Grande successo per l’App sviluppata dagli studenti dell’Istituto Tecnico “Salvatore Citelli” di Regalbuto e presentata in occasione della manifestazione conclusiva del progetto “Typical Taste: trionfo di gusti alle pendici dell’Etna” tenutasi martedì 20 dicembre presso il parco Daidone di Catenanuova.

“Typical Taste” è un progetto, finanziato a livello ministeriale, che ha come obiettivo la promozione e la divulgazione delle caratteristiche nutrizionali e organolettiche delle eccellenze agroalimentari delle pendici dell’Etna e dell’entroterra siciliano.

Il ruolo degli studenti, e delle studentesse, dell’Istituto Tecnico di Regalbuto era quello di realizzare un’App per smartphone in grado di rappresentare e sintetizzare gli obiettivi primari del progetto a beneficio delle nuove generazioni “digitali”.

L’App è stata sviluppata in HTML, condivisa su GitHub ed assemblata con PhoneGap, ma già dalle settimane precedenti erano stati coinvolti anche gli alunni delle scuole medie di Regalbuto, che presso i laboratori del settore tecnologico del “Citelli”, articolazione Elettronica, hanno avuto modo di sviluppare applicazioni con AppInventor, del MIT, esercitandosi con la versione “code” di Maincraft.

“Organizziamo spesso questo genere di iniziative per i nostri studenti e per quelli delle medie”, ci dice il prof. Marco Petronio, che insieme al prof. Mario Luciano ha curato l’iniziativa: “e questo perché in conseguenza alla continua e costante evoluzione dell’elettronica, la maggior parte degli studenti di oggi andrà a fare un lavoro che ancora non esiste. Per affrontare al meglio tale sfida, e per farne un business tramite startup, occorrono solide basi digitali e tanta passione per la tecnologia

Presso il Ristorante La terrazza di Regalbuto, giovedì scorso dirigenti e giocatori delle squadre maschile e femminile che militano nel campionato di prima divisione, si sono ritrovati per lo scambio di auguri per le prossime festività natalizie. Dopo la cena è seguito lo scambio di regali e la Tombola con i premi messi in palio dalla profumeria Ruggieri di Regalbuto. Nel corso della serata il presidente del sodalizio Dario Bonina ha fatto un bilancio del 2016 " che - ha detto - spero si possa concludere felicemente con due successi in campo giorno 29 quando ambedue le formazioni giocheranno a Regalbuto per il recupero di gare dei rispettivi campionati." Intanto non si fermeranno gli allenamenti delle squadre in vista della ripresa dei campionati prevista per giorno 8 gennaio prossimo.

Polemiche e veleni dopo la mancata disputa dell’incontro tra Ariosto Ferrara e Messana, match in programma ieri alle ore 18:00 al Pala Boschetto e valevole per la decima giornata del torneo di massima serie di pallamano femminile. Gara che non è stato possibile giocare per il mancato arrivo nei tempi previsti dal regolamento della società siciliana. “Ha perso lo sport – afferma deciso il direttore sportivo della Messana, Giovanni Luciano. I fatti? Dovevamo partite sabato mattina alla volta di Ferrara, poi a causa di un problema tecnico il nostro volo è stato cancellato. Siamo riusciti a partire solo nel primo pomeriggio, abbiamo prontamente avvisato di ciò sia la Federazione che la società di casa, la quale ci ha rassicurato e ci ha detto di non preoccuparci perché ci avrebbero aspettato. Così però poi non è stato. Siamo giunti a Bologna e ci siamo precipitati per raggiungere il Pala Boschetto, siamo arrivati alle ore 18:45 ma non è stato possibile disputare la gara. L’Ariosto Ferrara infatti – prosegue lo stesso direttore sportivo della Messana, Giovanni Luciano – aveva già provveduto a far chiudere il referto ai direttori di gara ed inoltre abbiamo trovato le loro atlete già in borghese che stavano lasciando l’impianto”. Ed ora? “Abbiamo già preparato ed inviato la documentazione in FIGH – termina lo stesso Giovanni Luciano – ed attendiamo le decisioni del Giudice Unico. La gara dovrebbe essere ripetuta, con ulteriore aggravio di costi per la nostra società. Ripeto, quest’oggi ha perso lo sport. E’ vero che l’Ariosto Ferrara aveva tre pedine fondamentali del roster fuori per infortunio ma questa era una gara ininfluente per la classifica. La gara si poteva quindi tranquillamente giocare”. Pronta è arrivata la replica dell’Ariosto Pallamano… “Durante le numerose telefonate intercorse nella mattina di ieri tra i dirigenti delle due società avevamo comunicato l’impossibilità di giocare oltre l’orario stabilito in quanto alcune atlete avevano già provveduto a prenotare il viaggio per tornare a casa in occasione delle imminenti festività Natalizie. Avevamo quindi consigliato alla Messana di non partire nel caso in cui sarebbero arrivati al Pala Boschetto oltre l’orario consentito dal regolamento, per evitare quello che poi è successo. L’Ariosto Pallamano Ferrara è ovviamente dispiaciuta dell’accaduto ma ci tiene a sottolineare che si è semplicemente affidata al rispetto del regolamento”.

" E' stata una assemblea cittadina dall' esito positivo, sul tema della privatizzazione del cimitero comunale, progetto in cantiere dell’odierna amministrazione comunale.

Con l’aiuto delle slide abbiamo cercato di dimostrare , carte alla mano , come il progetto di privatizzazione contenga al suo interno, costi altissimi a danno del Comune e un aumento sconsiderato delle tariffe." Alla fine della conferenza organizzata venerdì scorso nella sala Paolo VI di  Regalbuto ,dal movimento cittadino Regalbuto Riparte , a rilasciarci questa dichiarazione è il coordinatore Gaetano Messina. " Assistiamo ad un aumento delle tariffe per i loculi infatti da 77 euro al mq fino ad un massimo di 500 euro al mq” - aggiunge la relatrice Maria Carmela Romano -   “inoltre come se non bastasse vengono inseriti altri costi accessori, come quelli di pulizia e manutenzione dei loculi dai 30 euro in su, e a tutto ciò sarà finanziariamente impossibile uscire, questo che è in realtà un contratto capestro in quanto il Comune sarà obbligato ad acquistare i loculi rimasti invenduti in caso di cessazione del contratto”.Condizioni capestro - conclude la Romano -che pongono il nostro comune in una posizione di inferiorità contrattuale nei confronti della ditta privata che gestirà il cimitero; oltre a questo, la ditta una volta venduti almeno la metà dei loculi potrà chiedere ed ottenere automaticamente, un’ulteriore espansione dell’area, espropriando i fondi limitrofi alla nuova area. Dopo la relazione a seguire  il Responsabile del programma elettorale Gianni Meli ha risposto alle domande dei cittadini ed è seguito il dibattito .

" Si , abbiamo qualcosa da rimproverarci , potevamo chiudere bene la partita contro Tarblitz prima del tie break, e nel quinto set sul punteggio di 14 a 10 per noi era vietato sbagliare ma si doveva giocare con la testa." Sono queste le parole del direttore sportivo della società Amèselon Volley Regalbuto , all'indomani della sconfitta al tie break a Pietraperzia contro il Tarblitz di Calascibetta. " Le due trasferte a Enna e Pietraperzia però - continua il presidente Dario Bonina - hanno dato preziose indicazioni sullo stato di forma della squadra , la quale, vorrei ricordare, non ha effettuato alcuna partita pre campionato e la maggior parte dei ragazzi non proviene dalla pallavolo. " Tre a due dunque il finale di una partita durata quasi due ore e trenta minuti, finita al tie break. Primo set vinto dai regalbutesi i quali invece subivano sia un calo psicologico che il ritorno dei padroni di casa che prima pareggiavano i set poi si portavano in vantaggio. La reazione dei ragazzi di Millauro però è stata determinante nel quarto set quando hanno messo in mostra le proprie capacità chiudendolo con un perentorio risultato di 12 a 25. Si va al quinto set . Sempre in vantaggio , gli ospiti sul parziale di 14 a 10 a loro favore non sono riusciti a chiudere la partita, dimostrando ancora una volta inesperienza e forse scarsa tenuta psicologica nei momenti che contano. " Il risultato però - conclude Dario Bonina - ci conforta perchè nonostante la mancanza di ricambi in panchina, non è facile giocare 150 minuti mantenendo viva la concentrazione anche contro squadre più abbordabili, i ragazzi dimostrano che possono giocarsela con tutte le altre squadre del girone e con il tempo i risultati daranno ragione."

Parafransando un termine calcistico nei rispettivi campionati di serie D di pallavolo Naf Nicosia e Città di Nicosia sono campioni d'inverno. Questa potrebbe essere la vera notizia , anzi una conferma , di due società sportive che puntano dritto a punteggio pieno , dopo 5 giornate , alla promozione in serie C.  Ma andiamo con ordine. Nel girone  D del campionato di serie D femminile le ragazze di Nicosia hanno battuto nettamente il Solo Sport e dunque chiudono l'anno a punteggio pieno aspettando il risultato del volley club Etna che dovrà ancora recuperare una gara. Nello stesso girone da registrare l'ennesima sconfitta del Meeting Troina e della Lupo Mobili Agira entrambi in zona retrocessione, mentre le ragazze della Kentron Enna si sono dovute arrendere alle più forte avversarie del Volley Club Etna. Nella D maschile è il Città di Nicosia che mantine l'imbattibilità e dunque a punteggio pieno , battendo lo Sporting Club Leonforte per tre a zero fuori dalle mura di casa. Dopo la sconfitta subita sabato scorso a Nicosia, il Volley Agira è tornato alla vittoria battendo per tre a uno il volley valley Catania , portandosi a pari punti ( 9) dell'ecoplast Gela ma terzi in classifica per differenza set, mentre Meeting Troina ancora sconfitto resta fanalino di coda della classifica. In prima divisione femminile da registrare il primo successo del Volley Club Catena a Enna ai danni del Kentron di Tino Pregadio. Per la società del presidente Scravaglieri è una boccata di ossigeno meritato che crea entusiasmo in un team di ragazze di tutto rispetto.  In prima divisione maschile la terza di campionato mostrava ancora un derby ennese tra Tarblit e Amèselon Regalbuto. Le due squadre al Guarnaccia di Pietraperzia hanno dato vita a cinque set tirati , finiti al tie break ,sciupato dai regalbutesi , i quali in vantaggio con il parziale di 14 a 10 a loro favore non sono riusciti a chiudere il match grazie anche al muro dei padroni di casa. Amèselon però , coriaceo e nello stesso tempo ingenuo, che muove la classifica e si prepara alle prossime due gare casalinghe davanti al proprio pubblico.

Se si potessero raccogliere i pensieri,le sensazioni ,le emozioni che esprimono coloro che giocano a pallavolo ne verrebbero fuori pagine che accomunano migliaia di ragazzi e adulti di ogni età che vivono in ogni angolo dell'Italia , là dove c'è una palestra , una rete e un pallone.  E' questa la pallavolo ! Quelle che leggerete di seguito sono le parole di una di queste ragazze , una delle nostre ragazze di un territorio, quello di Enna, dove il volley è vissuto con difficoltà per la mancanza di strutture idonee, di sponsor ,  e forse anche di dirigenti che amano questo sport , ma dove , proprio per questo motivo, quei pochi ragazzi e dirigenti ogni giorno si ritrovano coraggiosamente a "giocare" con un pallone , con davanti una rete che unisce. Federica Savoca è il capitano della squadra femminile della Kentron Enna a lei come abbiamo fatto con Letizia Stancanelli di Regalbuto abbiamo chiesto di scrivere qualcosa di se e della pallavolo. Basta continuare a leggere per capire di cosa vogliamo parlare.

"Oggi torno indietro nel tempo , all'incirca a dieci anni fa quando per la prima volta ho preso in mano una palla di pallavolo e quasi non riesco a trattenere le lacrime...Allora non potevo neanche immaginare cosa questo sport sarebbe stato in grado di trasmettermi : quante amicizie, quante emozioni,quante gioie e quanti dolori...Già , anche dolori,perchè lo sport,essendo anche lezione di vita ,insegna a superare i propri limiti, a cadere per poi rialzarsi e ricominciare,comporta anche a volte sofferenze a causa di un infortunio,una partita persa, o un allenamento storto, ma anche perchè a volte lavori,lavori tanto,ci metti l'anima in quei allenamenti e non sempre i risultati arrivano .Lavorare sodo, a volte per mesi o anche anni , si impara ad aspettare pazientemente che arrivi un risultato,un riscontro,una soddisfazione,ma vi posso assicurare che prima o dopo i risultati arrivano,gli sforzi vengono ripagati e a qual punto arriva la gioia più  grande. La mia gioia più grande è arrivata il 9 giugno del 2015,quell'anno la Kentron vinse il campionato di prima divisione. Il ricordo più bello ed emozionante della mia carriera pallavolistica è legato proprio a quel risultato. Ricordo ogni singolo secondo di quel pomeriggio !! Quello fu un anno meraviglioso,si era creata un'alchimia,una strana magia,eravamo riuscite,per la prima volta a creare un equilibrio perfetto...Eravamo una squadra!! E con il termine squadra mi riferisco non solo alle mie compagne ,ma anche ai miei allenatori Ciccio e Tino per tutto quello che fanno,ogni giorno,per noi. Ringrazio mia sorella perchè è grazie a lei che ho "scoperto" questo sport e infine ( non perchè meno importanti) ringrazio i miei tifosi preferiti...: i miei genitori. Li ringrazio per avermi permesso di intraprendere questo percorso senza mai ostacolarmi e senza giudicare le mie scelte,supportandomi e a volte anche sopportandomi in qualsiasi momento. Ecco qui,in queste righe ho racchiuso gran parte di questi dieci meravigliosi anni di pallavolo. !!!

Federica

Giovedì scorso il consiglio d'Istituto del Comprensivo Gian Filippo Ingrassia di Regalbuto ha approvato a maggioranza l'avvio della settimana corta per gli alunni a partire dal prossimo anno scolastico 2017/2018. In cosa consiste la settimana corta ? In pratica gli alunni effettueranno lezioni dal lunedì al venerdi per sei ore giornalieri dalle ore 08.00 alle 14.00. In Italia da tempo si discute sulla questione settimana corta si settimana corta no , la quale pare abbia creato un vero e proprio conflitto tra i favorevoli e i contrari ,che ha investito , in alcuni casi , persino i tribunali. Ma siamo sicuri che la settimana corta serva veramente ai nostri ragazzi ? Non dimentichiamo che negli Istituti Comprensivi e dunque anche nel nostro , la settimana corta ,comporta il punto di vista di ben tre  differenti ordini di scuola, infanzia, primaria e secondaria di I grado, che con diverse e peculiari esigenze, spesso non si trovano troppo d’accordo sul fatto che gli alunni, in particolare quelli della primaria e secondaria di I grado, vista l’età, siano pronti a sostenere, un monte ore giornaliero di attività didattiche eccessivamente lungo. Negli ultimi anni il mondo scolastico è spaccato in due su un argomento tanto delicato quanto attuale. Secondo alcuni quest’ultima servirebbe a migliorare la didattica, consentendo di adeguare la vita scolastica a quella sociale e professionale, aumentando il tempo libero dello studente, valorizzando parallelamente l’educazione familiare. Sulla sponda opposta coloro che invece la ritengono un ostacolo all'apprendimento poiché la concentrazione delle lezioni in soli cinque giorni non consentirebbe di distribuire adeguatamente il monte giornaliero di studio, gli studenti non riescono a mantenere per 6-7 ore lo stesso livello di concentrazione (a risentirne sono soprattutto le materie concentrate nelle ultime ore) e spesso i pendolari sono costretti ad uscire di casa all'alba rientrando nel tardo pomeriggio, a discapito del giusto riposo e dello studio. Qualsiasi sia l’opinione in merito, la decisione dovrebbe (e ripetiamo dovrebbe) essere appannaggio dei singoli istituti scolastici e di nessun altro. A livello teorico dunque, ogni scuola decide per sé in base a ciò che ritiene più opportuno per il bene degli insegnanti e soprattutto degli studenti, a livello pratico però spesso questa autonomia viene minata dall'esterno attraverso richieste (che spesso e volentieri diventano delle vere e proprie imposizioni) che nulla hanno a che fare con il fine ultimo che gli istituti scolastici dovrebbero perseguire: l’apprendimento degli studenti. Tra queste richieste, negli ultimi anni, si annovera il ritorno della settimana corta. Molte Province e Comuni hanno infatti spinto gli istituti a ridurre le giornate di lezione, scendendo da 6 a 5. In parole povere: il sabato niente scuola. La motivazione alla base di questa esigenza però non ha nulla a che vedere con l’insegnamento, ma è legata più che altro ad un altro fattore: i soldi. La settimana corta infatti si configura come un vero e proprio risparmio per coloro che sono costretti a pagare per il funzionamento degli istituti: si spende meno di riscaldamento, acqua, elettricità e via dicendo, raggiungendo cifre che a fine anno influiscono, e pure parecchio, sul bilancio complessivo. Il problema è che la decisione dovrebbe essere appannaggio della scuola sulla base di ben altre motivazioni che devono solamente tendere a migliorare l'offerta didattica e formativa degli alunni e a questo proposito sorge spontaneo chiedersi se dopo che un alunno è stato seduto per 6 ore a scuola, l'augurio è quello che sia la stessa scuola a trovare le soluzioni più adatte per non caricare di altri esorbitanti compiti da svolgere a casa, come attualmente avviene, che costringerebbero il ragazzo ad uno stress psicofisico che sarebbe meglio evitare, e rinunciare magari al diritto di praticare attività extrascolastiche , soprattutto sportive , perchè a conti fatti al ragazzo resta meno tempo per studiare e meno per le altre attività.

Su facebook c'è una bella e garbata riflessione di Claudia Sassano su come i social abbiano a poco a poco ridotto , direi quasi al limite, il piacere degli incontri in piazza o comunque fuori di casa. La Piazza, l'Agorà per i Greci era il centro  della Polis sia dal punto di vista commerciale,religioso e politico. Ma era soprattutto il luogo dove si potevano esprimere in libertà le proprie opinioni. Oggi si sta sempre di più perdendo , specie da noi , questa funzione ma non vogliamo farvi perdere nulla sulla riflessione/opinione di Claudia Sassano . Vorremmo porre solamente una domanda: ma è solo colpa della Cyber Life o c'è dell'altro ? Non è che il volersi chiudere a casa davanti ad un video può nascondere aspetti  sociali più profondi ? Profonde divisioni  ? Perdita del senso della comunità ?  Buona lettura.

"Fin dai tempi più antichi la piazza, l'agorà, ha rappresentato il luogo eletto dove la gente conveniva, si incontrava e discuteva piacevolmente sugli argomenti più disparati. Oggi la piazza resta l'ultimo avamposto battuto da pochi indomiti stacanovisti della sana abitudine della passeggiata con gli amici. Uno di quei momenti di vita lenti, sani, rilassati, che purtroppo diventano ormai rari. Oggi viviamo sempre più frequentemente di rapporti virtuali. Le piazze sono diventate virtuali ed esistono le piattaforme, quasi spazi assimilabili alle omonime piattaforme petrolifere, quelle che servono per lo sfruttamento dei giacimenti. Ecco, noi siamo i giacimenti e le piattaforme vengono a succhiare il nostro petrolio fatto di informazioni private e di tutta una serie di pseudo relazioni che inevitabilmente intrecciamo sul web, a volte anche nostro malgrado, e che siamo obbligati a farcire di una tale quantità di dati personali che diventano di pubblico dominio e preziosa merce di scambio per sistemi di consumo contorti e distorti. Una realtà dunque virtuale che niente ha a che vedere con quella vera fatta dall'insieme delle relazioni interpersonali, fatta di occhi, di mani, di gesti, di profumi, di sensazioni, di emozioni che solo attraverso la realtà possiamo percepire. Ho spesso riflettuto sul successo di tutto quanto legato all'universo dei social, di questi moderni sistemi di comunicazione trasversale, che spesso diventano armi improprie se affidati a menti deboli o facilmente condizionabili. Probabilmente sarà il fatto che viviamo ormai incaprettati in una tale frenesia giornaliera che la sola idea di compiere un ulteriore sforzo per coltivare le relazioni sociali "concrete" ci fa desistere a priori, privandoci dunque di quel piacere meraviglioso che solo l'interazione reale con l'altro può dare. Dopo una lunga giornata di lavoro, finalizzata a guadagnare, per poter soddisfare bisogni sempre più indotti, la stanchezza ci porta dunque a fruire di una forma di socializzazione passiva, un surrogato di vita. Ci basta semplicemente e con superficialità schiacciare un tasto per dire mi piace, oppure commentare un link per esprimere un telegrafico giudizio, magari su una questione che richiederebbe invece una lunga ed approfondita dissertazione. Ecco, un monitor ci consente di interagire, ma con freddezza, con distacco, senza impegno alcuno. Cosa che la relazione umana tradizionale non consente. Lì si può incorrere nel rischio del coinvolgimento emotivo, nella sofferenza, nel dover aiutare l'altro ecc. ecc. Attraverso invece un monitor, che al pari di una finestra si affaccia su tante piazze simultaneamente, spesso riusciamo a diventare diversi, coraggiosi, impavidi, temerari, anche maleducati a volte, possiamo essere contemporaneamente uno, nessuno, centomila. Il rossore che colora le nostre guance non si vede, l'emozione che fa brillare gli occhi non si percepisce, la voce che trema non si sente. Insomma arti e sensi cyber. Abbiamo sempre pensato che la tecnologia e la robotica in futuro ci avrebbero tolto qualcosa o che in qualche modo avrebbero preso il sopravvento. No, i robot ormai siamo noi."

Claudia Sassano

Per una settimana le alunne della 4°A-turismo, dell’ISS ‘S.Citelli’ sono state impegnate in uno stage di alternanza presso ‘Hotel Hesperia’ di Lanzarote (Canarie), accompagnate dai tutor: prof. Salvatore D’Anna e la prof.ssa Nunziella Labruna. Un’esperienza, questa, che si è rivelata un successo sotto tutti i punti di vista. Molto significativa è stata l’inclusione delle alunne nella realtà lavorativa, si è trattato ,come ha detto il direttore generale ‘Pablo Rey Rodriguez’, di una vera e propria immersione, che ha visto alternarsi le alunne in turni di lavoro nella gestione dell’hotel, in sala per il relativo servizio e nella reception per il percorso di accoglienza turistica. Lo stage ha rappresentato un’opportunità di implementazione della lingua spagnola, di competenze professionali e attività connesse al proprio profilo di studi. “Aprire il mondo della scuola al mondo esterno consente di trasformare il concetto di apprendimento in attività permanente consegnando pari dignità alla formazione scolastica e all’esperienza di lavoro”,afferma la prof.ssa Nunziella Labruna “questo è stato l’obiettivo prioritario del progetto”. Le alunne intervistate si sono dichiarate soddisfatte e pronte a ripetere l’esperienza. Conoscere le strategie, le problematiche dell’azienda in gestione e risolvere problemi reali è stato stimolante e motivante.Lavorare in team, sviluppare la capacità di elaborare metodi e categorie per adeguarsi alle differenti dinamiche di interazione, comunicare adeguatamente il lingua straniera è stato per loro un’opportunità di crescita. Lo stage ha costituito un’importante leva per valorizzare il ruolo della scuola, interfacciarsi con il mondo del lavoro in un contesto legato al proprio settore d’intervento è stato motivo di orgoglio e di soddisfazione per il dirigente scolastico Serafino Lo Cascio e per i tutor promotori.