Confermata la sede del Giudice di Pace di Regalbuto
Le sedi dei giudici di pace che saranno mantenute, a seguito della firma del decreto del ministro della Giustizia Andrea Orlando, in Sicilia: Mussomeli, Riesi, Agira, Barrafranca, Centuripe, Leonforte, Piazza Armerina, Regalbuto, Troina, Mazzarino, Niscemi, Militello in val di Catania, Ramacca, Acireale, Adrano, Belpasso, Biancavilla, Bronte, Giarre, Mascalucia, Paternò, Randazzo, Chiaramonte Gulfi, Vittoria, Avola, Floridia, Lentini, Noto, Palazzolo Acreide, Sortino, Milazzo, Novara di Sicilia, Francavilla di Sicilia, Rometta, Santa Teresa di Riva, Naso, Sant’Agata di Militello, Sant’Angelo di Brolo, Tortorici, Licata, Castelvetrano, Carini, Partinico, Bivona, Menfi, Partanna, Ribera, Bagheria, Cefalù, Corleone, Gangi, Lercara Friddi, Alcamo.
Sono state dunque accolte quasi integralmente le istanze formulate dagli enti locali che si impegnano a mantenere a loro cura e spese gli uffici giudiziari di prossimità nei loro territori.
LA RIUNIONE DEI SINDACI A PORTE CHIUSE. ( VIVIENNA)
Enna. La riunione della nuova società rifiuti, che avrebbe dovuto riunirsi ieri mattina, presso la sala riunioni della Provincia regionale, sotto la presidenza del dottor Salvatore Caccamo, è saltata perché nella convocazione dei sindaci, non è sta fatta per tempo, solo che il presidente del Consiglio di Amministrazione ha convocato lo stesso l’assemblea. I sindaci si sono riuniti a porte chiuse dentro la sala riunione per quasi due ore ma alla fine non è stato fatto niente. Il Commissario della provincia regionale, Caccamo, per il dopo “conclave” aveva annunciato che avrebbe fatto sapere ai rappresentanti della stampa presenti in quella circostanza che avrebbe dato “notizie”. Il sindaco di Regalbuto, dopo avere lui solo come Sindaco esternato il non gradimento della stampa a seguire i lavori (forse perché nell’ultima riunione dei Sindaci dell’ATO aveva dichiarato davanti a tutti che si sarebbe dimesso dalla carica per cui è stato eletto nella Srr, e da noi riportato), si è esibito dicendo che la stampa non ha capito niente di che cosa significa Ato e cosa è Srr, Tia e Tarsu e noi aspettiamo che ce lo chiarisca, sperando però non attraverso il suo blog. Il fatto che non si può disconoscere è che dalla costituzione della nuova società rifiuti e la noma del consiglio di amministrazione non si è fatto proprio niente. La situazione dei rifiuti in provincia di Enna continua ad essere provvisoria ed improvvisata e rischia di esplodere sul piano economico e sul piano anche della raccolta dei rifiuti.
Dopo avere ricevuto la croce di cavaliere della Repubblica dalle mani del Presidente, Giorgio Napolitano, Franca Viola – colei che disse no al picciotto di mafia che l’aveva rapita per sposarla – ha detto di volere dedicare quel riconoscimento al padre, che era stato sempre dalla sua parte, e al marito, che l’avrebbe poi portata all’altare. Una dedica a due uomini nella giornata della donna. E’ trascorso più di mezzo secolo, Franca Viola è rimasta una grande siciliana.
Ma non fu certo l’unica a subire le angherie del suo tempo, come donna. Qualche anno dopo una ragazza diciottenne di Gela che chiameremo Concetta con un nome di fantasia – ha diritto all’oblio – fu sequestrata dal fidanzato con l’aiuto dei familiari di lei, come nel film “Sedotta e abbandonata” di Pietro Germi. Non voleva sentirne dello spasimante e la sua riluttanza, tenace, rischiava di mandare all’aria il contratto di matrimonio stipulato fra le due famiglie. A mali estremi, estremi rimedi. I genitori della fanciulla, con l’accordo dei parenti dello spasimante, decisero di mettere sul fatto compiuto la sposa riluttante. Come? Un sequestro di persona, organizzato in pieno centro, come nel copione del film di Germi.
L’episodio non destò alcuna sorpresa a Gela, perché negli anni Sessanta le fuitine erano all’ordine del giorno. Nessuno credette in un sequestro ma all’ennesima “scappatina” di due ragazzi che hanno deciso di “consumare” per affrettare le nozze oppure per “saltare” le spese della costosa festa di nozze. Questa consuetudine, peraltro, poteva contare su esperti “mediatori”, procuratori di matrimoni. Un’attività fiorente, redditizia e rispettata.
Il fatto è che stavolta arrivò all’orecchio del pretore di Gela, Mario Fantacchiotti, una informazione curiosa, attraverso i carabinieri, che cioè Concetta non era affatto d’accordo e che non si trattava della solita “scappatina” organizzzata con la benedizione dei familiari, ma di un sequestro di persone bello e buono.
TIA. Ato EnnaEuno manda in dissesto i Comuni di Enna, Nicosia, Barrafranca e Valguarnera?
Primo giorno di Quaresima amaro per 4 Comuni che hanno ottenuto l’annullamento della Tia 2007, ma che tra oggi e domani si vedranno recapitare le relative fatture a carico delle casse municipali. A ricevere la fattura quale “titolare” del debito sono i Comuni di Enna, Nicosia e Barrafranca a carico dei quali l’Ato EnnaEuno ha emesso le fatture per il servizio di igiene ambientale del 2006 e del 2007, mentre al Comune di Valguarnera per il momento verrà chiesto solo il saldo relativo al 2006. Si tratta dei Comuni i cui sindaci hanno chiesto e ottenuto l’annullamento della Tia perché la tariffa non era stata deliberata nelle forme di legge. Si tratta di cifre tali da mandare in dissesto le casse dei 4 Comuni, se si considera che per Nicosia si tratta di circa 2 milioni di euro, che comunque devono essere pagati perché il servizio è stato prestato. “Si tratta di un atto dovuto al quale – ha spiegato il commissario liquidatore Giovanni Interlicchia – non potevamo sottrarci, essendo l’Ato in liquidazione e dovendo pertanto, nella veste di liquidatori, certificare le entrate e garantirle con crediti esigibili che come tali devono identificare il soggetto che deve le somme”. In questo caso sono i Comuni che hanno chiesto e ottenuto l’annullamento della Tia, il che vuol dire che se altri Comuni lo chiederanno, riceveranno le fatture per i relativi importi. Il servizio risulta prestato nei Comuni e quindi sono questi gli Enti, tra l’altro già obbligati a versamenti ed anticipazioni, che devono coprire il costo in veste di soci dell’Ato. Le fatture intimeranno un termine per il pagamento, si presume entro il 30 aprile, data dopo la quale gli Ato dovrebbero essere definitivamente sciolti.
8 Marzo. La festa della Donna. Un libro da regalare per ricordare il coraggio delle donne.
" Niente ci fu' " Il libro di Beatrice Monroy,edizione Meridiana, racconta la vicenda di una 17enne che, nel dicembre del '65, viene rapita e tenuta segregata per una settimana da un mafiosetto locale. Una "fuitina" forzata con tanto di violenza sessuale. A liberarla, il padre che finge di acconsentire allo sposalizio dei due. Ma la ragazza, con coraggio, rifiuterà di sposarlo infrangendo una convenzione sociale. Appena diciassettenne, Franca Viola, dopo avere rifiutato le avances di un innamorato, viene rapita mentre si trova nella sua casa di Alcamo. Filippo Melodia, rampollo della famiglia mafiosa dei Rimi, la tiene segregata e la violenta per una settimana intera. L’epilogo sarebbe stato il matrimonio riparatore, previsto dalla legge italiana come ‘ristoro’ in caso di violenza sessuale. Il padre di Franca invece finge di accettare un accordo per liberare la figlia, avvisa i carabinieri e fa arrestare Melodia.A quel tempo il cosidetto "codice Rocco" non puniva il rapimento e lo stupro se fosse seguito il matrimonio "riparatore". Franca Viola non volle in alcun modo acconsentire alle nozze previste , creando un precedente seguito da molte donne. E’ così che diventa un’icona del movimento femminista italiano. La legge che tutelava l’autore della violenza, pur avendo innescato un rovente dibattito politico e indignato l’opinione pubblica, sarà modificata solo nel 1981, con la cancellazione del matrimonio riparatore in caso di violenza sessuale .“’Niente ci fu’ è un modo di dire delle madri siciliane: quando i figli si fanno male si fa ricorso a questa espressione per minimizzare – spiega Beatrice Monroy. In generale, se si tratta di qualcosa di serio, è l’autocensura che caratterizza una certa cultura femminile siciliana del non-detto”. Dopo il can can mediatico sviluppatosi attorno alla vicenda, Franca Viola è uscita di scena, avvolta nel silenzio. “Dove sono finite le sue parole? – chiede l’autrice – Ho cercato di dare voce a lei e a tante altre donne vittime di violenza, diventate ormai testimoni mute . La violenza sulle donne assume connotati specifici perché condizionata dalla presenza della mafia, il cui primo comandamento è l’omertà”. Perchè, conclude Monroy, “non è una circostanza fortuita quella che vede fra i protagonisti della vicenda uomini di famiglie mafiose. Come andarono veramente le cose? Non è un caso che su questo sia calata una cortina di silenzio”.
Ai nostri lettori offriamo una piccola panoramica di ciò che si sta profilando a proposito del testo della nuova legge elettorale. Speriamo solo che si fermino per evitarci guai peggiori.
Pertici: "Mezzo Italicum è peggio di uno intero"
Pasquino: "Una riforma da buttare"
Ainis: "Italicum incostituzionale e folle"
In un mercoledì ancora assonnato , dopo i fasti del Carnevale, la denuncia del dott. Paolo Terranova , titolare dell’omonima Farmacia a Regalbuto, ha scosso l’opinione pubblica non solo di Regalbuto. La notizia apparsa,sulla cronaca di Enna di un noto quotidiano di oggi ha fatto presto il giro del paese. Il dott.Terranova ha deciso di indossare un camice di colore nero per richiamare l’opinione pubblica e gli organi competenti sul grave episodio che è avvenuto nei giorni scorsi a Regalbuto. “ In un gruppo creato su face book – spiega il dott.Terranova- è nata una discussione sulla vendita, così come avviene anche in tutto il territorio Italiano, nella mia farmacia di farmaci di importazione. Molti sono stati i commenti che hanno alimentato dubbi,perplessità e scarsa informazione sull’uso ed efficacia di tali prodotti. In particolare – continua – un utente ha definito pericolosi , di dubbia efficacia ed acquistati in un mercato parallelo ad un prezzo molto più basso,alludendo alla possibilità che io possa mettere a repentaglio la salute dei miei concittadini.Ancora più grave – denuncia il dott. Terranova – è che questo clima sia stato generato e alimentato da un collega. Da questa situazione scaturisce il proposito di protestare. I prodotti di importazione – sottolinea Terranova- sono regolarmente acquistati da noi farmacisti titolari presso depositi ed ingrossi farmaceutici italiani che vendono anche farmaci prodotti in Italia. Tali prodotti non sono acquistati su internet o in un mercato “parallelo” come si vuole alludere.Questi farmaci vengono rivenduti al cliente ad un prezzo stabilito , prezzo che è inferiore rispetto a quello Italiano pur avendo la stessa efficacia e sicurezza in quanto controllati sia dal pese europeo che li produce sia dall’Italia,dove prima della commercializzazione devono ottenere l’autorizzazione del Ministero della Salute.
passo avanti nella riforma delle province siciliane.Catania , Palermo e Messina citta' metropolitane.
Passo in avanti fondamentale nella Riforma delle Province. L'Assemblea regionale siciliana ha approvato l'articolo 7 del ddl che sostituisce le vecchie province con i liberi consorzi, dando così il via libera alle città metropolitane, uno dei nodi cruciali e più controversi della riforma. "Quel che è chiaro - ha sottolineato il presidente dell'Ars Giovanni Ardizzone - è che oggi sono state istituite le città metropolitane"Quello delle città metropolitane era un nodo cruciale. Dopo lo stop subito due settimane fa, con l’approvazione di un emendamento che quasi cancellava le città metropolitane di Palermo, Catania e Messina, la maggioranza e il governo Crocetta cercano un accordo con i grillini per evitare di andare sotto in aula una seconda volta. Una nuova bocciatura delle città metropolitane azzopperebbe definitivamente la riforma. In mattinata il capogruppo dei democratici Baldo Gucciardi ha incontrato una delegazione del Movimento a 5 stelle guidata da Francesco Cappello e Giancarlo Cancelleri.
Il neo cittadino di Enna Andrea Camilleri accetta di guidare la lista "Un'altra Europa con Tsipras" - Vivienna -
“Abbiamo vissuto con grande gioia e partecipazione la decisione del Consiglio comunale di Enna di conferire all’illustre scrittore Andrea Camilleri la cittadinanza onoraria. Con altrettanto entusiasmo comunichiamo che il nostro neo-concittadino guiderà – assieme a Barbara Spinelli, Moni Ovadia e Adriano Prosperi – la lista “Un’Altra Europa con Tsipras” alle elezioni europee di maggio. A dichiaralo Carmelo Albanese, Sigfrido Fadda e Renzo Pintus del Comitato ennese di sostegno alla lista “Un’Altra Europa con Tsipras”, che continuano: “Siamo convinti che “L’altra Europa con Tsipras” costituisca alle prossime elezioni europee uno straordinario elemento di novità: una lista della società civile, autonoma dai partiti, capace di dar vita, raccogliere, rilanciare le lotte civili e sociali, di opinione e di piazza, che nel corso del ventennio berlusconiano, e di compromessi di potere tutt’altro che estinti, hanno tenuto alta la bandiera dei principi di giustizia e libertà della nostra Costituzione repubblicana, indicandola come la “via maestra” da realizzare, anziché una carta obsoleta da calpestare.
Proprio perché la lista dei candidati è la “carta d’identità” di questa iniziativa politica, siamo felici di essere candidati di L’altra Europa con Tsipras, per sottolineare il nostro impegno pieno e convinto”.
Poi gli esponenti ennesi si rivolgono in primo luogo ai cittadini delusi dalla politica e tentati dall’astensione: “Ma siamo persuasi che tanti militanti ed elettori del Pd e del M5S troveranno uno strumento più coerente con le aspirazioni che li hanno fin qui spinti ad appoggiare, magari criticamente, i rispettivi partiti e movimenti, tanto più che la nostra lista è la sola ad avere sul tema europeo una posizione inequivoca: no all’Europa delle oligarchie finanziarie e delle Grandi Intese fra Socialisti e Popolari, sì a un Parlamento costituente e all’Europa dei cittadini e della lotta contro i privilegi. Dunque più Europa, non meno. E un’Altra Europa, radicalmente” Poi in nome e per conto di Andrea Camilleri, Barbara Spinelli, Moni Ovaia e Adriano Prosperi comunicano:
Tratto da http://www.holdenmagazine.it/2014/02/23/larma-della-curiosita/
Quando nel 1974 arrivò a casa mia una telefonata dalla Scuola Media B.Giuliano di Susa ( To) dall’altra parte del telefono continuavano a chiamarmi “professore” chiedendomi se volevo accettare la nomina a tempo indeterminato. Quando entrai in classe il primo giorno di insegnamento la prima cosa che mi passò per la mente è stata ” ora che gli dico ? “. Io appena diplomato all’Archimede di Catania con uno stentato 36/60, con un curriculum scolastico da far paura,ero diventato insegnate. Ripensai al tempo in cui ero alunno alle scuole elementari,poi alla media e alle superiori.Ripensai agli insegnati che avevo conosciuto,ai loro metodi,alle loro discriminazioni sociali. Ricordo che dovetti scappare da Piazza Armerina sol perchè avevo conosciuto una ragazza che scoprii in seguito fosse la figlia della mia professoressa di Italiano.La risposta che mi diedi fu qquella di cercare di riuscire di “far innamorare l’alunno”.Si perchè il segreto della Scuola è questo rapporto alunno-insegnante-genitore.Quando ritornai a Regalbuto ritrovai una scuola “diversa” rispetto a quella di Susa.Con gli alunni oltre a spiegare la materia, amavo dedicare qualche minuto per parlare con loro dei fatti di ogni giorno.Leggevo con loro il giornale e commentavo ciò che violento e di positivo avveniva nella nostra città. A quei ragazzi della scuola media continuavo a ripetere che loro sarebbero stati i futuri cittadini d’europa,significando che non dovevano fossilizzarsi dietro la frase fatta de”io amo il mio paese”.Ai meno bravi dicevo che era necessario studiare perchè dal “sapere” e dalla “conoscenza” dipendeva la vera libertà interiore.Smisi quando qualcuno mi disse che non era compito mio,insegnate di educazione tecnica,parlare di queste cose e quando un alunno durante una delle mie “prediche” mi disse : ” professore ha finito?”. Smisi quando mi accorsi che insegnare nella scuola di Carcaci era difficile tra alunni che non avrebbero voluto studiare. Allora mi licenziai da Insegnante per passare invece come impiegato all’INPS. Non volevo far male ai ragazzi.Non sono un eroe.Smisi perchè non ho voluto che si ripetesse ciò che a me era capitato quando ero scolaro e poi studente.