Articoli filtrati per data: Novembre 2024
Il coraggio di esprimere le proprie opinioni
"Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere(art. 19, Dichiarazione Universale dei Diritti Umani - Unesco 10 Dicembre 1948).
Voglio riprendere questo articolo pubblicato nel blog di Roberto Lorusso (www.robertolorusso.it ). Una persona che ho trovato per caso nel gran mare di internet che affronta un tema quanto mai attuale oggi in Italia e se mi consentite anche a Regalbuto. Esprimere liberamente la propria opinione sembra sia diventato oggi una pratica assai difficile per paura di aver torto o quando si pensa di essere fuori dal coro o peggio ancora per evitare ritorsioni personali. Interessanti sono le citazioni su “L’arte di avere ragione” del filosofo Arthur Schopenhauer, su come un gruppetto di poche persone, possa dar vita ad una sorta di effetto valanga del consenso intorno a opinioni, idee o scelte importanti di cui in realtà la maggior parte delle persone non ha una cognizione sufficiente, anzi, molto spesso nessuna cognizione. Ma non voglio togliere il piacere della lettura a quanti vorranno arrivare fino in fondo all'articolo perchè c'è qualcosa da imparare . Da tempo vado considerando come in alcuni contesti sia difficile (o si ha semplicemente paura) poter esprimere la propria opinione. Di contro, ogni giorno, mi rendo conto di quanta fatica alcune persone fanno per combattere i modelli mentali dominanti, quanto siano difficili da superare, e quanto siano presenti in qualsiasi contesto (non se ne salva alcuno).
Recentemente purtroppo ho anche scoperto un altro problema forse più grave del primo. In realtà ho scoperto che esistono molte persone che non vogliono farsi un’opinione. E la cosa mi ha preoccupato e non poco. Ci sono persone, infatti, che avendo scoperto che esiste una opinione generale, per pigrizia (ma anche per molto altro più miserabile) decidono di adottarla.
Ma come nasce un’opinione generale?
Ho trovato interessante scoprire, dalla lettura del volume “L’arte di avere ragione” del filosofo Arthur Schopenhauer, come un gruppetto di poche persone, possa dar vita ad una sorta di effetto valanga del consenso intorno a opinioni, idee o scelte importanti di cui in realtà la maggior parte delle persone non ha una cognizione sufficiente, anzi, molto spesso nessuna cognizione.
Schopenhauer dice: <<Ciò che si chiama opinione generale è, a ben guardare, l’opinione di due o tre persone; e ce ne convinceremmo se potessimo osservare come si forma una tale opinione universalmente valida. Troveremmo allora che furono in un primo momento due o tre persone ad avere supposto o presentato e affermato tali opinioni, che si fu così benevoli verso di loro da credere che le avessero davvero esaminate a fondo: il pregiudizio che costoro fossero sufficientemente capaci indusse dapprima alcuni ad accettare anch’essi l’opinione: a questi cedettero a loro volta molti altri, ai quali la pigrizia suggerì di credere subito piuttosto che farne faticosi controlli. Così crebbe di giorno in giorno il novero di tali accoliti pigri e creduloni: infatti, una volta che l’opinione ebbe dalla sua un buon numero di voci, quelli che vennero dopo l’attribuirono al fatto che essa aveva potuto guadagnare a sé quelle voci solo sulla fondatezza delle sue ragioni. I rimanenti, per non passare per teste irrequiete che si ribellano contro opinioni universalmente accettate e per saputelli che vogliono essere più intelligenti del mondo intero, furono costretti ad ammettere ciò che era già da tutti considerato giusto. A questo punto il consenso divenne un obbligo. D’ora in poi, i pochi che sono capaci di giudizio sono costretti a tacere e a poter parlare è solo chi è del tutto incapace di avere opinioni e giudizi propri, ed è la semplice eco di opinioni altrui: tuttavia, proprio costoro sono difensori tanto più zelanti e intolleranti di quelle opinioni. Infatti, in colui che la pensa diversamente, essi odiano non tanto l’opinione diversa che egli professa, quanto l’audacia di voler giudicare da sé, cosa che essi stessi non provano mai a fare, e in cuor loro ne sono consapevoli. Insomma, a essere capaci di pensare sono pochissimi, ma opinioni vogliono averne tutti: che cos’altro rimane se non accoglierle belle e fatte da altri, anziché formarsele per conto proprio?>>
Non so a voi, ma a me questo brano mi fa star male. Specialmente nell’ultima parte. Quando si capisce che quanti non sono capaci di farsi un’opinione odiano coloro che hanno l’ardire di voler esprimere la propria.
Ma torniamo al punto iniziale: la paura di esprimere il proprio parere quando si pensa di essere fuori dal coro.
Nell'estate del 1905 (5 anni prima di morire), Mark Twain scrisse un breve saggio, pubblicato solo dopo la sua morte, dal titolo "Il privilegio della Tomba", (The Privilege of the Grave) nel quale sostanzialmente ci dice che la libertà di parola è una pura illusione.
Ecco alcuni suoi passaggi in merito: “L’omicidio è proibito sia formalmente che di fatto, la libertà di parola è formalmente ammessa, ma di fatto proibita. … L’omicidio è a volte punito, la libertà di parola lo è sempre, qualora venga esercitata. Il che avviene raramente. …
La storia di Regalbuto raccontata attraverso gli autori di oggi: Francesco Miranda.
Nella premessa del Libro :" Regalbuto : strada,storie,leggende,uomini ed eroi " dell'autore Francesco Miranda è scritto....
Questo libro ha un triplice ambizioso intento: dare la possibilità al lettore comune, e ai ragazzi in particolare, di conoscere i personaggi e le località ai quali strade e piazze del nostro comune sono intitolate; stimolare i giovani studenti ad approfondire le conoscenze di storia nazionale e locale possedute; recuperare la memoria dei numerosi militari regalbutesi che nel corso della Prima Guerra mondiale del 1915/18 perdettero la loro vita nelle sponde del Piave e dell'Isonzo o nelle trincee del Carso, della Bainsizza, di Asiago, di Passo Buole, Caporetto e Vittorio Veneto. Molte vie e piazze cittadine, quasi la metà delle vie comunali, sono infatti intitolate a loro, agli eroi della Grande Guerra che alle nuove generazioni, e non solo a loro, risultano completamente sconosciuti. Di alcuni di questi “ragazzi” si conosce solo nome e cognome, della maggior parte di essi siamo riusciti a ricostruire parte della loro vita, famiglia di appartenenza, luoghi in cui combatterono, luoghi dove persero la vita e dove sono ancora seppelliti: tutto ciò grazie alla collaborazione e alla disponibilità dell'Ufficio stato civile del Comune di Regalbuto ma anche dell'Archivio di Stato di Caltanissetta che ci hanno fornito la maggior parte delle notizie che qui riportiamo. Nei nomi delle vie e piazze cittadine c'è tutta la storia italiana di un secolo e mezzo, la storia che inizia con il Risorgimento e si completa con i nomi eroici della Resistenza e con quelli dei Padri della nostra Costituzione e della ricostruzione italiana dopo la seconda guerra mondiale. Nelle strade e nelle piazze vengono ricordati inoltre personaggi del passato che si distinsero nel nostro paese per le loro opere nel campo della medicina, della ricerca, della letteratura, della vita politica e sociale: un caleidoscopio di nomi che toccano i diversi secoli della storia nazionale e locale.Si può raccontare la storia attraverso i nomi delle vie cittadine? Personalmente ritengo di sì...
LA STORIA DELLA CHIESA DI SAN BASILIO
Nel 1757, a proposito di Regalbuto, Vito Amico scrive:« i sacri edifizi sollevati con ogni magnificenza, in preferenza degli altri sono degni di ammirazione, e spicca fra di essi il tempio maggiore parrocchiale sacro a S. Basilio […] col campanile presso la porta, ad oriente, ma in più magnifiche forme presa da poco a costruirsi, attende il supremo compimento»
Conoscere la storia di Regalbuto attraverso i monumenti ,le monete, le opere d’arte , le Chiese i personaggi e le vicende storiche che a poco a poco stanno emergendo grazie alla passione e all’amore per la propria terra di uomini che a poco a poco ricompongono il mosaico sociale,politico e culturale di una Regalbuto ancora tutta da scoprire. La ricerca di Francesca Randazzo , che pubblichiamo nel file che segue , mette in luce la storia e la bellezza architettonica della Chiesa Madre di San Basilio. Una ricerca che vale la pena leggere fino in fondo se si vogliono scoprire aspetti della nostra storia ancora del tutto sconosciuti. I lavori avviati nel 1720 lasciano intravedere un programma collettivamente condiviso, testimoniato sia dalla partecipazione dei cittadini al reperimento di materiali da costruzione4,sia dall’intervento dell’allora tesoriere e sacerdote Giuseppe Falcone per il recupero delle indispensabili risorse finanziarie . Il giorno 1 agosto 1720 il sacerdote e tesoriere Giuseppe Falcone mette a disposizione le elemosine e parte degli introiti ed effetti della chiesa al fine di pagare «Giacomo Bilardi, capomastro del Regno di Napoli, onze 55, tarì 10 e grana 5 per averli spesi in vario attratto e magistero per aver alzato li tre archi maggiori della [chiesa] questi erano assai bassi che occupavano il titulo di detta chiesa e secondo la relazione delli mastri si dovevano alzare secondo la regola dell’arco maggiore di detto titulo» Inizia così , a partire dal 1720 , la storia della costruzione della Chiesa di San Basilio …Il resto potete continuare a leggerlo nel link CHE VI PROPONIAMO .
La BCC La Riscossa di Regalbuto restituisce alla Citta' la Chiesa di San Vito
Uno degli eventi più attesi della festa di San Vito sul piano liturgico è quello di domani 9 agosto , quando le relique del protettore della città saranno portate in processione nella restaurata chiesetta di San Vito , nell’omonima piazza. Il restauro della chiesetta oggi può essere ammirato dall’esterno della facciata ed è stato eseguito grazie all’impegno finanziario della Banca di Credito Cooperativo “ La Riscossa” la quale con le opere di risanamento e restauro restituirà alla città di Regalbuto una chiesa che ricorda l’arrivo dell’urna dove erano state deposte le reliquie di San Vito il 2 febbraio 1541. In seguito a tale evento ed in memoria fu eretta la piccola chiesetta , sostituita,nella seconda metà del XVIII secolo dall’attuale Cappella. L’edificio fu restaurato nel primo ventennio del Novecento e pur rimanendo immutato l’impianto originario furono realizzati dai coronamenti lungo la facciata e i muti laterali. Per l’occasione della festa di San Vito e la restituzione della restaurata Cappella sarà presente anche Sua Eccellenza il Vescovo di Nicosia Mons.Salvatore Muratore il quale celebrerà la Santa Messa di ringraziamento per la ricorrenza del 50° anniversario dell’Ordinazione Sacerdotale di Don Giuseppe Cardaci . Il programma prevede alle 19 del 9 agosto nella Chiesa di San Basilio l’avvio della processione con le relique di San Vito verso la Chiesa di Santa Maria dove alle 19,30 sarà celebrata la Santa Messa , subito dopo ci sarà l’avvio della processione con le reliquie di San Vito nella nuova Cappella in Piazza San Vito con il saluto delle autorità e la benedizione del Vescovo. Alla comunità di Regalbuto dunque sarà restituita non solamente la restaurata Cappella ma tutta la Piazza di San Vito resa più accogliente soprattutto per la presenza di giochi per i bambini e chiusa al parcheggio delle auto. La Banca di Credito Cooperativo non è nuova ad interventi di recupero di beni culturali e patrimoniali di Regalbuto restituiti alla storia , come gli argenti della Chiesa di San Basilio, e che oggi si possono ammirare ,riportando così alla luce tesori che raccontano la storia di Regalbuto aprendo così un percorso di speranza fatto di opere realizzabili e che rende percorribile la strada di itinerari turistico-culturali che sono alla base dello sviluppo di un territorio.
Ricercare Perche' ? Tracce di storia di Regalbuto. I fatti del 1848 raccontati dagli studenti.
" Rivisitare determinati periodi della storia contemporanea ,specie quelli attinenti l'unificazione dell'Italia , non può che fare bene alla coscienza di tutti noi,e in particolare alle giovani generazioni...." cit.
In occasione del 150° anniversario dell'unificazione d'Italia le scuole elementari e medie G.F.Ingrassia e l'Istituto Tecnico Commerciale S.Citelli di Regalbuto , per la prima volta hanno effettuato una ricerca sui fatti avvenuti a Regalbuto del 1848 che precedettero l'unificazione d'Italia. Gli alunni , coordinati dai rispettivi docenti, hanno così descritto episodi che forse volutamente erano rimasti sepolti nella memoria dei nostri antenati e che piano piano stanno riemergendo ai quali si aggiungono altri particolari da scrittori e ricercatori del nostro tempo. Qualche tempo dopo, il deputato Placido Citelli , così scriveva ai suoi concittadini regalbutesi : "Fratelli il suono di guerra già si ripete dai tre lati della Sicilia. Il sospirato giorno della battaglia è spuntato per noi.Fratelli se nella unione sta la forza, si spenga ogni odio privato, si stampi in fronte il vicendevole bacio di amore, si tolga lo spirito di municipalismo, regni il sentimento di patria, di nazione, e la vittoria sarà per noi." Garibaldi era sbarcato in Sicilia , a lui si unirono anche "picciotti" regalbutesi " . I nomi di questi tre picciotti regalbutesi (tutti e tre nel grado di soldato), che parteciparono alla campagna Due Sicilie sono Francesco Catania (brigata Eber), Vito Verzì (brigata Eber) e Vito Vicino (brigata Corrao). Tutti e tre eroi che contribuirono a fare l’Italia, ma che la Patria e il proprio paese nativo hanno dimenticato.Il popolo, però, ebbe una grande delusione perché non furono istituite le terre ai contadini come aveva loro promesso. Le masse popolari fecero scoppiare un tumulto e occuparono le terre. Garibaldi diede l'ordine a Nino Bixio di porre fine ai tumulti. Questi fece fucilare molti patrioti italiani. La battaglia fu dura a Bronte, a Regalbuto. a Centuripe e si concluse con la sconfitta del popolo e si ritornò al potere delle famiglie più ricche.
Assoconsumatori interviene sulla nuova bollettazione della societa' di gestione del servizio idrico integrato.
“Siamo alle solite che la privatizzazione fosse un danno per i cittadini utenti era una cosa risaputa ma in provincia di Enna si passa ogni limite di umana sopportazione il tutto nell’assenza o forse nella complicità di chi dovrebbe garantire il rispetto delle leggi. Nelle bollettazioni del mese di maggio era inserito il deposito cauzionale nonostante i cittadini lo avessero già pagato all’atto della stipula dei vecchi contratti; oggi, nuovo balzello con “partite pregresse” (conguagli anni 2005-2010) nonostante contratti stipulati dai cittadini nel 2008-20010- 2012) certo qualcuno obietterà che si tratta di una rigidità del sistema di Acquaenna, ma ogni sistema esegue gli imput che vengono impartiti. Ci sembra proprio che ogni scusa è buona per far cassa a scapito dei cittadini che spesso pagano non sapendo se le somme richieste rispondono alle norme di legalità o siano degli abusi. I conguagli per partite pregresse è vero che sono state autorizzate dall’assemblea dei soci dell’ATO idrico n. 5 composto dal presidente della Provincia di Enna e dai Sindaci dei comuni con delibera n. 2 del 25.01.2012, ma è altrettanto vero che gli anni dal 2005 al 2009 sono caduti in prescrizione e, quindi, non dovute.
Piano Giovani Sicilia : era gia' tutto previsto. Caos in salsa siciliana.
Migliaia di giovani e di famiglie oggi fin dalle 10 del mattino sono rimasti incollati davanti al monitor del proprio PC per registrarsi sul sito e sperare così di entrare tra gli 800 fortunati che avrebbero così potuto sperare in un "avviamento al lavoro". Si sono invece trovati davanti alla scritta ( sul monitor) : " La pagina web non è disponibile" . C'era forse da aspettarselo ? Si . La Sicilia ( riferita alla classe politica regionale) ci ha abituato da decenni a queste cose. Il resto ( commenti compresi) lo potete leggere di seguito.
Problemi e proteste in Sicilia, a causa delle enormi difficoltà incontrate dagli utenti del portale del Piano Giovani: si tratta dell’iniziativa creata dalla Regione siciliana per l’attivazione di tirocini retribuiti per i giovani, 2000 in tutto, suddivisi in diverse giornate.
Oggi era previsto il secondo clickday con partenza alle 10,00, prevedendo l’attivazione di 800 tirocini. Una corsa contro il tempo per le migliaia di giovani aspiranti che disperatamente in cerca di lavoro hanno riposto le loro speranze nel Piano giovani, che però sembra non abbia correttamente funzionato.
La conferma arriva da Alessandro Balsamo, segretario particolare dell’assessore regionale alla Formazione, Nelli Scilabra: ”La società che gestisce il sito ci ha confermato che ci sono stati dei problemi di natura tecnica per il sovraccarico di utenti connessi, che sono stati circa 95 mila – dice - L’assessore ha già dato disposizioni per verificare cosa è avvenuto.
Consorzio dei Comuni. I comuni dei Nebrodi ci ripensano?
Adesso è semplice affermare che " lo avevamo detto". A dire il vero non abbiamo mai creduto alla favola che alcuni giornali andavano raccondando sulla costituzione di un mega libero consorzio che comprendesse i comuni dell'ex provincia di Enna e alcuni comuni dei Nebrodi. Gufi ? No . Solo ragionamento logico. La notizia che riportiamo dal quotidiano La Sicilia non fa che confermare il fatto che sul territorio dell'ex provincia di Enna pesano ancora le decisioni che vengono presi ad Enna da parte di personaggi incolori che intrecciano i loro obiettivi seppur da apparenti posizioni diverse.Non hanno meno colpe quei sindaci e presidenti dei consigli comunali che si sono "rifiutati" fino ad ora di discutere dell'argomento demandando il tutti ai "giochi politici" forse più comodi da realizzare per chi pensa alla politica come realizzazione personale. Abbiamo sempre affermato che questa volta sarebbe stato democratico sentire l'opinione dei cittadini del territorio dell'ex provincia di Enna perchè oggi si offre la possibilità ai cittadini di esprimersi su un argomento che li legherà possibilmente per i prossimi decenni al nuovo territorio. E adesso ? Meglio leggere fino in fondo l'articolo che segue.
regalbuto press
Grazie alla legge regionale n°8 del 2014, i comuni dei Nebrodi occidentali non hanno bisogno di aderire al consorzio delle Madonie o a quello di Enna per non dipendere più da Messina”. La riunione che si è svolta in un locale di Castel di Tusa, alla presenza di sindaci e consiglieri comunali, ha lanciato la proposta di costituzione di un nuovo consorzio dei Nebrodi, che comprenderà buona parte del versante tirrenico della vecchia provincia, e si potrebbe verificare la rinunzia dei nove comuni che avevano aderito, anche se non ufficialmente, al libero consorzio di Enna, partecipando tra l’altro ad alcune riunioni, che erano state organizzate presso l’Università Kore e condividendo totalmente le iniziative, che erano state intraprese, approvando in maniera totale le iniziativa intraprese dal sindaco Paolo Garofalo. Ora, invece tutto torna in alto mare perché alcuni rappresentanti politici di quella zona hanno evidenziato che è preferibile che l’area nebroidea non sia smembrata, perché anche aderendo ad un altro consorzio, le circoscrizioni dell’Agenzia delle Entrate, del Tribunale, dell’Azienda sanitaria, del Catasto, del Provveditorato agli studi, della Questura, della Prefettura, dell’Inps, ecc., rimarrebbero invariate, con il risultato che i comuni dei Nebrodi occidentali, pur associandosi ad Enna o alle Madonie, continuerebbero a far riferimento a Sant’Agata di Militello o a Patti, quando non direttamente a Messina, per tanti servizi. Una situazione questa che mette in difficoltà il libero consorzio di Enna,
UdC Enna. Scambio di accuse tra Granata e Macaluso .
Nascono turbolenze all’interno dell’Udc dopo le dichiarazioni espresse circa la possibilità di alleanze in vista delle prossime elezioni amministrative. Le decisioni del segretario provinciale, Lorenzo Granata sono state tempestive e decise visto che ha nominato un commissario comunale, dopo essere stato in contatto con la direzione nazionale, nella persona del vice segretario provinciale, Mario Tedesco.
“L’Udc alle Europee ad Enna – ha dichiarato Lorenzo Granata (nella foto) – ha ottenuto 100 voti pur essendoci in lista il segretario regionale Giovanni Pistorio e l’assessore regionale Patrizia Valenti. Un risultato molto modesto venuto fuori a causa di una campagna elettorale miserevole e durante la quale si è notata l’assenza del segretario cittadino e non ci sono state riunioni indette dal segretario comunale”.
“Visti i risultati elettorali che definirei assolutamente non rispondenti alle aspettative – ha proseguito Lorenzo Granata – ho nominato Mario Tedesco quale unico portavoce dell’Udc di Enna”. Il commissariamento è già avvenuto da tempo e Granata lo ha comunicato anche ai vertici della segreteria regionale ottenendone il benestare. “A breve – spiega Granata – affiancheremo a Mario Tedesco una rappresentante del mondo femminile e una nuova squadra di dirigenti leali che hanno votato per l’Udc e non per Zambuto e il Pd”. Lorenzo Granata, inoltre, ha specificato in tema di alleanze con altri partiti ha partecipato ad un incontro per la costituzione di un’area di centro che vede insieme Udc, Ncd, Scelta civica e l’Italia per domani proprio in vista delle prossime elezioni amministrative che ad Enna hanno un’importanza particolare perchè nel prossimo aprile ad Enna ed in provincia ci saranno i liberi consorzi. “Vogliamo allargare quest’area politica ad altri soggetti per varare un programma politico per la città – conclude Lorenzo Granata – ed a questo tavolo porterò una mia proposta per il candidato sindaco che io avrei già individuato”. E’ una persona che racchiude in se tutti i crismi di onestà, capacità amministrativa e politica. Il soggetto giusto per poter competere all’elezione a sindaco di Enna”.
SI SEGUITO LA PRONTA RISPOSTA DEL SEGRETARIO CITTADINO DI ENNA MICHELE MACALUSO