Piantedosi rivendica le norme contro le Ong
10 gen. (askanews) – “Ci siamo mossi in linea con le convezioni internazionali: non neghiamo i salvataggi, non neghiamo che le persone vengano portare a terra ma cerchiamo di dare un quadro di regole”. Così il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, nel corso del programma “L’aria che tira”, su La7 rispondendo a una domanda sulle nuove norme che riguardano le ong. “Vogliamo gestire noi questo fenomeno – ha aggiunto – e non possiamo permettere a navi private di sostituirsi allo Stato”.
" Pochi medici e infermieri sulle ambulanze del 118.Situazione non più tollerabile."
Pochi medici e infermieri sulle ambulanze del 118 . E' una situazione intollerabile. Lo scrive il deputato regionale della Democrazia cristiana. On Ignazio Abbate il quale assieme al suo collega On.Carmelo Pace, presenterà una interrogazione parlamentare sulla surreale situazione che si vive ogni giorno in seno al servizio del 118 “Da una breve indagine che ho condotto – commenta l’Onorevole Abbate – sono venuto a conoscenza dei veri numeri di un servizio salvavita come quello del 118. E sono numeri che rabbrividiscono. Il 90% del personale infermieristico e il 50% medico è a prestazione aggiuntiva ovvero su base volontaria. Medici e infermieri che lavorano negli ospedali, possono scegliere se continuare o meno il servizio sulle ambulanze del 118 o nei PTE. Un sistema già scricchiolante che crolla totalmente nei giorni di festa quando tante ambulanze restano parcheggiate per la mancanza di medici e infermieri. E’ chiaro che questo non sia un meccanismo accettabile né tollerabile. Ringraziamo sempre la base di volontariato ma, appunto, essa deve rimanere una base non certo costituire la maggioranza del personale. E’ necessario integrare queste figure con altri medici e infermieri interamente dedicati al servizio. Sia esso a bordo delle ambulanze del 118 che nei vari PTE. Per carità ci sono anche delle mosche bianche, ovvero quei PTE dove esiste un organico dedicato. Ma sono solo delle rarissime eccezioni a quella che negli anni è diventata la regola. Non possiamo continuare ad accettare queste disparità tra territori. Tutti i siciliani meritano di essere assistiti alla stessa maniera. Per questo mi rivolgerò pubblicamente all’Assessore Regionale alla Salute in modo che, già all’inizio del suo mandato, possa metterci mano e risolvere questa emergenza chiedendole una relazione dettagliata della gestione del 118 a livello regionale sia sul personale che sulla gestione delle centrali operative che attualmente sono dislocate su quattro capoluoghi di provincia (Palermo, Messina, Catania, Caltanissetta). Chiederò di rivedere l’organizzazione complessiva con sedi operative dislocate in tutte le aziende ospedaliere provinciali per una più proficua collaborazione e per una più razionale offerta sanitaria”.
I collaboratori del quotidiano La Sicilia hanno deciso una nuova astensione dal lavoro a tempo indeterminato.
L’agitazione è stata decisa a seguito dei precedenti impegni non mantenuti da parte dell’azienda, relativamente al pagamento di oltre un anno di spettanze arretrate.
Questa situazione, divenuta ormai non più tollerabile, ha portato i corrispondenti ad interrompere la collaborazione a cominciare da domenica 1 gennaio. I collaboratori chiedono che la Domenico Sanfilippo Editore presenti e rispetti un credibile e puntale piano di rientro, con pagamento mensile, di tutti gli arretrati.
La segreteria provinciale di Assostampa Catania
Dal Burundi Elky , un bambino cardiopatico sarà operato a Taormina. Cuffaro : " Grande gesto di solidarietà"
Meloni “Italiani siano con noi per risollevare il Paese”
ROMA (ITALPRESS) – “Un grande augurio a tutti gli italiani per un 2023 di orgoglio e di ottimismo. Il governo farà la sua parte in quest’anno, ma vorrei che ci credeste con noi, con me, nella possibilità di risollevare questa Nazione, di rimetterla in piedi, di farla camminare velocemente con entusiasmo perchè noi possiamo fare molto di più. Dobbiamo farlo insieme”. Così, in un video su Twitter, il presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
(ITALPRESS).
-foto palazzo Chigi-
L'attesa per il Carnevale di Regalbuto 2023.
Finite le Feste , si iniziano a scaldare i motori per l'avvio del prossimo Carnevale 2023. Già al lavoro l'Amministrazione Comunale, la Pro- Loco , si sono formati i gruppi delle Quadriglie che da qualche settimana hanno iniziato a provare il ballo e le figure da realizzare, sono al lavoro coloro che realizzeranno le figure in cartapesta e nelle famiglie si pensa alla realizzazione dei costumi per le maschere a Gruppo. Quelli che precedono il Carnevale , sono già giorni frenetici , insomma. Dopo gli anni della pandemia si prevede che , la voglia di divertirsi prevarrà su tutto. La particolarità sta nel fatto che quest'anno il clou del Carnevale cade tra il 19 e 21 febbraio prossimo e dunque come nella tradizione regalbutese fra non poco ( poco meno la fine di Gennaio ) le diffusioni musicali apriranno una delle feste più attese e più caratteristiche di Regalbuto. Appuntamento cardine della manifestazione sarà , come sempre, il concorso in maschera e le sfilate dei giorni che vanno da domenica 19 a martedì 21 febbraio , nel corso del quale verranno decisi i vincitori delle varie categorie.
Scuola di Pallavolo Regalbuto." Il volley femminile ancora presente nella nostra città nonostante la precarietà degli impianti."
" E' stato per noi un anno tutto da riscoprire perchè , dopo la pandemia, non ci aspettavamo un così cospicuo numero di ragazze , di età compresa tra i 6 e 12 anni , che hanno scelto la pallavolo come sport di base" . E' il quadro sintetico tracciato dal Presidente del sodalizio regalbutese a poche ore della fine del 2022. " Lo stop forzato per covid- continua Agostino Vitale - ci ha fatto capire che non poteva continuare ancora per molto , anche se - non lo nascondo - alla mia età avevo quasi deciso di andare in pensione dalla mia scuola di pallavolo. Poi avviene che giorno dopo giorno arrivavano le richieste dei genitori , richieste sempre crescenti e da qui la decisione di continuare ad insegnare la pallavolo ad un altra generazione. Grazie all'aiuto di alcune ragazze , oggi sedicenni, che fin dalla loro tenera età hanno continuato a giocare , dicevo, grazie al loro aiuto si sono potuti creare i gruppi e nonostante la precarietà degli impianti disponibili a Regalbuto , si sono avviati i corsi per la corrente stagione." Oggi l'unico impianto sportivo disponibile è quello della piccola palestra Don Milani . Difficile ipotizzare quando sarà riaperta quella della ex Scuola Media - più grande e compatibile per gli allenamenti però dichiarata inagibile. " Non ci siamo però persi d'animo. Avevamo bisogno di una palestra più grande e confacente con il volley . Per tale ragione abbiamo chiesto aiuto al Commissario del Libero consorzio Comunale di Enna , dott. Girolamo Di Fazio , al delegato del Coni di Enna dott. Angelo Sberna e al Dirigente Scolastico prof. Serafino Lo Cascio , i quali si sono sin da subito messi a disposizione per facilitare l'iter amministrativo e , si spera che dal prossimo gennaio possiamo trasferire l'attività alla Citelli , pur sopportando i costi economici più elevati imposti dal Regolamento provinciale di Enna " Sulla prima squadra erano arrivate le dolenti note. " Nel pieno delle loro energie e del loro entusiasmo il Covid ha di fatto smembrato forse la squadra Under più bella e competitiva cresciuta tra le mura di Regalbuto. Il mio grazie particolare - continua Vitale- è al Prof. Antonio Millauro ,non solo per la grande esperienza riconosciuta nel volley , ma soprattutto per tutto il lavoro fatto con ragazze del 2006/2007 che sia in Under 12, che Under 13 e 14 non avevano mai sfigurato. Purtroppo l'età dell'adolescenza è quella più delicata per queste ragazze . Alcune hanno smesso di giocare e dunque non c'erano più i numeri per continuare. Ma. Come spesso capita quando ti ritrovi a dire basta, nasce l'intesa con la rinnovata scuola di Pallavolo di Catenanuova diretta da Linda Proietto. Abbiamo unito le forze ed è nata una nuova squadra ( 2006/2007/2008) che sta cercando di muovere i primi passi verso altri traguardi. Oggi posso dire - conclude Agostino Vitale - di essere soddisfatto perchè quando semini bene anche gli ostacoli si superano con l'aiuto. Non importa se fino a ora la squadra femminile Under 16 - priva a Regalbuto di spazi idonei - è costretta ad allenarsi a Catenanuova e a Agira. Il volley femminile - nato a Regalbuto nel 1984 e dal quale sono passati centinaia di ragazze tesserate , oggi continua ad essere rappresentato da nuove generazioni e dalla sinergia con persone quali Linda Proietto, Antonio Millauro e altri che credono nei valori che il volley infonde. Concludo , non con una nota polemica , ma di speranza. Il Governo Nazionale ha riconosciuto nell'art. 33 della Costituzione l'alto valore e ducativo e sociale dello sport , dopo la famiglia e la scuola. E' un riconoscimento ma anche un monito affinchè si faccia il possibile per agevolare l'apertura delle palestre scolastiche e dei palazzetti , perchè in quei luoghi i nostri ragazzi si educano alle sconfitte, al rispetto degli altri, di tutti direi, alle regole da seguire e soprattutto a giocare in una squadra con la quale si vince e si perde insieme. In palestra non si è mai da soli. Nelle palestre c'è il branco ! Qualsiasi lupo da solo senza il branco sarebbe destinato a fallire ogni tentativo di vincere nello sport. Mi auguro a questo proposito che , dopo tre anni di chiusura pomeridiana alle società sportive perchè per queste è stata dichiarata inagibile - il 2023 possa essere l'anno della riapertura della palestra ex Scuola Media. Sono fiducioso. Senza di essa lo sport a Regalbuto è già in crisi."
Tamponi obbligatori per chi arriva dalla Cina.
(ITALPRESS) – “Ho disposto, con ordinanza, tamponi antigenici Covdi19 obbligatori, e relativo sequenziamento del virus, per tutti i passeggeri provenienti dalla Cina e in transito in Italia. La misura si rende indispensabile per garantire la sorveglianza e l’individuazione di eventuali varianti del virus al fine di tutelare la popolazione italiana. Riferirò più dettagliatamente nel corso del Consiglio dei Ministri convocato oggi”. Lo annuncia il ministro della Salute, Orazio Schillaci.
Quel che resta della Dc . ( articolo tratto da Buttanissima Sicilia).
Riporto un articolo a firma di Calogero Pumilia , apparso sul quotidiano Buttanissima Sicilia , che fa una disamina sulla nuova democrazia cristiana , di cui tanto si parla , specie in Sicilia. L'articolo porta il titolo : " quel che resta della DC è un utile controcanto alle destre " . Noi pur condividendo la quasi totalità dell'articolo, abbiamo preferito invece titolare in maniera diversa e semplificata, essendo d'accordo che quella DC , quella della prima Repubblica per intenderci , appartiene al passato , ma proprio dal passato , a volte doloroso, almeno in Sicilia tenta di assumere il carattere ideal-popolare e organizzativo che - a parer nostro - privato del potere cui la DC godeva , può realizzare un nuovo progetto politico. "
La Democrazia cristiana ha cessato di esistere da quasi trent’anni, lasciando una innumerevole quantità di eredi, alcuni dei quali continuano a litigare per il nome o per poco altro. Molti vecchi democristiani mantengono tuttavia ruoli nelle amministrazioni locali, un democristiano guida ancora uno dei maggiori partiti, altri sono presenti nelle assemblee regionali, nel Parlamento nazionale, in quello europeo e perfino al vertice delle istituzioni. Per un partito che non esiste più da tanto tempo, del quale si è voluta demonizzare la memoria, è un bel risultato, è la prova di una notevole capacità di selezionare classe dirigente, una parte della quale ha sfidato il tempo. Le numerose presentazioni di un mio libro che racconta di quella forza politica nel contestodellastoriisolana e nazionale, mi stanno portando in diversi posti della Sicilia, richiamando l’attenzione di molti di quegli eredi. Ho ritrovato così antiche conoscenze e rivissuto la mia partecipazione alla storia della prima Repubblica. La maggior parte di quelli che incontro, hanno lasciato l’impegno diretto nella vita pubblica, altri si sono ricollocati a destra, qualcuno, pochi per la verità, hanno scelto il Partito democratico. Quasi tutti, anche stimolati dalla mia presenza e dal ricordo di battaglie comuni, ritrovano un forte orgoglio per la storia di quello che fu la casa comune e manifestano per essa un evidente rimpianto. Del resto è normale rimemorare il tempo della giovinezza e quello nel quale si esercitavano ruoli in tutte le realtà locali, si partecipava alle competizioni elettorali, spesso si vincevano, si esercitava potere, si otteneva visibilità. Si era parte anche di una comunità, ci si rapportava con i parlamentari che davano forza alle loro battaglie, li aiutavano a realizzare progetti di sviluppo delle realtà nelle quali operavano e da loro ottenevano vantaggi personali e clientelari. Taluni di questi “eredi” di un lontano patrimonio di valori e di privilegi, insieme al disappunto e forse all’incomprensione delle modalità della fine di un partito, modalità che non sempre risultano a loro chiare e che vengono vissute come un torto della storia, come il compiersi di un nefasto disegno degli avversari, dei comunisti e dei magistrati o dei magistrati comunisti e come una prova di debolezza di coloro che erano alla testa del partito alla fine degli anni ‘80 e nei primi ‘90 e non seppero impedirne il collasso, taluni di loro sognano una rivincita. Non riescono a nascondere il rimpianto, il permanente dolore per un mondo perduto e alcuni nutrono la speranza che quel mondo possa tornare. Nei numerosi incontri che ho fatto, non sono pochi quelli che guardano con curiosità ed interesse alla nuova Democrazia cristiana, al partito di Totò Cuffaro, attratti dal nome, dall’emblema, convinti dalla capacità del suo promotore, dalla sua carica umana e magari spinti da un moto di solidarietà, forse improprio, per la vicenda giudiziaria che egli ha attraversato, improprio perché lo stesso Cuffaro non si è mai dichiarato vittima di una ingiustizia. Forte ed ingenuo risulta il miraggio del ritorno, l’abbaglio di ritrovare, come d’incanto, il tempo nel quale noi democristiani davamo le carte, tenevamo banco, anche perché conoscevamo le regole del gioco, sapevamo utilizzare il potere, eravamo capaci di realizzare un disegno politico Quel mestiere lo avevamo imparato in tanti anni di apprendistato e ci veniva da una storia, da una cultura, da un forte retroterra cattolico, da un assetto del Paese, dell’Europa e del mondo intero. Quel mestiere lo avevamo appreso attraverso decenni di lotte, di sconfitte e di successi, che cominciarono dagli anni immediatamente successivi all’Unità d’Italia e che portarono, nel 1919, alla formazione del Partito popolare di Sturzo e, alla fine della seconda guerra mondiale, della Democrazia cristiana, che prese la guida del nostro e di altri Paesi del continente.Tutto ciò non esiste più ed è oggetto di ricerca storica.
Un albero non può rispuntare senza un humus adeguato, senza un tempo lungo durante il quale le radici si formano e si diramano.
Lo sa quasi certamente anche Totò Cuffaro, che pure ha avuto la determinazione e la caparbietà di mettere mano ad una iniziativa, alla costruzione della Dc o di qualcosa che la richiama, e che tanti altri, in varie parti d’Italia, hanno tentato di fare senza risultati.
Totò ha utilizzato un brand che, pur bombardato da mille polemiche e da tantissime accuse, mantiene una buona attrattiva, ha messo in campo la sua notevole capacità di intrecciare relazioni umane.
Gli è giovata la scelta di non consentire il riciclaggio del vecchio personale, riuscendo così a costruire una forza che nelle elezioni regionali ha ottenuto un consenso vicino a quello della Lega, è presente con i suoi assessori nella giunta di governo e in diverse amministrazioni locali, a cominciare dal capoluogo.
È risorta la Dc?
No!
Oltre Lazzaro, nessuna resurrezione, né di esseri umani, né di vicende storiche, è nota.
Si tratta di un’altra cosa rispetto alla Dc, di una cosa che a quella si richiama e di quella ripropone alcuni dei tratti ormai lontani.
Se tornano nel lessico corrente parole antiche, non possono tornare culture ed esperienze nate e affermatesi in un mondo scomparso.
Non si possono far rivivere il potere, la diffusa presenza nella realtà sociale, la capacità di governare il Paese.
Si può e si deve invece tenere in vita il patrimonio immateriale, la storia di quella esperienza.
Si deve affermare una lettura più corretta e veritiera di quella proposta in questi decenni.
La Dc non torna nel ridotto siciliano, dove rischierebbe di apparire il frutto di un processo clientelare.
Non torna collocata a destra.
La dimensione isolana, una forza pure imprevista e tuttavia esigua, la vicinanza con questa destra conferiscono all’esperimento di Cuffaro un ruolo lontano da quello di un partito che per decenni esercitò una forte egemonia e che, disse De Gasperi, era una realtà di centro che guardava a sinistra.
Quel centro che manca all’assetto politico italiano e verso il quale tendono in molti, ancora con scarsi risultati, non può essere occupato in Sicilia dalla formazione di Cuffaro.
Essa può avere una funzione moderatrice nel rapporto con i suoi alleati.
I vecchi democristiani, coloro che tra il partito di Meloni e quello di Salvini scelgono di stare in essa, anche con il solo riproporre il riferimento alla dottrina sociale, al bene comune, al solidarismo, all’europeismo, portano parole d’ordine positive e concetti lontani da quelli in uso nella destra.
Se pure non potranno oscurare questi concetti, né impedire che ne restino la cifra, un riferimento anche flebile alla eredità morale e politica della Democrazia cristiana, potrebbe essere un utile controcanto
La Democrazia Cristiana Sicilia si prepara ai prossimi congressi che si svolgeranno presumibilmente il prossimo anno, intanto nei territori siciliani si organizzano gli incontri delle delegazioni comunali e tra questi domenica 18 dicembre alle ore 9.30 presso l'Hotel Villa Giulia a Pergusa (EN) si svolgerà un incontro con le delegazioni comunali della Democrazia Cristiana per avviare le attività propedeutiche allo svolgimento dei congressi comunali e della provincia di Enna. Il tema di discussione che caratterizzerà la giornata sarà : il ruolo della Democrazia Cristiana nelle istituzioni locali per la tutela dei valori della famiglia e della solidarietà sociale.
Preliminarmente alla discussione si ricorderà con un breve discorso Alberto Alessi per la sua recente scomparsa. All'incontro parteciperanno, oltre alla Dirigenza Regionale della Democrazia Cristiana, anche l'On Andrea
Messina Ass. Enti Locali della Giunta Schifani e l'On Carmelo Pace Capogruppo DC all'ARS.