Per la pallavolo ennese la stagione 2016/2017 sarà ricordata come quella della "fusione" tra le realtà del volley della provincia di Catania e quelle del territorio di Enna. Dopo la riorganizzazione dei comitati provinciali , l'assemblea nazionale della federvolley aveva di fatto "sciolto" il comitato di Enna fondendolo a quella di Catania per cui da questa stagione le squadre dei due territori si affronteranno negli stessi gironi dei campionati di categoria e di serie. In prima divisione femminile Volley Club Catena e Kentron Enna oltre a Crai Militello sono stati inseriti nell'organico catanese e a partire dal prossimo 13 novembre inizieranno a giocare in un girone formato da ben 12 formazioni che certamente sarà molto esaltante per le ragazze delle rispettive squadre di Enna. In prima divisione maschile Kentron Enna , Sporting Club Leonforte e Polisportiva Tarblitz di Calascibetta fanno parte del girono unico assieme ad altre cinque società di Catania. Diverso invece è il discorso nei campionati Under dove le squadre di Enna formano un girone a parte e dopo la prima fase di qualificazione si confronteranno con le squadre della provincia di Catania,tranne nella categoria Under 16 femminile dove Volley Agira,Kentron Enna e Naf Nicosia sono stati inseriti in un girone unico con le squadre del territorio di Catania. Insomma una vera novità per i team ennesi che avranno finalmente la possibilità di confrontarsi con altre squadre e fare esperienza in campionati che inizieranno tutti entro il mese di Novembre per concludersi nel mese di maggio. E non è poco.

Falso ideologico in atto pubblico. È la contestazione che la procura di Enna ha formulato nella chiusura di indagini, appena depositata dal pm Giovanni Romano, per 27 persone tra consiglieri e funzionari del comune, per una presunta “gettonopoli” che si sarebbe verificata nel precedente consiglio. Più nel dettaglio, l’ipotesi di reato che viene adesso contestata a vario titolo agli indagati, che erano stati coinvolti nell’inchiesta avviata nel 2014 con il coordinamento della procura di Enna e condotta dalla Digos, lo scorso maggio, quando venne chiesta la proroga di indagini, è quella di avere commesso il falso ideologico o di averlo istigato.
Tra i 27 nomi, c’è anche quello dell’attuale sindaco Maurizio Dipietro, di Giovanni Contino attuale assessore all’Urbanistica, Gaetana Palermo attuale assessore ai Lavori pubblici. La contestazione si riferisce al tempo in cui erano consiglieri comunali e non ha alcun legame con l’attuale attività amministrativa. Gli altri ex consiglieri comunali indagati sono Dario Cardaci, Lorenzo Colaleo, Gianfranco Gravina, Giuseppe Grasso, Giacomo Falzone, Roberto Falciglia, Salvatore Di Mattia, Nunzio Incardone, Michele Riccobene, Angelo Salamone, Biagio Scillia, Maurizio Tornabene, Mario Messina. I consiglieri comunali della precedente legislatura che attualmente siedono a sala Euno come consiglieri comunali sono Paolo Gloria, Rosario Vasapollo, Filippo Fiammetta, Cesare Fussone, Giuseppe La Porta, Paolo Timpanaro, Dante Ferrari. I tre funzionari sono Giovanna Scilla, Orietta Falautano, Rosa Mondello. Le indagini avrebbero scandagliato le riunioni delle commissioni consiliari avvenute tra luglio ed i primi di agosto del 2014. Contestate, con pesi differenti tra gli indagati, assenze dalle riunioni di commissione per alcuni consiglieri che non sarebbero risultati invece presenti. Depositata contestualmente la seconda chiusura di indagine, relativa al troncone di indagine su una presunta truffa al comune di Enna. Indagati in questo, dopo i decreti di archiviazione per 12 su 14 indagati sono, Salvatore Di Mattia ex vicepresidente del consiglio comunale e la funzionaria comunale Giovanna Scilla. La procura contesta a vario titolo oltre alla truffa e ai reati di falso ideologico e abuso di ufficio, istigazione al falso e istigazione all’abuso d’ufficio. Per tutti gli indagati si apre adesso la fase in cui è possibile essere sentiti, accompagnati dal difensore, dal pm.

Tratto da Vivienna e da Tiziana Tavella per il giornale La Sicilia

Un tempo per i Siciliani il giorno dei morti era un giorno davvero speciale, per i bimbi era ricco di attesa e dolci sorprese!
La globalizzazione oramai sta rendendo più onore ad Halloween dimenticando la tradizione che invece ci appartiene e dobbiamo impegnarci a conservare e a tramandare, per questo abbiamo deciso di riportare il testo di Camilleri che racconta la magica atmosfera del giorno dei morti per i siciliani.Fino al 1943, nella nottata che passava tra il primo e il due di novembre, ogni casa siciliana dove c’era un picciliddro si popolava di morti a lui familiari. Non fantasmi col linzòlo bianco e con lo scrùscio di catene, si badi bene, non quelli che fanno spavento, ma tali e quali si vedevano nelle fotografie esposte in salotto, consunti, il mezzo sorriso d’occasione stampato sulla faccia, il vestito buono stirato a regola d’arte, non facevano nessuna differenza coi vivi. Noi nicareddri, prima di andarci a coricare, mettevamo sotto il letto un cesto di vimini (la grandezza variava a seconda dei soldi che c’erano in famiglia) che nottetempo i cari morti avrebbero riempito di dolci e di regali che avremmo trovato il 2 mattina, al risveglio.Eccitati, sudatizzi, faticavamo a pigliare sonno: volevamo vederli, i nostri morti, mentre con passo leggero venivano al letto, ci facevano una carezza, si calavano a pigliare il cesto. Dopo un sonno agitato ci svegliavamo all’alba per andare alla cerca. Perché i morti avevano voglia di giocare con noi, di darci spasso, e perciò il cesto non lo rimettevano dove l’avevano trovato, ma andavano a nasconderlo accuratamente, bisognava cercarlo casa casa. Mai più riproverò il batticuore della trovatura quando sopra un armadio o darrè una porta scoprivo il cesto stracolmo. I giocattoli erano trenini di latta, automobiline di legno, bambole di pezza, cubi di legno che formavano paesaggi. Avevo 8 anni quando nonno Giuseppe, lungamente supplicato nelle mie preghiere, mi portò dall’aldilà il mitico Meccano e per la felicità mi scoppiò qualche linea di febbre.I dolci erano quelli rituali, detti “dei morti”: marzapane modellato e dipinto da sembrare frutta, “rami di meli” fatti di farina e miele, “mustazzola” di vino cotto e altre delizie come viscotti regina, tetù, carcagnette. Non mancava mai il “pupo di zucchero” che in genere raffigurava un bersagliere e con la tromba in bocca o una coloratissima ballerina in un passo di danza. A un certo momento della matinata, pettinati e col vestito in ordine, andavamo con la famiglia al camposanto a salutare e a ringraziare i morti. Per noi picciliddri era una festa, sciamavamo lungo i viottoli per incontrarci con gli amici, i compagni di scuola: «Che ti portarono quest’anno i morti?». Domanda che non facemmo a Tatuzzo Prestìa, che aveva la nostra età precisa, quel 2 novembre quando lo vedemmo ritto e composto davanti alla tomba di suo padre, scomparso l’anno prima, mentre reggeva il manubrio di uno sparluccicante triciclo.
Insomma il 2 di novembre ricambiavamo la visita che i morti ci avevano fatto il giorno avanti: non era un rito, ma un’affettuosa consuetudine.Poi, nel 1943, con i soldati americani arrivò macari l’albero di Natale e lentamente, anno appresso anno, i morti persero la strada che li portava nelle case dove li aspettavano, felici e svegli fino allo spàsimo, i figli o i figli dei figli. Peccato. Avevamo perduto la possibilità di toccare con mano, materialmente, quel filo che lega la nostra storia personale a quella di chi ci aveva preceduto e “stampato”, come in questi ultimi anni ci hanno spiegato gli scienziati. Mentre oggi quel filo lo si può indovinare solo attraverso un microscopio fantascientifico. E così diventiamo più poveri: Montaigne ha scritto che la meditazione sulla morte è meditazione sulla libertà, perché chi ha appreso a morire ha disimparato a servire.
(da Racconti quotidiani di Andrea Camilleri)

 

 

Sabato 29 ottobre in Piazza della Repubblica,  in un palazzo storico del paese è stata inaugurata la nuova sede del movimento cittadino Regalbuto Riparte, punto di riferimento dei cittadini che vorranno mettersi in contatto con i responsabili del movimento. In un’affollata sala della nuova sede, alla presenza di numerosi attivisti e simpatizzanti, Padre Alessandro Magno, che ha cortesemente accettato l’invito del Movimento, ha introdotto l’assemblea ricordando gli insegnamenti della dottrina sociale della Chiesa Cattolica, che citano l’attività politica come la più alta forma di carità, " quando fatto con onestà e nell’interesse della comunità in cui si vive," ha esortato i presenti a continuare ben oltre i prossimi appuntamenti elettorali, "ricolmando -ha detto - quel vuoto lasciato anni e anni or sono, in cui si faceva continua formazione politica e il contatto con i cittadini era continuo e attento." Un appello inoltre alla cooperazione, " principio irrinunciabile da recuperare ed attenzionare per far risorgere una comunità, quella regalbutese, che come molte altre soffre una crisi profonda che sta facendo andare via tanti giovani e tante famiglie." L'appello è stato raccolto dalla candidata sindaco Maria Carmela Romano che ha ringraziato P. Alessandro e i presenti ricordando che, “è nostro intendimento, continuare a lavorare ben oltre la data delle prossime elezioni, sarà nostra volontà non abbandonare l’attività propositiva e mantenere stretto il legame con l’assemblea e con i cittadini tutti  già dalla prossima settimana ha detto Romano- organizzeremo dettagliatamente le attività del Movimento, puntando sulle tematiche di più pressante interesse per la nostra comunità Concerteremo inoltre con i cittadini regalbutesi i punti nodali del nostro programma, perché il nostro sarà un programma semplice, fattibile, e soprattutto condiviso con i cittadini, la cooperazione sarà la nostra stella polare, da seguire per far ripartire la comunità, che merita di essere restituita alla propria dignità."

 

Il Consiglio regionale dell’Associazione siciliana della stampa reputa inaccettabile la decisione del Comune di Valguarnera Caropepe (Enna), che ha esternalizzato, affidando a un’associazione culturale, un “servizio per azione informativa, comunicazione istituzionale, pubblicazione attività amministrativa”, al costo di 2.500 euro all’anno tasse incluse. La determina, in sostanza, ha accolto la proposta di un’associazione culturale, che in cambio di tale cifra si è offerta, tra l’altro, di veicolare attraverso “internet e i mass media” informazioni “relative all’attività comunale”, realizzare “servizi video”, compresi di montaggio audio-video, “su avvenimenti, notizie e comunicazioni di particolare interesse per l’Ente”, inserendo pure, nell’oggetto della proposta, una “pubblicizzazione attività amministrativa”. A seguito di un dibattito l’organo consiliare del sindacato unitario dei giornalisti – che ha affrontato il tema su sollecitazione del segretario provinciale di Enna Josè Trovato – ha dato mandato alla giunta di inoltrare all’Ordine dei Giornalisti di Sicilia il materiale di cui siamo in possesso, al fine di valutare la presenza, all’interno della suddetta associazione, di giornalisti iscritti all’Ordine. Gli atti del Comune di Valguarnera saranno infine trasmessi all’ufficio legale, al fine di denunciare in tutte le sedi, giudiziarie e contabili, una procedura che non tiene conto della legge 150/2000. L’Associazione siciliana della stampa stigmatizza, altresì, il comportamento del sindaco di Valguarnera, che in una lettera aperta pubblicata sul web ha attaccato i cronisti che operano in città definendoli “giornalisti di quartiere”. Inoltre ricorda che l’articolo 21 della Costituzione italiana stabilisce che “la stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure” e che i giornalisti iscritti all’ordine, nell’esercizio del proprio legittimo diritto-dovere di cronaca, non accettano etichettature o espressioni ingiuriose.

Nella prima mattinata odierna i Carabinieri del Comando Provinciale di Enna, collaborati nelle operazioni dai colleghi dei Comandi Provinciali di Catania, Palermo, Agrigento e Bergamo, hanno dato esecuzione a undici misure cautelari personali, di cui tre ordinanze di custodia cautelare in carcere, cinque provvedimenti di sottoposizione agli arresti domiciliari e tre misure di obbligo di presentazione alla P.G. emesse dall’Ufficio GIP del Tribunale di Caltanissetta, su richiesta della Procura della Repubblica – D.D.A. – nissena a carico di altrettanti soggetti, ritenuti a vario titolo responsabili dei delitti di concorso esterno in associazione mafiosa (per i soli tre destinatari della misura in carcere), nonché di attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti, associazione per delinquere finalizzata allo smaltimento di rifiuti tossici, alla commissione di reati di peculato, frode nelle pubbliche forniture, corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, falsità ideologica commessa da un pubblico ufficiale, falsità materiale commessa da un privato e induzione indebita a dare o promettere.
Si tratta di un’operazione che giunge a conclusione di una complessa attività investigativa, coordinata dalla D.D.A di Caltanissetta e condotta, tra il febbraio 2013 ed il maggio 2014, dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Enna sul milionario appalto vinto nell’anno 2013 dalla Soc. 1 Emme di Bergamo. 

 

Nella delibera della Giunta comunale di Regalbuto del 6 ottobre scorso l'amministrazione comunale ha stipulato una convenzione con l'associazione "Accademia dei Guitti" di Caltanissetta per la stagione teatrale 2016/2017. Nella convenzione l'associazione si fa carico di organizzare 10 spettacoli il cui tabellone è stato già pubblicizzato , presso il cine teatro Urania e si fa carico del costo della rassegna pari a 16.500 euro comprensivi del costo degli artisti,degli oneri Siae ,del service audio-luci,della stampa del materiale pubblicitario compreso video spot pubblicitario e della stampa degli abbonamenti e dei costi del botteghino. L'amministrazione comunale , nel concedere il patrocinio, ha deliberato un contributo di 4000,00 euro ,mette a disposizione gratuitamente il cine teatro Urania,compreso di servizi,acqua,luce,riscaldamento,pulizia,e addetto per l'apertura e chiusura del teatro, provvede all'affissione dei manifesti , al servizio antincendio. La stagione teatrale inizierà il 4 novembre prossimo con Sergio Vespertino e la sua "Strafelicissima Palermo" .

Dai morti di mafia nella Palermo degli anni '80 e '90 di “La mafia uccide solo d'estate” a l'operazione Husky dell’ultima pellicola. "Inconsciamente, forse dovevo chiudere un discorso iniziato con il mio primo film. Volevo raccontare i partigiani e sono finito allo sbarco degli alleati in Sicilia e all'appoggio dato dalla mafia agli Stati Uniti", dice Pif, presentando al cinema Rouge et Noir “In guerra per amore”. Una curiosità: il paese in cui è ambientato il film, dove spadroneggia un capomafia, si chiama Crisafullo. Somiglia un po' troppo all'ex senatore del Pd, Mirello Crisafulli, spesso nel mirino dell'attore palermitano. "Gli abitanti si chiamano crisafulliani. Una casualità", ride Pif.

 

Le federazioni sportive hanno già da tempo diramato l'obbligo della presenza dei defibrillatori durante le partite federali , pena la non disputa della gara e manca poco più di un mese per arrivare alla data in cui entrerà in vigore l’obbligo da parte delle società sportive dilettantistiche di dotarsi dei defibrillatori semiautomatici. Prorogata a fine novembre, la data di entrata in vigore del decreto recante “Disciplina della certificazione dell’attività sportiva non agonistica e amatoriale e linee guida sulla dotazione dell’utilizzo di defibrillatori semiautomatici e di eventuali altri dispositivi salvavita”.

Il decreto del Governo, firmato il 19 luglio scorso dal ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, e dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti, ha prorogato al 30 novembre 2016  la data di entrata in vigore dell’obbligo di dotarsi di defibrillatori semiautomatici per tutte le società sportive dilettantistiche. Nella nota si legge “perché non sono state ancora completate, su tutto il territorio nazionale, le attività di formazione degli operatori del settore sportivo dilettantistico circa il corretto utilizzo dei defibrillatori semiautomatici”. 

Presenti segretari di sezione, sindaci, consiglieri comunali perché tutti vogliono partecipare a questa consultazione che, per certi aspetti, traccia il futuro del territorio a livello politico amministrativo. Prima dell’inizio della riunione, di venerdì sera, presso l’Associazione “Pompeo Colajanni” c’è stato un incontro privato tra Mirello Crisafulli e Fabio Venezia, sindaco di Troina, che sembrava essere il candidato più accettato da tutto il gruppo. Un incontro che è durato circa 65’ e che ha visto Fabio Venezia elencare tutte le difficoltà familiari e organizzative che ostacolano la sua accettazione a questo difficile incarico (sarebbe il candidato di una parte e se eletto verrebbe messo fuori gioco per le prossime candidature regionali, nazionali o per la stessa segreteria del partito) “Non si possono curare a dovere obblighi familiari, operatività di sindaco e presidente del Libero Consorzio” ha dichiarato all’uscita Fabio Venezia. Poi è iniziata la riunione che è durata circa quattro ore con un dibattito accesso, tanti interventi, valutazione di tante soluzioni alla ricerca di un candidato credibile che possa andare a dirigere un Ente Locale, che, in questo momento, si sta dimostrando provvisorio in tutti i sensi. Alla fine, non avendo trovato una soluzione condivisibile è stata nominata una commissione, presieduta dall’ex presidente del PD, Saro Agozzino.A questa commissione spetta il compito di fare delle scelte sul possibile candidato al Libero Consorzio che poi sarà ratificato da un’altra riunione di tutto il gruppo.