la disturbo per una idea che sto perseguendo da qualche mese relativa al nostro Teatro Comunale Garibaldi.Su Facebook ho lanciato l'idea di intitolare il teatro al Maestro Francesco Paolo Neglia per una serie di motivi che indico appresso ed altri che potrà leggere sulla mia pagina Facebook:

- Era di Enna ed era un valente musicista e questo già basterebbe! Si pensi al Teatro Bellini di Catania.

- Garibaldi era un guerriero e come tale molto distante dal concetto di arte più comune;

- storicamente non credo che il Meridione debba essere grato a Garibaldi;

- ad Enna Garibaldi "dispone" già di una piazza ed una scuola media.

Da un paio di anni abito a Vanzago, un piccolo paese della Città Metropolitana di Milano. Qui il locale Istituto Comprensivo è intitolato a Neglia: così come è ricordato a Legnano dove visse ed operò.

Neglia "inventò" il liceo musicale, come lo si intende oggi e l'insegnamento della musica nelle scuole: ebbene, il liceo musicale di Enna è intitolato a Napoleone Colajanni al quale è già intestato, oltre una piazza, anche il Liceo Classico!

Lo scorso anno una studiosa di Legnano, Laura Fusaro, presentò un libro su Neglia dal titolo "Maestro sul podio e nella vita". L'ho acquistato ieri e lo sto leggendo con interesse.

Ho  visto che i miei pochi contatti su Facebook approvano l'idea ... Non so se la questione possa interessare la testata online che Lei dirige e che io seguo con affetto perchè costituisce un legame con la mia Enna.

Enna si sta preparando a celebrare nel Teatro Comunale Garibaldi l'ennesima edizione del Premio Internazionale per Pianisti e Cantanti Lirici intitolato a Neglia: mi pare che la location sia discutibile, non trova?

 

DI SEGUITO UNA BREVE STORIA DELL'ARTISTA .

Negli anni immediatamente successivi alla Prima guerra mondiale, a Legnano giunse il maestro Francesco Paolo Neglia (Enna, 1874 – Intra, 1932), direttore d'orchestra, compositore e didatta, particolarmente noto ed apprezzato in Germania.Nato in Sicilia da una famiglia di musicisti, diplomatosi al Conservatorio di Palermo in violino e composizione, sposato con Marie Dibbern, orfana di un facoltoso armatore di Kiel, conosciuta durante un soggiorno estivo a Taormina, era emigrato con lei ad

Nato in Sicilia da una famiglia di musicisti, diplomatosi al Conservatorio di Palermo in violino e composizione, sposato con Marie Dibbern, orfana di un facoltoso armatore di Kiel, conosciuta durante un soggiorno estivo a Taormina, era emigrato con lei ad Amburgo nel 1901. Dopo un non facile esordio, considerata la sua scarsa dimestichezza con le partiture sinfoniche era riuscito ad imporsi come uno fra i migliori interpreti delle sinfonie beethoveniane, alternandosi sul podio con le migliori bacchette dell'impero austro-ungarico. Non solo, ma aveva contribuito a far scoprire autori e pagine di musica ancora poco "frequentati" nelle sale da concerto tedesche, specie perchè ritenuti di difficile esecuzione.Nel settembre del 1914, Neglia dovette tornare in Sicilia per i funerali del padre. La Grande guerra era ormai divampata in Europa e il Nostro si trovò drammaticamente di fronte a un bivio: restare o andar via? Rientrare in Germania sarebbe stata, in quel momento, la scelta per lui più conveniente, e di questo tentarono in ogni modo di convincerlo i parenti e gli amici di Amburgo. Ma Neglia era un idealista e un patriota, non se la sentì di voltare le spalle all'Italia in pericolo e, rompendo ogni indugio, decise di rimanere. Consapevolmente e volontariamente rinunciò alla fama, al benessere economico, ad una carriera che si preannunciava assai promettente, per restare a disposizione della Patria, illudendosi forse che quel suo sacrificio sarebbe stato compreso ed apprezzato. Non fu così. Il suo nobile gesto fu, al contrario, del tutto ignorato ed, anzi, frainteso. Guardato con sospetto, apostrofato come "spia tedesca" dai suoi concittadini, ostacolato in ogni modo nelle sue legittime aspirazioni a vivere di musica e per la musica, dovette rassegnarsi, progressivamente, ad una condizione di emarginazione, ad una sorta di detestabile "morte bianca". Nessuno in Italia e men che meno in Sicilia sembrò far caso al suo passato luminoso di artista. Non uno fra i teatri nazionali gli offrì una stagione da dirigere; non uno fra i Conservatori del Regno gli mise a disposizione una cattedra. Per garantire un'esistenza decorosa a se stesso e alla propria famiglia, dovette accontentarsi dei miseri proventi derivanti dall'insegnamento nella scuola elementare in cui, grazie a un diploma conseguito in gioventù, cominciò a lavorare come maestro supplente.

Da Caltanissetta, nel 1921, si trasferì a Vanzago, sperando in cuor suo che l'avvicinamento a Milano, città musicalmente vivace e stimolante, gli avrebbe offerto nuove opportunità di rimettersi in gioco come compositore e direttore d'orchestra. In seguito passò a Rescaldina e, di qui, a Cerro Maggiore.

A Legnano giunse per caso, grazie al felice intuito di un assessore di allora, il ragionier Giovanni Borioli, futuro Commendatore e Presidente, negli anni Sessanta, del nostro Ospedale civico, che all'epoca faceva il capostazione a Vanzago. Fu lui il primo ad accorgersi del genio di Neglia, a coglierne la grandezza celata da un'apparenza umile e dimessa. Borioli sapeva che all'Istituto tecnico comunale "Carlo Dell'Acqua" cercavano insegnanti di lingua tedesca e Neglia era provvisto del titolo necessario. Fu questa competenza a portarlo a Legnano, ma poi, si sa, da cosa nasce cosa…

Vi giunse quasi in punta di piedi, avanzò rapido e deciso nella vita della comunità, respirando a pieni polmoni l'aria di dinamismo e di laboriosità nella quale si trovò da subito immerso, facendosi conoscere ed apprezzare, suscitando sentimenti di simpatia e di affetto, guadagnando il favore e la stima delle autorità locali, tanto da vedersi riconoscere dapprima, unico in Italia, l'incarico di Maestro di musica e canto corale in tutte le scuole elementari della città e, di lì a poco, l'autorizzazione ad istituirvi un "proprio" liceo musicale. Al maestro Neglia si deve infatti la fondazione, nel 1929, del Liceo "Giuseppe Verdi", collegato fin dalla denominazione al Conservatorio meneghino, istituzione di notevole prestigio, frequentata al secondo anno di attività, da una settantina di giovani legnanesi ai quali venne offerta la possibilità di istruirsi musicalmente sotto la guida di docenti di chiara e meritata fama, quali Rinaldo Renzo Bossi, Antonio Russolo, Riccardo Malipiero e Margherita Ceradini Vacchelli, ma che, purtoppo, chiuse i battenti poco dopo la morte del maestro, avvenuta a Intra il 31 luglio 1932.

Solo a Legnano, dunque, Neglia potè trovare un'opportunità concreta di riscatto professionale e personale e proprio per questo non se ne allontanò più. Oggi le sue spoglie riposano presso il Cimitero monumentale della nostra città e, oltre alla lapide, a testimoniarne il passaggio restano il piccolo monumento bronzeo, timidamente affacciato su Corso Italia, e una via un po' periferica a lui intitolata. La triste storia di questo artista singolare, una storia di pregiudizio e di straordinaria forza morale, è rievocata brevemente nel volume "Legnano nella Grande guerra". Era tempo di ridar voce a un personaggio che forse pochi, fra i legnanesi di oggi, conoscono ma che fece di Legnano la sua città d'elezione, lasciando un'impronta significativa in quanti ebbero la fortuna di incontrarlo e di essergli amici.

Se non in tutti i suoi allievi, che furono numerosissimi a Legnano e dintorni, egli riuscì ad instillare la passione per la musica, a tutti indistintamente lasciò un'indimenticabile lezione di vita. Agli studenti del "Dell'Acqua" cui insegnava il tedesco, ai bambini delle elementari cui dispensava nozioni di aritmetica, di igiene e di storia patria, oltre che di canto corale, agli allievi del suo liceo, avviati a far della musica il loro diletto se non la loro professione, egli testimoniò con l'esempio le virtù della pazienza, del coraggio e della forza d'animo. Insegnò loro a non arrendersi mai, a non indietreggiare dinanzi agli ostacoli, a perseguire con costanza e determinazione i propri obiettivi, a non rinunciare ai propri sogni. 

“Armao dimentica – dice Stancanelli a LiveSicilia – che manco dall’assemblea regionale dal 2008, quindi non so quale azione abbia potuto fare”. L’europarlamentare difende anche gli atri tre esponenti politici finiti nel mirino di Armao: “Sono amici miei, come ce ne sono altre decine di amici, con cui posso parlare di politica, l’importante è che non abbia mai fatto parte della banda “Armao”, ben nota alle cronache politiche e giornalistiche”.  Stancanelli precisa anche che non c’è stato alcun attacco nei confronti degli assessori del governo Musumeci.  “Della presunta violenza e aggressione – aggiunge l’europarlamentare – nei confronti dell’attività degli assessori, per amore di verità, vorrei che ognuno di essi dicesse che in 5 anni mai ho avuto occasione, né in pubblico, né in privato , di attaccarli per il loro operato, amministrativo e politico. Sono convinto che Falcone, Messina e Razza – conclude – sapranno darmi atto di questo”. Così l'Eurodeputato Raffaele Stancanelli risponde ad Armao che inyervistato da Live Sicilia aveva attaccato la “banda dei 4” del centrodestra, ovvero “Micciché, Stancanelli, Sammartino e Di Mauro”. Armao - lo ricordiamo - ha lasciato Forza Italia per candidarsi con Calenda e Renzi alle prossime politiche. 

Un programma "serio e realizzabile, incentrato sulla tutela dell'interesse nazionale e della Patria, sulla crescita economica e sulla difesa del potere d'acquisto delle famiglie", viene detto in un comunicato congiunto dei leader. "Nel documento, elaborato nelle scorse settimane da un tavolo tecnico composto dai delegati di tutte le forze del centrodestra, vengono ribaditi i sia o valori e la collocazione in Europa, nell'Alleanza Atlantica e in Occidente, la necessità di una profonda riforma fiscale con la Flat Tax, il superamento della legge Fornero con Quota 41, i Decreti sicurezza, dell'autonomia regionale e del presidenzialismo e di tutti gli altri elementi che sono indispensabili per affrontare i problemi dell'Italia e dare il via a un rilancio che non può più essere rinviato". Il centrodestra sottolinea anche "i temi delle infrastrutture strategiche, delle riforme come quelle della giustizia e della pubblica amministrazione, passando, ovviamente per la necessità di tagliare il carico fiscale a famiglie e imprese". Di seguito è possibile leggere il programma e scaricarlo in Pdf. 

https://www.fratelli-italia.it/wp-content/uploads/2022/08/PER-LITALIA-Accordo-quadro-di-programma-per-un-Governo-di-centrodestra.pdf 

L’Istituto del Credito Sportivo ha dato il via al nuovo bando chiamato “Sport Missione Comune 2022” per la realizzazione di impianti sportivi. Il termine per la presentazione delle domande è sino fino al 2 dicembre. L’Istituto per il Credito Sportivo in collaborazione con l’Anci ha stanziato un plafon di 150 milioni di euro  per la concessione di contributi in conto interessi destinati al totale abbattimento degli interessi di mutui a tasso fisso della durata di 12-20-25 anni, da stipulare obbligatoriamente entro il 31 dicembre 2022. Le risorse possono essere utilizzate da comuni, unioni di comuni, comuni in forma associata, città metropolitane, province e regioni per progetti, definitivi o esecutivi, relativi alla costruzione, ampliamento, attrezzatura, miglioramento, ristrutturazione, efficientamento energetico, completamento e messa a norma di impianti sportivi e/o strumentali all’attività sportiva, anche a servizio delle scuole, compresa l’acquisizione delle aree e degli immobili destinati all’attività sportiva. I progetti, definitivi o esecutivi, per essere ammessi a contributo devono essere muniti di parere favorevole rilasciato dal Coni. “Sono considerati interventi prioritari, secondo il nuovo bando 2022, dichiara l’ing. Paolo Vicari, rappresentante Provinciale della S.C.A.I.S. (Società di Consulenza e Assistenza Impiantistica sportiva). Gli interventi sono destinati all’abbattimento delle barriere architettoniche, all’adeguamento alla normativa sismica, all’implementazione della tecnologia, al miglioramento degli impianti scolastici, e allo sviluppo delle piste ciclabili, compresa l’acquisizione delle aree e degli immobili destinati all’attività sportiva, e si aggiunge a “Sport Verde Comune”, la misura dedicata agli interventi relativi a impianti sportivi facenti parte di un plesso scolastico. L’importo massimo di mutuo agevolabile, per ciascuna istanza e complessivo, è di 2 milioni di euro per piccoli comuni fino a 5000 abitanti, a 4 milioni di euro per comuni da 5001 a 100 mila abitanti non capoluogo, le unioni dei comuni e i comuni in forma associata, e i comuni capoluogo fino a 6 milioni di euro”. Le istanze potranno essere presentate tramite portale dedicato, presente sul sito www.creditosportivo.it fino al 2 Dicembre 2022. Per informazioni si può chiamare il numero del Coni Provinciale di Enna.

MAGGIORI INFORMAZIONI SI POTRANNO AVERE CLICCANDO QUI

La Romania è il primo paese Ue per lavoratori in condizioni di povertà (15,4%), seguita da Spagna, Lussemburgo e Italia. La quota più bassa di lavoratori poveri si registra in Finlandia (2,9%).  I dati si riferiscono alle persone di età tra i 18 e i 64 anni con un impiego. Sono considerate occupate le persone che hanno svolto un lavoro per almeno metà anno.FONTE: elaborazione openpolis su dati Eurostat (ultimo aggiornamento: martedì 23 Novembre 2021). 

CATANIA (ITALPRESS) – “Non è mai esistita una mia autocandidatura. Anzi, alla proposta di disponibilità ricevuta ho sempre risposto che non poteva prescindere dalla mia volontà e da quella del partito”. Lo dice, in un’intervista al quotidiano La Sicilia, Raffaele Stancanelli eurodeputato siciliano di FdI, nel gruppo Conservatori e Riformisti (Cre) al Parlamento Europeo. A non volerla è proprio il suo partito. “Devo ringraziare innanzitutto il presidente Berlusconi e il senatore Salvini – aggiunge l’ex sindaco di Catania e assessore regionale – nonchè tutti i vertici dei partiti alleati, che hanno espresso in più occasioni, in pubblico e in privato, apprezzamenti per la mia persona, considerandomi un uomo di sintesi e di garanzia per tutte le sensibilità della coalizione. Purtroppo lo stesso ringraziamento non posso rivolgerlo a La Russa, che con una violenta ostilità e una pervicacia prossima alla cattiveria, ha sempre affermato che io non posso essere candidato”. C’è un’agenzia di La Russa che conferma il no su di lei: “E’ mio amico e spero rimanga tale. Dell’amicizia con La Russa, che anch’io consideravo solida, dopo le dichiarazioni di questi mesi incomincio a dubitarne. Ma, siccome vanno fatte considerazioni politiche, vorrei capire qual è la ratio per cui un candidato gradito a tutta la coalizione e che risolverebbe le controversie in cinque minuti, debba trovare l’oppo – sizione proprio del suo partito”. Cosa ha Stancanelli di sbagliato per FdI? “Posso dirle cosa non ho. Non ho alcuna condanna, tranne una sanzione amministrativa di 4mila euro da sindaco di Catania, regolarmente pagata, per responsabilità oggettiva e La Russa sa cosa vuol dire, non per fatti criminosi o illeciti. Non sono avvisato e non pare di avere indagini in corso. L’unica contestazione che La Russa in questa sua farneticante opposizione mi ha fatto è che sono gli altri a volermi e l’iniziativa non è stata presa da FdI. Quasi fosse una mia colpa godere dell’apprezzamento e della stima non solo della stragrande maggioranza di base e dirigenti del nostro partito, ma anche degli alleati. I quali, e questo La Russa non lo sa, vedono in me non soltanto l’amministratore apprezzato, ma anche il dirigente politico capace di dialogare con tutte le forze riconoscendo le ragioni diverse. Inoltre, e ciò a La Russa sembrerà strano, ambienti politici e culturali diversi e ostili , che non ci voteranno mai, purtuttavia guardano a Raffaele Stancanelli con rispetto e stima”. “Purtroppo questa posizione di La Russa ha condizionato molto l’atteggiamento di Giorgia Meloni, che non ha ritenuto, nonostante le mie richieste, di dovermi incontrare per eventualmente chiarire o smussare angoli che non conosce”. “Nell’ottobre 2021, con chiarezza e lealtà, ho espresso personalmente a Giorgia le mie perplessità sulla ricandidatura dell’uscente (Musumeci, ndr), con ciò non volendo condizionare per nulla le scelte del partito. Il tempo mi ha dato ragione, ma vorrei precisare che da allora non c’è stata alcuna mia dichiarazione o intervista sull’argomento…”.

"Il 25 settembre in Sicilia si voterà anche per le elezioni regionali, oltre che per le politiche come avverrà in tutta Italia": dopo una lunga fase di incertezza, il presidente della Regione siciliana Nello Musumeci si è dimesso .