Quelle che verranno saranno le giornate decisive per la costituzione dei liberi consorzi dei comuni . Stamattina  sulle pagine della provincia di Enna del quotidiano “La Sicilia “ sono apparsi diversi articoli su questo argomento che riguardano il libero consorzio di Enna , ma quel che ha particolarmente attratto la mia attenzione è l’articolo a fondo pagina a firma di Silvano Privitera  che riporta l’iniziativa del presidente del consiglio comunale di Troina Alfio Giachino, il quale , d’intesa con tutte le componenti del consiglio comunale e con la giunta comunale, ha convocato per domani sera alle 18,30 ( da osservare l’orario di convocazione) nell’aula magna dell’Istituto scolastico Ettore Majorana il civico consesso in sessione aperta dove i  “ cittadini  e le associazioni possono intervenire prendendo la parola per discutere , valutare e approfondire la legge regionale che prevede l’istituzione dei liberi comuni.  L’iniziativa di aprire il consiglio comunale ai cittadini e alle associazioni fino ad ora mi sembra che , in provincia di Enna, si unica nel suo genere ma , secondo il mio modesto parere, la più democratica perché da modo ai cittadini e alle associazioni di poter esprimere il proprio pensiero su un argomento che riguarderà la vita sociale,politica ed economica per gli anni a venire. Le cronache riportano quasi quotidianamente che si dibatte a Piazza Armerina , Pietraperzia a Villarosa a Barrafranca e forse in altri comuni dell’ennese di cui si sa poco , almeno sui giornali. In altri comuni  il silenzio . Un silenzio che fa riflettere soprattutto per la portata di un argomento che dovrebbe incoraggiare a realizzare e praticare quella forma di democrazia che partendo dalla base o meglio dai cittadini consente all’amministratore di svolgere la propria missione in maniera ancora più serena. Realizzare la “democrazia “ è talvolta scomodo  ma sembra non preoccuparsene il presidente del consiglio comunale di Troina il quale nel voler sentire le opinioni dei propri concittadini e delle associazioni si troverà a dover affrontare con coraggio un consiglio comunale aperto ma nel rispetto delle regole che determinano la libera e democratica espressione delle diverse opinioni.  Questa forma di democrazia oggi è pressoché scomparsa per lasciare spazio alla “realpolitik” un termine usato per descrivere politiche basate su di una concreta pragmaticità, rifuggendo da ogni premessa ideologica o morale. Personalmente penso che sulla vicenda del libero consorzio di Enna pesa il sospetto che la decisione ancora una volta , così come è avvenuto in passato, sia stata presa dall’alto , da quella politica “occulta” che escludeva , giocoforza, il cittadino per decidere invece nei comitati ristretti di coloro che esercitano il potere.

agovit

 

  • E’ stata davvero grande la sorpresa, oltre che il piacere di apprendere, qualche settimana fa, dal mio amico Liborio Presidente della nostra Ass. Cul. “I vaneddi dell’arte”, che anche lui da ora in poi verrà annoverato tra i migliori autori siciliani, entrando di fatto nel Pantheon della grande letteratura siciliana, e sedendo umilmente, accanto ai più grandi autori della nostra Trinacria, da Verga a Quasimodo, da Pirandello a Camilleri. Un riconoscimento che dimostra, come nonostante la nostra dimensione “paesana”, un piccolo centro abitato come Regalbuto, sia capace di sfornare dal proprio ventre di difformità (concedetemelo), delle eccellenze assolutamente indiscusse. Un invito palese ad abbandonare le ristrettezze psicologiche della piccola dimensione di paese, che ci costringe in uno spazio angusto e poco riconosciuto. Quello che dimostra un tale riconoscimento secondo me, è che bisogna buttare via “quel’essere paesino anonimo” che ci imbriglia in potenzialità e possibilità, piuttosto, mantenerlo come orgogliosa identità fatta di piccole tradizioni e piccole qualità che in grossi centri non possono esprimersi, forse per la grande dimensione. La dimostrazione risiede nel fatto che, anche attraverso la neonata associazione culturale, con grande passione e poche sostanze economiche si è scoperto un vero mondo artistico che in paese, chi più, chi meno, ignorava inverosimilmente. Questo riconoscimento, dell’inserimento nel dizionario biobibliografico, più degli altri piccoli e grandi premi che Liborio ha visto riconoscersi in questi anni, è grandemente più significativo, a mio parere, che tutti i precedenti messi assieme. Vedere scolpito il proprio nome sulla pietra della storia, incastonata come chiave di volta nell’architrave della nostra cultura siciliana, è un grande onore, da lasciare come scrisse Sciascia “A futura memoria”. Voglio concludere questa mia introduzione, lasciando il lettore alle recensioni sicuramente più titolate della mia, dedicando all’amico Liborio, sensibile e attento crociato di madre natura, una poesia scritta da mio nonno:

Regalbuto. “ Meglio non dare niente per scontato e prima di decidere   di entrare nel costituendo Libero consorzio ennese, secondo me il Comune di Regalbuto farebbe bene, se non ancora fatto, a guardarsi attorno e ad aprire un tavolo di confronto anche con il consorzio  di Catania ,  affinchè si possano valutare con serenità e la coscienza del buon padre di famiglia eventuali vantaggi e svantaggi che una decisione di tal genere comporta . In tal senso sarebbe forse più opportuno sentire il parere delle forze politiche e dei movimenti che non hanno voce in consiglio comunale ma che rappresentano ognuna quasi un quarto della popolazione di Regalbuto.In fin dei conti Regalbuto era già provincia di Catania e tutt’ora gravita  sulla città etnea sia in termini sanitari che di istruzione universitaria e tempo libero. Anche le acque del nostro Lago servono più al territorio di Catania che a quello di Enna.C’è da dire infine che è meglio valutare anche le eventuali ricadute economiche ed occupazionali per il nostro territorio. La cosa che ci deve spingere è quella che con la nascita dei liberi consorzi dobbiamo evitare  di rimanere emarginati, come  è di volta in volta accaduto in passato, dalle scelte che sono state fatte a livello provinciale.Se le premesse che leggiamo sui quotidiani sono quelle che il Libero consorzio ennese che si va delineando, si allunga verso il mar Tirreno comprendendo alcuni comuni del territorio di Messina secondo il mio modesto parere mi sembra  troppo lontano da noi sia in termini  logistici che di collegamenti stradali e con caratteristiche territoriali e socio-economiche molto differenti da Regalbuto.Non metto in dubbio il fatto che i nostri amministratori e con loro metto il Sindaco e il Presidente del Consiglio Comunale  in prima fila fino ad ora abbiano “dormito” , anzi, sono certo che abbiano un’idea assai concreta sulle cose da fare e che sono state fatte,  ma  a mio modesto avviso  mi sembra che iniziare a coinvolgere la maggior parte delle parti politiche e sociali del paese sia opportuno cercando di stabilire un dialogo che possa avvenire in maniera sereno , costruttivo e non ideologico . Quando Mussolini decise di aggregare il nostro territorio a quello della nascente provincia di Enna fu per volontà di uno solo e non del popolo, sono certo che se il popolo avesse potuto scegliere sarebbe rimasto con la provincia di Catania, oggi si offre la possibilità ai cittadini regalbutesi di esprimersi  in un argomento che li legherà possibilmente per i prossimi decenni al nuovo territorio. Sia chiaro che comunque la decisione finale spetterà al consiglio comunale. Ma credo che ascoltare opinioni anche diverse dalle nostre può far solo bene perché ci rinfranca con la realizzazione della “democrazia” o se si preferisce nel suo significato etimologico   del “governo del popolo”.  

Agovit

Dopo la notizia che abbiamo pubblicato relativa alla rinuncia alla 1^ div /F di pallamano dello Scinà di Palermo allenata da Salvo Cardaci , stamattina ci siamo incontrati con Salvo per una chiacchierata sulla situazione che lo sport oggi vive in Sicilia. Una Sicilia che , almeno nello sport, secondo noi sta arretrando perché ogni anno sono sempre di più le società sportive che rinunciano a partecipare ai campionati federali perché non possono più contare da tempo sul sostegno delle sponsorizzazioni delle piccole imprese, sui finanziamenti o sulle agevolazioni degli Enti Locali. I costi delle attività sono tutti sulle spalle dei praticanti e delle famiglie, che spesso non sono più in grado di sopportarli. Ne è venuto un “ parallelo” tra ciò che accade in Sicilia e ciò che è avvenuto nel nostro comune . Con la crisi vengono al pettine i problemi strutturali dello sport : lo stato non si occupa dello sport di base, le Regioni e gli Enti Locali non hanno gli strumenti e i fondi necessari, le poche leggi e normative di settore non aiutano lo sviluppo delle attività sul territorio. Il mondo sportivo organizzato nel Comitato Olimpico viene lasciato da solo a fronteggiare le attuali difficoltà. Le società sportive chiedono attenzione alla politica e alle istituzioni perché è sempre più difficile affrontare da sole i mille problemi quotidiani e svolgere, allo stesso tempo, un ruolo sociale per la salute, l’educazione, la diffusione di sani stili di vita, l’integrazione, la socializzazione. Le attività sportive sul territorio migliorano l’aspetto delle nostre città. Nelle società sportive si discute e si sceglie democraticamente. Per questo rappresentano una scuola di cittadinanza e di partecipazione.La pratica motoria e sportiva per tutti come un bene di interesse comune e' un valore sociale, così come indicato dal Libro Bianco sullo sport promulgato dall’Unione Europea nel 2007. Con l’azzeramento dei contributi regionali c’è il rischio chiusura delle sedi delle federazioni e degli entri di promozione sportiva dell’isola. Insomma uno scenario apocalittico che può retrocedere se solo si riconoscesse il valore sociale dello sport e dello sport di cittadinanza come bene comune e se “ insieme “ ( istituzioni e società sportive) si collabori per tracciare una nuova strada da perseguire in attesa che questa crisi inverta la rotta.  

I drastici tagli ai contributi alle società sportive operati da comuni e Regione Sicilia e la mancanza dei cosiddetti “sponsor” stanno producendo ogni anno la chiusura dei sodalizi sportivi o quanto meno il ridimensionamento dei programmi con notevoli ripercussioni sociali. La “crisi “ ( ma crediamo che in alcuni casi il termine crisi sia un palliativo) non mette in ginocchio solo le piccole realtà dei paesi ma anche gli sport praticati ad alto livello come nel caso dello Scinà Palermo, società di pallamano femminile allenata da Salvo Cardaci . La notizia era nell’aria da qualche settimana, ma solo da giovedì scorso è ufficiale: la Polisportiva Scinà Palermo (sodalizio nato nel 1983) ha ufficialmente comunicato alla federazione l’impossibilità a partecipare al campionato di 1^ divisione per la stagione 2014-2015 e di conseguenza alla "EHF Cup", manifestazione riservata alle più forti formazioni europee conquistata con grande merito al termine della scorsa splendida stagione.
“Purtroppo la forte crisi economica – si legge in un comunicato a firma del presidente dello Scinà Matteo Palazzolo -  ha reso quasi impossibile trovare sponsor importanti da parte di privati ed inoltre gli Enti territoriali (Comune di Palermo e Regione Siciliana) hanno drasticamente tagliato i contributi alle società sportive, tutto ciò ha praticamente messo in ginocchio il mondo dello sport isolano ed in particolare le piccole realtà come la nostra. Proveremo in tutti i modi a non far morire la Polisportiva Scinà che vanta una lunga tradizione pallamanistica, ma oggi la situazione estremamente critica ci impone delle scelte dolorose che non avremmo mai voluto fare”.

Una notizia che ha gettato nello sconforto le atlete, gli stessi dirigenti e centinaia di tifosi e appassionati che appena qualche mese addietro seguivano con entusiasmo le gesta di queste formidabili ragazze che, alla loro prima esperienza nella massima serie di pallamano e sotto la guida del tecnico ennese Salvo Cardaci, riuscirono a stupire tutti addetti ai lavori e non conquistando i play-off scudetto, la quarta piazza in Coppa Italia e la prestigiosa qualificazione alla Challenge Cup.

Sabato 28 giugno transiterà da Regalbuto l’undicesima edizione del 4° “giro del parco dei  Nebrodi,  manifestazione nazionale organizzata dal  club auto e moto d’epoca Ibla . I partecipanti alla manifestazione arriveranno a Regalbuto intorno alle 8,30 ora in cui è previsto un incontro con i partecipanti di tutte le province in piazza della Repubblica. Dopo la colazione agli stessi saranno consegnati il materiale logistico e alle 10,00 è stata organizzata la visita guidata nel centro storico della città. Il programma prevede ancora alle 12,00 il giro per le vie di Regalbuto con le auto d’epoca e poi il pranzo per ripartire alla volta di Catenanuova intorno alle 16. Il comune di Regalbuto ha patrocinato l’evento assieme ai comuni di Enna e Catenanuova , l’Ars e la presidenza della Regione Siciliana.

Organizzata da Confesercenti Enna , lunedì pomeriggio nella sala conferenze dei Fratelli delle Scuole Cristiane  sono  stati riuniti artigiani e commercianti di Regalbuto ai quali è stato presentato il programma “garanzia Giovani Aziende”. L’incontro , presieduto da Santino Li Volsi , direttore Confesercenti Enna,  è servito per stimolare le aziende di Regalbuto ad usufruire delle opportunità che l’iniziativa a favore dell’occupazione offre non solo per i giovani ma anche per le imprese. Il Piano Europeo è riferito a quelle aree del territorio dove è alto l’indice di disoccupazione di quella fascia di età a rischio che va dai 15 ai 29 anni.  Da diversi anni a livello europeo si è posta l’attenzione sui Neet (Not in Education, Employment or Training), giovani non più inseriti in un percorso scolastico/formativo ma neppure impegnati in un’attività lavorativa. In questo gruppo di giovani un prolungato allontanamento dal mercato del lavoro e dal sistema formativo può comportare il rischio di una maggiore difficoltà di reinserimento. Nel 2012, in Italia oltre 2.250 mila giovani (il 23,9 per cento della popolazione tra i 15 e i 29 anni) risultano fuori dal circuito formativo e lavorativo. L’incidenza dei Neet è più elevata tra le donne (26,1 per cento) rispetto agli uomini (21,8 per cento).

"Aidone modello per una nuova politica europea sull’integrazione” è questo il titolo del convegno organizzato dall’Associazione Don Bosco di Piazza Armerina e dal Comune di Aidone, partner nel progetto SPRAR, in occasione della Giornata mondiale del Rifugiato, indetta dall’Alto Commissariato dell’ONU. Il convegno si è tenuto in Aidone nei locali della Fondazione “Marida Correnti” ed è stato introdotto da Agostino Sella, coordinatore del progetto SPRAR Aidone, che ha illustrato l’esperimento in atto nel paese della Venere. Sono intervenuti: il Prefetto di Enna, il dott. Fernando Guida, la dott.ssa Gabriella Tomai, Magistrato presso il Tribunale per i minorenni di Caltanissetta, il prof. Filippo Minacapilli giudice onorario presso lo stesso tribunale ed infine il dott. Fabio Aurilio Dirigente del Commissariato di P.S. di Piazza Armerina. Molto apprezzata la testimonianza di due migranti che qui hanno trovato una loro collocazione anche lavorativa: Abramo Sylla, mediatore culturale presso la fondazione Di Vincenzo in Aidone e il giovanissimo Adam Mohamed Abdullah interprete presso l’associazione Don Bosco. Un breve saluto è stato rivolto ai presenti ed alle autorità dal sindaco Enzo Lacchiana e da don Carmelo Cosenza parroco di Santa Maria La Cava. Lacchiana che si è trovato a gestire il progetto attivato dal suo predecessore Filippo Gangi, anch’egli presente in sala, si è detto ottimista sul contributo che lo SPRAR potrà dare alla crescita economica e culturale di Aidone, ha espresso la volontà di creare a breve una consulta cittadina per l’immigrazione ed ha anticipato che forse già dalla prossima settimana saranno attivate delle borse lavoro per i migranti che permetteranno loro di svolgere dei lavori utili alla comunità tutta. Sia Sella che Lacchiana hanno ribadito che non bisogna sottovalutare la ricaduta economica dell’accoglienza in una realtà povera come la nostra: affitti con contratti triennali per case altrimenti disabitate, incremento del commercio, esperienze lavorative altamente professionalizzanti per un nutrito gruppo di mediatori, assistenti sociali e psicologi.
I primi ad essere felicemente sorpresi dall’affermazione espressa nel titolo del convegno – “Aidone modello per una nuova politica europea sull’integrazione”- sono stati i numerosi aidonesi presenti al convegno, che, pur vivendo in modo naturale e positivo l’inserimento di un centinaio di migranti, accolti a vario titolo nel piccolo centro che sfiora i 5000 abitanti, non pensavano certo di poter essere “additati” come modello di accoglienza ed integrazione. Se lo sono sentito ripetere più volte nel corso degli interventi che hanno fatto chiarezza sui modi e le forme dell’accoglienza dello SPRAR aidonese. Oltre ai migranti ospitati nella maniera tradizionale presso l’hotel Morgantina e il gruppo di minori non accompagnati, ospitati presso il Centro d’Accoglienza Zingale-Acquino gestito dalla Fondazione Vincenzi, vivono in Aidone una sessantina di migranti, provenienti in gran parte dall’Africa, ma anche da Pakistan, India e Iraq, accolti nelle comunità diffuse ospitate in 12 abitazioni, tra di essi ci sono anche alcuni nuclei famigliari. Questa delle comunità diffuse è la scommessa dello SPRAR, il Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati, che, attraverso “l’accoglienza integrata” si propone di “superare la mera distribuzione di vitto e alloggio, prevedendo in modo complementare anche misure di informazione, accompagnamento, assistenza e orientamento, attraverso la costruzione di percorsi individuali di inserimento socio-economico” o in parole più semplici, come ha detto il Prefetto, “la vera sfida non è garantire un tetto e un pasto, ma un futuro, nel rispetto delle motivazioni e della cultura di ogni migrante”. Attraverso il coinvolgimento diretto dell’ente locale, con fondi ministeriali ed europei, si garantisce a queste piccole comunità una casa dignitosa -in Aidone si è optato per le case ammobiliate, disabitate e molto numerose-, i buoni spesa spendibili nei supermercati locali e una cifra giornaliera di sussistenza. I migranti in certo qual modo si autogestiscono, sono responsabilizzati e vivono una vita da cittadini e non da semplici ospiti. La convivenza in piccoli gruppi omogenei, per cultura e provenienza, serve ad evitare disagi culturali e linguistici, previene eventuali conflitti e, con la diffusione nel tessuto urbano, scongiura la ghettizzazione.

Si riuniranno il 25 giugno i Consigli Comunali degli attuali Enti facenti parte della Provincia di Enna e di quei Comuni che potrebbero entrare a far parte del Libero Consorzio Ennese.
Ai venti Comuni dell’Ennese si aggregheranno in questo Consiglio Comunale aperto anche Capizzi, Caronia, Castel di Lucio, Mistretta, Motta d’Affermo, Pettineo, Reitano, Santo Stefano di Camastra e Tusa per un totale di 29 Comuni. Un numero ancora provvisorio perchè nelle intenzioni c’è la volontà di coinvolgere anche altri paesi che ricadrebbero bene all’interno del Libero Consorzio di Comuni che si estenderebbe dall’attuale provincia di Enna verdo la zona nord della Sicilia passando per la zoan nebroidea e trovando l’ormai famigerato sbocco sul mare. Da qualche mese si susseguono degli incontri tra i sindaci di questi Comuni ma ad oggi di ufficiale non c’è mai stato nulla e il Consiglio Comunale aperto, convocato dal Presidente di Sala d’Euno Maurizio Bruno, potrebbe finalmente rompere gli indugi per far decollare un progetto che comunque conserva ancora dei dubbi e basterebbe citare alle funzioni demandate ai Liberi Consorzi per far capire che ancora c’è molto da fare e da capire.
Questa seduta servirà innanzitutto per capire ufficialmente la volontà generale ossia se ognuno dei Comuni che parteciperanno hanno l’intenzione di unirsi ad Enna e, di contro, se c’è qualche Comune negli attuali confini ennesi che vorrebbe andare via. Una soluzione, quest’ultima, non di facile realizzazione perchè per farlo non dovrà creare pregiudizi di natura numerica rispetto al limite di 150 mila abitanti. Il pensiero va soprattutto a Piazza Armerina il cui sindaco ha ammesso in questi giorni che la legge non permette grandi possibilità.
Al Consiglio di mercoledì si arriverà probabilmente dopo aver svolto qualche altro incontro tra i sindaci dei Comuni coinvolti per solidificare ancor di più la resistenza del possibile nuovo Consorzio.

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La città di Regalbuto continua a sfornare talenti sportivi . Lo fa in quasi tutti i campi : dall'atletica al calcio e pallamano. Uno tra questi è Francesco Lo Cicero il quale nei giorni scorsi ha ricevuto la notizia della convocazione nella Nazionale Under 15 di calcio a 5. Il giovane calciatore, tesserato con il Rahl Butahi di Regalbuto, si era già distinto nel Trofeo delle regioni disputato a Vasto, dove oltre ad aver conquistato il titolo di capocannoniere del torneo ed esser stato il capitano della rappresentativa siciliana, è stato premiato come miglior giocatore della manifestazione. Nonostante la giovane età, è nato nel 2000, farà parte dei 12 giocatori Under 15 che rappresenteranno l'Italia in campo internazionale. La notizia è arrivata anche alla dirigenza del Rahl Butahi  e quindi è naturale la soddisfazione di tutti dato che quest'anno la società sportiva di Regalbuto ha vinto il campionato provinciale nella categoria giovanissimi, accedendo alla final four regionale. La soddisfazione è massima dato che i dirigenti del Rahl Butahi quest'anno hanno deciso di puntare esclusivamente sul settore giovanile . " Quest'anno, posso affermare che, è stata una stagione eccezionale per i traguardi conquistati - dichiara Rapisarda, dirigente del Rahl Butahi - e quest'ultima notizia arrivata premia il lavoro fatto fino ad oggi, volto alla valorizzazione dei giovani. Adesso ci apprestiamo ad iniziare la nuova stagione sportiva nella speranza che, il nuovo manifesto programmatico approntato, possa far aderire tantissimi nuovi ragazzi, perni centrali del nostro progetto che, tra l'altro, ambisce alla rinascita del calcio a 11 regalbutese.”