La notizia era già nell'aria ma l'annuncio ufficiale è arrivato solamente il 13 Agosto scorso. La società Futsal Regalbuto presieduta dal presidente Contino ha ceduto in prestito Gaetano Campagna all'Asd Acireale che nella imminente stagione sportiva 2014/2015 andrà ad affrontare il Campionato Italiano di Serie A di calcio a 5.Cresciuto nelle giovanili dell’Asd Regalbuto ha partecipato al Torneo delle Regioni Categoria Juniores che si è tenuto in Friuli Venezia Giulia dal 13 al 19 Aprile 2014. Campagna è un giovane di 20 anni ma è già dall’età di 6 anni che pratica la disciplina del calcio a 5. Nel corso degli anni ha partecipato a tutte le categorie giovanili dell’Asd Regalbuto togliendosi già alla sua tenera età diverse soddisfazioni infatti si è laureato Campione Regionale Categoria Allievi nel 2010; ha partecipato al Campionato Nazionale Juniores disputando pure i play-off scudetto; ha partecipato al Campionato Nazionale Under 21 ed alla Coppa Italia Under 21 ed è stato pure convocato nella Nazionale Italiana Under 21; ha esordito alla sua tenera età nei Campionati Nazionali di Serie B e Serie A col Regalbuto. Anche quest’anno ha partecipato al Torneo delle Regioni con la Rappresentativa Sicilia classificandosi al 3° posto e perdendo in semifinale solo ai rigori con il Veneto che poi si è laureato Campione d’Italia. Campagna è un giocatore molto completo grazie anche al lavoro fatto negli anni dai diversi mister italiani e non che si sono succeduti a Regalbuto tanto è vero che ha un ruolo di universale.

Manca orami poco alla conclusione della stagione sportiva 2013/2014. Dall’uno settembre difatti per le società sportive partirà ufficialmente quella targata 2014/2015 anche se già da tempo sono state effettuate le riaffiliazioni ai comitati delle federazioni  per partecipare ai campionati. Il fatto che la Regione Sicilia ha decurtato del 90 % i contributi alle società sportive  e ai comitati regionali delle federazioni e degli enti di promozione sportiva, ha messo in serio pericolo tutto l’assetto organizzativo sportivo regionale. “ Sarà un anno col punto interrogativo – dichiara il presidente di ACSI ENNA Agostino Vitale – perché  tutto dipenderà dal numero delle società sportive che hanno deciso o decideranno di riaffiliarsi o affiliarsi ad una federazione o a un ente di promozione sportiva come l’Acsi , che è presente nel territorio di Enna . Anche quest’anno – continua Vitale – abbiamo voluto mantenere pressocchè inalterate sia il costo di affiliazione che quello del tesseramento perché  siamo consapevoli che anche per la prossima stagione continuerà la crisi , peraltro aggravata dalle scelte del Governo regionale e degli Enti Locali. E’ già stato deciso dal consiglio direttivo di riconfermare le attività di pallavolo e calcio , i tornei di burraco e per la prima volta organizzare i corsi per sub  nel diving Acsi  Enna a Santa Tecla . Costi invariati anche per le società che svolgono attività motoristiche ed equestri. Due sport particolari che meritano la nostra attenzione. L’ACSI Enna nel corso degli ultimi anni ha dimostrato serietà e soprattutto  trasparenza. Ci siamo posti come consulenti e a disposizione delle società sportive che si sono con noi affiliate o che vogliono affiliarsi ma soprattutto abbiamo allargato il numero delle attività sportive e culturali. Non nego – conclude Agostino Vitale – che la scellerata decisione del Governo regionale di tagliare drasticamente i contributi, metterà a dura prova anche l’ACSI Enna , ma sono certo che le società e i circoli vorranno darci ancora una volta fiducia.Da queste pagine vorrei infine lanciare un messaggio ai presidenti delle federazioni sportive presenti nel territorio provinciale perché la grave situazione economica ci accomuna e può essere superata non con le sterili contrapposizioni  territoriali tra federazioni e enti di promozione sportiva , ma collaborando per consentire ai nostri ragazzi di svolgere l’attività che hanno scelto di praticare per tutti i mesi dell’anno. Si può essere affiliati con una federazione e contemporaneamente con un Ente di promozione sportiva e si possono trovare punti in comune che possono essere discussi.  “ Minacciare ritorsioni” alle società sportive non serve allo sport anzi aggrava la divisione e la divisione non fa mai bene a nessuno. Il nostro obiettivo è mettere nelle stesse condizioni il ragazzo che pratica sport in provincia di Enna con il ragazzo di una qualsiasi città o paese del Nord Italia. E purtroppo, in tal senso, il divario è ancora enorme sia in termini di impianti che ,di riflesso , di organizzazione dei campionati. “

Ivo l'ho conosciuto parecchi anni fà.Esattamente nel 1986 . Nel salone del Collegio alla Grazia stavamo allestendo il primo spettacolo estivo " Festival di casa nostra" e lui assieme a Salvatore Barbanera avevano il compito di studiare le coreografie , i balli e far parte del coro. La Libertas Regalbuto era nel pieno splendore e oltre alla pallavolo mettere in scena uno spettacolo non era cosa facile. Fu un successo a tal punto che l'anno dopo nel 1987 fu inserito tra gli spettacoli in Piazza e Ivo, Salvatore, Ivana ( non si separavano mai) dovettero faticare in quell'occasione per cercare di non sfigurare. Fu scelto Salvo Cardaci come presentatore. Gli arrangiamenti delle canzoni erano stati affidati a Vito Cardaci e al suo complesso. Da allora con Ivo ne nacque una bella amicizia. Segui i suoi percorsi di studio , poi il lavoro e infine il suo trasferimento a Milano dove tutt'ora vive e lavora. Non è difficile trovarlo su Google. Basta scrivere Ivo Bisignano e si ha la possibilità di leggere tanto della sua arte. A Ivo non piace parlare di sè,non piace mettersi in mostra, non piace l'esteriorità esteriore , è una persona come si suol dire della porta accanto. Sono però famose le sue Poupettes , le sue illustrazioni come Le Femme , i suoi videoclip e quelli dove ha partecipato con le illustrazioni tra cui quello di Paola Lezzi "Se perdo te". Ivo Bisignano studia e consegue la Laurea in architettura a Berlino, poi il Master. Talento poliedrico lavora in diversi ambiti dell’industria della moda; Ivo è un illustratore per Conde Nast, per Rizzoli e per Mondadori. Allo stesso tempo è stylist e consulente moda, partecipando a numerosi progetti artistici in giro per il mondo.Ivo Bisignano ha recentemente collaborato con Prada, Fratelli Rossetti e Missoni e ha realizzato delle illustrazioni per la mostra tributo ad Anna Piaggi - Hat-ology.L'11 gennaio scorso al Blanco Milano, Ivo ha presentato le sue illustrazioni: LES FEMMES. Donne tristi, malinconiche, cocteauiane, sempre perfette anche in gruppo ma ovviamente sole, dove la solitudine da sfogo alla loro creatività di essere uniche, irrangiungibili, nel loro modo di apparire, nei loro confronti e nei confronti di una società che non le rappresenta.” La rivista illustrata Vogue Italia ha scritto di lui :" Ivo Bisignano è un fashion-artist, un archeologo della moda, un creativo multitasking che unisce l'ispirazione nostalgica alla pura progettazione, visuale e fattiva. Dalle immagini e dai ricordi della sua infanzia nascono Les Pouppettes: un mondo popolato da bambini, bambine e animali dalle sembianze difformi, spesso esasperate, vestiti in abiti elegantissimi e completi impeccabili di Chanel, Balenciaga o Alexander McQueen. Una "freak gang", come lui stesso la definisce, formata da personaggi che trascendono i canoni istituzionali per trasmettere un messaggio estetico di bellezza nella diversità, nell'unicità, nelle linee surreali avvolte di glamour. Il metodo spazia dai disegni eseguiti con i pastelli e la cera alle più complesse illustrazioni 3D, realizzate con dei modelli plastici di carta vegetale, bullonati con fili di seta, che si trasformano in bambole animate su cui l'artista cuce i suoi abiti-ricordo. I materiali e i tessuti sono quelli conservati nel tempo e dal tempo: vecchie calze di Dior, ricami di Lanvin, scampoli di trench Burberry, fiocchi, nastri e passamanerie vintage." continua  su Vogue 

Fa piacere sapere che quei ragazzi : Ivo , Salvatore , Ivana oggi hanno fatto strada . Loro avevano iniziato da un piccolo e paesano Festival , così come aveva iniziato Vito Cardaci , Salvo Cardaci e altri che sono rimasti nel mondo dell'arte, della fotografia, della musica o che hanno ottenuto grandi risultati nello sport. Si può iniziare da Regalbuto ma poi ognuno è riuscito a volare da solo scegliendo la strada da seguire.

Regalbuto Press

Il suo Sito

Di lui hanno scritto;

Fatti italiani.it

Paola Iezzi

Officiel Italia

 

Giovani, andate via, qui chiudono persino le aziende che fanno succo d’arancia!
Come non dare ragione, tristemente, amaramente ragione, a Pietrangelo Buttafuoco quando ci dice «In Sicilia chiudono le aziende che fanno i succhi di arancia. E’ una follia, come se in Francia chiudessero le aziende che producono champagne».
Si, è proprio così, ma il degrado non è solo questo, questa è l’isola nella quale le migliori spiagge, la splendida baia che un tempo accolse i megaresi, da Siracusa ad Augusta, lì dove Sant’Elena sbarcò la Sacra Croce, o la lunga e placida serie di dune, “i maccuna” si chiamavano, che dal ragusano, da Caucana, giungevano sin sotto Butera, ed ancora la costa imerese, luoghi di incanto naturale e di mitiche presenze, sono state sacrificate al Dio della speculazione.
Chilometri di venefici capannoni industriali, non di rado abbandonati o pronti all’abbandono, chilometri di serre che, nate per produrre frutti di un’agricoltura un tempo sapiente, si sono trasformate nelle schiavistiche ed altrettanto venefiche prigioni di contadini costretti a vivere dei brevetti israeliani (il famoso ciliegino ad esempio).
Sicilia capace di cancellare in cinquanta luridi anni la splendida conca d’Oro, le meravigliose città d’arte di Enna, Siracusa, e Trapani.
Sicilia capace di fagocitare, in un enorme villaggio di periferia abusiva, interi paesaggi anche accanto gli splendori di Akragas, Selinunte ed Eraclea.
Questa Sicilia, buttanissima come gente, deflorata vergine come Terra, non va abbandonata, caro Pietrangelo, va difesa, con le unghie e con i denti, va infine salvata, dai suoi protettori, da quelle trattative che, si è vero, all’ombra di una specialità statutaria mai sino in fondo percorsa, hanno consentito di stabilire sin dove la mafia potesse spingersi e dove, un pallido Stato potesse ergersi a difesa di quel che resta di un sistema legittimo.
Certo, mi confondo, a pensare quella Palermo felix fatta fuori in una sola notte, demolita dal disinvolto sistema dei Lima e dei Ciancimino ma anche delle migliaia di palermitani, buttani si questi, pronti a vendersi pure il cuore pur di giungere ad un profitto immediato.
E mi confondo quando vedo e seguo le concitate fasi di un teatrino politico che annaspa attorno… al nulla. Milioni di Euro comunitari fermi perché non spendibili, perché non ancora attribuiti a questo o quel codazzo di galoppini, oppure da spendersi nella certezza dell’inutilità più totale. Bandi per decine e decine di portali per il rilancio turistico di… non si sa cosa. Negli ultimi tre anni abbiamo destinato milioni di Euro ad una infinita serie di progetti copia ed incolla per portali, metaportali, siti, network e similari ove, se son rimasti online, leggerete dei parchi, delle riserve, della Natura, dei monumenti ma non un centesimo è andato a quegli stessi patrimoni che continuiamo a dire di voler vendere ed oggi rischiamo la chiusura di aree archeologiche, musei, castelli, parchi e riserve.

"Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere(art. 19, Dichiarazione Universale dei Diritti Umani - Unesco 10 Dicembre 1948).

Voglio riprendere questo articolo pubblicato nel blog di Roberto Lorusso (www.robertolorusso.it ). Una persona che ho trovato per caso nel gran mare di internet che affronta un tema quanto mai attuale oggi in Italia e se mi consentite anche a Regalbuto. Esprimere liberamente la propria opinione sembra sia diventato oggi una pratica assai difficile per paura di aver torto o quando si pensa di essere fuori dal coro o peggio ancora per evitare ritorsioni personali. Interessanti sono le citazioni su “L’arte di avere ragione” del filosofo Arthur Schopenhauer, su come un gruppetto di poche persone, possa dar vita ad una sorta di effetto valanga del consenso intorno a opinioni, idee o scelte importanti di cui in realtà la maggior parte delle persone non ha una cognizione sufficiente, anzi, molto spesso nessuna cognizione. Ma non voglio togliere il piacere della lettura a quanti vorranno arrivare fino in fondo all'articolo perchè c'è qualcosa da imparare . Da tempo vado considerando come in alcuni contesti sia difficile (o si ha semplicemente paura) poter esprimere la propria opinione. Di contro, ogni giorno, mi rendo conto di quanta fatica alcune persone fanno per combattere i modelli mentali dominanti, quanto siano difficili da superare, e quanto siano presenti in qualsiasi contesto (non se ne salva alcuno).

Recentemente purtroppo ho anche scoperto un altro problema forse più grave del primo. In realtà ho scoperto che esistono molte persone che non vogliono farsi un’opinione.  E la cosa mi ha preoccupato e non poco. Ci sono persone, infatti, che avendo scoperto che esiste una opinione generale, per pigrizia (ma anche per molto altro più miserabile) decidono di adottarla.

Ma come nasce un’opinione generale?

Ho trovato interessante scoprire, dalla lettura del volume “L’arte di avere ragione” del filosofo Arthur Schopenhauer, come un gruppetto di poche persone, possa dar vita ad una sorta di effetto valanga del consenso intorno a opinioni, idee o scelte importanti di cui in realtà la maggior parte delle persone non ha una cognizione sufficiente, anzi, molto spesso nessuna cognizione.

Schopenhauer dice: <<Ciò che si chiama opinione generale è, a ben guardare, l’opinione di due o tre persone; e ce ne convinceremmo se potessimo osservare come si forma una tale opinione universalmente valida. Troveremmo allora che furono in un primo momento due o tre persone ad avere supposto o presentato e affermato tali opinioni, che si fu così benevoli verso di loro da credere che le avessero davvero esaminate a fondo: il pregiudizio che costoro fossero sufficientemente capaci indusse dapprima alcuni ad accettare anch’essi l’opinione: a questi cedettero a loro volta molti altri, ai quali la pigrizia suggerì di credere subito piuttosto che farne faticosi controlli. Così crebbe di giorno in giorno il novero di tali accoliti pigri e creduloni: infatti, una volta che l’opinione ebbe dalla sua un buon numero di voci, quelli che vennero dopo l’attribuirono al fatto che essa aveva potuto guadagnare a sé quelle voci solo sulla fondatezza delle sue ragioni. I rimanenti, per non passare per teste irrequiete che si ribellano contro opinioni universalmente accettate e per saputelli che vogliono essere più intelligenti del mondo intero, furono costretti ad ammettere ciò che era già da tutti considerato giusto. A questo punto il consenso divenne un obbligo. D’ora in poi, i pochi che sono capaci di giudizio sono costretti a tacere e a poter parlare è solo chi è del tutto incapace di avere opinioni e giudizi propri, ed è la semplice eco di opinioni altrui: tuttavia, proprio costoro sono difensori tanto più zelanti e intolleranti di quelle opinioni. Infatti, in colui che la pensa diversamente, essi odiano non tanto l’opinione diversa che egli professa, quanto l’audacia di voler giudicare da sé, cosa che essi stessi non provano mai a fare, e in cuor loro ne sono consapevoli. Insomma, a essere capaci di pensare sono pochissimi, ma opinioni vogliono averne tutti: che cos’altro rimane se non accoglierle belle e fatte da altri, anziché formarsele per conto proprio?>>

Non so a voi, ma a me questo brano mi fa star male. Specialmente nell’ultima parte. Quando si capisce che quanti non sono capaci di farsi un’opinione odiano coloro che hanno l’ardire di voler esprimere la propria.

Ma torniamo al punto iniziale: la paura di esprimere il proprio parere quando si pensa di essere fuori dal coro.

Nell'estate del 1905 (5 anni prima di morire), Mark Twain scrisse un breve saggio, pubblicato solo dopo la sua morte, dal titolo "Il privilegio della Tomba", (The Privilege of the Grave) nel quale sostanzialmente ci dice che la libertà di parola è una pura illusione.

Ecco alcuni suoi passaggi in merito: “L’omicidio è proibito sia formalmente che di fatto, la libertà di parola è formalmente ammessa, ma di fatto proibita. … L’omicidio è a volte punito, la libertà di parola lo è sempre, qualora venga esercitata. Il che avviene raramente. …

Nella premessa del Libro :" Regalbuto : strada,storie,leggende,uomini ed eroi " dell'autore Francesco Miranda è scritto....

Questo libro ha un triplice ambizioso intento: dare la possibilità al lettore comune, e ai ragazzi in particolare, di conoscere i personaggi e le località ai quali strade e piazze del nostro comune sono intitolate; stimolare i giovani studenti ad approfondire le conoscenze di storia nazionale e locale possedute; recuperare la memoria dei numerosi militari regalbutesi che nel corso della Prima Guerra mondiale del 1915/18 perdettero la loro vita nelle sponde del Piave e dell'Isonzo o nelle trincee del Carso, della Bainsizza, di Asiago, di Passo Buole, Caporetto e Vittorio Veneto. Molte vie e piazze cittadine, quasi la metà delle vie comunali, sono infatti intitolate a loro, agli eroi della Grande Guerra che alle nuove generazioni, e non solo a loro, risultano completamente sconosciuti. Di alcuni di questi “ragazzi” si conosce solo nome e cognome, della maggior parte di essi siamo riusciti a ricostruire parte della loro vita, famiglia di appartenenza, luoghi in cui combatterono, luoghi dove persero la vita e dove sono ancora seppelliti: tutto ciò grazie alla collaborazione e alla disponibilità dell'Ufficio stato civile del Comune di Regalbuto ma anche dell'Archivio di Stato di Caltanissetta che ci hanno fornito la maggior parte delle notizie che qui riportiamo. Nei nomi delle vie e piazze cittadine c'è tutta la storia italiana di un secolo e mezzo, la storia che inizia con il Risorgimento e si completa con i nomi eroici della Resistenza e con quelli dei Padri della nostra Costituzione e della ricostruzione italiana dopo la seconda guerra mondiale. Nelle strade e nelle piazze vengono ricordati inoltre personaggi del passato che si distinsero nel nostro paese per le loro opere nel campo della medicina, della ricerca, della letteratura, della vita politica e sociale: un caleidoscopio di nomi che toccano i diversi secoli della storia nazionale e locale.Si può raccontare la storia attraverso i nomi delle vie cittadine? Personalmente ritengo di sì...

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Nel 1757, a proposito di Regalbuto, Vito Amico scrive:« i sacri edifizi sollevati con ogni magnificenza, in preferenza degli altri sono degni di ammirazione, e spicca fra di essi il tempio maggiore parrocchiale sacro a S. Basilio […] col campanile presso la porta, ad oriente, ma in più magnifiche forme presa da poco a costruirsi, attende il supremo compimento»

Conoscere la storia di Regalbuto attraverso i monumenti ,le monete, le opere d’arte , le Chiese i personaggi e le vicende storiche che a poco a poco stanno emergendo grazie alla passione e all’amore per la propria terra di  uomini che a poco a poco ricompongono il mosaico sociale,politico e culturale di una Regalbuto  ancora tutta da scoprire. La ricerca di Francesca Randazzo , che pubblichiamo nel file che segue , mette in luce la storia e la bellezza architettonica della Chiesa Madre di San Basilio. Una ricerca che vale la pena leggere fino in fondo se si vogliono scoprire aspetti della nostra storia ancora del tutto sconosciuti. I lavori avviati nel 1720 lasciano intravedere un programma collettivamente condiviso, testimoniato sia dalla partecipazione dei cittadini al reperimento di materiali da costruzione4,sia dall’intervento dell’allora tesoriere e sacerdote Giuseppe Falcone per il recupero delle indispensabili risorse finanziarie . Il giorno 1 agosto 1720 il sacerdote e tesoriere Giuseppe Falcone mette a disposizione le elemosine e parte degli introiti ed effetti della chiesa al fine di pagare «Giacomo Bilardi, capomastro del Regno di Napoli, onze 55, tarì 10 e grana 5 per averli spesi in vario attratto e magistero per aver alzato li tre archi maggiori della [chiesa] questi erano assai bassi che occupavano il titulo di detta chiesa e secondo la relazione delli mastri si dovevano alzare secondo la regola dell’arco maggiore di detto titulo» Inizia così , a partire dal 1720 , la storia della costruzione della Chiesa di San Basilio …Il resto potete continuare a leggerlo nel link CHE VI PROPONIAMO .

Uno degli eventi più attesi  della festa di San Vito sul piano liturgico è quello di domani 9 agosto , quando le relique del protettore della città saranno portate in processione nella  restaurata chiesetta di San Vito , nell’omonima piazza. Il restauro della chiesetta oggi può essere ammirato dall’esterno della facciata ed è stato eseguito grazie all’impegno finanziario della Banca di Credito Cooperativo “ La Riscossa” la quale con le opere di risanamento e restauro  restituirà alla città di Regalbuto una chiesa che ricorda l’arrivo dell’urna dove erano state deposte le reliquie di San Vito il 2 febbraio 1541. In seguito a tale evento ed in memoria fu eretta la piccola chiesetta , sostituita,nella seconda metà del XVIII secolo dall’attuale Cappella. L’edificio fu restaurato nel primo ventennio del Novecento e pur rimanendo immutato l’impianto originario furono realizzati dai coronamenti lungo la facciata e i muti laterali. Per l’occasione della festa di San Vito e la restituzione della restaurata Cappella sarà presente anche Sua Eccellenza il Vescovo di Nicosia Mons.Salvatore Muratore il quale celebrerà la Santa Messa di ringraziamento per la ricorrenza del 50° anniversario dell’Ordinazione Sacerdotale di Don Giuseppe Cardaci . Il programma prevede alle 19 del 9 agosto nella Chiesa di San Basilio l’avvio della processione con le relique di San Vito verso la Chiesa di Santa Maria dove alle 19,30 sarà celebrata la Santa Messa , subito dopo ci sarà l’avvio della processione con le reliquie di San Vito nella nuova Cappella in Piazza San Vito con il saluto delle autorità e la benedizione del Vescovo. Alla comunità di Regalbuto dunque sarà restituita non solamente la restaurata Cappella ma tutta la Piazza di San Vito resa più accogliente soprattutto per la presenza di giochi per i bambini e chiusa al parcheggio delle auto. La Banca di Credito Cooperativo non è nuova ad interventi di recupero di beni culturali e patrimoniali di Regalbuto restituiti alla storia , come gli argenti della Chiesa di San Basilio, e che oggi si possono ammirare ,riportando così  alla luce tesori che raccontano la  storia di Regalbuto aprendo così un percorso di speranza fatto di opere realizzabili e che rende percorribile la strada di itinerari turistico-culturali che sono alla base dello sviluppo di un territorio.

" Rivisitare determinati periodi della storia contemporanea ,specie quelli attinenti l'unificazione dell'Italia , non può che fare bene alla coscienza di tutti noi,e in particolare alle giovani generazioni...."  cit.

In occasione del 150° anniversario dell'unificazione d'Italia le scuole elementari e medie G.F.Ingrassia e l'Istituto Tecnico Commerciale S.Citelli di Regalbuto , per la prima volta hanno effettuato una ricerca sui fatti avvenuti a Regalbuto  del 1848 che precedettero l'unificazione d'Italia. Gli alunni , coordinati dai rispettivi docenti, hanno così descritto episodi che forse volutamente erano rimasti sepolti nella memoria dei nostri antenati e che piano piano stanno riemergendo ai quali si aggiungono altri particolari da  scrittori e ricercatori del nostro tempo. Qualche tempo dopo, il deputato Placido Citelli , così scriveva ai suoi concittadini regalbutesi : "Fratelli il suono di guerra già si ripete dai tre lati della Sicilia. Il sospirato giorno della battaglia è spuntato per noi.Fratelli se nella unione sta la forza, si spenga ogni odio privato, si stampi in fronte il vicendevole bacio di amore, si tolga lo spirito di municipalismo, regni il sentimento di patria, di nazione, e la vittoria sarà per noi." Garibaldi era sbarcato in Sicilia , a lui si unirono anche "picciotti" regalbutesi " .  I nomi di questi tre picciotti regalbutesi (tutti e tre nel grado di soldato), che parteciparono alla campagna Due Sicilie sono Francesco Catania (brigata Eber), Vito Verzì (brigata Eber) e Vito Vicino (brigata Corrao). Tutti e tre eroi che contribuirono a fare l’Italia, ma che la Patria e il proprio paese nativo hanno dimenticato.Il popolo, però, ebbe una grande delusione perché non furono istituite le terre ai contadini come aveva loro promesso. Le masse popolari fecero scoppiare un tumulto e occuparono le terre. Garibaldi diede l'ordine a Nino Bixio di porre fine ai tumulti. Questi fece fucilare molti patrioti italiani. La battaglia fu dura a Bronte, a Regalbuto. a Centuripe e si concluse con la sconfitta del popolo e si ritornò al potere delle famiglie più ricche.

Buona lettura

 

 

“Siamo alle solite che la privatizzazione fosse un danno per i cittadini utenti era una cosa risaputa ma in provincia di Enna si passa ogni limite di umana sopportazione il tutto nell’assenza o forse nella complicità di chi dovrebbe garantire il rispetto delle leggi. Nelle bollettazioni del mese di maggio era inserito il deposito cauzionale nonostante i cittadini lo avessero già pagato all’atto della stipula dei vecchi contratti; oggi, nuovo balzello con “partite pregresse” (conguagli anni 2005-2010) nonostante contratti stipulati dai cittadini nel 2008-20010- 2012) certo qualcuno obietterà che si tratta di una rigidità del sistema di Acquaenna, ma ogni sistema esegue gli imput che vengono impartiti. Ci sembra proprio che ogni scusa è buona per far cassa a scapito dei cittadini che spesso pagano non sapendo se le somme richieste rispondono alle norme di legalità o siano degli abusi. I conguagli per partite pregresse è vero che sono state autorizzate dall’assemblea dei soci dell’ATO idrico n. 5 composto dal presidente della Provincia di Enna e dai Sindaci dei comuni con delibera n. 2 del 25.01.2012, ma è altrettanto vero che gli anni dal 2005 al 2009 sono caduti in prescrizione e, quindi, non dovute.