Tasso di occupazione in risalita a giugno 2022. Raggiunto il valore record del 60,1% il più alto dal 1977. La disoccupazione è stabile all’8,1% e il tasso di inattività scende al 34,5%. Lo segnala l’Istat sottolineando come, dopo il calo registrato a maggio, il numero di occupati torna ad aumentare per effetto della crescita dei dipendenti permanenti, superando nuovamente i 23 milioni. Rispetto a giugno 2021, il numero di occupati sale dell’1,8% (+400mila) soprattutto a causa dei lavoratori dipendenti che, a giugno 2022, ammontano a 18 milioni 100 mila, il valore più alto dal 1977, primo anno della serie storica.
Nel dettaglio, l’occupazione aumenta (+0,4%, pari a +86mila) per entrambi i sessi, per i dipendenti permanenti e in tutte le classi d’età, con l’eccezione dei 35-49enni tra i quali diminuisce; in calo anche gli autonomi e i dipendenti a termine. Il lieve calo del numero di persone in cerca di lavoro (-0,2%, pari a -4mila unità rispetto a maggio) si osserva tra le donne e tra chi ha più di 25 anni d’età.

“Dal 2014 l’ANCI Sicilia denuncia, in merito al sistema integrato dei rifiuti, uno stato di “calamità istituzionale” per molti versi provocato da cambi continui e repentini di leggi sulla governance con conseguenti sovrapposizioni nella gestione che, in pratica, non è riuscita ad affrontare le esigenze del territorio”. Lo ha detto, Leoluca Orlando, presidente dell’ANCI Sicilia, che ha introdotto l’incontro dal titolo “La gestione dei rifiuti in Sicilia: i termovalorizzatori?” cui hanno partecipato Tommaso Castronovo di Legambiente e Guido Bertolaso.

 “In Sicilia- ha aggiunto Orlando- il sistema di gestione dei rifiuti è fondato sull'oligopolio e su pochi interessi privati. Un sistema che registra un’assoluta inadeguatezza di impiantistica che per anni ha determinato vistosi disservizi, rappresentando un danno per strutture e impianti pubblici ed un aggravio di costi per comuni e cittadini.  L’ ANCI Sicilia è intervenuta in tutte le sedi competenti per denunciare gli effetti di questo sistema fondato su un "ricatto" in base al quale, nel breve periodo, l'unica alternativa al conferimento nelle poche discariche operanti è quella di avere i rifiuti per strada con le evidenti gravi conseguenze anche sul piano sanitario. Il senso di questo incontro è, quindi, fotografare soluzioni adeguate per uscire dall’emergenza con una logica progettuale”. 

 “Oggi – ha continuato Mario Emanuele Alvano, segretario generale dell’Associazione – abbiamo messo a confronto due posizioni diverse con l’obiettivo, seguendo il principio di Luigi Einaudi, di “conoscere per deliberare”. Da decenni ci confrontiamo su un’emergenza che non è solo ambientale ma anche finanziaria, poiché molti comuni dell’Isola si trovano in dissesto o pre dissesto anche per le difficoltà legate alla riscossione della Tari. Seppure consapevoli che negli ultimi anni molti comuni abbiano fatto uno sforzo poderoso nella raccolta differenziata, molti hanno superato la soglia del 65%, resta in sospeso il tema dell’impiantistica legata non solo alla realizzazione dei termovalorizzatori ma anche dei centri di compostaggio e delle centrali di trasferenza. In questi giorni, purtroppo come accade sempre in estate, vediamo proliferare in molte strade cittadine micro discariche che deturpano l’ambiente e che mettono in grave pericolo la salute pubblica. Per questi motivi, oggi abbiamo sentito i pro e i contro su un tema fondamentale cercando di interrogarci e di dare risposte senza pregiudizi”.

 Tommaso Castronovo di Legambiente ha puntualizzato “che l'unico piano possibile è l'economia circolare: ridurre la quantità di immondizia prodotta e potenziare la raccolta differenziata. Obiettivo: dimezzare l’enorme quantità annua di rifiuti indifferenziati, dai quali poi recuperare, attraverso nuove filiere impiantistiche, ulteriore materia. Legambiente è da sempre contraria agli inceneritori ritenendo non sia questa la soluzione per gestire i rifiuti. Occorre, invece, spingere sulla raccolta differenziata, unico modo per chiudere le discariche. Inoltre, i termovalorizzatori sono a tutti gli effetti impianti industriali che immettono nell’atmosfera agenti inquinanti dando un contributo decisivo ai cambiamenti climatici”.

 Guido Bertolaso ha parlato della sua esperienza legata all’inceneritore di Acerra, precisando che “solo nel 2016 sono stati prodotti 630.000 MWh di energia elettrica, sono state evitate circa 115 mila tonnellate di emissioni di CO2 e 230 mila famiglie hanno utilizzato l’energia elettrica prodotta nell’impianto”. 

Bertolaso ha poi concluso parlando della situazione nella provincia autonoma di Bolzano in cui “una raccolta differenziata che sfiora il 100%, una encomiabile gestione dell’umido e una gestione del riciclo all’avanguardia si accompagna alla presenza sul territorio di un termovalorizzatore”.

 

Il Ministero della Cultura, nei giorni scorsi, ha provveduto a ripartire 1,8 miliardi di euro destinati a investimenti per il miglioramento dell’efficienza energetica di cinema, teatri e musei, per l’attrattività dei borghi; per la valorizzazione dei parchi e giardini storici, per l’adeguamento sismico e messa in sicurezza di luoghi di culto, torri e campanili e per il restauro di chiese del patrimonio del Fondo edifici di culto del Ministero dell’Interno. In Sicilia sono 190 milioni circa i progetti ammessi, di questi 15 milioni sono per interventi nell’ennese. Per la linea “attrattività dei borghi” l’unico progetto riguarda Assoro con 1,6 milioni. Nessun progetto ammesso per la linea “parchi e giardini storici” né per la linea “migliorare l’efficienza energetica di cinema, teatri e musei”. Gli altri progetti finanziati sono per la linea “Sicurezza sismica nei luoghi di culto, restauro del patrimonio culturale del Fondo Edifici di Culto e siti di ricovero per le opere d’arte (Recovery Art)” e riguardano i comuni di Agira, Aidone; Barrafranca, Centuripe, Cerami, Enna, Nicosia, Piazza Armerina con ben 4 progetti, Regalbuto, Troina, che ha il finanziamento più rilevante (2, 4 milioni) e infine Valguarnera.

I comuni siciliani potranno accedere agli investimenti della Regione, modulati sul numero degli abitanti, finalizzati alla costituzione delle CER, Comunità Energetiche Rinnovabili. A prevederlo è uno specifico programma della Regione Sicilia che ha stanziato circa 5 milioni di euro per la promozione della sostenibilità energetico-ambientale nei comuni che si impegnano alla costituzione delle Comunità, assumendone il ruolo di promotori. Le comunità in questione si configureranno come enti senza finalità di lucro, costituite al fine di promuovere il processo di decarbonizzazione del sistema economico e territoriale, di agevolare la produzione, la condivisione “virtuale” e il consumo di energia elettrica generata principalmente da fonti rinnovabili, nonché per migliorare l’efficienza energetica attraverso la riduzione dei consumi. Queste le tematiche affrontate  durante l’incontro divulgativo sul bando della Regione relativo alle Comunità di Energie Rinnovabili e Solidali, organizzato dall’ANCI Sicilia e dall’assessorato regionale per l’Energia e i Servizi di pubblica utilità. Le Comunità energetiche rappresentano nuovi modelli di autoconsumo collettivo attraverso cui imprese, comunità locali e cittadini condividono energia elettrica prodotta da impianti alimentati da fonti rinnovabili. Per promuovere la costituzione delle CER, il modello di sviluppo proposto agli Enti locali è quello già adottato, col finanziamento rivolto a tutti i comuni dell’Isola, con la nomina degli Energy manager (EGE) per la redazione dei  Piani di Azione per l’Energia Sostenibile e il Clima (PAESC) e che ha registrato la partecipazione del 96 % di tutti i comuni dell’Isola (ben 375 comuni su 391). 

 “Volendo fare uno specifico riferimento al contesto storico attuale, - ha spiegato Mario Emanuele Alvano, segretario generale dell’ANCI Sicilia, che ha introdotto e moderato l’incontro - la guerra in Ucraina ci ha messo ulteriormente di fronte ai problemi collegati al rincaro dei costi dell’energia. L’Avviso messo a punto dalla Regione non solo favorisce la nascita e la creazione delle CER ma stimola   l’autoconsumo e l’autoproduzione di energia. Le amministrazioni pubbliche hanno un ruolo fondamentale nell’attivazione di queste Comunità con modelli energetici che saranno adeguati  al tipo di territorio, alle esigenze dei cittadini e alle tipologie di fonti di energia alternativa più adatte. Si tratta, quindi, di un percorso partecipativo sul territorio con l’obiettivo di ottenere una riduzione dei costi  e potenziare la capacità degli enti a sfruttare risorse del PNRR”.

Saranno ammesse al finanziamento le proposte che prevedono la costituzione di comunità energetiche rinnovabili e solidali con le caratteristiche indicate nel programma stesso. Tra cui lo stato di povertà energetica di almeno il 10% dei partecipanti alla CER. I termini per presentare la domanda di accesso al contributo a fondo perduto si chiuderanno il prossimo 7 agosto 2022. All’incontro hanno preso parte, tra gli altri, l’Assessore all’Energia, Daniela Baglieri e il dirigente generale del Dipartimento Energia  della Regione Siciliana, Antonio Martini. 

Fratelli d’Italia si conferma primo partito anche questa settimana con il 23,4% dei consensi (+0,2%). Subito sotto c’è il Pd stabile al 23%. E’ quanto emerge da un sondaggio Dire-Tecnè realizzato il 21 e 22 luglio 2022 su un campione di mille persone.

Nel borsino dei partiti, seguono la Lega con il 14,6% (+0,1%), Forza Italia con il 10,6% (+0,3%) mentre il M5s è al 9,4% in calo dello 0,3% rispetto alla scorsa settimana. Seguono Azione di Carlo Calenda con il 4,8% (-0,1%), poi Europa Verde e Si con il 4,2%, Italia viva con il 2,8% e Italexit di Paragone con il 2,5%.

Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it

Roma, 16 lug. (askanews) – “Noi sindaci, chiamati ogni giorno alla difficile gestione e risoluzione dei problemi che affliggono i nostri cittadini, chiediamo a Mario Draghi di andare avanti e spiegare al Parlamento le buoni ragioni che impongono di proseguire l’azione di governo. Allo stesso modo chiediamo con forza a tutte le forze politiche presenti in Parlamento che hanno dato vita alla maggioranza di questo ultimo anno e mezzo di pensare al bene comune e di anteporre l’interesse del Paese ai propri problemi interni”. Così undici sindaci italiani scrivono una lettera aperta in cui sottolineano “ora più che mai” di avere “bisogno di stabilità”. La missiva è firmata da: Luigi Brugnaro, sindaco di Venezia, Marco Bucci, sindaco di Genova, Antonio Decaro, sindaco di Bari e presidente Anci, Michele de Pascale, sindaco di Ravenna e presidente Upi, Giorgio Gori, sindaco di Bergamo, Roberto Gualtieri, sindaco di Roma, Stefano Lo Russo, sindaco di Torino, Dario Nardella, sindaco di Firenze, Maurizio Rasero, sindaco di Asti, Matteo Ricci, sindaco di Pesaro e presidente Ali), Beppe Sala, sindaco di Milano. Gli undici primi cittadini esprimono la loro “incredulità e preoccupazione” per la crisi di governo “generata da comportamenti irresponsabili di una parte della maggioranza”. “Le nostre città, chiamate dopo la pandemia e con la guerra in corso ad uno sforzo inedito per il rilancio economico, la realizzazione delle opere pubbliche indispensabili e la gestione dell’emergenza sociale, non possono permettersi oggi una crisi che significa immobilismo e divisione laddove ora servono azione, credibilità, serietà. Il Presidente Mario Draghi ha rappresentato fino ad ora in modo autorevole il nostro Paese nel consesso internazionale e ancora una volta ha dimostrato dignità e statura, politica e istituzionale. Draghi ha scelto con coraggio e rigore di non accontentarsi della fiducia numerica ottenuta in aula ma di esigere la sincera e leale fiducia politica di tutti i partiti che lo hanno sostenuto dall’inizio”, concludono. 

 

 

Via libera dell’aula del Senato alla fiducia sul decreto Aiuti. Il provvedimento passa con 172 sì e 39 no. I senatori del Movimento 5 Stelle, come annunciato ieri dopo il Consiglio Nazionale, non hanno partecipato al voto.

Il presidente del Consiglio Mario Draghi, mentre a Palazzo Madama si votava il dl Aiuti, ha lasciato Palazzo Chigi e si è recato al Quirinale. Il premier presumibilmente dirà al presidente della Repubblica Sergio Mattarella quali sono ora le prospettive per il suo Governo dopo il voto sulla fiducia al decreto aiuti in Senato senza i senatori pentastellati.

Rifiuti, crisi finanziaria degli enti locali e dignità istituzionale degli amministratori locali: questi i temi
principali affrontati dai sindaci siciliani nel corso di una serie di incontri in videoconferenza che si stanno 
svolgendo in questi giorni.
Dell’emergenza rifiuti si è già parlato nel corso del primo tavolo tecnico composto da una delegazione di 
sindaci che si è confrontata per analizzare la difficile situazione sanitaria e ambientale determinatasi, a causa dell’eccessivo accumulo di rifiuti indifferenziati, in molti comuni dell’Isola.
In queste ultime settimane, infatti, si sono registrati, anche in considerazione del caldo estivo, seri problemi 
igienico-sanitari, micro-discariche nei centri urbani e nelle strade provinciali e statali, problemi alla 
circolazione. 
Dal confronto è emersa la necessità di valutare le proposte relative a superare l’emergenza igienico-sanitaria 
ed ambientale anche attraverso un’azione più decisa su programmazione e realizzazione di nuovi impianti, 
anche in considerazione delle gravi ricadute che questa emergenza ha, oltre che per la tutela dell’ambiente, 
dell’economia e della coesione sociale, sul sistema finanziario dei comuni e sulla gestione del personale 
spesso inadeguato a fronteggiare tali situazioni.
In riferimento alle criticità finanziarie dei Comuni siciliani, poi, nel corso dell’incontro svoltosi ieri pomeriggio, 
è stato ribadito che siamo di fronte a problematiche di carattere strutturale che coinvolgono l’intero sistema 
delle autonomie locali. 
Partendo dall’analisi dei fattori di debolezza del sistema degli enti locali dell’Isola, quali la limitata capacità 
fiscale e le difficoltà del sistema di riscossione, sono stati affrontati i nodi problematici dell’applicazione in 
Sicilia delle norme sul bilancio armonizzato con particolare riferimento ai temi del sistema di accantonamenti
del FCDE ( Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità) e del FGDC (Fondo di Garanzia per i Debiti Commerciali) e le 
ripercussioni sulle capacità assunzionali degli enti. Sono stati, inoltre, evidenziati anche gli ulteriori limiti 
della normativa nazionale per far fronte alle crisi finanziarie (dissesto e predissesto) e l’impossibilità per la 
stragrande maggioranza degli enti dell’Isola di superare la condizione di sofferenza finanziaria con le sole 
risorse proprie. È stata poi sottolineata la necessità di ripartire e sviluppare il percorso che ha portato nel 
2021 all’assegnazione di 150 milioni (art.16-commi da 8 bis a 8 – sexies, del Collegato fiscale) come 
riconoscimento dello stato di crisi strutturale dei Comuni siciliani. 

COMUNICATO STAMPA - Responsabilità editoriale ANCI Sicilia

In scena il nuovo spettacolo di Eduardo Saitta dal titolo "Il Piacere è tutto mio" che approda anche a Regalbuto il prossimo 29 luglio al Chiostro degli Agostiniani. .
L'artista reduce dai successi televisivi di Insieme su Antenna Sicilia, racconta con il suo tipico accento catanese, la vita del siciliano medio, che arrampicandosi sugli specchi  sbarca il lunario.
La riapertura delle sale teatrali a pieno regime segna un momento storico importante, la cosiddetta "ripartenza" e Eduardo Saitta ne "Il piacere è tutto mio" racconta alla sua maniera come il siciliano ha vissuto questi ultimi due anni. 
Uno spettacolo che gira ai massimi livelli della comicità che, passando anche per qualche immagine raccolta in giro per la nostra bella isola, coinvolgerà il pubblico ininterrottamente per 90 minuti.  

Si discute se il "liberi tutti" sia stato un errore e soprattutto se era necessario mantenere obbligatorie le mascherine nei luoghi di lavoro. Di fronte alla voglia di tutti noi di godere finalmente di una estate senza vincoli , purtroppo le notizie sul lento ma progressivo aumento dei casi di covid sta mettendo in allarme gli scienziati e quanti temono in un ritorno delle restrizioni. Ad intervenire su Askanews è il prof. Silvio Garattini presidente e fondatore dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri. “Non conosciamo ancora questo virus. La variante è cambiata, l’infettività è alta nonostante sia arrivato il grande caldo, spiazzandoci. E questa incapacità di prevedere la pandemia porta a due previsioni: vaccinare il mondo, perché solo così si evita la proliferazione di varianti, e tornare a usare le regole di prevenzione che la gente non usa più. I gel disinfettanti sono ovunque, le mascherine invece non si vedono più. Così si torna a grandi, pericolosi, numeri”. “Avremmo dovuto mantenere le Ffp2 obbligatorie nei luoghi di lavoro – ha aggiunto Garattini – ed evitare queste grandi riunioni di migliaia di persone. Concerti, partite, eventi: così il virus va a nozze, circola rapidamente e muta moltiplicandosi. Sono stati commessi errori enormi: il rompete le righe in modo prematuro non è stato utile, ma dannoso”.