Abbiamo scelto questa foto per ricordare l'evento neve nel giorno della Befana 2017. Anche la nostra città si è imbiancata ed è subito festa perchè non è usuale per noi vedere i tetti delle case e le campagna ammantati di neve. L'evento  ha scatenato  fotoamatori e non  che vorranno conservare un ricordo e anche....qualche selfie come quello che vedete. 

Con Polisportiva Amèselon Regalbuto, grazie al progetto “Coni Ragazzi”, i giovani dai 5 ai 13 anni potranno praticare gratuitamente lo sport della pallavolo e per i più piccoli l'attività motoria di base. La dirigenza del sodalizio regalbutese fa sapere che le iscrizioni sono aperte fino al 17 gennaio prossimo e i moduli si potranno ritirare presso il municipio di Regalbuto e il bar Vittorio Veneto,oppure rivolgendosi ad uno dei responsabili di Amèselon .Nella stagione scorsa (2015-2016) in Italia si sono iscritti al progetto oltre 18.000 bambini che hanno praticato più di 50 diversi sport. “Coni Ragazzi” è un progetto sociale, sportivo ed educativo, promosso da Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministero della Salute e CONI. Un programma ideato perché lo sport diventi un diritto di tutti e alleni i ragazzi a crescere più sani e felici."  Coni Ragazzi- ci dice il presidente Dario Bonina - ha l’obiettivo di incoraggiare bambini e ragazzi a svolgere attività fisica, facilitando il loro processo di crescita e aiutandoli ad acquistare consapevolezza delle proprie potenzialità. Il progetto si propone anche di offrire supporto alle famiglie che non possono sostenere i costi dell’attività sportiva extrascolastica, promuovendo stili di vita corretti e salutari, insieme ai valori educativi dello sport come lo spirito di gruppo e l’integrazione sociale. Il servizio di attività sportiva offerto da “Coni Ragazzi” consiste di 2 ore a settimana per la durata di 19 settimane (escluse le festività) come da calendario scolastico regionale, un programma di attività diversificato per fasce d’età e copertura assicurativa per infortuni a tutti i partecipanti. Verrà predisposta una graduatoria sulla base del reddito ISEE; nel caso in cui il reddito non sia attestato tramite dichiarazione ISEE, le famiglie potranno presentare una dichiarazione sostitutiva rilasciata dall’amministrazione locale competente. Per i bambini/ragazzi segnalati dai servizi degli Enti locali o provenienti dalle zone terremotate e segnalati al Comitato Regionale CONI, non viene richiesto il certificato ISEE. I bambini/ragazzi selezionati potranno essere inseriti nelle attività e nei corsi già previsti dalle associazioni sportive coinvolte, in base alla propria fascia d’età."

 

E' notorio che il nostro blog ha da sempre espresso il dissenso a "privatizzare" gli impianti sportivi di proprietà del comune di Regalbuto. Abbiamo motivato questo dissenso  ritenendo che gli impianti della Cittadella dello Sport , secondo il nostro modesto parere , sono una risorsa soprattutto in termini sociali alla luce del fatto che la richiesta di sport che proviene dalla famiglie è piuttosto alta nel nostro territorio. Dare ai privati un impianto può significare un aggravio dei costi alle società sportive che vorrebbero utilizzarlo per i propri scopi che si riflette sul rincaro delle spese per le famiglie , dato che come si sa le società sportive non ricevono più contributi. Questi contributi fino ad ora si era detto provengono dall'Ente Comune nell'utilizzo gratuito dei propri impianti . A Regalbuto il fatto che siano stati cancellati i due campi di calcio, unici impianti all'aperto dopo quelli inutilizzati della cittadella dello sport, che rappresentavano lo sfogo naturale e gratuito per le decine di ragazzi che li utilizzavano , ha fatto si che la richiesta di impianti al coperto  abbia  subito un'impennata che ha avuto come conseguenza il super affollamento nell'uso dell'impianto fino a tarda sera , con un aggravio dei costi energetici.  Non è di colpe che vogliamo parlare ma è realistico pensare che i costi derivati dalla richiesta di uso dell'impianto da parte di altre società sportive peseranno , alla luce del fatto che la società sportiva che gestisce l'impianto dovrà far fronte al pagamento del gas,acqua e luce e della manutenzione ordinaria oltre a quelli per la pulizia. E dunque è legittimo chiedere un corrispettivo adeguato. Del resto non aver inserito nel regolamento comunale un "costo sociale" oltre il quale non si può richiedere dal concessionario fa si che le cosiddette tariffe sono da considerarsi libere.  Ma vabbè è andata così , sono scelte operate dall'amministrazione comunale  , rispettabili , e per tre anni , fino a tutto il 2019, chiunque andrà a governare il paese dovrà  affrontare la realtà dei  fatti.  Ma si può ovviare a questa situazione. ?  Del resto dato il grande silenzio e le mancate posizioni da parte dei partiti , movimenti e opinionisti ci fa pensare che siamo gli unici don Chisciotte dell'argomento . Ma almeno abbiamo il coraggio di dire ciò che pensiamo.La soluzione secondo noi passa solamente dal fatto che bisognerà per forza mettere mano ad un riordino nell'uso delle palestre scolastiche e degli impianti all'aperto  e non solo nelle palestre ma anche in quei luoghi adibiti a palestre e mai considerati. La domanda è : quale tipo di sport o attività sportiva si potrà effettuare in questo o in quell'impianto sportivo e non e nella cittadella dello sport ? Bella domanda.

A partire dal 2017 e fino a tutto dicembre 2019 il palazzetto dello sport di Regalbuto è stato affidato alla associazione sportiva dilettantistica Futsal Regalbuto per un ammontare annuo di 2000,00 euro. E' quanto si legge nella determina amministrativa del comune di Regalbuto n° 273 del 23 dicembre scorso , con la quale viene approvato il verbale di gara per la concessione dell'impianto sportivo in contrada Piano Arena. Il sodalizio regalbutese la cui squadra attualmente milita nel campionato nazionale di serie B , è stata l'unica società sportiva a presentare un aumento di euro 200,00 sulla base d'asta fissata dall 'amministrazione comunale in euro 1800.00 annui. La determinazione è stata pubblicata all'albo pretorio dell'Ente il 31/12/2016 per 15 giorni consecutivi. La concessione del palazzetto prevede che la società sportiva aggiudicataria eseguirà nel più breve tempo possibile tutte le volture necessarie ( gas,luce e acqua) per la gestione dell'impianto  e curerà la manutenzione ordinaria. C'è naturale soddisfazione da parte della dirigenza della società sportiva Futsal Regalbuto , la quale potrà disporre dell'impianto per i propri tesserati e per le squadre che militano nei diversi campionati giovanili di calcio a cinque e nella serie B nazionale. Non sono comunque mancate le forme di dissenso per la linea intrapresa dall'amministrazione comunale di dare in concessione i propri impianti sportivi a base d'asta.

Attraverso l’accordo politico raggiunto tra amministrazione e sindacati rappresentativi, anche l’Italia recepisce la direttiva dell’Unione Europea n. 70/99 sulla equiparazione del servizio pre-ruolo a quello svolto da chi ha sottoscritto il contratto a tempo indeterminato. Ciò varrà anche per chi ha svolto servizio sui posti di sostegno, ai fini del vincolo quinquennale. L’intesa ora dovrà tradursi in un contratto articolato da sottoscrivere entro il mese di gennaio, con effetti pratici ai fini della mobilità dei docenti 1°settembre 2017. Approvate anche importanti novità sulle percentuali dei posti vacanti da assegnare al personale precario. L’intesa, tuttavia, non tiene conto dei docenti che svolgono servizio negli istituti paritari, continuando a considerarli dei lavoratori di serie B.

Marcello Pacifico (Anief-Cisal): è una mancanza particolarmente grave. Noi avevamo lanciato i primi ricorsi sull’equiparazione delle supplenze svolte negli istituti paritari già nel 2010, denunciando la violazione del principio di non discriminazione. Per tutti questi docenti, quindi, toccherà ancora una volta rivolgersi al giudice per vedersi considerare un loro pieno diritto: noi staremo, ancora una volta, al loro fianco.

Con 18 anni di ritardo, l’Italia recepisce la direttiva dell’Unione Europea n. 70/99: in base all’intesa politica raggiunta nei giorni scorsi tra amministrazione e sindacati maggiori, il nuovo contratto sulla mobilità dei docenti non prevede più differenze di calcolo tra servizio a tempo determinato e indeterminato. In pratica, il servizio pre-ruolo, finora considerato con un punteggio dimezzato rispetto a quello di ruolo, avrà la stessa valenza di quello svolto di chi è stato già immesso nei ruoli della scuola pubblica. Con l'intesa firmata, Ministero dell’Istruzione e organizzazioni sindacali rappresentative decidono quindi finalmente di adeguarsi all’UE e si dicono d'accordo a valutare per intero quel servizio, anche per chi ha svolto servizio sui posti di sostegno (ai fini del vincolo quinquennale).‎

L’intesa, che ora dovrà tradursi in un contratto articolato da sottoscrivere entro il mese di gennaio, con effetti pratici ai fini della mobilità dei docenti 1° settembre 2017, rappresenta un punto di arrivo importante. Ma non esauriente. Perché l’accordo non ha recepito ancora la valorizzazione del servizio svolto nelle scuole paritarie: il Dicastero di Viale Trastevere, infatti, si ostina a tenere la testa nella sabbia, considerando i docenti che svolgono servizio in questi istituti come se fossero dei lavoratori di serie B.

E questo nonostante i successi ottenuti dai legali Anief nei tribunali del lavoro su questo versante di precariato scolastico: per i giudici del lavoro, infatti, l’art 2 del Dl 255/ 2001 convertito in legge 333/01 ha previsto che “i servizi di insegnamento prestati dal 10 settembre 2000 nelle scuole paritarie di cui alla legge 10 marzo 2000 n 62 sono valutati nella stessa misura prevista per il servizio prestato nelle scuole statali” ribadendo come “tali disposizioni evidenziano come la parità di trattamento fra scuole paritarie e scuole pubbliche valga non solo per gli studenti, ma anche per i docenti, essendo entrambi attori sostanziali di un unico sistema che contribuisce all’erogazione del servizio pubblico dell’istruzione”.

“Secondo la nostra organizzazione autonoma, che con il nuovo anno si candida ufficialmente alla rappresentatività sindacale in vista del rinnovo Rsu del 2018, la mancata equiparazione, ai fini della mobilità, del servizio svolto nelle scuole paritarie, è una mancanza particolarmente grave”, spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal. “Noi, dal conto nostro – prosegue Pacifico - avevamo lanciato i primi ricorsi in tempi non sospetti: già nel 2010, quando ha denunciato la violazione del principio di non discriminazione sotteso ai contratti di tutti i supplenti della scuola italiana. Per tutti questi docenti, quindi, toccherà ancora una volta rivolgersi al giudice per vedersi considerare un loro pieno diritto: noi staremo, ancora una volta, al loro fianco. Chi vuole presentare ricorso fa ancora in tempo”.

L’accordo tra amministrazione e sindacati, infine, porterà nuove regole anche per la distribuzione dei posti da assegnare annualmente al personale docente: sale al 60 per cento la percentuale riservata alle assunzioni. Mentre il prossimo adeguamento parziale dell'organico di fatto a quello di diritto permetterà ai neo-assunti su ambito territoriale anche la possibilità di presentare domanda per il restante 30 per cento dei posti. Il 10 per cento rimarrà ad appannaggio dei passaggi di ruolo, per i quali una recente sentenza della Cassazione ha ripensato la materia riconoscendo illegittimo il meccanismo della temporizzazione.

Se c’è un argomento (oltre a quello più annoso e vessato dei rifiuti) che rappresenta plasticamente la qualità della classe dirigente e politica del nostro territorio, questo è certamente la gestione della vitale risorsa idrica. Ora, se è vero che in realtà il problema della scelta tra i mezzi di copertura finanziaria del servizio idrico integrato va inquadrato in altri ambiti, che vanno dalle scelte etiche della politica all’efficienza e trasparenza degli operatori del servizio, è altrettanto vero che in una realtà che opera secondo regole certe e trasparenti e in un sistema di controlli efficace, l’introduzione di un qualsiasi strumento di pagamento per il servizio idrico integrato risulterebbe indifferente se si rispettassero i principi di solidarietà, equità e se si considerasse l’accesso all’acqua un diritto per tutti.

In tale contesto, non ci siamo mai fatti trascinare dalle sirene del libero mercato né da quelle, più recenti, che hanno animato i demagogici, quanto falsati, referendum sull’acqua pubblica. Ma abbiamo sempre puntato il dito sul sistema dei controlli. Un buon sistema di controllo e vigilanza sulle modalità di gestione del servizio, scongiurerebbe quelle derive monopolistiche che, tradizionalmente, fanno male sia ai processi economici ed aziendali dell’ente gestore che agli utenti finali del servizio.

E’ proprio un caso da manuale quello che si sta verificando nell’ambito territoriale della provincia di Enna, in cui il monopolista privato “AcquaEnna” continua, inopinatamente, a riscuotere in fattura dagli utenti le cosiddette “partite pregresse” pur in presenza di ben cinque sentenze dei Giudici di Pace di Enna che le hanno dichiarate illegittime sotto diversi profili.

Orbene, in disparte il grave comportamento di “AcquaEnna” che continua a pretendere tali voci di costo (udite, udite!!) anche da coloro che hanno trovato conforto nella giustizia, balza in tutta evidenza il (non) ruolo dei Sindaci nell’esercizio associato delle funzioni di controllo e vigilanza attribuite ieri all’ATO Idrico e oggi all’Assemblea Territoriale Idrica (ATI). Tutti i Sindaci della provincia di Enna (ad eccezione del Sindaco di Barrafranca che continua illegittimamente a restare fuori dall’ambito territoriale ottimale) continuano ad abilitare l’ente gestore del servizio idrico al recupero di somme da tutti gli utenti per colmare il gap economico generato da un errata valutazione del costo del servizio contenuta nell’originaria stesura del piano d’ambito. La domanda sorge però spontanea, tranne ai Sindaci della nostra terra: ammesso che sia vero il gap del costo del servizio tra quanto preventivato e quanto realmente speso (che ammonterebbe a circa 22 milioni di euro), perché dovrebbero essere gli utenti a pagare un errore che ha commesso l’ATO Idrico? E’ forse questa la vera ragione che spinge i Sindaci a tifare per l’Ente gestore “AcquaEnna” e non per i propri cittadini?

“L’annuale bufala del Sole24ore, spacciata per classifica degli atenei italiani, si conferma essere lo strumento di un disegno politico volto a desertificare il Sud e le Isole, facendo credere ai giovani meridionali che le università delle loro regioni siano le più scadenti del Paese. È ora che su queste classifiche ingannevoli intervenga l’Antitrust perché qui si tratta di una vera e propria turbativa del mercato.Per quanto riguarda la Kore di Enna, siamo lieti di essere all’ultimo posto nel giudizio di Confindustria perché vuol dire che formiamo menti critiche.Allo stesso tempo siamo orgogliosi di essere al primo posto in Italia secondo la valutazione degli studenti. Questo primato, l’unico che davvero riguarda la qualità degli atenei, nessuno ce lo può togliere”.

Cataldo Salerno

Presidente Università Kore di Enna

Oggi compie gli anni un nostro concittadino, anche se per pochi anni in quanto vive a Milano, ma che è stato un grande campione a livello sportivo: Gaetano Erba. Vinse l'oro ai Campionati Europei Juniores sui 2000 siepi nell'edizione del 1979 a Bydgoszcz e vantava la migliore prestazione mondiale Juniores con il tempo di 5'27"44. Inoltre insieme a Carlo Grippo, Vittorio Fontanella e Fulvio Costa un ventenne da 3'37" sui 1500, con la maglia della Pro Patria Az Verde, il 18 settembre 1979 a Bergamo stabilirono il primato nazionale della staffetta 4 x 1500 metri con il tempo di 14'59"1, attuale record italiano.Gaetano Erba fu un grandissimo talento dell'atletica italiana che, a causa di una mononucleosi non curata, dovette ritirarsi prematuramente dall'attività agonistica.Nella foto con i grandi Alberto Cova, Gelindo Bordin e Stefano Mei.

FELICE ANNO 2017 !!!!

Dicembre 30, 2016

Roma, 21 dicembre 2016 – Un confronto diretto e costante tra Comuni ed enti di promozione sportiva per favorire la promozione dello sport sul territorio, orientare le scelte urbanistiche e di impiantistica sportiva, programmare azioni congiunte che siano volte alla massima diffusione dello sport per tutti, per la tutela della salute e della coesione sociale e contro ogni forma di discriminazione, etnica, sessuale o socio-economica. Con questi obiettivi, l’Anci, Associazione Nazionale dei Comuni Italiani, e gli Enti di Promozione sportiva, hanno siglato alla Camera dei Deputati il Protocollo d’intesa volto a favorire nei territori la promozione della cultura sportiva, della pratica motoria, della tutela della salute, dell’inclusione sociale e della lotta alle diseguaglianze.

Da una parte, dunque, l’Associazione dei Comuni che hanno delega in materia di promozione sportiva nei vari territori e sono proprietari della quasi totalità degli impianti pubblici sportivi; dall’altra, gli Enti di promozione sportiva che tutti insieme associano 7 milioni di cittadini, possono contare su una rete capillare di oltre 66mila associazioni e promuovono e svolgono sport rivolto a tutti, giovani e anziani.

Insieme, Comuni e associazionismo sportivo di base possono quindi promuovere lo sport come corretto stile di vita e collante sociale, ma anche indirizzare e confrontarsi sulle scelte strategiche per i territori: per questo, etici ma anche molto pratici sono gli obiettivi che ci si prefigge con il Protocollo siglato stamane. Attraverso il patto, gli Enti di promozione sportiva e l’Anci concordano di valorizzare le esperienze di educazione alla cittadinanza attiva dell’associazionismo sportivo diffuso; attivare consulenze per una lettura organizzata del bisogno sportivo sul territorio che possa essere la base per orientare le scelte urbanistiche e impiantistiche dei Comuni; predisporre campagne di promozione sportiva; programmare progetti per l’attività motoria e per una corretta educazione alimentare, per l’attività sportiva dell’adolescente, per il benessere degli anziani; promuoverne altri volti all’inclusione sociale, con un pensiero agli immigrati, alle disabilità e al disagio giovanile; attivare consulenze per individuare tipologie innovative di impiantistica, più flessibili e meglio inserite nell’ambiente urbano.

Da tempo, Anci e gli Enti di promozione sportiva collaborano per la promozione dello sport per tutti, ma oggi che di inclusione sociale e di confronto tra istituzioni e associazionismo c’è più bisogno, viene rinnovato e implementato l’accordo con l’intento di ribadire il grande ruolo sociale dello sport e la necessità che gli Enti e i Comuni lavorino insieme nei territori per la diffusione della pratica sportiva e la sua capacità di fungere da facilitatore dei processi funzionali al miglioramento della coesione sociale».

«Gli enti di promozione sportiva - commenta il vicepresidente dell’ANCI con delega allo Sport, Roberto Pella - rappresentano una risorsa importante e fondamentale per la vitalità e lo sviluppo nei Comuni italiani: i complessivi 15 enti di promozione sportiva raccolgono diversi milioni di tesserati e 66mila società, che rappresentano la più grande fetta di coloro che praticano e promuovono lo sport per tutti e a fini sociali, accogliendo cittadini di ogni età, sesso e condizione fisica e sociale, senza alcuna limitazione. E’ grazie a loro che lo sport diventa anche salute, socialità e difesa per l’ambiente. Il Protocollo che firmiamo oggi rappresenta un importante passo verso l’inclusione sociale, la vivibilità degli spazi urbani, la lotta all’obesità e per una corretta alimentazione; tutto ciò è in perfetta sintonia – conclude Pella - con il manifesto “La salute nelle Città: bene comune”, che ANCI ha promosso e sottoscritto tramite l’iniziativa Health City».

L’accordo, che avrà durata tre anni, istituisce anche una Commissione d’indirizzo e un comitato tecnico operativo che avrà il compito di realizzare le attività previste dal Protocollo.