Riportiamo volentieri questa notizia tratta da Enna press.it perchè riteniamo  sia una tra le più belle notizie lette e soprattutto è una decisione che fa onore alla Giunta e all'intero Consiglio Comunale di Enna.  Da noi purtroppo le scelte sono state altre....

Con il voto unanime di tutti i consiglieri presenti tranne che la nota stonata dei  due “grillini” che si sono astenuti, stamattina il Consiglio Comunale ha dato il via libera alla proposta dell’Amministrazione comunale attraverso i due assessori allo Sport e Lavori Pubblici Paolo Di Venti e Gaetana Palermo di accendere un mutuo di poco meno di un milione di euro attraverso l’Istituto per il Credito Sportivo per il rifacimento in erba sintetica del terreno di gioco e la ristrutturazione del campo di calcio di Pergusa. Tutti i consiglieri anche se con qualche distinguo in particolare sul fatto che la proposta è arrivata al limite del tempo massimo, hanno però dato atto della importanza di un intervento di questo genere che come ha specificato l’assessore Gaetana Palermo ha un valore che va molto al di la di quello prettamente sportivo. Infatti il campo di Pergusa viene utilizzato prevalentemente per l’attività giovanile e quindi ristrutturare un impianto di gioco rivolto ai giovani significa creare le condizioni affinchè questi attraverso lo sport non devino verso altri interessi più pericolosi. Ma c’è anche chi come il capogruppo del Pd Salvatore Cappa vede nell’intervento sul campo di calcio come l’inizio di una serie di interventi atti a potenziare un’area come quella pergusina che con la presenza dell’autodromo e di altri spazi è di fatto un polo sportivo di grosse potenzialità. Quindi alla fine il buonsenso è prevalso in tutti…o quasi. In questi ultime settimane grazie alla logica dell’interesse comune il Consiglio Comunale ha dato il via libera ad altri importanti provvedimenti come quello per l’accensione di un altro mutuo di circa 150 mila euro per la ristrutturazione della palestra della scuola Neglia di Enna bassa e del finanziamento di circa 65 mila euro attraverso il Bilancio Partecipato del progetto MutAzioni nato grazie alla sinergia di 5 associazioni di categoria e destinato a mutare nei prossimi mesi il volto della città.

" Perchè abbiamo votato no alle variazioni di bilancio". Lo spiegano in una nota diffusa dal movimento civico Regalbuto riparte, i tre consiglieri comunali di opposizione Giuseppe Maria Sassano,Mario Beninati e Nicola Lo Cicero in merito alla proposta di variazione al bilancio di previsione finanziario 2016/2018. " In più occasioni questo gruppo consiliare - scrivono - di opposizione non ha potuto fare a meno di rilevare e di porre all’attenzione di questa istituzione, come le decisioni sulla gestione economico-finanziaria dell’ente fossero messe a rischio dalle scelte della giunta comunale. Oggi infatti, - leggiamo - con il moltiplicarsi dei debiti fuori bilancio che gravano su questo comune, l’ente si vede costretto a proporre questa variazione di bilancio per rispondere ad una situazione di gestione da parte della giunta, rischiosa se non addirittura dannosa. Purtroppo il problema dell’equilibrio economico-finanziario di questo comune non risiede solo in questo esercizio ma nelle decisioni prese nei precedenti. Inoltre, non sono state minimamente prese in considerazione le rilevazioni del Responsabile del settore economico-finanziario alla nota integrativa al bilancio con la quale consigliava un rigore economico per evitare l'indebitamento. Infine c'è da dire che dalla delibera allegata la giunta intende aumentare  i capitoli di entrata relativi all’IMU , aumentare i capitoli di entrata relativi agli avvisi di accertamento ICI/IMU/TASI. La gestione dell’attuale amministrazione - concludono i tre consiglieri comunali - non opera pertanto con il dovuto rigore, che si rende necessario, ravvisando delle zone grigie da accertare con i dovuti controlli previsti come obbligo dall’ordinamento, per verificare eventuali responsabilità di danno erariale all’ente.Ecco perchè in estrema sintesi abbiamo espresso voto contrario.”

Il Giudice del Tribunale monocratico di Enna, dott. Andrea Agate, ha assolto, perchè il fatto non sussiste il direttore di ViviEnna, Giuseppe Primavera, per il reato di cui all’art.595 comma 3 (diffamazione aggravata), perchè offendeva la reputazione di PECORARO Antonella (costituitasi parte civile), con conseguente lesione dell’onore e della reputazione, in particolare dal tenore dell’articolo il conferimento dell’incarico professionale all’avvocato Antonella Pecoraro (del foro di Caltanissetta) veniva ricondotto alle “solite logiche politico clienterali” e “all’appartenenza politica” dell’avvocato Antonella Pecoraro, anzichè alle sue capacità professionali.L’avvocato Antonella Pecoraro, nell’udienza precedente su specifica richiesta del difensore del Direttore di ViviEnna, Avvocato Giovanni Palermo, ha ammesso di essere tesserata al Partito Democratico di Caltanissetta.

All’udienza il PM. d.ssa Carmela Murè aveva chiesto la condanna a mesi due di reclusione. Le motivazioni della sentenza entro sessanta giorni.

“Voglio ricordare agli enti di formazione, che le risorse finanziarie che loro gestiscono, sono pubbliche. E’ compito della Regione difendere i lavoratori, come prevede l’assetto costituzionale del Paese”. Lo dice il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta.
“I bandi sono legge speciale e come tali vanno applicati. Chi non vuole rispettarli, perderà l’accreditamento e, i lavoratori, saranno assorbiti dagli enti che si aggiudicano i corsi. Su questo non transigeremo, – continua il presidente – alcuni enti hanno deciso di far esplodere la questione sociale, danneggiando fortemente i lavoratori, ma non lo consentiremo.
La nostra battaglia negli ultimi quattro anni, è sempre stata quella di difendere i lavoratori della formazione, ma non coloro che pensano che la formazione sia un affare privato.
Si può ricorrere ad assunzioni di personale esterno, solo nei casi eccezionali in cui la professionalità richiesta, non sia presente all’interno dell’albo dei formatori, prerogativa quest’ultima che si restringe a pochissimi casi.
Voler assumere massicciamente dall’esterno, vuol dire aprire a logiche clientelari di massa, ampiamente applicate nel passato, che non sono più accettabili.
Non faremo sconti a nessuno sulle spalle dei lavoratori” conclude Crocetta.

 
IL 39ENNE MESSINESE, IMPRENDITORE DEL SETTORE INFORMATICO, SI CANDIDA ALLA PRESIDENZA DELLA FIPAV SICILIA DOPO AVER MATURATO UN'ESPERIENZA DI OTTO ANNI DA MASSIMO DIRIGENTE DEL COMITATO PROVINCIALE MESSINESE
 
 
“La Pallavolo è la più ardente tra le passioni della mia vita. Gli anni trascorsi prima sul campo e poi nelle sfere dirigenziali hanno fatto accrescere in me un sentimento di puro amore verso questo sport. Credo nel volley, nei suoi valori e nelle opportunità che offre in termini di inclusione sociale e di potenziale volano per l’esaltazione in chiave turistica del territorio. Credo nelle persone e in una visione sistemica in cui ogni tassello deve ritagliarsi uno spazio propedeutico al funzionamento del movimento. Adesso ritengo sia giunto il momento di esportare questa visione su base regionale in un progetto finalizzato alla crescita del sistema pallavolistico siciliano, reduce da otto anni di buio totale, di abbandono dei territori e delle strutture, di una politica gestionale fondata su personalismi e particolarismi. Un’emorragia di potenziali risorse che va arginata immediatamente, anche attraverso il recupero di un dialogo costante con le istituzioni locali e regionali. L’obiettivo è chiaro: riportare la Sicilia ai vertici della pallavolo italiana”. Antonio Lotronto rompe gli indugi. Il 39enne messinese, imprenditore del settore informatico, si candida alla presidenza della Fipav Sicilia dopo aver maturato un’esperienza di otto anni da massimo dirigente del Comitato Provinciale Fipav Messina. Ultima esperienza, questa, di una lunga militanza nel mondo della pallavolo nelle vesti non solo di dirigente - della Pallavolo Messina, intanto, e poi di altre società con le quali ha anche centrato importanti traguardi, tra cui la promozione in B1 - ma anche nei ruoli di atleta e arbitro nazionale (dal 1994 al 2004). 25 anni di impegno sul campo che hanno contribuito a formare una visione trasversale della dimensione pallavolistica, ben espressa da due mandati svolti da presidente della Fipav Messina, un periodo che ha fatto registrare una serie di traguardi per il movimento peloritano, scanditi da un consistente aumento del numero di società affiliate, ma anche della mole complessiva di atleti, arbitri e dirigenti. Il candidato alla presidenza della Fipav Sicilia è stato, tra l’altro, la mente organizzativa di una serie di eventi che hanno dato lustro al movimento siciliano, ottenendo l’assegnazione, tra le altre, di una manifestazione che in Sicilia mancava da oltre 20 anni: il Trofeo delle Regioni, la più importante rassegna nazionale di pallavolo giovanile, organizzata sulla costa tirrenica messinese, dove sono state coinvolte oltre 3mila persone in una cinque giorni che ha fatto parlare di sé in tutto l’ambiente pallavolistico italiano. Maniaco dei dettagli, ha esportato nella sua politica gestionale rivolta alla pallavolo alcune delle logiche maturate in campo imprenditoriale, su tutte la forza trainante del gruppo e una capacità organizzativa fondata sul funzionamento dei singoli comparti all’interno di un sistema organizzativo strutturato. Ha intercettato, inoltre, il flusso di crescita costante del beach volley, riuscendo ad ottenere l’organizzazione di una tappa internazionale del circuito Cev (Conféderation Européenne de Volleyball), svoltasi lo scorso luglio a Vulcano. Una manifestazione perfettamente riuscita, al punto da indurre il massimo organismo pallavolistico europeo ad assegnare al Comitato Territoriale messinese l’organizzazione del prossimo Europeo Under 20, che si svolgerà a Vulcano nel settembre del 2017. 

 

Questa volta mi ha davvero sorpreso. Gaetano Amoruso, senza enfasi e senza tanti clamori, ha sfornato il suo ottavo libro e, a confermare la sua poliedricità di scrittore, riesce nell’intento non semplice di coniugare il proprio ambiente di lavoro con il suo pensiero libero e articolato in una miscela esplosiva di cultura sapiente, classica e filosofica utilizzata per analizzare la storia di una azienda siciliana, leader nella distribuzione dell’elettronica, che da piccola realtà locale, in pochi anni, riesce nell’intento, di espandersi in tutto il territorio siciliano e oltre. Il libro, dal titolo apparentemente bizzarro, Codice 1 a ore 9, che lo scrittore Mimmo Riggio, ha già recensito come un “momento di grazia”, racconta, con continui parallelismi e citazioni, la propria storia di anziano che pian piano, vede il crisalide trasformarsi in farfalla tra errori e levata di scudi, occasioni perdute e imbeccate e le ingiustizie di un mondo veloce e competitivo che spesso dimentica le proprie origini. Splendidi e densi di significato i racconti e gli aneddoti con la proprietà e gli acquirenti conosciuti, piacevolmente descritte le personalità degli interessati marcando la penna in alcuni colleghi che una scrittura colta ed emozionale fa intravedere come uomini e donne di altri tempi con una coscienza e una morale temprata dalle sfortune della vita. Sobrio, a volte brillantemente caustico, mai retorico, infilza il lettore con le sue storie fino a farlo rimanere senza respiro nella pagina che conclude il diario, una speranza che nelle difficoltà della vita riesce a vedere finalmente la luce. Ogni tanto il libro sembra cambiare tono, un po’ dimesso, di pungente tristezza, immediatamente respinto da una scrittura che riscopre i miti come quello di Anassagora in un passaggio straordinario che amalgama lavoro e cultura. La scelta del filosofo presocratico non è un caso. “Le cose visibili sono uno sguardo su quelle invisibili” ma è appena un accenno. Riscoprire i miti antichi che la scrittura risveglia, oltre alle ragioni profonde, e poco indagate, per cui Amoruso ama scrivere, costituisce il filo conduttore di questo libro. Il suo miglior libro. Agostino Vitale

I soci del circolo Operai di Regalbuto domenica scorsa hanno festeggiato con un rinfresco nella sede del circolo  il novantesimo compleanno del  tesserato più anziano del sodalizio , vale a dire il sig Francesco  Di Benedetto . Per l'occasione il presidente del circolo Francesco Romano ha avuto parole di elogio per Di Benedetto " che - ha detto Romano - è stato tra i soci fondatori del Circolo il quale è sempre stato rispettoso di tutti e soprattutto rispettato da tutti per la sua gentilezza e cortesia." Il sig Di Benedetto a Regalbuto è ricordato come uno dei più bravi artigiani di carri allegorici ,famose sono le foto che ogni anno in occasione del Carnevale espone in una stanzetta a pian terreno della sua abitazione nella via principale di Regalbuto, è stato  componente della banda musicale e calzolaio di professione. Francesco Di Benedetto , commosso,  ha voluto ringraziare tutti i presenti per la festa in suo onore.

“Sono trascorsi cinque anni dall’approvazione della legge regionale sulla violenza di genere (3/2012), eppure ancora oggi sono troppi i limiti burocratici che impediscono la sua applicazione. Diciamo basta a ritardi e disattenzioni, servono interventi immediati di prevenzione e di sostegno alle donne vittime di violenza”. Lo hanno detto Elvira Morana, responsabile delle Politiche di Genere della Cgil Sicilia, Delia Altavilla, coordinatrice delle Pari Opportunità della Cisl Sicilia, e Grazia Mazzè, coordinatrice delle Pari Opportunità della Uil Sicilia, oggi al dibattito presso la Gam di Palermo organizzato dai sindacati confederali assieme all’associazione “Le Onde”: “La vita delle donne oltre la violenza”. Approvata nel 2012, anno in cui si registrarono in Sicilia ben 14 decessi di donne per violenza, la legge in questione ha istituito un Forum permanente e un Osservatorio. “Il Forum è scaduto e non è stato ancora rinnovato – hanno spiegato Morana, Altavilla e Mazzè – mentre l’Osservatorio non funziona come dovrebbe. Eppure il suo ruolo è fondamentale per monitorare la situazione e disporre interventi sul territorio”. Dopo l’approvazione della legge è stata effettuata una prima mappatura che ha messo in luce l’esistenza di 11 centri antiviolenza e di 51 strutture di accoglienza nell’Isola con funzioni di sostegno per gestanti e madri in difficoltà. In 41 di queste strutture sono state accolte 117 donne nel 2013 e 113 nel 2014, tutte vittime di violenza. “Solo l’86% di queste segnalazioni – continuano le coordinatrici di Cgil, Cisl e Uil – è stata però suffragata da documentazione appropriata e soltanto 23 di queste strutture per conseguenza sono state ammesse a finanziamento, rilevando ancora una volta una difficoltà delle donne a denunciare che deve essere superata”. A sostegno delle donne esistono anche i centri antiviolenza e le case a indirizzo segreto, oltre che risorse per potenziarli e adeguarli ai requisiti previsti. “Registriamo, però, – hanno affermato le sindacaliste – sia difficoltà nell’avvio di nuove strutture che una situazione asfittica sotto il profilo finanziario per i centri già operativi. Il rischio, quindi, è che non si riescano a garantire tutti i compiti necessari per l’assistenza alle vittime. Per affrontare un argomento cruciale come quello della violenza sulle donne serve “una programmazione globale e coordinata all’interno del piano triennale che, benché previsto dalla legge, ancora manca. Così come vanno emanati bandi che agevolino l’avvio dei servizi nei distretti che ne sono sprovvisti, 27 su 55. Adesso le organizzazioni sindacali – concludono Morana, Altavilla e Mazzè – devono andare avanti insieme entrando nel mondo delle associazioni per mettere a punto un piano organico d’azione contro la violenza, cominciando prima di tutto a guardare la scuola come il mondo su cui fare leva. La scuola è un forte antidoto alla violenza. E ancora seminari, mostre fotografiche, concorsi. Sistemi aperti, trasversali, che coinvolgano tutte le fasce d’età, senza differenza di genere. Usiamo le nostre categorie, per esempio i sindacati della la polizia penitenziaria o del tribunale dei minori, per creare una rete diretta con i centri antiviolenza. Anche i centri di ascolto maschili potrebbero essere coinvolti in un progetto di collaborazione. Il femminicidio e la violenza non è qualcosa che può accadere alle altre, riguarda ogni giorno, ogni ora, ognuna di noi. Ognuno di noi, quindi, ha il potere di cambiare le cose”.

Salve a tutti mi chiamo Letizia Stancanelli, ho 22 anni e sono una giocatrice dell’Ameselon Volley di Regalbuto, squadra militante nel campionato nisseno di prima divisione. Faccio parte di questa realtà ormai da sette anni. Sette anni fatti di vittorie, sconfitte, gioie e sacrifici. Sette anni in cui quella palestra è divenuta una seconda casa, un porto sicuro in cui entrare, ricaricarci e ritrovare il sorriso, magari dopo una giornata andata male. Beh se la palestra è una seconda casa, la squadra è una seconda famiglia. Abitare in un piccolo paese, in cui tutti ci conosciamo ci aiuta molto e, nella maggior parte dei casi, ci permette di essere legate da una forte amicizia che continua anche una volta fuori dal campo di gioco. Con il tempo diventa, dunque, naturale condividere con le compagne di squadra altri momenti della propria vita. Altro importante fattore di crescita è la persona che sta alla guida di tutto. Da quest’anno la nostra squadra è diretta da un nuovo coach, che da noi si fa chiamare semplicemente Carla. Con pazienza e caparbietà sta cercando di donarci tutto ciò che ha appreso nei suoi lunghi anni di carriera pallavolistica e che, in poco tempo, ha assunto un ruolo fondamentale all’interno della nostra grande famiglia. Oltre a questo, vorrei sottolineare come nella pallavolo, più che in ogni altro sport, si possano estrapolare delle metafore di vita: Collaborazione. Permettetemi di citare una frase di mister Berruto “Non c’è nessuno che può schiacciare se non c’è un altro che alza, nessuno che può alzare se non c’è un altro che ha ricevuto la battuta avversaria” Sapete tutti che una partita di pallavolo è un continuo susseguirsi di azioni che si concludono solo attraverso i “tre tocchi”. Il risultato si ottiene progressivamente, mattone dopo mattone, con pazienza, costanza, perseveranza e spirito di squadra. Il sacrificio del singolo, spinge l’intera squadra a raggiungere l’obiettivo. E poi, la gioia per il punto chiuso, condivisa con le compagne in un abbraccio a sei. Over the block. È ormai divenuto lo slogan ufficiale di tutto l’ambiente pallavolistico. Quel muro messo lì dalle avversarie a bloccare l’azione, e noi, con tutta la nostra forza fisica e mentale pronte a superare il limite. Ricominciare. Una partita di pallavolo è formata da più set e per portare a casa il risultato la squadra deve riuscire a vincere tre set. Ad ogni set il punteggio è azzerato. Abbiamo vinto il primo set? Ok. Dobbiamo ricominciare da capo nel secondo. Ritrovare energia, motivazioni, qualità tecniche e morali. Ciò che è stato fatto prima, anche se perfetto, non basta più, bisogna rimetterlo in gioco. Viceversa, abbiamo perso il set precedente? Abbiamo una nuova oggettiva opportunità di ricominciare da capo. Infine il fatto che una partita di pallavolo si concluda sempre con un vincente, nonché con l’equivalente “perdente”, non è come potrebbe sembrare un concetto “spietato”. Solo se si perde è possibile innescare la molla dell’autoanalisi che porta alla correzione degli errori. Per me la pallavolo è tutto questo: uno stile di vita. E permettetemi di concludere con un piccolo sfogo personale. Una questione che ho a cuore da qualche anno, quella di poter vedere la pallavolo nelle grandi emittenti tv. Vedere nel senso di conoscere, approfondire e valorizzare questo sport tanto quanto ogni altro seguito da milioni di telespettatori come, ad esempio, il calcio. Credo che, negli ultimi anni, grazie agli ottimi risultati raggiunti da entrambe le nazionali italiane (maschile e femminile), il volley si sia meritato una grande attenzione. Il movimento pallavolistico ha senza dubbio ottenuto consenso e audience. Ma sarebbe un peccato che tutto si riducesse, come sempre, ad una comparsa estemporanea. E allora, ritorna la domanda. Dopo gli ottimi risultati a livello internazionale, perché uno sport così bello e pulito debba sempre passare in secondo piano? Forse la risposta potrei trovarla tra le mie stesse parole? Uno sport così bello e pulito, sarebbe tale se anche esso puntasse ai grandi affari?

Buona Pallavolo e buona vita sportiva a tutti.

Nell'attesa dell'inizio del campionato continuano gli allenamenti della RO.GA VOLLEY AGIRA; sempre più giovani sono presenti agli appuntamenti settimanali e insieme agli atleti più esperienti si allenano duramente per essere protagonisti nel prossimo campionato di serie maschile che oramai è alle porte. Rosario Gagliano da anni è un punto di riferimento della pallavolo ad Agira,oggi dirigente e capitano della squadra, ed è a lui che abbiamo chiesto di raccontare le speranze e i progetti del Volley Agira. "L' obbiettivo che come capitano mi prefiggo è quello di trasmettere alla squadra la grinta e la passione che da anni mi caratterizza. Quest' anno affronteremo un campionato in un girone ricco di derby che spero riusciremo ad affrontare al meglio portando a casa un ricco bottino, proprio a partire dalla prima giornata di campionato in cui ci confronteremo con la squadra della città di Leonforte , una squadra che proviene dalla serie B,formata da giovani che vogliono far bene anche nel campionato di serie D. " Agira per la pallavolo,nel territorio di Enna è punto di riferimento per molte società sportive. Dal vivaio sono usciti giovani promesse che hanno giocato anche nelle serie nazionali. La dirigenza da due stagioni ha scelto la linea "verde": far giocare cioè nei campionati dove partecipano ragazz ie ragazze sui quali puntare e progettare il futuro. L'esempio più concreto è la formazione femminile di serie D. Ma anche la maschile non è da mano perchè già dall'Under 16 usciranno i prossimi giocatori che daranno continuità ai progetti societari.

" Il mio augurio - ci dice ancora capitan Rosario Gagliano - è che tutti i giovani possano fare le stesse meravigliose esperienze che io e altri miei compagni di squadra abbiamo fatto e facciamo nel mondo della pallavolo , uno sport unico fatto di amicizie e solidarietà, questi ragazzi e ragazze sono certo che saranno agevolati nel loro cammino nel volley dalla collaborazione che abbiamo stretto col Modena Volley che ringraziamo per averci permesso e permetterci di partecipare ai loro stage. A tutti gli atleti un buon inizio di campionato e in particolare agli atleti della mia squadra ai quali auguro di arrivare il più in alto possibile."